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Euan Macdonald – The Field
In mostra viene presentata l’installazione The Field – composta da 35 dittici e un video a due canali – il video Volcano e una scultura Monument (invisible object proposal) Il titolo alla mostra è dato dall’installazione creata a seguito della scoperta di alcuni dischi di effetti sonori
Comunicato stampa
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Euan Macdonald
The Field
30 ottobre 2008 – 09 gennaio 2009
“Il monumento è in primo luogo un segnale, un segno, un richiamo. Un monumento quindi non deve necessariamente riferire al passato, alla storia o ad un evento. E’ fondamentalmente un momento per fermarsi, un momento di pausa dalle abitudini quotidiane. A mio avviso la funzione principale del monumento è che ci obbliga a prendere una pausa, al contrario della nostra vita urbana quotidiana che è una vita di dimenticanze, di abitudini, di ripetizioni, di rituali. Il monumento interrompe la ripetizione.”
(frammento di una conversazione tra Paul Virillio, Hans Ulrich Obrist e Gustave Metzger pubblicato in Euan Macdonald, Catalogo S.A.A.G., 1999)
Giovedì 30 ottobre 2008 si inaugura, presso la galleria S.A.L.E.S., la terza personale di Euan Macdonald (Edimburgo 1965).
Dopo aver trascorso l’adolescenza in Canada, si trasferisce a Los Angeles dove attualmente vive e lavora.
Impostosi sulla scena artistica internazionale in particolare con la realizzazione di video, la sua poetica, sin dai suoi esordi, si è indirizzata verso la ricerca delle entità primarie e infinite dello spazio e del tempo, che, secondo Macdonald, si nascondono nelle impercettibili azioni della nostra realtà di tutti i giorni.
Sono proprio le flemmatiche azioni quotidiane ad ispirare le storie dei suoi video. Immagini che non hanno mai un impatto immediato e violento, ma richiedono lunghe pause di riflessione, accompagnando lo spettatore in un universo poetico e rarefatto al limite con il vuoto e il silenzio.
I suoi lavori mostrano una speciale sensibilità nel cogliere i fenomeni che le cose ordinarie nascondono. Eventi che lui stesso definisce “Nebulosi Misteri”.
L’arte per Euan Macdonald trova la sua ragione di esistere proprio quando riesce a rivelare, attraverso osservazioni frammentarie, l’essenza primaria delle cose, laddove le definizioni abituali sono insufficienti.
In mostra viene presentata l’installazione The Field, 2008 composta da 35 dittici, un video a doppio canale trasmesso da due monitor e la grande proiezione Volcano, 2008.
The Field nasce da una collezione di 35 dischi della BBC trovati in un vecchio archivio d’effetti sonori e nel titolo risiede il senso dell’esposizione. The Field si riferisce all’espressione “field recordings”, effetti acustici prodotti da ambienti diversi: fenomeni naturali, traffico, animali selvaggi... I dischi usati originariamente per produzioni cinematografiche, televisive e radiofoniche. La parola field (campo) non ha un significato unico (campo di grano, campo visivo, campo di battaglia) è, citando l’artista, “anything and everywhere” (qualsiasi cosa, ovunque), come la provenienza dei suoni registrati.
I 35 dittici esposti sono composti dai vinili accompagnati da foto o disegni, in cui l’artista interpreta i suoni incisi tramite delle immagini. L’installazione si completa con un video a doppio canale che trasmette simultaneamente i suoni registrati, creando una singolare risonanza armonica. Le immagini che si susseguono sui monitor sono quelle delle etichette dei vinili in primo piano, per ogni etichetta un titolo specifico, dando vita ad un alternarsi di suoni e immagini nominate. L’artista in questo modo gioca con le previsioni dello spettatore che vedrà accostato ad ogni suono un determinato titolo.
La grande proiezione Volcano è un opera silenziosa e lenta – caratteristica della maggior parte dei lavori dell’artista. Il video riprende un vulcano inattivo, estinto dalla lenta e costante erosione del mare nel corso di milioni d’anni. Questo lavoro è considerato dall’artista un “field recording”, un campione visivo del mondo, una testimonianza analoga ai campioni audio sopravvissuti e scoperti nell’archivio discografico.
In mostra anche Monument (invisible object proposal) 2008, una scultura in bronzo di una palma con la sua ombra.
The Field
30 ottobre 2008 – 09 gennaio 2009
“Il monumento è in primo luogo un segnale, un segno, un richiamo. Un monumento quindi non deve necessariamente riferire al passato, alla storia o ad un evento. E’ fondamentalmente un momento per fermarsi, un momento di pausa dalle abitudini quotidiane. A mio avviso la funzione principale del monumento è che ci obbliga a prendere una pausa, al contrario della nostra vita urbana quotidiana che è una vita di dimenticanze, di abitudini, di ripetizioni, di rituali. Il monumento interrompe la ripetizione.”
(frammento di una conversazione tra Paul Virillio, Hans Ulrich Obrist e Gustave Metzger pubblicato in Euan Macdonald, Catalogo S.A.A.G., 1999)
Giovedì 30 ottobre 2008 si inaugura, presso la galleria S.A.L.E.S., la terza personale di Euan Macdonald (Edimburgo 1965).
Dopo aver trascorso l’adolescenza in Canada, si trasferisce a Los Angeles dove attualmente vive e lavora.
Impostosi sulla scena artistica internazionale in particolare con la realizzazione di video, la sua poetica, sin dai suoi esordi, si è indirizzata verso la ricerca delle entità primarie e infinite dello spazio e del tempo, che, secondo Macdonald, si nascondono nelle impercettibili azioni della nostra realtà di tutti i giorni.
Sono proprio le flemmatiche azioni quotidiane ad ispirare le storie dei suoi video. Immagini che non hanno mai un impatto immediato e violento, ma richiedono lunghe pause di riflessione, accompagnando lo spettatore in un universo poetico e rarefatto al limite con il vuoto e il silenzio.
I suoi lavori mostrano una speciale sensibilità nel cogliere i fenomeni che le cose ordinarie nascondono. Eventi che lui stesso definisce “Nebulosi Misteri”.
L’arte per Euan Macdonald trova la sua ragione di esistere proprio quando riesce a rivelare, attraverso osservazioni frammentarie, l’essenza primaria delle cose, laddove le definizioni abituali sono insufficienti.
In mostra viene presentata l’installazione The Field, 2008 composta da 35 dittici, un video a doppio canale trasmesso da due monitor e la grande proiezione Volcano, 2008.
The Field nasce da una collezione di 35 dischi della BBC trovati in un vecchio archivio d’effetti sonori e nel titolo risiede il senso dell’esposizione. The Field si riferisce all’espressione “field recordings”, effetti acustici prodotti da ambienti diversi: fenomeni naturali, traffico, animali selvaggi... I dischi usati originariamente per produzioni cinematografiche, televisive e radiofoniche. La parola field (campo) non ha un significato unico (campo di grano, campo visivo, campo di battaglia) è, citando l’artista, “anything and everywhere” (qualsiasi cosa, ovunque), come la provenienza dei suoni registrati.
I 35 dittici esposti sono composti dai vinili accompagnati da foto o disegni, in cui l’artista interpreta i suoni incisi tramite delle immagini. L’installazione si completa con un video a doppio canale che trasmette simultaneamente i suoni registrati, creando una singolare risonanza armonica. Le immagini che si susseguono sui monitor sono quelle delle etichette dei vinili in primo piano, per ogni etichetta un titolo specifico, dando vita ad un alternarsi di suoni e immagini nominate. L’artista in questo modo gioca con le previsioni dello spettatore che vedrà accostato ad ogni suono un determinato titolo.
La grande proiezione Volcano è un opera silenziosa e lenta – caratteristica della maggior parte dei lavori dell’artista. Il video riprende un vulcano inattivo, estinto dalla lenta e costante erosione del mare nel corso di milioni d’anni. Questo lavoro è considerato dall’artista un “field recording”, un campione visivo del mondo, una testimonianza analoga ai campioni audio sopravvissuti e scoperti nell’archivio discografico.
In mostra anche Monument (invisible object proposal) 2008, una scultura in bronzo di una palma con la sua ombra.
30
ottobre 2008
Euan Macdonald – The Field
Dal 30 ottobre 2008 al 09 gennaio 2009
arte contemporanea
Location
STUDIO SALES DI NORBERTO RUGGERI
Roma, Piazza Dante, 2, (Roma)
Roma, Piazza Dante, 2, (Roma)
Orario di apertura
da martedì a sabato ore 15.30 -19.30
Vernissage
30 Ottobre 2008, dalle ore 19-22
Autore