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Eugenio Galli – Bisbiglio di segnali
Questa mostra in Puglia mette in evidenza il recente lavoro pittorico dell’artista lombardo che ci consegna in pittura opere di respiro assolutamente grandioso, cariche di risonanza di vibrazioni del colore e della luce.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
“Nuovo atlante delle arti” è un progetto-festival appositamente ideato per Borgo Cardigliano nel Salento, nel
centocinquantesimo anniversario dell'Unità d'Italia. Esso vive nobilmente sulle arti che riprogrammano il mondo, si
campiona ad essere uno spettacolare archivio decentralizzato ove le diverse discipline si nutrono di arte-mondo,
mira a rappresentare come si abita la cultura globale, ovvero l’altramodernità, che altro non è che una sorta di
costellazione, una specie di arcipelago di singoli mondi e singoli artisti le cui isole interconnesse non costituiscono
un continente unico di pensiero, ma lo specchio di un’arte postproduttiva e frontaliera, mobile, ipermoderna,
ipertesa, ipercolta, mente e cuore, ma anche progetto e destino della comunicazione estetica. E’ con questo
progetto, ideato e diretto dall’illustre Storico dell’Arte Moderna e Contemporanea Prof. Carlo Franza, intellettuale
di piano internazionale, che si vuole indicare e sorreggere un'Europa Creativa Festival e, dunque, protagonisti e
bandiere, bandendo ogni culto del transitorio per porgere a tutti il culto dell'eterno. Il terzo millennio che fa vivere
i processi creativi nel clima di abitare stili e forme storicizzate, perchè il futuro è ora, fra rappresentazioni e
interpretazioni, ci porta a cogliere il nuovo destino della bellezza. Con l'arte vogliamo aprire finestre sul mondo,
con l'arte vogliamo aprire stagioni eroiche, con l'arte vogliamo inaugurare una nuova civiltà. Con “Nuovo atlante
delle arti” si porgono intanto due “rassegne” (“Capolavori tra Novecento e nuovo millennio” e “Fratelli d'Italia”
unitamente a sei mostre personali di sei artisti di chiara fama (Fiorella Iori, Giorgio Cutini, Pasquale Petrucci,
Eugenio Galli, Marisa Settembrini e Chiara Silva).
Scrive Carlo Franza nel testo: “Questa mostra in Puglia mette in evidenza il recente lavoro pittorico e
scultoreo dell'artista lombardo,vanto della Brianza, che ricerca incessantemente materiali e idee legate al
nostro tempo. Ed è sua la grande scultura monumentale “l'ala di riserva” che sarà collocata e inaugurata
nell'estate 2011 sulla tomba di Don Tonino Bello. Ma l'artista italiano affronta sculture grandi e piccole
in acciaio corten, materiale adesso molto in uso nella scultura contemporanea, con il quale ritaglia,
aggiunge, compatta forme che vivono la loro verticalità in modo intensamente plastico. Scansione
ritmica, allusività, simbologie, tutto si avvita anche scultoreamente in una problematica informale che
grazie ai condizionamenti materici del colore e degli acidi contribuisce ad interiorizzare i valori della
visione. L'efficacia di queste sculture, grandi e piccole, ma tutte innervate di poesia e di grazia nello
spazio in cui svettano per via della verticalità capace di parlare attraverso le superfici purissime che
invitano a una percezione tattile, è magistero alto e profondo in quanto le forme tendono ad alienare il
corporeo nello spaziale puro. L'intarsio plastico di Eugenio Galli vive oltre il lavoro di Consagra, che
pure ha indagato sulla spazialità bidimensionale, perchè la poetica della nucleoscultura con lui tiene in
tensione sia il rigore stilistico e intellettivo che le esplorazioni esistenziali che lacerano la piastra,
divenendo una sorta di visione storia del mondo. Inoltre, con la consapevolezza di chi sa d'essersi
avvicinato alla mèta, Galli ci consegna in pittura opere di respiro assolutamente grandioso, cariche di
risonanza di vibrazioni del colore e della luce, capaci di valere per una sorta di indicazione illuminante
derivata da quell'estrema spoliazione del linguaggio che è distanza spirituale. Per misurarsi come punto
più alto di un'assolutezza centrata sulla definizione di un colore evocativo, di un segno-scrittura in
crescendo, di un apparire o di un nuovo consistere di presenze ormai lontane dal figurabile, di un codice
a senso che fa capo all'essere in bilico fra astrazione pura e permanenza di tracce che se non figurative
paiono senz'altro emotive.Pittura densa di turbamenti, antigraziosa, quasi stato d'infinito, occasione di
uno spazio-temporale che si attesta su un ritmo interno di dolce eco naturale, anche se dipendente da una
meditazione sulla poetica del gesto. Prende lentamente corpo un nuovo paesaggio, una nuova geografia
fatta di suggestioni molecolari, materia, polvere e cenere, come recupero integrale del vissuto, ma la
pittura rimane protagonista assoluta, motivata da una ricerca che partita da una soggettività in crisi
conquista poi un'oggettività linguistica, morfologica, eredità e qualità di una tradizione tutta lombarda”.
Biografia dell'artista
Eugenio Galli nasce a Seregno in provincia di Monza-Brianza nel 1951, dove oggi vive e lavora. Sin
dall’adolescenza coltiva la passione per la pittura. Terminati gli studi scientifici a Monza lavora nella bottega orafa
di famiglia specializzandosi in gemmologia e contemporaneamente frequenta lo studio di Gianni Arde. Con lui
Galli giunge ad una personale elaborazione del colore e della scena. Dopo aver abbandonato la figurazione, agli
inizi degli anni '90 si sofferma sulla questione della luce approdando ad uno spazio creativo sottolineato da un
colorismo fine e sommesso. Iniziano i cicli astratti, materia e spirito, percezioni universali, iridescenza cromatica,
sino ad arrivare alla recente produzione pittorica che va sotto il nome di elegia del bianco. In linea con questa
tematica nascono anche le recenti Stele, le opere multimateriche e le sculture in materiali vari, specie in corten,
anche di grandi dimensioni. Ha partecipato a numerose personali e collettive in Italia e all’estero. Nel 2009 su
sollecitazione del Prof. Carlo Franza inizia a misurarsi su progetti di piano europeo con mostre ed eventi
prestigiosi,tra Firenze, Roma, Milano e Berlino. Sue opere sono conservate in collezioni pubbliche e private,
nazionali ed internazionali. Ha vinto nel 2010 il Premio delle Arti - Premio della Cultura.
Biografia del curatore
Carlo Franza, nato ad Alessano (LE) nel 1949, è uno Storico dell’Arte Moderna e Contemporanea, italiano.
Critico d’Arte. E’ vissuto a Roma dal 1959 al 1980 dove ha studiato e conseguito tre lauree all’Università Statale
La Sapienza (Lettere, Filosofia e Sociologia). Si è laureato con Giulio Carlo Argan di cui è stato allievo e
Assistente. Dal 1980 è a Milano dove tuttora risiede. Professore Straordinario di Storia dell’Arte Moderna e
Contemporanea, Ordinario di Lingua e Letteratura Italiana. Visiting Professor nell’Accademia di Belle Arti di
Brera a Milano e in altre numerose Università estere. Docente nel Master Universitario “Management e
Valorizzazione dei Beni Culturali” allo IED di Milano. E’ stato indicato dal “Times” fra i dieci Critici d’Arte più
importanti d’Europa. Giornalista, critico d’arte dal 1974 a Il Giornale di Indro Montanelli, oggi a Libero fondato da
Vittorio Feltri e diretto da Maurizio Belpietro. E’ fondatore e direttore del MIMAC della Fondazione Don Tonino
Bello. Ha al suo attivo decine di libri fondamentali e migliaia di pubblicazioni e cataloghi con presentazioni di
mostre. Si è interessato dei più importanti artisti del mondo dei quali ne ha curato prestigiosissime mostre. Dal
2001 al 2007 è stato Consulente del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Ha vinto per il Giornalismo e la
Critica d’Arte, il Premio Città di Alassio nel 1980, il Premio Barocco-Città di Gallipoli nel 1990, il Premio Cortina
nel 1994, il Premio Saint Vincent nel 1995, il Premio Bormio nel 1996, il Premio Milano nel 1998, e il Premio
delle Arti Premio della Cultura nel 2000 (di cui è presidente di giuria dal 2001) e il Premio Città di Tricase nel
2008.
centocinquantesimo anniversario dell'Unità d'Italia. Esso vive nobilmente sulle arti che riprogrammano il mondo, si
campiona ad essere uno spettacolare archivio decentralizzato ove le diverse discipline si nutrono di arte-mondo,
mira a rappresentare come si abita la cultura globale, ovvero l’altramodernità, che altro non è che una sorta di
costellazione, una specie di arcipelago di singoli mondi e singoli artisti le cui isole interconnesse non costituiscono
un continente unico di pensiero, ma lo specchio di un’arte postproduttiva e frontaliera, mobile, ipermoderna,
ipertesa, ipercolta, mente e cuore, ma anche progetto e destino della comunicazione estetica. E’ con questo
progetto, ideato e diretto dall’illustre Storico dell’Arte Moderna e Contemporanea Prof. Carlo Franza, intellettuale
di piano internazionale, che si vuole indicare e sorreggere un'Europa Creativa Festival e, dunque, protagonisti e
bandiere, bandendo ogni culto del transitorio per porgere a tutti il culto dell'eterno. Il terzo millennio che fa vivere
i processi creativi nel clima di abitare stili e forme storicizzate, perchè il futuro è ora, fra rappresentazioni e
interpretazioni, ci porta a cogliere il nuovo destino della bellezza. Con l'arte vogliamo aprire finestre sul mondo,
con l'arte vogliamo aprire stagioni eroiche, con l'arte vogliamo inaugurare una nuova civiltà. Con “Nuovo atlante
delle arti” si porgono intanto due “rassegne” (“Capolavori tra Novecento e nuovo millennio” e “Fratelli d'Italia”
unitamente a sei mostre personali di sei artisti di chiara fama (Fiorella Iori, Giorgio Cutini, Pasquale Petrucci,
Eugenio Galli, Marisa Settembrini e Chiara Silva).
Scrive Carlo Franza nel testo: “Questa mostra in Puglia mette in evidenza il recente lavoro pittorico e
scultoreo dell'artista lombardo,vanto della Brianza, che ricerca incessantemente materiali e idee legate al
nostro tempo. Ed è sua la grande scultura monumentale “l'ala di riserva” che sarà collocata e inaugurata
nell'estate 2011 sulla tomba di Don Tonino Bello. Ma l'artista italiano affronta sculture grandi e piccole
in acciaio corten, materiale adesso molto in uso nella scultura contemporanea, con il quale ritaglia,
aggiunge, compatta forme che vivono la loro verticalità in modo intensamente plastico. Scansione
ritmica, allusività, simbologie, tutto si avvita anche scultoreamente in una problematica informale che
grazie ai condizionamenti materici del colore e degli acidi contribuisce ad interiorizzare i valori della
visione. L'efficacia di queste sculture, grandi e piccole, ma tutte innervate di poesia e di grazia nello
spazio in cui svettano per via della verticalità capace di parlare attraverso le superfici purissime che
invitano a una percezione tattile, è magistero alto e profondo in quanto le forme tendono ad alienare il
corporeo nello spaziale puro. L'intarsio plastico di Eugenio Galli vive oltre il lavoro di Consagra, che
pure ha indagato sulla spazialità bidimensionale, perchè la poetica della nucleoscultura con lui tiene in
tensione sia il rigore stilistico e intellettivo che le esplorazioni esistenziali che lacerano la piastra,
divenendo una sorta di visione storia del mondo. Inoltre, con la consapevolezza di chi sa d'essersi
avvicinato alla mèta, Galli ci consegna in pittura opere di respiro assolutamente grandioso, cariche di
risonanza di vibrazioni del colore e della luce, capaci di valere per una sorta di indicazione illuminante
derivata da quell'estrema spoliazione del linguaggio che è distanza spirituale. Per misurarsi come punto
più alto di un'assolutezza centrata sulla definizione di un colore evocativo, di un segno-scrittura in
crescendo, di un apparire o di un nuovo consistere di presenze ormai lontane dal figurabile, di un codice
a senso che fa capo all'essere in bilico fra astrazione pura e permanenza di tracce che se non figurative
paiono senz'altro emotive.Pittura densa di turbamenti, antigraziosa, quasi stato d'infinito, occasione di
uno spazio-temporale che si attesta su un ritmo interno di dolce eco naturale, anche se dipendente da una
meditazione sulla poetica del gesto. Prende lentamente corpo un nuovo paesaggio, una nuova geografia
fatta di suggestioni molecolari, materia, polvere e cenere, come recupero integrale del vissuto, ma la
pittura rimane protagonista assoluta, motivata da una ricerca che partita da una soggettività in crisi
conquista poi un'oggettività linguistica, morfologica, eredità e qualità di una tradizione tutta lombarda”.
Biografia dell'artista
Eugenio Galli nasce a Seregno in provincia di Monza-Brianza nel 1951, dove oggi vive e lavora. Sin
dall’adolescenza coltiva la passione per la pittura. Terminati gli studi scientifici a Monza lavora nella bottega orafa
di famiglia specializzandosi in gemmologia e contemporaneamente frequenta lo studio di Gianni Arde. Con lui
Galli giunge ad una personale elaborazione del colore e della scena. Dopo aver abbandonato la figurazione, agli
inizi degli anni '90 si sofferma sulla questione della luce approdando ad uno spazio creativo sottolineato da un
colorismo fine e sommesso. Iniziano i cicli astratti, materia e spirito, percezioni universali, iridescenza cromatica,
sino ad arrivare alla recente produzione pittorica che va sotto il nome di elegia del bianco. In linea con questa
tematica nascono anche le recenti Stele, le opere multimateriche e le sculture in materiali vari, specie in corten,
anche di grandi dimensioni. Ha partecipato a numerose personali e collettive in Italia e all’estero. Nel 2009 su
sollecitazione del Prof. Carlo Franza inizia a misurarsi su progetti di piano europeo con mostre ed eventi
prestigiosi,tra Firenze, Roma, Milano e Berlino. Sue opere sono conservate in collezioni pubbliche e private,
nazionali ed internazionali. Ha vinto nel 2010 il Premio delle Arti - Premio della Cultura.
Biografia del curatore
Carlo Franza, nato ad Alessano (LE) nel 1949, è uno Storico dell’Arte Moderna e Contemporanea, italiano.
Critico d’Arte. E’ vissuto a Roma dal 1959 al 1980 dove ha studiato e conseguito tre lauree all’Università Statale
La Sapienza (Lettere, Filosofia e Sociologia). Si è laureato con Giulio Carlo Argan di cui è stato allievo e
Assistente. Dal 1980 è a Milano dove tuttora risiede. Professore Straordinario di Storia dell’Arte Moderna e
Contemporanea, Ordinario di Lingua e Letteratura Italiana. Visiting Professor nell’Accademia di Belle Arti di
Brera a Milano e in altre numerose Università estere. Docente nel Master Universitario “Management e
Valorizzazione dei Beni Culturali” allo IED di Milano. E’ stato indicato dal “Times” fra i dieci Critici d’Arte più
importanti d’Europa. Giornalista, critico d’arte dal 1974 a Il Giornale di Indro Montanelli, oggi a Libero fondato da
Vittorio Feltri e diretto da Maurizio Belpietro. E’ fondatore e direttore del MIMAC della Fondazione Don Tonino
Bello. Ha al suo attivo decine di libri fondamentali e migliaia di pubblicazioni e cataloghi con presentazioni di
mostre. Si è interessato dei più importanti artisti del mondo dei quali ne ha curato prestigiosissime mostre. Dal
2001 al 2007 è stato Consulente del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Ha vinto per il Giornalismo e la
Critica d’Arte, il Premio Città di Alassio nel 1980, il Premio Barocco-Città di Gallipoli nel 1990, il Premio Cortina
nel 1994, il Premio Saint Vincent nel 1995, il Premio Bormio nel 1996, il Premio Milano nel 1998, e il Premio
delle Arti Premio della Cultura nel 2000 (di cui è presidente di giuria dal 2001) e il Premio Città di Tricase nel
2008.
26
luglio 2011
Eugenio Galli – Bisbiglio di segnali
Dal 26 luglio al 12 agosto 2011
arte contemporanea
Location
BORGO CARDIGLIANO
Specchia, Contrada Cardigliano, (Lecce)
Specchia, Contrada Cardigliano, (Lecce)
Orario di apertura
da lunedì a domenica Dalle 9.00 alle 13.00 – dalle 16.00 alle 22.00
Vernissage
26 Luglio 2011, ore 18.00
Autore
Curatore