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Eugenio Montuori
Progetti disegni acquarelli olii
Comunicato stampa
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I trentasette disegni esposti in questa mostra grazie all’interessamento del Comune di Sabaudia e della dott.ssa Daniela Carfagna sono i migliori di una cinquantina che sono depositati presso l’Archivio Montuori. Solo cinquanta delle centinaia di disegni che Montuori tracciò personalmente per i cinquecento progetti, molti realizzati, che segnano l’arco della sua professione di architetto. Probabilmente appagato dalle molte realizzazioni Montuori disperse questo patrimonio che avrebbe permesso una più approfondita ricostruzione della sua personalità.
Egli infatti elevò il disegno, a matita, a penna, colorato, acquarellato, come lo strumento principe del suo lavoro, il mezzo espressivo che eseguirà sempre di persona senza mai delegare ai suoi collaboratori, anche insigni. E’ attraverso il disegno, figura unitaria e sintetica, che Montuori controlla tutto l’arco della progettazione: è un disegno in chiaro scuro, fatto di molti segni ravvicinati e incrociati, cui spesso si sovrappongono pochi colpi di colore a pastello, con cui vengono verificate le proporzioni, la profondità dei piani, la luce, il valore dei materiali, i dettagli e l’inserimento nel paesaggio.
Gli acquerelli e le pitture ad olio di città e paesaggi che accompagnano questa rassegna dei principali disegni dell’Archivio Montuori testimoniano dell’attenzione dell’artista ai valori della luce, della profondità e del colore che caratterizzano e connotano superfici, volumi, paesaggi.
Montuori era convinto delle illimitate possibilità della forma architettonica come risolutrice dei tanti condizionamenti che il progetto attraversa nel suo iter dallo schizzo iniziale fino alla realizzazione, nella presunzione di poter volgere a proprio favore tutti gli ostacoli funzionali, economici, tecnici che si parano di fronte al lavoro dell’architetto. Ed era convinto che questa mediazione andava operata sul piano formale, senza cadere in equivoci ideologici, ma lavorando all’unità stilistica dell’opera. Di qui alla fine il valore attribuito all’opera realizzata, verifica necessaria di tutto il processo progettuale.
Il carattere fondamentale del disegno ai fini del controllo formale dell’opera, appare oggi un lascito importante ed inquietante, se confrontato con le tendenze attuali alla frammentazione del processo progettuale favorito da una malintesa utilizzazione dei nuovi mezzi informatici che riflettono acriticamente una fuorviante divisione delle competenze della progettazione architettonica.
Note biografiche
Eugenio Montuori nasce a Pesaro il 16 luglio 1907. Negli anni venti, trasferitosi a Napoli dove il padre è Regio Commissario con funzioni di Podestà, si iscrive malvolentieri alla Facoltà di Ingegneria; ma la grande passione per le arti lo convincono che la sua vocazione è quella di diventare architetto. Quando il padre è nominato Prefetto di Roma si iscrive all’appena nata Facoltà di Architettura dove si laurea nel 1932 con un progetto per la nuova Stazione di Roma.
Appena laureato viene chiamato da Piacentini a dirigere l’Ufficio Centrale per la realizzazione della Città Universitaria di Roma; qui ha l’occasione di conoscere i principali architetti italiani del momento: Pagano, Ponti, Michelucci, Capponi. Entra a far parte del Gruppo Romano degli Urbanisti e frequenta i pittori della Scuola romana: Cagli, Capogrossi, Cavalli, Severini.
Nel 1933 vince il Primo premio per il concorso della nuova città di Sabaudia, insieme a Cancellotti, Piccinato e Scalpelli: la prima pietra della nuova città sarà posta il 5 agosto dello stesso anno e l’inaugurazione avverrà il 15 aprile del 1934.
Nel 1936 è incaricato della costruzione della città mineraria di Carbonia in Sardegna e nel 1939 di Pozzo Albona in Istria. Nel 1939 partecipa al concorso per la Piazza centrale dell’EUR a Roma dove realizza insieme a Brusa, Cancellotti e Scalpelli il nuovo Palazzo delle Scienze oggi Museo Nazionale Preistorico Etnografico “Luigi Pigorini”.
Nel 1943 costituisce insieme all’ing. Leo Calini lo Studio Tecnico SCM; nel 1948 vincono ex aequo con il gruppo Vitellozzi, Castellazzi, Fadigati, Pintonello il Primo premio per la nuova Stazione Termini di Roma; è un grande prova professionale che sarà conclusa per il Giubileo del 1950.
Partecipa alla ricostruzione post-bellica con i nuovi quartieri Ina-Casa di Viareggio, Bologna, Taranto, Pescara e Torrespaccata a Roma. L’intensa attività dello Studio SCM si concretizza con la realizzazione del Convitto ENPAS di Spoleto (1954), del Cinema Airone a Roma, in collaborazione con Libera (1957), del Palazzo della Stampa in Lungotevere Cenci (1959) e, ancora con Libera, del Palazzo per Uffici ENPAIA in via Torino (1959); nel 1960 completa la serie dei palazzi romani il Palazzo della SIFIR in via Po, con le strutture di Sergio Musmeci.
Nel 1960 Montuori è fra i fondatori dell’Istituto Nazionale di Architettura e Presidente della Sezione Laziale. E’ il momento della massima espansione dello studio SCM che prelude all’ingresso nella scena internazionale; dopo la realizzazione a Tripoli del Palazzo per la sede della società inglese Mitchell Cotts (1959), il governo indiano incarica la SCM per la realizzazione della nuova città di Trombay, presso Bombay, prevista dal programma per la produzione dell’energia atomica; l’impegno è ampio e complesso: oltre alla cittadella dei servizi costituita dal Central Complex, grandioso palazzo per uffici con ampio Auditorium, al Work schop stores, grande copertura per i macchinari, alla Training school, scuola di esercitazione del reattore atomico, e al Worker’s canteen, mense per gli addetti, si tratta realizzare un centro residenziale per operai ed impiegati per centomila abitanti completo di tutti i relativi servizi. Montuori costituisce a Bombay una succursale dello studio che eseguirà i lavori dal 1960 al 1977, quando la città sarà completata. E’ forse questo l’impegno più importante e gratificante di Eugenio Montuori che nel 1973 sarà nominato accademico di San Luca.
Il grande progetto indiano non ostacolerà l’attività della sede italiana: il quartiere CEP ed il Circolo cittadino a Pescara, la Casa di riposo ad Etroubles in Val d’Aosta, il Monastero per le Carmelitane e chiesa del Sacro Cuore a Taranto, il nuovo Piano Regolatore di Sabaudia, il Centro CONI a Tirrenia, la nuova Fonte a Sangemini, il complesso scolastico di Gibellina, il Piano regolatore ed i Piani particolareggiati di Martina Franca, le case Torre a Castel Giubileo: sono alcuni - i più fortunati – tra i cinquecento progetti elencati nella sua monografia, pubblicata nel 1980 per le edizioni Over di Milano.
La morte lo coglierà nel 1982, all’uscita dall’amato Tennis Roma da lui stesso fondato nel 1940.
Egli infatti elevò il disegno, a matita, a penna, colorato, acquarellato, come lo strumento principe del suo lavoro, il mezzo espressivo che eseguirà sempre di persona senza mai delegare ai suoi collaboratori, anche insigni. E’ attraverso il disegno, figura unitaria e sintetica, che Montuori controlla tutto l’arco della progettazione: è un disegno in chiaro scuro, fatto di molti segni ravvicinati e incrociati, cui spesso si sovrappongono pochi colpi di colore a pastello, con cui vengono verificate le proporzioni, la profondità dei piani, la luce, il valore dei materiali, i dettagli e l’inserimento nel paesaggio.
Gli acquerelli e le pitture ad olio di città e paesaggi che accompagnano questa rassegna dei principali disegni dell’Archivio Montuori testimoniano dell’attenzione dell’artista ai valori della luce, della profondità e del colore che caratterizzano e connotano superfici, volumi, paesaggi.
Montuori era convinto delle illimitate possibilità della forma architettonica come risolutrice dei tanti condizionamenti che il progetto attraversa nel suo iter dallo schizzo iniziale fino alla realizzazione, nella presunzione di poter volgere a proprio favore tutti gli ostacoli funzionali, economici, tecnici che si parano di fronte al lavoro dell’architetto. Ed era convinto che questa mediazione andava operata sul piano formale, senza cadere in equivoci ideologici, ma lavorando all’unità stilistica dell’opera. Di qui alla fine il valore attribuito all’opera realizzata, verifica necessaria di tutto il processo progettuale.
Il carattere fondamentale del disegno ai fini del controllo formale dell’opera, appare oggi un lascito importante ed inquietante, se confrontato con le tendenze attuali alla frammentazione del processo progettuale favorito da una malintesa utilizzazione dei nuovi mezzi informatici che riflettono acriticamente una fuorviante divisione delle competenze della progettazione architettonica.
Note biografiche
Eugenio Montuori nasce a Pesaro il 16 luglio 1907. Negli anni venti, trasferitosi a Napoli dove il padre è Regio Commissario con funzioni di Podestà, si iscrive malvolentieri alla Facoltà di Ingegneria; ma la grande passione per le arti lo convincono che la sua vocazione è quella di diventare architetto. Quando il padre è nominato Prefetto di Roma si iscrive all’appena nata Facoltà di Architettura dove si laurea nel 1932 con un progetto per la nuova Stazione di Roma.
Appena laureato viene chiamato da Piacentini a dirigere l’Ufficio Centrale per la realizzazione della Città Universitaria di Roma; qui ha l’occasione di conoscere i principali architetti italiani del momento: Pagano, Ponti, Michelucci, Capponi. Entra a far parte del Gruppo Romano degli Urbanisti e frequenta i pittori della Scuola romana: Cagli, Capogrossi, Cavalli, Severini.
Nel 1933 vince il Primo premio per il concorso della nuova città di Sabaudia, insieme a Cancellotti, Piccinato e Scalpelli: la prima pietra della nuova città sarà posta il 5 agosto dello stesso anno e l’inaugurazione avverrà il 15 aprile del 1934.
Nel 1936 è incaricato della costruzione della città mineraria di Carbonia in Sardegna e nel 1939 di Pozzo Albona in Istria. Nel 1939 partecipa al concorso per la Piazza centrale dell’EUR a Roma dove realizza insieme a Brusa, Cancellotti e Scalpelli il nuovo Palazzo delle Scienze oggi Museo Nazionale Preistorico Etnografico “Luigi Pigorini”.
Nel 1943 costituisce insieme all’ing. Leo Calini lo Studio Tecnico SCM; nel 1948 vincono ex aequo con il gruppo Vitellozzi, Castellazzi, Fadigati, Pintonello il Primo premio per la nuova Stazione Termini di Roma; è un grande prova professionale che sarà conclusa per il Giubileo del 1950.
Partecipa alla ricostruzione post-bellica con i nuovi quartieri Ina-Casa di Viareggio, Bologna, Taranto, Pescara e Torrespaccata a Roma. L’intensa attività dello Studio SCM si concretizza con la realizzazione del Convitto ENPAS di Spoleto (1954), del Cinema Airone a Roma, in collaborazione con Libera (1957), del Palazzo della Stampa in Lungotevere Cenci (1959) e, ancora con Libera, del Palazzo per Uffici ENPAIA in via Torino (1959); nel 1960 completa la serie dei palazzi romani il Palazzo della SIFIR in via Po, con le strutture di Sergio Musmeci.
Nel 1960 Montuori è fra i fondatori dell’Istituto Nazionale di Architettura e Presidente della Sezione Laziale. E’ il momento della massima espansione dello studio SCM che prelude all’ingresso nella scena internazionale; dopo la realizzazione a Tripoli del Palazzo per la sede della società inglese Mitchell Cotts (1959), il governo indiano incarica la SCM per la realizzazione della nuova città di Trombay, presso Bombay, prevista dal programma per la produzione dell’energia atomica; l’impegno è ampio e complesso: oltre alla cittadella dei servizi costituita dal Central Complex, grandioso palazzo per uffici con ampio Auditorium, al Work schop stores, grande copertura per i macchinari, alla Training school, scuola di esercitazione del reattore atomico, e al Worker’s canteen, mense per gli addetti, si tratta realizzare un centro residenziale per operai ed impiegati per centomila abitanti completo di tutti i relativi servizi. Montuori costituisce a Bombay una succursale dello studio che eseguirà i lavori dal 1960 al 1977, quando la città sarà completata. E’ forse questo l’impegno più importante e gratificante di Eugenio Montuori che nel 1973 sarà nominato accademico di San Luca.
Il grande progetto indiano non ostacolerà l’attività della sede italiana: il quartiere CEP ed il Circolo cittadino a Pescara, la Casa di riposo ad Etroubles in Val d’Aosta, il Monastero per le Carmelitane e chiesa del Sacro Cuore a Taranto, il nuovo Piano Regolatore di Sabaudia, il Centro CONI a Tirrenia, la nuova Fonte a Sangemini, il complesso scolastico di Gibellina, il Piano regolatore ed i Piani particolareggiati di Martina Franca, le case Torre a Castel Giubileo: sono alcuni - i più fortunati – tra i cinquecento progetti elencati nella sua monografia, pubblicata nel 1980 per le edizioni Over di Milano.
La morte lo coglierà nel 1982, all’uscita dall’amato Tennis Roma da lui stesso fondato nel 1940.
13
luglio 2007
Eugenio Montuori
Dal 13 al 29 luglio 2007
arte contemporanea
disegno e grafica
disegno e grafica
Location
PALAZZO COMUNALE
Sabaudia, Via Verbania, 1, (Latina)
Sabaudia, Via Verbania, 1, (Latina)
Orario di apertura
lunedì-venerdì 19.00-23.00; sabato e domenica 11.00-13.00 e 19.00-23.00
Autore
Curatore