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Eugenio Tomiolo – Antologica
Sabato 1° ottobre alle ore 17.00 si inaugura una mostra antologica del Maestro e Accademico Eugenio Tomiolo alla Galleria Arianna Sartori di Mantova.
Comunicato stampa
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Sabato 1° ottobre alle ore 17.00 si inaugura una mostra antologica del Maestro e Accademico Eugenio Tomiolo alla Galleria Arianna Sartori di Mantova in via Ippolito Nievo, 10.
La retrospettiva, a cura di Lucio Spedo, Pietro Zonzin e Arianna Sartori, sarà visitabile fino al prossimo 13 otto-bre con apertura dal Lunedì al Sabato dalle 10.00 alle 12.30 e dalle 16.00 alle 19.30, chiuso festivi.
Condensare in poche righe la personalità poliedrica e la produzione artistica sviluppata in molti decenni del Maestro appare presuntuoso.
Tra i contributi di insigni critici spicca quello di Franco Loi, poeta e scrittore che ebbe con Tomiolo lunga consuetudine di rapporti e vicinanza di pensiero.
Loi, introducendo la mostra “Le Maghe” alla Galleria Corrente di Milano nel 1996, ebbe a dire:
“Eugenio Tomiolo è uno dei grandi artisti italiani del ‘900. Veneziano ma con esperienze artistiche che l’hanno portato a contatto con i più importanti centri culturali di Roma negli anni ‘30 e di Milano dal 1946 ad oggi. Ha dietro alle spalle un’opera immensa di grande valore - migliaia di quadri, affreschi, mosaici - uno sterminato operare sul disegno ed un grande lavoro sull’incisione (sue acqueforti sono al Cabinet des Estampes de la Biblioteque National de Paris insieme a quelle di Morandi tra gli italiani).
Si può dire che al centro degli interessi artistici di Eugenio Tomiolo sia l’apparizione del mondo. L’artista affronta la realtà non tanto per capirne l’immagine formale quanto la sostanza formante, l’energia-luce che da vita e forma alle cose. Studia le forme come manifestazioni di un’intima essenza. La sua osservazione però è concentrata sulle emozioni: si può parlare di una meditazione emotiva del mondo. Un’intuizione generale definisce i caratteri di questa “apparenza del mondo”: alla sua base c’è la forza emotiva, c’è il mistero creante dell’amore - la forma quindi come parola della necessità vitale.
Un artista dovrà dunque alludere al reale affrontando la forma. Il discostarsi di Tomiolo dall’arte astratta, dal simbolismo e dal surrealismo e in genere dagli sperimentalismi delle avanguardie, procede
da questa premessa: la natura contiene l’invisibile, e le forme sono sacre perché espressione necessaria dell’energia creativa.
Tomiolo ritiene che ciò che è astratto è realizzato nel concreto, fa tutt’uno con la forma. Per usare una sua espressione: “se energia, massa, luce e tempo si presentano a noi nelle forme degli esseri e delle cose in natura, l’artista deve pur fare la fatica di giungere alla compiutezza della forma”.
L’arte di Tomiolo è ricca di questo sforzo, nell’intento di suscitar pensieri nel trascorrere tra le forme e, nel far-lo, ottemperare al semplice apparire delle forme naturali. Come dice in una sua poesia, l’immagine si fa allego-ria nella realtà: “el mondo xe pitura e mi ghe stago” / no importa cossa el veda, cossa el fassa / sto me penelo desfinà da l’uso / vedo natura farse alegoria / che la se volta per mostrarne el viso”. È tuttavia un compito dove-roso quello dell’artista: riaddensare attorno alle cose i significati riposti, far riemergere dalle forme la pienezza di risposte, non attraverso concetti o intellettuali spiegazioni, ma nell’abbraccio del sentire con la mente”.
Franco Loi
EUGENIO TOMIOLO nasce a Venezia il 18 gennaio 1911. Frequenta la Scuola d’Arte dei Carmini, fa pratica di restauro nella bottega del maestro Moro e apprende la conoscenza e l’uso dei metalli presso il maestro Umberto Bellotto; negli anni 1934-35 frequenta l’Accademia Cignaroli di Verona.
Dal 1937 al 1940 vive a Roma ove entra in contatto con la Scuola Romana. Alla fine della guerra, nel 1945, si stabilisce a Milano dove vive le vicende artistiche nel gruppo di Corrente.
Nel 1951 gli viene attribuito il primo premio di pittura “Città di Lissone” con l’opera: Il mare alla finestra.
Nel 1967 realizza due grandi mosaici per la fontana antistante il nuovo Ospedale di Legnago. Nello stesso anno l’Ing. Pilade Riello gli dedica una fondamentale monografia sulla pittura e sul disegno, con testi di Mario De Micheli e Franco Loi.
Nel 1971 appare il monumentale volume a cura di Marcello e Rosalba Tabanelli de “il Mercante di Stampe” di Milano, che raccoglie 381 opere fra: acqueforti, puntasecche e acquetinte, presentate dal critico Raffaele De Grada.
Nel 1972, in occasione dell’importante mostra tenuta a Parigi presso la Galleria J.P.R. e presentata dal critico Clode Roger Marx, il “Cabinet des Estampes de la Biblioteque National de Paris” acquista tre opere del Maestro per la propria collezione.
Nel 1997 il Capitolo di San Pietro in Vaticano, commissiona al Maestro, per il “Museo del Tesoro della Basilica di San Pietro”, una natività intitolata: La luce di Cristo Gesù illumina ogni popolo.
Negli ultimi anni approfondisce il suo interesse per la poesia in lingua veneziana, che trova espressione in varie raccolte, alcune edite da Vanni Scheiwiller: “Oseo gemo” (1984) con saggio introduttivo di Franco Loi, “Aqua” (1991) con prefazione di Franco de Faveri. Nel 1986 gli viene assegnato il premio Lanciano per cinque poesie inedite. Nell’antologia “La Poesia in dialetto” nei Meridiani della Mondadori, Franco Brevini lo include fra le voci più vere del novecento dialettale.
Ha tenuto decine di personali in Italia e all’estero e partecipato a numerose collettive.
È stato Accademico di merito per le Arti, Lettere, Scienze e Cultura dell’Accademia dei Cinquecento, dell’Accademia Tiberina e dell’Accademia Burcardt di Losanna.
Muore a Rovigo il 12 gennaio 2003.
www.eugeniotomiolo.it
La retrospettiva, a cura di Lucio Spedo, Pietro Zonzin e Arianna Sartori, sarà visitabile fino al prossimo 13 otto-bre con apertura dal Lunedì al Sabato dalle 10.00 alle 12.30 e dalle 16.00 alle 19.30, chiuso festivi.
Condensare in poche righe la personalità poliedrica e la produzione artistica sviluppata in molti decenni del Maestro appare presuntuoso.
Tra i contributi di insigni critici spicca quello di Franco Loi, poeta e scrittore che ebbe con Tomiolo lunga consuetudine di rapporti e vicinanza di pensiero.
Loi, introducendo la mostra “Le Maghe” alla Galleria Corrente di Milano nel 1996, ebbe a dire:
“Eugenio Tomiolo è uno dei grandi artisti italiani del ‘900. Veneziano ma con esperienze artistiche che l’hanno portato a contatto con i più importanti centri culturali di Roma negli anni ‘30 e di Milano dal 1946 ad oggi. Ha dietro alle spalle un’opera immensa di grande valore - migliaia di quadri, affreschi, mosaici - uno sterminato operare sul disegno ed un grande lavoro sull’incisione (sue acqueforti sono al Cabinet des Estampes de la Biblioteque National de Paris insieme a quelle di Morandi tra gli italiani).
Si può dire che al centro degli interessi artistici di Eugenio Tomiolo sia l’apparizione del mondo. L’artista affronta la realtà non tanto per capirne l’immagine formale quanto la sostanza formante, l’energia-luce che da vita e forma alle cose. Studia le forme come manifestazioni di un’intima essenza. La sua osservazione però è concentrata sulle emozioni: si può parlare di una meditazione emotiva del mondo. Un’intuizione generale definisce i caratteri di questa “apparenza del mondo”: alla sua base c’è la forza emotiva, c’è il mistero creante dell’amore - la forma quindi come parola della necessità vitale.
Un artista dovrà dunque alludere al reale affrontando la forma. Il discostarsi di Tomiolo dall’arte astratta, dal simbolismo e dal surrealismo e in genere dagli sperimentalismi delle avanguardie, procede
da questa premessa: la natura contiene l’invisibile, e le forme sono sacre perché espressione necessaria dell’energia creativa.
Tomiolo ritiene che ciò che è astratto è realizzato nel concreto, fa tutt’uno con la forma. Per usare una sua espressione: “se energia, massa, luce e tempo si presentano a noi nelle forme degli esseri e delle cose in natura, l’artista deve pur fare la fatica di giungere alla compiutezza della forma”.
L’arte di Tomiolo è ricca di questo sforzo, nell’intento di suscitar pensieri nel trascorrere tra le forme e, nel far-lo, ottemperare al semplice apparire delle forme naturali. Come dice in una sua poesia, l’immagine si fa allego-ria nella realtà: “el mondo xe pitura e mi ghe stago” / no importa cossa el veda, cossa el fassa / sto me penelo desfinà da l’uso / vedo natura farse alegoria / che la se volta per mostrarne el viso”. È tuttavia un compito dove-roso quello dell’artista: riaddensare attorno alle cose i significati riposti, far riemergere dalle forme la pienezza di risposte, non attraverso concetti o intellettuali spiegazioni, ma nell’abbraccio del sentire con la mente”.
Franco Loi
EUGENIO TOMIOLO nasce a Venezia il 18 gennaio 1911. Frequenta la Scuola d’Arte dei Carmini, fa pratica di restauro nella bottega del maestro Moro e apprende la conoscenza e l’uso dei metalli presso il maestro Umberto Bellotto; negli anni 1934-35 frequenta l’Accademia Cignaroli di Verona.
Dal 1937 al 1940 vive a Roma ove entra in contatto con la Scuola Romana. Alla fine della guerra, nel 1945, si stabilisce a Milano dove vive le vicende artistiche nel gruppo di Corrente.
Nel 1951 gli viene attribuito il primo premio di pittura “Città di Lissone” con l’opera: Il mare alla finestra.
Nel 1967 realizza due grandi mosaici per la fontana antistante il nuovo Ospedale di Legnago. Nello stesso anno l’Ing. Pilade Riello gli dedica una fondamentale monografia sulla pittura e sul disegno, con testi di Mario De Micheli e Franco Loi.
Nel 1971 appare il monumentale volume a cura di Marcello e Rosalba Tabanelli de “il Mercante di Stampe” di Milano, che raccoglie 381 opere fra: acqueforti, puntasecche e acquetinte, presentate dal critico Raffaele De Grada.
Nel 1972, in occasione dell’importante mostra tenuta a Parigi presso la Galleria J.P.R. e presentata dal critico Clode Roger Marx, il “Cabinet des Estampes de la Biblioteque National de Paris” acquista tre opere del Maestro per la propria collezione.
Nel 1997 il Capitolo di San Pietro in Vaticano, commissiona al Maestro, per il “Museo del Tesoro della Basilica di San Pietro”, una natività intitolata: La luce di Cristo Gesù illumina ogni popolo.
Negli ultimi anni approfondisce il suo interesse per la poesia in lingua veneziana, che trova espressione in varie raccolte, alcune edite da Vanni Scheiwiller: “Oseo gemo” (1984) con saggio introduttivo di Franco Loi, “Aqua” (1991) con prefazione di Franco de Faveri. Nel 1986 gli viene assegnato il premio Lanciano per cinque poesie inedite. Nell’antologia “La Poesia in dialetto” nei Meridiani della Mondadori, Franco Brevini lo include fra le voci più vere del novecento dialettale.
Ha tenuto decine di personali in Italia e all’estero e partecipato a numerose collettive.
È stato Accademico di merito per le Arti, Lettere, Scienze e Cultura dell’Accademia dei Cinquecento, dell’Accademia Tiberina e dell’Accademia Burcardt di Losanna.
Muore a Rovigo il 12 gennaio 2003.
www.eugeniotomiolo.it
01
ottobre 2016
Eugenio Tomiolo – Antologica
Dal primo al 13 ottobre 2016
arte contemporanea
Location
ARIANNA SARTORI ARTE & OBJECT DESIGN
Mantova, Via Ippolito Nievo, 10, (Mantova)
Mantova, Via Ippolito Nievo, 10, (Mantova)
Orario di apertura
dal Lunedì al Sabato 10.00-12.30 / 16.00-19.30. Chiuso festivi
Vernissage
1 Ottobre 2016, ore 17.00
Autore
Curatore