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EuropArt
L’arte come veicolo culturale per una nuova Europa
Comunicato stampa
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In ogni tempo l’arte ha dato indicazioni, non frequentemente è stata capita. Anzi! L’avversità ad essa è stata all’ordine del giorno non tanto per una volontà critica ma per la “pura ignoranza” dei delegati ai luoghi d’incontro dediti a servire più se stessi che gli artisti. Il mondo mercantile, mai come negli ultimi sessant’anni ha giocato con le mode effimere, che il tempo “galantuomo” ha fortunatamente messo da parte, anche se nel frattempo molti artisti sono passati a miglior vita, Furono ignorati da vivi e ancora si stenta a ricordarli. La loro colpa fu e resta quella di sempre. La colpa di vedere oltre, si perché gli artisti sono profetici. Ed essere profeti è una colpa? Nessuna colpa, l’invidia li fa veder diversi perché hanno un dono, che fa di loro i precursori del futuro:
essi hanno nelle mani il destino non solo di se stessi, ma anche dell’estetica del domani. Solo poche volte l’arte ha il degno riconoscimento, primo perché non esiste più una richiesta diretta da parte della committenza, e quando essa c’è è molto d’elite, che poi attraverso la compiacenza ed il “potere mercantile” fa emergere cifre iperboliche per l’acquisto di vere e proprie banalità, spesso neppure decorative, ma solo di moda. Non si parli dei concorsi pubblici, spesso già vinti ancor prima dell’indizione del bando. I critici sono a pagamento e rari sono i commenti liberi, spontanei e sinceri. Ora questa è la situazione che dal secolo scorso si sta trascinando ancora oggi.
L’Europa ha diverse linee e fiumi d’arte, che scorrono in tutte le direzioni, prevalgono le intuizioni informali segnate spesso da astrazioni e contaminazioni provenienti, sempre più spesso, anche dal Medio ed Estremo Oriente. La scultura segna i territori privati e quando riesce a conquistare gli spazi pubblici spesso rimane legata a modelli figurativi classicheggianti. C’è forse la paura di produrre la gestualità prorompente? Sì! Anche perché gli spazi pubblici sono privi di una progettazione organica. La pittura gioca con ritorni all’infantilismo, al graficismo, dimenticando se stessa e lasciando posto ad una miriade di raccolte, quasi a trascinare sulle superfici “la soffitta dei ricordi”. No, non c’è solo questo, ci sono artisti che nel silenzio lavorano costantemente e propongono intorno a loro vere piantagioni di idee, quelle sementi sparse su tutto il territorio europeo aspettano di spuntare. Ma per fare spuntare quelle sementi, occorre il calore di una maggiore attenzione e finalmente riconoscere all’arte, il posto che merita. Per l’Italia e per il Trentino il dramma continua! Eppure le figure di qualità ci sono, ma nessuno pensa che questi nostri artisti possono confrontarsi con il resto d’Europa o del mondo. Se in molte nazioni esistono luoghi atelier per artisti stranieri, qui nel bel paese neppure se ne parla e, quando succede, le parole sono talmente numerose che sommergono sia l’idea che l’attuazione, fra eterni contraddittori e battute tronfie di promesse, gettate al vento, raramente descritte o riportate dai media.
Nel passato l’arte fu veicolo di scambio culturale, motore per l’editoria, per il mercato intero. Forniva idee anche alla religione, modellando la bellezza che porta verso “l’essere superiore”. L’arte ha sempre cercato il confronto e se ha descritto gli orrori del mondo lo ha fatto nell’intento ammonitorio verso l’uomo contemporaneo, che non ragiona se non attraverso il profitto! I risultati sono sotto gli occhi di tutti. Occorre riflettere e finalmente pensare che in ogni artista si nasconde un tesoro. Quando si scopre, l’arricchimento della società è sicuro. Alcune città europee hanno investito nell’arte e si sono risollevate con orgoglio. Non c’è materialità nell’opera d’arte, c’è si la materia come mezzo espressivo, ma dentro c’è il pensiero proiettato verso un mondo migliore. Ma oggi pensare, per molti è faticoso!
Franco Lancetti, storico dell’arte
essi hanno nelle mani il destino non solo di se stessi, ma anche dell’estetica del domani. Solo poche volte l’arte ha il degno riconoscimento, primo perché non esiste più una richiesta diretta da parte della committenza, e quando essa c’è è molto d’elite, che poi attraverso la compiacenza ed il “potere mercantile” fa emergere cifre iperboliche per l’acquisto di vere e proprie banalità, spesso neppure decorative, ma solo di moda. Non si parli dei concorsi pubblici, spesso già vinti ancor prima dell’indizione del bando. I critici sono a pagamento e rari sono i commenti liberi, spontanei e sinceri. Ora questa è la situazione che dal secolo scorso si sta trascinando ancora oggi.
L’Europa ha diverse linee e fiumi d’arte, che scorrono in tutte le direzioni, prevalgono le intuizioni informali segnate spesso da astrazioni e contaminazioni provenienti, sempre più spesso, anche dal Medio ed Estremo Oriente. La scultura segna i territori privati e quando riesce a conquistare gli spazi pubblici spesso rimane legata a modelli figurativi classicheggianti. C’è forse la paura di produrre la gestualità prorompente? Sì! Anche perché gli spazi pubblici sono privi di una progettazione organica. La pittura gioca con ritorni all’infantilismo, al graficismo, dimenticando se stessa e lasciando posto ad una miriade di raccolte, quasi a trascinare sulle superfici “la soffitta dei ricordi”. No, non c’è solo questo, ci sono artisti che nel silenzio lavorano costantemente e propongono intorno a loro vere piantagioni di idee, quelle sementi sparse su tutto il territorio europeo aspettano di spuntare. Ma per fare spuntare quelle sementi, occorre il calore di una maggiore attenzione e finalmente riconoscere all’arte, il posto che merita. Per l’Italia e per il Trentino il dramma continua! Eppure le figure di qualità ci sono, ma nessuno pensa che questi nostri artisti possono confrontarsi con il resto d’Europa o del mondo. Se in molte nazioni esistono luoghi atelier per artisti stranieri, qui nel bel paese neppure se ne parla e, quando succede, le parole sono talmente numerose che sommergono sia l’idea che l’attuazione, fra eterni contraddittori e battute tronfie di promesse, gettate al vento, raramente descritte o riportate dai media.
Nel passato l’arte fu veicolo di scambio culturale, motore per l’editoria, per il mercato intero. Forniva idee anche alla religione, modellando la bellezza che porta verso “l’essere superiore”. L’arte ha sempre cercato il confronto e se ha descritto gli orrori del mondo lo ha fatto nell’intento ammonitorio verso l’uomo contemporaneo, che non ragiona se non attraverso il profitto! I risultati sono sotto gli occhi di tutti. Occorre riflettere e finalmente pensare che in ogni artista si nasconde un tesoro. Quando si scopre, l’arricchimento della società è sicuro. Alcune città europee hanno investito nell’arte e si sono risollevate con orgoglio. Non c’è materialità nell’opera d’arte, c’è si la materia come mezzo espressivo, ma dentro c’è il pensiero proiettato verso un mondo migliore. Ma oggi pensare, per molti è faticoso!
Franco Lancetti, storico dell’arte
30
marzo 2012
EuropArt
Dal 30 marzo all'undici aprile 2012
arte contemporanea
Location
SPAZIO EVENT ART
Pergine Valsugana, Via Petrarca, 36, (Trento)
Pergine Valsugana, Via Petrarca, 36, (Trento)
Orario di apertura
16.00 - 19.00
Vernissage
30 Marzo 2012, h 18.00
Autore
Curatore