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Eutopia. Città, ambiente, comunità. Una mostra collettiva all’Università Cattolica
La mostra è incentrata sui legami che intercorrono tra la città e l’ambiente nell’abitare gli spazi urbani, con le opere di quindi artisti esposte all’interno di un percorso che attraversa tutti gli spazi dell’Ateneo.
Comunicato stampa
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Milano, 23 febbraio 2024 - L’Università Cattolica del Sacro Cuore presenta anche per il 2024 il progetto Itinerari di Arte e Spiritualità, che ogni anno dà vita a una esposizione di arte contemporanea all’interno degli spazi accademici: Eutopia - città, ambiente comunità, è il titolo della mostra collettiva che dal 5 marzo al 16 aprile 2024 coinvolge tutte le sedi dell’Ateneo - Milano, Brescia, Piacenza, Cremona e Roma - con i lavori di quindici artisti contemporanei.
Nato nel 2005, il progetto Itinerari di Arte e Spiritualità ogni anno individua tematiche che favoriscono nuove riflessioni sulla realtà che ci circonda, da indagare attraverso l’occhio dell’arte contemporanea. Dal 2017 come curatori vengono coinvolti gli studenti dell’Ateneo, grazie alla sinergia tra il Centro Pastorale, coordinato da Padre Enzo Viscardi, e il Dipartimento di Storia, Archeologia e Storia dell’Arte, con le professoresse Elena Di Raddo, Bianca Trevisan, Michela Valotti e Mariacristina Maccarinelli.
Quest’anno la ricerca degli studenti-curatori si è incentrata sui legami che intercorrono tra la città e l’ambiente nell’abitare gli spazi urbani. Il titolo Eutopia - città, ambiente comunità si ispira al celebre testo latino di Tommaso Moro, Utopia, in cui viene tratteggiato il sogno rinascimentale di una società ideale: giocando sull’etimologia greca di outopia, “non luogo” (ou-, “inesistente”), e l’omofono eutopia, “buon luogo” (eu-, “buono, bello”), Moro conia il termine ancora oggi utilizzato di utopia, un modello ideale ma senza riscontro nella realtà. A partire da questo spunto i curatori hanno deciso di focalizzare la loro ricerca non sull’utopia irrealizzabile bensì sul suo capovolgimento, l’eutopia, che rappresenta uno scenario bello e possibile su cui riflettere, ben oltre ogni fantasia, in vista di un lavoro artistico e concreto sull’abitare gli spazi urbani e ambientali.
Il rapporto con l’ambiente ha rappresentato per secoli uno degli elementi centrali dello sviluppo sociopolitico e culturale del territorio: se i primi raggruppamenti urbani nascono dall’esigenza dell’uomo di riunirsi per strutturare la propria esistenza, le città sono poi cresciute sempre più su sé stesse e il rapporto simbiotico che esisteva tra l’uomo, la natura e la comunità abitativa smette di assumere connotazioni uniformi. Il progetto cittadino diventa improntato a privilegiare lo scambio di idee e risorse economiche nella continua ricerca del benessere, senza preoccuparsi delle conseguenze ambientali e sociali sul lungo periodo. Negli ultimi decenni, però, grazie a una maggiore consapevolezza degli effetti tangibili del cambiamento climatico, si è andata affermando l’esigenza di una vita cittadina che si dimostri più umana, attenta non solamente alla dimensione economica, ma anche a quella spirituale e si è rafforzata l’idea che l’urbanistica debba avere un ruolo essenziale nella transizione ambientale.
Nasce da qui la fondamentale domanda di quale sia il ruolo dell’arte e dell’artista in questa transizione, domanda a cui sono stati invitati a riflettere gli artisti coinvolti nella mostra, il cui percorso si sviluppa fluido all’interno dell’Ateneo, con opere e installazioni dislocate nei chiostri e nei corridoi per attirare lo sguardo di studenti, visitatori o semplici passanti e suscitare così un momento di riflessione collettiva. Opere fotografiche, come quelle di Marina Cavadini e Mattia Pannoni, si accostano a vere e proprie installazioni che riflettono sul ruolo della natura, come in quelle presentate da Zeroottouno e Barbara Crimella e Stefano Ferrari, o si concentrano sul ruolo dell’architettura nell’affrontare queste problematiche come nelle riflessioni di Oliviero Fiorenzi, Pierfilippo Gatti, e Studio Secchi Viganò.
Ettore Favini propone sculture che dialogano con l’osservatore; Camilla Alberti crea installazioni/sculture con materiali di scarto per raggiungere forme quanto mai distanti da ciò che già si conosce; Giorgio Mattia riflette sul ruolo della casa quando non più abitata in seguito a una tragedia ambientale; Miriam Montani esplora con le sue installazioni la relazione tra l’essere umano e ciò che lo circonda, anche quando si tratta di qualcosa di pericoloso come le polveri sottili.
Non mancano artisti celebri come Ugo La Pietra, da sempre attivo nell’esplorare il rapporto tra l’uomo e l’abitare che è presente in mostra con Gazebi Urbani, una delle sue serie di lavori più recenti, e come Francesco Somaini, che già negli anni ’70 ha raccontato l’espansione delle città e le nuove esigenze dell’architettura. Non saranno poi solo opere già conosciute quelle nel percorso espositivo ma si avranno anche installazioni site specific, come nel caso di Maria Dompè che nella Sala Lanza del Centro Pastorale della sede milanese realizzerà una versione dei suoi Hortus Idearum.
Ogni artista è stato seguito personalmente da uno o più curatori, gli studenti dell’Ateneo che hanno partecipato al progetto, che sono: Angelica Bulgari, Monica di Matteo, Francesca Fimeroni, Marco Fort, Andrea Foschini, Cecilia Franzoni, Sara Giovenzana, Benedetta Gobbato, Chiara Grandi, Francesca Lidia Palumbo, Martina Mangia, Annalisa Medina Caballero, Monica Morosini, Giulia Nava, Davide Paoletti, Anita Papa, Bianca Perrone, Martina Pini, Filippo Rachelli, Sara Ravelli, Lisa Ronzino, Yuanfei Ye.
Hanno inoltre contribuito al progetto Ecaterina Arama come Social media manager e Cristina Bacchini come Graphic designer.
In occasione della mostra si presenta anche un programma di conferenze per riflettere insieme sul concetto di Eutopia. Il 26 marzo si terrà il primo incontro a Milano, La Comunità tra Natura e Città, con Ezio Manzini, Associazione InTra e Bianca Felicori. Il 9 aprile, sempre a Milano, si terrà l’incontro Dialoghi sulla Modernità con Giuseppe Lupo e Lucia Tozzi. Il 22 marzo a Brescia ci sarà un incontro con Gianni Biondillo, Maria Lidia Girelli e Giuseppe Lupo.
Nato nel 2005, il progetto Itinerari di Arte e Spiritualità ogni anno individua tematiche che favoriscono nuove riflessioni sulla realtà che ci circonda, da indagare attraverso l’occhio dell’arte contemporanea. Dal 2017 come curatori vengono coinvolti gli studenti dell’Ateneo, grazie alla sinergia tra il Centro Pastorale, coordinato da Padre Enzo Viscardi, e il Dipartimento di Storia, Archeologia e Storia dell’Arte, con le professoresse Elena Di Raddo, Bianca Trevisan, Michela Valotti e Mariacristina Maccarinelli.
Quest’anno la ricerca degli studenti-curatori si è incentrata sui legami che intercorrono tra la città e l’ambiente nell’abitare gli spazi urbani. Il titolo Eutopia - città, ambiente comunità si ispira al celebre testo latino di Tommaso Moro, Utopia, in cui viene tratteggiato il sogno rinascimentale di una società ideale: giocando sull’etimologia greca di outopia, “non luogo” (ou-, “inesistente”), e l’omofono eutopia, “buon luogo” (eu-, “buono, bello”), Moro conia il termine ancora oggi utilizzato di utopia, un modello ideale ma senza riscontro nella realtà. A partire da questo spunto i curatori hanno deciso di focalizzare la loro ricerca non sull’utopia irrealizzabile bensì sul suo capovolgimento, l’eutopia, che rappresenta uno scenario bello e possibile su cui riflettere, ben oltre ogni fantasia, in vista di un lavoro artistico e concreto sull’abitare gli spazi urbani e ambientali.
Il rapporto con l’ambiente ha rappresentato per secoli uno degli elementi centrali dello sviluppo sociopolitico e culturale del territorio: se i primi raggruppamenti urbani nascono dall’esigenza dell’uomo di riunirsi per strutturare la propria esistenza, le città sono poi cresciute sempre più su sé stesse e il rapporto simbiotico che esisteva tra l’uomo, la natura e la comunità abitativa smette di assumere connotazioni uniformi. Il progetto cittadino diventa improntato a privilegiare lo scambio di idee e risorse economiche nella continua ricerca del benessere, senza preoccuparsi delle conseguenze ambientali e sociali sul lungo periodo. Negli ultimi decenni, però, grazie a una maggiore consapevolezza degli effetti tangibili del cambiamento climatico, si è andata affermando l’esigenza di una vita cittadina che si dimostri più umana, attenta non solamente alla dimensione economica, ma anche a quella spirituale e si è rafforzata l’idea che l’urbanistica debba avere un ruolo essenziale nella transizione ambientale.
Nasce da qui la fondamentale domanda di quale sia il ruolo dell’arte e dell’artista in questa transizione, domanda a cui sono stati invitati a riflettere gli artisti coinvolti nella mostra, il cui percorso si sviluppa fluido all’interno dell’Ateneo, con opere e installazioni dislocate nei chiostri e nei corridoi per attirare lo sguardo di studenti, visitatori o semplici passanti e suscitare così un momento di riflessione collettiva. Opere fotografiche, come quelle di Marina Cavadini e Mattia Pannoni, si accostano a vere e proprie installazioni che riflettono sul ruolo della natura, come in quelle presentate da Zeroottouno e Barbara Crimella e Stefano Ferrari, o si concentrano sul ruolo dell’architettura nell’affrontare queste problematiche come nelle riflessioni di Oliviero Fiorenzi, Pierfilippo Gatti, e Studio Secchi Viganò.
Ettore Favini propone sculture che dialogano con l’osservatore; Camilla Alberti crea installazioni/sculture con materiali di scarto per raggiungere forme quanto mai distanti da ciò che già si conosce; Giorgio Mattia riflette sul ruolo della casa quando non più abitata in seguito a una tragedia ambientale; Miriam Montani esplora con le sue installazioni la relazione tra l’essere umano e ciò che lo circonda, anche quando si tratta di qualcosa di pericoloso come le polveri sottili.
Non mancano artisti celebri come Ugo La Pietra, da sempre attivo nell’esplorare il rapporto tra l’uomo e l’abitare che è presente in mostra con Gazebi Urbani, una delle sue serie di lavori più recenti, e come Francesco Somaini, che già negli anni ’70 ha raccontato l’espansione delle città e le nuove esigenze dell’architettura. Non saranno poi solo opere già conosciute quelle nel percorso espositivo ma si avranno anche installazioni site specific, come nel caso di Maria Dompè che nella Sala Lanza del Centro Pastorale della sede milanese realizzerà una versione dei suoi Hortus Idearum.
Ogni artista è stato seguito personalmente da uno o più curatori, gli studenti dell’Ateneo che hanno partecipato al progetto, che sono: Angelica Bulgari, Monica di Matteo, Francesca Fimeroni, Marco Fort, Andrea Foschini, Cecilia Franzoni, Sara Giovenzana, Benedetta Gobbato, Chiara Grandi, Francesca Lidia Palumbo, Martina Mangia, Annalisa Medina Caballero, Monica Morosini, Giulia Nava, Davide Paoletti, Anita Papa, Bianca Perrone, Martina Pini, Filippo Rachelli, Sara Ravelli, Lisa Ronzino, Yuanfei Ye.
Hanno inoltre contribuito al progetto Ecaterina Arama come Social media manager e Cristina Bacchini come Graphic designer.
In occasione della mostra si presenta anche un programma di conferenze per riflettere insieme sul concetto di Eutopia. Il 26 marzo si terrà il primo incontro a Milano, La Comunità tra Natura e Città, con Ezio Manzini, Associazione InTra e Bianca Felicori. Il 9 aprile, sempre a Milano, si terrà l’incontro Dialoghi sulla Modernità con Giuseppe Lupo e Lucia Tozzi. Il 22 marzo a Brescia ci sarà un incontro con Gianni Biondillo, Maria Lidia Girelli e Giuseppe Lupo.
05
marzo 2024
Eutopia. Città, ambiente, comunità. Una mostra collettiva all’Università Cattolica
Dal 05 marzo al 16 aprile 2024
arte contemporanea
Location
UNIVERSITA’ CATTOLICA DEL SACRO CUORE
Milano, Largo Fra' Agostino Gemelli, 1, (Milano)
Milano, Largo Fra' Agostino Gemelli, 1, (Milano)
Orario di apertura
dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 20, sabato dalle 8 alle 13
Ufficio stampa
Maria Chiara Salvanelli Press Office & Communication
Autore