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Evading Customs Milan
La mostra, concepita nel pieno della crisi economica che ha investito il mondo occidentale due anni fa, si pone ora come un momento di riflessione sulla necessità di ripensare la propria pratica artistica alla luce di limitazioni economiche e geografiche, intercorse tra il creatore e il momento espositivo.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
‘Evading Customs_Milan’ è la tappa italiana di un progetto ideato da due giovani curatori
newyorkesi (Peter J.Russo e Lumi Tan), e realizzato presso la Brown Gallery di Londra
nell’ottobre 2009.
La mostra, concepita nel pieno della crisi economica che ha investito il mondo occidentale
due anni fa, si pone ora come un momento di riflessione sulla necessità di ripensare la
propria pratica artistica alla luce di limitazioni economiche e geografiche, intercorse tra il
creatore e il momento espositivo.
Presso lo spazio di Le Dictateur è stata raccolta una selezione di opere realizzate sulla
base di istruzioni fornite da 15 artisti. 12 progetti italiani, pensati appositamente per la
mostra sono stati selezionati sulla base di un invito iniziale a 50 artisti che vivono e
lavorano al di fuori dell’area milanese. A questi si aggiungono 3 lavori scelti dal catalogo
della mostra londinese: riproponendoli, abbiamo voluto mantenere una sorta di
continuità tra le due fasi del progetto.
L’unico vincolo posto agli artisti era che ogni opera potesse essere realizzata dalle
curatrici, in situ e alla minima spesa (rispettando un budget massimo di 25€). Questa
premessa, se da un lato è piuttosto comune – in effetti gli artisti si affidano spesso ad
altri per installare o produrre opere in loro assenza – ha di fatto un valore pratico, dal
momento che elimina le spese di spedizione per la mostra.
Tutto questo ci ha permesso di confrontarci con le risposte di una serie di giovani artisti
italiani alla sfida lanciata dai due curatori newyorkesi, tastando quindi il polso alla scena
artistica nazionale in una fase ancora delicata dal punto di vista economico. Ma ha anche
significato per gli artisti la possibilità di riflettere sul concetto di scambio, e di mettersi
alla prova con idee spesso molto lontane dalla propria pratica artistica abituale.
L'attenzione si è infatti spostata sul lavoro intellettuale, sulla necessità di lavorare in
astratto, in un approccio progettuale - più ancora che concettuale - che costringa a
rinunciare al momento di realizzazione diretta del lavoro.
Il progetto affonda le proprie radici in alcuni momenti importanti della storia dell’arte, tra
cui ricordiamo ‘Event Scores’ di George Brecht, in cui si chiedeva ai visitatori di
interpretare azioni quotidiane (1958); ‘Sentences on Conceptual Art’ di Sol LeWitt
(1969); le mostre su istruzioni di Lucy Lippard's, per le quali la curatrice dava direttive a
un artista che a sua volta istruiva un altro, e via dicendo (1969–70); ‘Do It’, la serie di
mostre e pubblicazioni in progress di Hans-Ulrich Obrist (1993-); le retrospettive non
autorizzate di David Hammons e Cady Noland (entrambe del 2006), nello spazio no profit
Triple Candie a New York – solo per citarne alcuni.
Guia Cortassa e Barbara Meneghel
Artisti selezionati: Francesco Arena, Riccardo Baruzzi, Stefano Calligaro, Lia
Cecchin, Roberto De Pol, Patrizio Di Massimo, Ettore Favini, Paolo Inverni,
Alessandra Messali, Matteo Rosa, Davide Savorani, Mirko Smerdel.
Verranno inoltre riproposti dalla tappa londinese i progetti di: Timothy Hull, Rachel
Owens, Caleb Waldorf.
Contributi di: Alis / Filliol, Salvatore Arancio, Michele Bazzana, Riccardo Benassi, Emily
Verla Bovino, Ludovica Carbotta, Arianna Carossa, Paolo Cirio, Danilo Correale, Riccardo
Giacconi, Giovanni Giaretta, Giorgio Guidi, Giuseppe Lana, Renato Leotta, Federico
Maddalozzo, Margherita Moscardini, Marta Pierobon, Marco Raparelli, Luca Resta, Alberto
Scodro.
newyorkesi (Peter J.Russo e Lumi Tan), e realizzato presso la Brown Gallery di Londra
nell’ottobre 2009.
La mostra, concepita nel pieno della crisi economica che ha investito il mondo occidentale
due anni fa, si pone ora come un momento di riflessione sulla necessità di ripensare la
propria pratica artistica alla luce di limitazioni economiche e geografiche, intercorse tra il
creatore e il momento espositivo.
Presso lo spazio di Le Dictateur è stata raccolta una selezione di opere realizzate sulla
base di istruzioni fornite da 15 artisti. 12 progetti italiani, pensati appositamente per la
mostra sono stati selezionati sulla base di un invito iniziale a 50 artisti che vivono e
lavorano al di fuori dell’area milanese. A questi si aggiungono 3 lavori scelti dal catalogo
della mostra londinese: riproponendoli, abbiamo voluto mantenere una sorta di
continuità tra le due fasi del progetto.
L’unico vincolo posto agli artisti era che ogni opera potesse essere realizzata dalle
curatrici, in situ e alla minima spesa (rispettando un budget massimo di 25€). Questa
premessa, se da un lato è piuttosto comune – in effetti gli artisti si affidano spesso ad
altri per installare o produrre opere in loro assenza – ha di fatto un valore pratico, dal
momento che elimina le spese di spedizione per la mostra.
Tutto questo ci ha permesso di confrontarci con le risposte di una serie di giovani artisti
italiani alla sfida lanciata dai due curatori newyorkesi, tastando quindi il polso alla scena
artistica nazionale in una fase ancora delicata dal punto di vista economico. Ma ha anche
significato per gli artisti la possibilità di riflettere sul concetto di scambio, e di mettersi
alla prova con idee spesso molto lontane dalla propria pratica artistica abituale.
L'attenzione si è infatti spostata sul lavoro intellettuale, sulla necessità di lavorare in
astratto, in un approccio progettuale - più ancora che concettuale - che costringa a
rinunciare al momento di realizzazione diretta del lavoro.
Il progetto affonda le proprie radici in alcuni momenti importanti della storia dell’arte, tra
cui ricordiamo ‘Event Scores’ di George Brecht, in cui si chiedeva ai visitatori di
interpretare azioni quotidiane (1958); ‘Sentences on Conceptual Art’ di Sol LeWitt
(1969); le mostre su istruzioni di Lucy Lippard's, per le quali la curatrice dava direttive a
un artista che a sua volta istruiva un altro, e via dicendo (1969–70); ‘Do It’, la serie di
mostre e pubblicazioni in progress di Hans-Ulrich Obrist (1993-); le retrospettive non
autorizzate di David Hammons e Cady Noland (entrambe del 2006), nello spazio no profit
Triple Candie a New York – solo per citarne alcuni.
Guia Cortassa e Barbara Meneghel
Artisti selezionati: Francesco Arena, Riccardo Baruzzi, Stefano Calligaro, Lia
Cecchin, Roberto De Pol, Patrizio Di Massimo, Ettore Favini, Paolo Inverni,
Alessandra Messali, Matteo Rosa, Davide Savorani, Mirko Smerdel.
Verranno inoltre riproposti dalla tappa londinese i progetti di: Timothy Hull, Rachel
Owens, Caleb Waldorf.
Contributi di: Alis / Filliol, Salvatore Arancio, Michele Bazzana, Riccardo Benassi, Emily
Verla Bovino, Ludovica Carbotta, Arianna Carossa, Paolo Cirio, Danilo Correale, Riccardo
Giacconi, Giovanni Giaretta, Giorgio Guidi, Giuseppe Lana, Renato Leotta, Federico
Maddalozzo, Margherita Moscardini, Marta Pierobon, Marco Raparelli, Luca Resta, Alberto
Scodro.
16
settembre 2010
Evading Customs Milan
Dal 16 settembre al 09 ottobre 2010
arte contemporanea
Location
LE DICTATEUR
Milano, Via Nino Bixio, 47, (Milano)
Milano, Via Nino Bixio, 47, (Milano)
Orario di apertura
lunedì - venerdì h.15-19 o su appuntamento
Apertura straordinaria in occasione di START (17-19 settembre):
venerdì 17 h.16-22
sabato 18 h.11–21
domenica 19 h.11–19
Vernissage
16 Settembre 2010, ore 18.30
Autore
Curatore