Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Every Revolution is a throw of dice
Progetto curatoriale vincitore del concorso “20/30 Arte giovane in Italia”. Premio Giovani Curatori
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Giovedì 16 Novembre si inaugura "Every Revolution is a throw of dice" progetto vincitore del concorso "20/30 Arte giovane in Italia" promosso dal Museo d'arte Contemporanea di Villa Croce e dall'Accademia Ligustica di Belle Arti. Quarto appuntamento alla BAG - Borsa Arte giovane - il nuovo spazio alla Loggia della Mercanzia di Piazza Banchi che l'Assessorato alla Cultura del Comune di Genova propone a carattere sperimentale.
Every revolution is a throw of dice , a cura di Elvira Vannini, si sviluppa in una dialettica tra progettualità e azione creando un sistema di ricezione multipla che alimenta un clima propenso alla tensione spaziale e performativa, che spesso rimane in fase germinale. Decostruisce l'esposizione museale a favore di un evento che privilegia l'esperienza.
Un'attitudine diffusa all'azione che si delinea nel "qui" e "ora" della contingenza: al limite tra operazioni public e interventi diretti, antagonisti, che ridefiniscono i termini l'agire estetico.
La mostra propone uno sguardo frammentato ed eterogeneo di tutti i possibili dispositivi linguistici: video, installazioni, performance e documentazioni, guerrilla advertising. Ogni lavoro è lo step di un processo che coinvolge attivamente lo spettatore ponendo una domanda aperta sul mondo che invita a riflettere sulle sue contraddizioni, con un interfaccia sul sociale e sul concetto di de-localizzazione, intesa come lo stare altrove. Le opere degli artisti, parafrasando Lefebvre, si sviluppano negli interstizi della realtà come campi eventuali tra l'esperienza, la rappresentazione e l'utopia.
Il paesaggio urbano, l'architettura e la sua storia, l'alterità o conflittualità delle relazioni esperite sono al centro delle opere degli artisti invitati. Anche il sonoro diventa, in alcuni casi, ambito di progettualità utopica, il suo impiego come "strategia di territorializzazione", diventa una modalità di attraversamento dello spazio, un processo di appropriazione.
Every revolution is a throw of dice circoscrive una zona libera, temporaneamente autonoma - le T.A.Z di Hakim Bey - un'area transitoria per non essere distrutta e normalizzata, che sovverte l'ordine costituito approfittando dell'impossibilità dello stato al controllo totale, per elidere i dispositivi di sorveglianza dichiarando la propria soggettività radicale. Un'isola di territorio libera dal dominio capitalista, una piccola comunità in fuga mai separata dall'urgenza della realtà sociale.
La città e lo spazio pubblico come luogo delle comunità insorgenti e attive - le insurgent citizenships dell'antropologo americano James Holston - o quelle che Leonie Sandercock chiama insurgent planning practices le iniziative di pianificazione e di resistenza che si oppongono alla città esistente come struttura organizzativa di potere.
Every revolution is a throw of dice è una piattaforma per esporre i progetti, le ricerche, i lavori di un primo nucleo di artisti invitati, per creare una cartografia di tutti i percorsi dello spazio umano, delle consuetudini, della socialità e dei nuovi protagonismi. Un network di artisti che funziona come un dispositivo geografico per scambiarsi "stati di avanzamento" del proprio lavoro di ricerca.
Tutti gli sguardi presentati sono a loro modo radicali. L'architettura e il rapporto con lo spazio urbano – ineludibile quando gli interventi sconfinano dai luoghi deputati per occupare la città - si sviluppa come superamento dei limiti imposti dal planning, come dislocamento spaziale, come intervento a 'bassa definizione' di investigazione territoriale.
Un filtro che il controllo impone al dominio dell'illegalità forzata, per registrare gli stravolgimenti del contemporaneo a partire dal quotidiano. Una mobilitazione che sottende forme diverse di partecipazione, di resistenza culturale. Espressioni dell'urgenza in una dimensione polemica verso la realtà.
Every revolution is a throw of dice è un pezzo dei The death of Anna Karina, tratto dall'ultimo album, New liberalistic pleasures.
Every revolution is a throw of dice , a cura di Elvira Vannini, si sviluppa in una dialettica tra progettualità e azione creando un sistema di ricezione multipla che alimenta un clima propenso alla tensione spaziale e performativa, che spesso rimane in fase germinale. Decostruisce l'esposizione museale a favore di un evento che privilegia l'esperienza.
Un'attitudine diffusa all'azione che si delinea nel "qui" e "ora" della contingenza: al limite tra operazioni public e interventi diretti, antagonisti, che ridefiniscono i termini l'agire estetico.
La mostra propone uno sguardo frammentato ed eterogeneo di tutti i possibili dispositivi linguistici: video, installazioni, performance e documentazioni, guerrilla advertising. Ogni lavoro è lo step di un processo che coinvolge attivamente lo spettatore ponendo una domanda aperta sul mondo che invita a riflettere sulle sue contraddizioni, con un interfaccia sul sociale e sul concetto di de-localizzazione, intesa come lo stare altrove. Le opere degli artisti, parafrasando Lefebvre, si sviluppano negli interstizi della realtà come campi eventuali tra l'esperienza, la rappresentazione e l'utopia.
Il paesaggio urbano, l'architettura e la sua storia, l'alterità o conflittualità delle relazioni esperite sono al centro delle opere degli artisti invitati. Anche il sonoro diventa, in alcuni casi, ambito di progettualità utopica, il suo impiego come "strategia di territorializzazione", diventa una modalità di attraversamento dello spazio, un processo di appropriazione.
Every revolution is a throw of dice circoscrive una zona libera, temporaneamente autonoma - le T.A.Z di Hakim Bey - un'area transitoria per non essere distrutta e normalizzata, che sovverte l'ordine costituito approfittando dell'impossibilità dello stato al controllo totale, per elidere i dispositivi di sorveglianza dichiarando la propria soggettività radicale. Un'isola di territorio libera dal dominio capitalista, una piccola comunità in fuga mai separata dall'urgenza della realtà sociale.
La città e lo spazio pubblico come luogo delle comunità insorgenti e attive - le insurgent citizenships dell'antropologo americano James Holston - o quelle che Leonie Sandercock chiama insurgent planning practices le iniziative di pianificazione e di resistenza che si oppongono alla città esistente come struttura organizzativa di potere.
Every revolution is a throw of dice è una piattaforma per esporre i progetti, le ricerche, i lavori di un primo nucleo di artisti invitati, per creare una cartografia di tutti i percorsi dello spazio umano, delle consuetudini, della socialità e dei nuovi protagonismi. Un network di artisti che funziona come un dispositivo geografico per scambiarsi "stati di avanzamento" del proprio lavoro di ricerca.
Tutti gli sguardi presentati sono a loro modo radicali. L'architettura e il rapporto con lo spazio urbano – ineludibile quando gli interventi sconfinano dai luoghi deputati per occupare la città - si sviluppa come superamento dei limiti imposti dal planning, come dislocamento spaziale, come intervento a 'bassa definizione' di investigazione territoriale.
Un filtro che il controllo impone al dominio dell'illegalità forzata, per registrare gli stravolgimenti del contemporaneo a partire dal quotidiano. Una mobilitazione che sottende forme diverse di partecipazione, di resistenza culturale. Espressioni dell'urgenza in una dimensione polemica verso la realtà.
Every revolution is a throw of dice è un pezzo dei The death of Anna Karina, tratto dall'ultimo album, New liberalistic pleasures.
16
novembre 2006
Every Revolution is a throw of dice
Dal 16 novembre al 10 dicembre 2006
arte contemporanea
giovane arte
giovane arte
Location
LOGGIA DELLA MERCANZIA
Genova, Piazza Banchi, (Genova)
Genova, Piazza Banchi, (Genova)
Orario di apertura
da martedì a venerdì ore 9-19 sabato e domenica ore 10-19 - lunedì chiuso
Vernissage
16 Novembre 2006, ore 18.30
Autore
Curatore