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Ex Africa semper aliquid novi #2: Esther Mahlangu
Il secondo Focus on di “Ex Africa semper aliquid novi” sarà su Esther Mahlangu pittrice nota a livello internazionale, ha partecipato alle più importanti esposizioni da Magiciens de la Terre ad Africa Remix ed è presente nelle più importanti istituzioni, musei e collezioni private nel mondo.
Comunicato stampa
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La Kyo Noir Studio continua con la serie di mostre dal titolo “Ex Africa semper aliquid novi” la citazione di Plinio il Vecchio, che tradotta dal latino significa “dall'Africa sempre qualcosa di nuovo”, sarà l'incipit per far approfondire, al grande pubblico, l'arte e gli artisti contemporanei africani, già protagonisti negli ultimi anni della scena artistica internazionale.
Il secondo Focus on sarà su Esther Mahlangu pittrice nota a livello internazionale, ha partecipato alle più importanti esposizioni da Magiciens de la Terre ad Africa Remix ed è presente nelle più importanti istituzioni, musei e collezioni private nel mondo.
Le sue opere sono apprezzate anche nel suo paese il Sud Africa, dove è molto famosa. Partendo da Mabhoko, il villaggio dove vive, ha girato il mondo per far conoscere la tradizione pittorica Ndebele.
Come da pratica locale Esther comincia a dipingere giovanissima sotto la guida della nonna e della madre, tali dipinti decorano le case delle abitazioni e vengono rinnovati in occasione del rito di passaggio degli uomini all'età adulta ed infatti la tradizione pittorica era affidata esclusivamente alle donne. Oggi Esther Mahlangu come ha affermato durante l'intervista ad Antonella Pisilli, ha trasferito tutte le sue conoscenze sia alle ragazze che ai ragazzi della sua tribù per formare un piccolo esercito di persone in grado di decorare in stile Ndebele ogni luogo in giro per il pianeta, questo permetterà alla sua arte e la sua cultura di diffondersi nel tempo.
Il classico dipinto Ndebele, risulta dalla combinazione di moduli formali geometrici, la forma triangolare è ripetuta con una certa regolarità, le figure realizzate attraverso un netto tratto nero su fondo bianco, i colori interni sono piatti e molto vivaci con un'alternanza e simmetria molto decisa.
Da una cultura antica africana giungiamo ad una fenomenologia della forma dove l'elemento spontaneo trascina con sé una serie di valenze, dove l'astrazione della realtà ci induce ad un processo simbolico rappresentativo di una cultura. Il significante cioè l'elemento astratto prende i sopravvento sull'elemento figurativo cioè il significato. L'arte astratta geometrica della tribù Ndebele sembra molto vicina ai concetti puri dell'astrazione tanto cari ai suprematisti, la pura sensibilità delle forme diventa la vera essenza ed universalità dell'arte.
Ester Mahlangu ha trasferito queste geometrie su vari supporti dalla tela, alle automobili, dagli aerei al design, l'esperienza estetica, che il processo di contaminazione produce e rimanda alla tradizione Ndebele, l'aver contaminato il mondo e averci trasferito la sua tradizione culturale è il vero processo artistico compiuto dalla pittrice.
La Mahlangu ha realizzato nel 1991 la prima “African Art Car”, decorando con i tipici motivi della tribù Ndebele una BMW 525i. Tali disegni sono stati riportati nel 1997 anche sulle code degli aerei della British Airways, nel 2007 la stessa particolare tecnica pittorica è stata riprodotta dall’artista anche sulla nuova Fiat 500 in occasione della mostra “Why Africa?” (2007, Torino).
Nell'ultimo anno ha collaborato con un brand svedese per la progettazione in un'edizione limitata di sneaker chiamate Eytys.
Ad agosto di quest'anno ha preso parte ad una campagna promossa dal cantante John Legend, ricreando nei classici disegni Ndebele il design di una bottiglia in edizione speciale di Belvedere Vodka e i profitti della vendita saranno devoluti al Global Fund per la lotta contro l'HIV / AIDS, la malaria e la tubercolosi.
Dopo 25 anni ha lavorato ancora con la BMW e realizzato gli interni della BMW Serie 7 che sarà esposta dal 5 al 9 ottobre al Frieze Art Fair, che si terrà al Regent Park di Londra e il cui ricavato della vendita andrà in beneficienza.
La mostra é accompagnata da un video inedito con l'intervista realizzata da Antonella Pisilli all'artista.
Il secondo Focus on sarà su Esther Mahlangu pittrice nota a livello internazionale, ha partecipato alle più importanti esposizioni da Magiciens de la Terre ad Africa Remix ed è presente nelle più importanti istituzioni, musei e collezioni private nel mondo.
Le sue opere sono apprezzate anche nel suo paese il Sud Africa, dove è molto famosa. Partendo da Mabhoko, il villaggio dove vive, ha girato il mondo per far conoscere la tradizione pittorica Ndebele.
Come da pratica locale Esther comincia a dipingere giovanissima sotto la guida della nonna e della madre, tali dipinti decorano le case delle abitazioni e vengono rinnovati in occasione del rito di passaggio degli uomini all'età adulta ed infatti la tradizione pittorica era affidata esclusivamente alle donne. Oggi Esther Mahlangu come ha affermato durante l'intervista ad Antonella Pisilli, ha trasferito tutte le sue conoscenze sia alle ragazze che ai ragazzi della sua tribù per formare un piccolo esercito di persone in grado di decorare in stile Ndebele ogni luogo in giro per il pianeta, questo permetterà alla sua arte e la sua cultura di diffondersi nel tempo.
Il classico dipinto Ndebele, risulta dalla combinazione di moduli formali geometrici, la forma triangolare è ripetuta con una certa regolarità, le figure realizzate attraverso un netto tratto nero su fondo bianco, i colori interni sono piatti e molto vivaci con un'alternanza e simmetria molto decisa.
Da una cultura antica africana giungiamo ad una fenomenologia della forma dove l'elemento spontaneo trascina con sé una serie di valenze, dove l'astrazione della realtà ci induce ad un processo simbolico rappresentativo di una cultura. Il significante cioè l'elemento astratto prende i sopravvento sull'elemento figurativo cioè il significato. L'arte astratta geometrica della tribù Ndebele sembra molto vicina ai concetti puri dell'astrazione tanto cari ai suprematisti, la pura sensibilità delle forme diventa la vera essenza ed universalità dell'arte.
Ester Mahlangu ha trasferito queste geometrie su vari supporti dalla tela, alle automobili, dagli aerei al design, l'esperienza estetica, che il processo di contaminazione produce e rimanda alla tradizione Ndebele, l'aver contaminato il mondo e averci trasferito la sua tradizione culturale è il vero processo artistico compiuto dalla pittrice.
La Mahlangu ha realizzato nel 1991 la prima “African Art Car”, decorando con i tipici motivi della tribù Ndebele una BMW 525i. Tali disegni sono stati riportati nel 1997 anche sulle code degli aerei della British Airways, nel 2007 la stessa particolare tecnica pittorica è stata riprodotta dall’artista anche sulla nuova Fiat 500 in occasione della mostra “Why Africa?” (2007, Torino).
Nell'ultimo anno ha collaborato con un brand svedese per la progettazione in un'edizione limitata di sneaker chiamate Eytys.
Ad agosto di quest'anno ha preso parte ad una campagna promossa dal cantante John Legend, ricreando nei classici disegni Ndebele il design di una bottiglia in edizione speciale di Belvedere Vodka e i profitti della vendita saranno devoluti al Global Fund per la lotta contro l'HIV / AIDS, la malaria e la tubercolosi.
Dopo 25 anni ha lavorato ancora con la BMW e realizzato gli interni della BMW Serie 7 che sarà esposta dal 5 al 9 ottobre al Frieze Art Fair, che si terrà al Regent Park di Londra e il cui ricavato della vendita andrà in beneficienza.
La mostra é accompagnata da un video inedito con l'intervista realizzata da Antonella Pisilli all'artista.
15
ottobre 2016
Ex Africa semper aliquid novi #2: Esther Mahlangu
Dal 15 ottobre al 03 dicembre 2016
arte contemporanea
Location
KYO NOIR STUDIO
Viterbo, Via Maria Santissima Liberatrice, 14, (Viterbo)
Viterbo, Via Maria Santissima Liberatrice, 14, (Viterbo)
Orario di apertura
Aperto su appuntamento.
Vernissage
15 Ottobre 2016, ore 18,00
Autore
Curatore