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EX MARIS
cinque sguardi labronici nell’arte contemporanea
Comunicato stampa
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ASTIGLIONCELLO. Si inaugura sabato 29 giugno, a Castiglioncello, alle ore 21.30, presso la Art Gallery Il Cesello, la mostra collettiva di pittura e scultura dal titolo “Ex Maris”, cinque sguardi labronici nell’arte contemporanea curata da Rossana Corsi e Filippo Lotti. In mostra le opere di Maurizio Bini, Raffaele De Rosa, Franco Mauro Franchi, Mario Madiai e Angiolo Volpe.
Cinque protagonisti, cinque esperienze d’arte, mettono in mostra le loro opere e il loro pensiero di pittura con la loro singolarità di linguaggio comunicativo. Artisti non scelti a caso tra i molti operanti nell’ambito labronico, bensì si tratta di scelte fatte per la serietà di lavoro che hanno dimostrato negli anni: un confluire, armonico, di artisti ‘vestiti’ di autenticità.
Liberi da qualsivoglia condizionamento esterno dettato dall’ambiente in cui vivono, quello di area post-macchiaiola, hanno saputo scegliere e trovare un tratto caratteristico e caratterizzante la loro produzione che esula da antichi condizionamenti dal contesto culturale in cui lavorano. Diversi per genere e contenuto, in un variegato campionario di stili e di linguaggi, i cinque artisti in mostra propongono opere che partono da presupposti differenti ma che si intersecano tra loro toccandosi in più punti in un’amalgama artistica molto forte e significativa: il saper produrre opere d’arte con forti significati e capaci di suscitare forti emozioni.
Maurizio Bini, livornese, nato nel 1940, si è formato sul discrimine fra tradizione e i nuovi fermenti di ricerca, che significavano Pop art, Arte Concreta e Informale. L’impostazione al “fare”, tipica dell’Istituto d’Arte di quell’epoca, che l’artista aveva frequentato a Lucca, ha certamente contribuito a rafforzare e definire l’assetto pittorico di Bini, al di là dei vari “ismi” d’obbligo tra gli anni Sessanta e Settanta. Sempre a Lucca, dal 1970, è stato titolare della cattedra di discipline pittoriche al Liceo Artistico e in seguito al Liceo sperimentale di Livorno. La sua figurazione ha il calore del "vero", unito a un senso di sospensione.
Raffaele De Rosa nasce a Podenzana (Ms) nel 1940, nei pressi dell’antico insediamento di Luni, e per sei anni vive in Lunigiana. Un’infanzia isolata, con il disegno, praticato di nascosto. Poi si trasferirà a Napoli, in una casa vicino a un cimitero, che forse avrà contribuito a suscitare in lui il fascino per le atmosfere “gotiche” e risultare determinante nella costruzione delle figure mitiche che affollano la pittura dell’artista toscano. La pittura di De Rosa si sviluppa inizialmente sulla linea affine alla cultura e agli artisti dell’area labronica, con i quali viene in contatto quando, a sedici anni, si stabilirà a Livorno. Tutto questo ha certamente favorito l’immaginario fantastico di De Rosa; nasce così la sua pittura volontariamente “anacronistica”, fatta di città “possibili”, di eroi e cavalieri di mondi ed epoche lontane.
Quello di Franco Mauro Franchi (Castiglioncello, Livorno, 1951) è un percorso senza grandi deviazioni. Scultore formatosi prima all’Istituto Statale d’Arte di Lucca e poi all’Accademia di Belle Arti di Firenze. Costante il suo interesse allo sviluppo plastico dell’immagine, affiancato, all’inizio, dall’esperienza di un maestro come Oscar Gallo. Franchi ha costruito le sue forme su un segno corposo e ben strutturato: dipanato con morbidezza nella pittura e sinuosamente avviluppato intorno alla materia nella scultura. Inizia il suo intenso percorso espositivo alla fine degli anni Sessanta, non ancora ventenne, esponendo nella galleria dell’artista e amico Sirio Bandini a Cecina. Intanto prende corso la sua carriera d’insegnamento, che lo porterà, nel 1989, a ottenere la cattedra di Scultura all’Accademia di Belle Arti di Foggia, poi a Bologna e infine a Carrara, dove a tutt’oggi svolge il suo magistero.
Mario Madiai (nato a Siena nel 1944, vive tra Pisa e Livorno) come molti degli artisti informati alla pittura di area labronica, utilizza i temi tradizionali del paesaggio o della natura morta per approfondire un linguaggio individuale. La pagina di Madiai, a volte nitida e squillante di luce, oppure ammantata di lievi umbratilità, rappresenta, in ogni caso, lo stesso soggetto: l’emozione dello sguardo di fronte alle immagini, o alla memoria delle immagini. In lui c’è un apparentamento tra genialità e mestiere, sapendo affrontare e mettere in essere qualsivoglia tematica dove le luci e i toni raggiungono una tale sintesi del reale, che non abbiamo tentennamenti nel collocarlo tra i maestri contemporanei riusciti nell’intento di coniugare il grande trascorso toscano al presente.
Angiolo Volpe (Livorno, 1943) ha iniziato a dipingere giovanissimo e si è subito orientato verso la pittura come unica attività professionale. I suoi primi lavori risentono della lezione apportata dai Macchiaioli, pur evidenziando una propria linea espressiva originale che avrà modo di imporsi sempre più con il trascorrere del tempo infatti riesce tenacemente a portare avanti le proprie convinzioni artistiche modificando, col passare degli anni, la propria iconografia pittorica sempre in continua ricerca. Vive vicino a Castiglioncello, dove lavora in riservatezza, a contatto con il mare e la natura, assecondando il suo mite temperamento.
Il vernissage sarà ripreso dalle telecamere di Toscana Tv per la trasmissione “Incontri con l’arte” di Fabrizio Borghini.
La mostra patrocinata dal Comune di Rosignano Marittimo e realizzata in collaborazione con FuoriLuogo – servizi per l’arte e con l’Associazione Culturale “La Ruga” sarà visitabile, ad ingresso libero, fino al 10 luglio prossimo, tutti i giorni dalle ore 18.00 alle 20.00 e dalle 21.30 alle 24.00. Per info: 334 3445766, info@artgalleryilcesello.com.
Cinque protagonisti, cinque esperienze d’arte, mettono in mostra le loro opere e il loro pensiero di pittura con la loro singolarità di linguaggio comunicativo. Artisti non scelti a caso tra i molti operanti nell’ambito labronico, bensì si tratta di scelte fatte per la serietà di lavoro che hanno dimostrato negli anni: un confluire, armonico, di artisti ‘vestiti’ di autenticità.
Liberi da qualsivoglia condizionamento esterno dettato dall’ambiente in cui vivono, quello di area post-macchiaiola, hanno saputo scegliere e trovare un tratto caratteristico e caratterizzante la loro produzione che esula da antichi condizionamenti dal contesto culturale in cui lavorano. Diversi per genere e contenuto, in un variegato campionario di stili e di linguaggi, i cinque artisti in mostra propongono opere che partono da presupposti differenti ma che si intersecano tra loro toccandosi in più punti in un’amalgama artistica molto forte e significativa: il saper produrre opere d’arte con forti significati e capaci di suscitare forti emozioni.
Maurizio Bini, livornese, nato nel 1940, si è formato sul discrimine fra tradizione e i nuovi fermenti di ricerca, che significavano Pop art, Arte Concreta e Informale. L’impostazione al “fare”, tipica dell’Istituto d’Arte di quell’epoca, che l’artista aveva frequentato a Lucca, ha certamente contribuito a rafforzare e definire l’assetto pittorico di Bini, al di là dei vari “ismi” d’obbligo tra gli anni Sessanta e Settanta. Sempre a Lucca, dal 1970, è stato titolare della cattedra di discipline pittoriche al Liceo Artistico e in seguito al Liceo sperimentale di Livorno. La sua figurazione ha il calore del "vero", unito a un senso di sospensione.
Raffaele De Rosa nasce a Podenzana (Ms) nel 1940, nei pressi dell’antico insediamento di Luni, e per sei anni vive in Lunigiana. Un’infanzia isolata, con il disegno, praticato di nascosto. Poi si trasferirà a Napoli, in una casa vicino a un cimitero, che forse avrà contribuito a suscitare in lui il fascino per le atmosfere “gotiche” e risultare determinante nella costruzione delle figure mitiche che affollano la pittura dell’artista toscano. La pittura di De Rosa si sviluppa inizialmente sulla linea affine alla cultura e agli artisti dell’area labronica, con i quali viene in contatto quando, a sedici anni, si stabilirà a Livorno. Tutto questo ha certamente favorito l’immaginario fantastico di De Rosa; nasce così la sua pittura volontariamente “anacronistica”, fatta di città “possibili”, di eroi e cavalieri di mondi ed epoche lontane.
Quello di Franco Mauro Franchi (Castiglioncello, Livorno, 1951) è un percorso senza grandi deviazioni. Scultore formatosi prima all’Istituto Statale d’Arte di Lucca e poi all’Accademia di Belle Arti di Firenze. Costante il suo interesse allo sviluppo plastico dell’immagine, affiancato, all’inizio, dall’esperienza di un maestro come Oscar Gallo. Franchi ha costruito le sue forme su un segno corposo e ben strutturato: dipanato con morbidezza nella pittura e sinuosamente avviluppato intorno alla materia nella scultura. Inizia il suo intenso percorso espositivo alla fine degli anni Sessanta, non ancora ventenne, esponendo nella galleria dell’artista e amico Sirio Bandini a Cecina. Intanto prende corso la sua carriera d’insegnamento, che lo porterà, nel 1989, a ottenere la cattedra di Scultura all’Accademia di Belle Arti di Foggia, poi a Bologna e infine a Carrara, dove a tutt’oggi svolge il suo magistero.
Mario Madiai (nato a Siena nel 1944, vive tra Pisa e Livorno) come molti degli artisti informati alla pittura di area labronica, utilizza i temi tradizionali del paesaggio o della natura morta per approfondire un linguaggio individuale. La pagina di Madiai, a volte nitida e squillante di luce, oppure ammantata di lievi umbratilità, rappresenta, in ogni caso, lo stesso soggetto: l’emozione dello sguardo di fronte alle immagini, o alla memoria delle immagini. In lui c’è un apparentamento tra genialità e mestiere, sapendo affrontare e mettere in essere qualsivoglia tematica dove le luci e i toni raggiungono una tale sintesi del reale, che non abbiamo tentennamenti nel collocarlo tra i maestri contemporanei riusciti nell’intento di coniugare il grande trascorso toscano al presente.
Angiolo Volpe (Livorno, 1943) ha iniziato a dipingere giovanissimo e si è subito orientato verso la pittura come unica attività professionale. I suoi primi lavori risentono della lezione apportata dai Macchiaioli, pur evidenziando una propria linea espressiva originale che avrà modo di imporsi sempre più con il trascorrere del tempo infatti riesce tenacemente a portare avanti le proprie convinzioni artistiche modificando, col passare degli anni, la propria iconografia pittorica sempre in continua ricerca. Vive vicino a Castiglioncello, dove lavora in riservatezza, a contatto con il mare e la natura, assecondando il suo mite temperamento.
Il vernissage sarà ripreso dalle telecamere di Toscana Tv per la trasmissione “Incontri con l’arte” di Fabrizio Borghini.
La mostra patrocinata dal Comune di Rosignano Marittimo e realizzata in collaborazione con FuoriLuogo – servizi per l’arte e con l’Associazione Culturale “La Ruga” sarà visitabile, ad ingresso libero, fino al 10 luglio prossimo, tutti i giorni dalle ore 18.00 alle 20.00 e dalle 21.30 alle 24.00. Per info: 334 3445766, info@artgalleryilcesello.com.
29
giugno 2013
EX MARIS
Dal 29 giugno al 10 luglio 2013
arte contemporanea
Location
IL CESELLO
Rosignano Marittimo, via Marconi 1, 1a, (Livorno)
Rosignano Marittimo, via Marconi 1, 1a, (Livorno)
Orario di apertura
tutti i giorni ore 18.00 - 20.00 e 21.30 - 24.00
Vernissage
29 Giugno 2013, h 21.30
Autore
Curatore