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Expossible? – Cantiere Milano. Expo al bivio
Proseguono gli incontri e le mostre ‘Expossible?’ presso la Fondazione Corrente con il confronto tra artisti sensibili alle identità dei luoghi milanesi e con le parole di due protagonisti.
Comunicato stampa
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Prosegue con questo terzo appuntamento il ciclo di mostre e conferenze -Expossible?' dedicato dalla Fondazione Corrente all'Expo 2015 e al futuro della città di Milano. L'esposizione di lavori incentrati sul tema del cantiere e' un'opportunità per riflettere sul controverso fascino di queste grandi fabbriche di città e sulla valenza molteplice che la rappresentazione delle nuove costruzioni ha sulla percezione dell'ambiente urbano. La raffinatezza sempre maggiore delle simulazioni di architettura e la forza anticipatrice dei rendering che accompagnano ogni grande progetto costruiscono un'immagine di città in grado di precedere con inedita forza suggestiva la metropoli reale. Si tratta di attraenti finestre aperte sul futuro prossimo di Milano, capaci di evocare, mostrare, nascondere. In attesa che a questo patrimonio volatile di immagini si aggiunga il repertorio iconografico sul quartiere dell'Esposizione Internazionale, Corrente propone un dialogo serrato tra professionisti delle arti visive e non solo impegnati, ognuno secondo la propria chiave di lettura, a lavorare sulla metamorfosi del volto di Milano.
Walter Trecchi torna a esporre a Corrente con una serie di Cantieri che registra l'avanzamento dei lavori in alcuni grandi luoghi di trasformazione milanesi. La Nuova Sede della Regione, intanto battezzata Palazzo Lombardia, si innalza oltre il livello delle fondamenta che il pittore aveva registrato nella sua prima partecipazione a 'Expossible?' e mostra il profilo sinuoso, sostenuto dallo slancio vertiginoso di gru altissime. La complessità dell'architettura in fieri si mostra nella sovrapposizione incompleta di piani, nell'intersecarsi di legno, cemento e ferro, nell'aggetto delle passerelle per gli operai, che trasformano l'edificio in costruzione in un prisma dalle molteplici facce. Il vuoto si ritira entro i vani delle finestre, i teli dispiegati proiettano all'esterno le ombre di una struttura in progressivo riempimento, che utilizza gli stessi materiali con i quali Trecchi prepara le proprie tele. E' la materia che si riappropria dello spazio occupato dalle immagini computerizzate diffuse a illustrazione dei progetti, che prefigurano le nuove architetture nella trama della città. Questa si stende su cieli bianchi e corrosi, in attesa di una vera rinascita.
I grandi quadri del pittore comasco dialogano con il video di Francesco Fei, ambientato nel nascente quartiere di Porta Nuova. In 21_06_09, il regista costruisce una dialettica narrativa tra il cantiere, elemento inedito e temporaneo del panorama urbano, e le affissioni pubblicitarie, che propongono invece l'immagine consolidata e convenzionale di una Milano capitale della moda. Il cortocircuito che si crea tra le presenze imprevedibili e 'maschili' dei cantieri e gli stereotipi femminili proposti dai cartelloni promozionali e' accompagnato da una riflessione sulla persistenza dell'immagine delle campagne di comunicazione, costantemente illuminata.
Al progressivo ritirarsi della città reale, che verso sera si perde nell'indistinguibilità di una silhouette, fa riscontro la tenacità degli emblemi patinati della pubblicità, che si sottraggono all'oscurità grazie all'illuminazione artificiale e che diventano fulcro dell'orizzonte visivo notturno. La struttura narrativa e ritmica della città, spesso ignorata a favore della percezione dell'ambiente metropolitano come sfondo di un'azione, e' rafforzata dall'intervento sul video dei suoni di Steve Piccolo, che costruisce un vero e proprio disegno narrativo integrato con quello dell'immagine. Suono, drammaturgia e contenuto visivo si condensano in una opera -sinestetica' di grande intensità. Il suono rivendica una immediatezza guadagnata nell'ambito di una cultura in cui la pervasività delle tecnologie mediatiche ha spesso reso esausta la comunicazione attraverso l'immagine. La riscoperta dell'onestà del suono ben si accorda con il soggetto cantiere, che rivela la struttura degli edifici prima che questa venga occultata da un rivestimento abbagliante e tuttavia portatore di ambiguità rispetto all'anima dell'architettura. Piccolo si concentra sulla temporalità dei siti in costruzione e si serve della registrazione di voci umane, sincere nella propria fragilità e non-meccanicità, come testimoni eccellenti della vera essenza urbana.
Al primo piano della Fondazione, il quartiere osservato da Fei torna nel lavoro del reporter Marco Garofalo, che annota da una posizione sopraelevata il fermento della metropoli. Opportunità e dovere di fissare l'attualità diventano possibilità di intuirne gli sviluppi futuri. Dall'alto dei grattacieli, lo sguardo abbraccia con la fotografia le discontinuità del costruito, dove si indovinano i segni che genereranno i nuovi edifici. Si tratta di spunti di razionalità inseriti nel disordinato tracciato dei quartieri, oppure di elementi di disturbo dell'esistente, catalizzatori di energie materiali capaci di suggestionare e di travestirsi da elementi orografici - il delta fangoso di un fiume, una cava naturale, uno strapiombo. Il traffico si infrange sulle sponde del cantiere, il vuoto temporaneo pare escludere e attrarre l'intorno, le macchine sembrano ruotare trascinate verso il centro da un grande vortice metropolitano. L'altezza della visione cancella la presenza delle persone, che si perdono nel tono dominante dell'asfalto.
Enrico Savi si serve invece di una macchina Holga per produrre una immagine non fenomenica, all'insegna della complessità e dello sdoppiamento. L'edificio in costruzione e' per il fotografo milanese una vera e propria evoluzione del tema architettura. Si tratta di un soggetto a se' stante, la cui rappresentazione ben si presta alla lunga gestazione da cui nascono queste fotografie. Si tratta del concorso tra il caso - infiltrazione della luce nella macchina - e progettualità. Il fotografo prefigura il risultato finale ottenuto dall'impressione multipla sulla pellicola e rievoca uno dei princi'pi originari della fotografia, quello dell'immagine latente. Una metodologia di lavoro che mette in luce la complessità propria della città e del suo processo di accrescimento e progressiva stratificazione. I cantieri sparsi in tutta Milano dialogano tra loro e condividono un'immagine precaria e multipla, l'evanescenza delle forme nega la stabilità stessa di cui l'architettura si vuole icona.
BIOGRAFIE ARTISTI
Francesco Fei (Firenze, 1967) realizza all'inizio degli anni Novanta alcuni cortometraggi selezionati e premiati a vari festival italiani e internazionali. Dopo la laurea in Storia del Cinema comincia a lavorare nel campo dei video musicali realizzando numerosi clip con i piu' importanti musicisti italiani. Parallelamente collabora con MTV per la regia della serie di documenti sociali -True Life- e con la crew -Eggs Invaders- per una video installazione live presso la Galleria d'Arte Re Baudengo di Torino. Nel 2004 apre la sua casa di produzione con la quale realizza il suo primo lungometraggio, -Onde-, film selezionato a molti festival internazionali e segnalato dalla critica. E' docente allo IED di Milano e tiene corsi e seminari su nuovi media e videoclip. Nel 2007 e nel 2008 realizza, in collaborazione con il musicista Steve Piccolo, due nuove videoinstallazioni: -Onde in Apnea- e -Temporality Residentity-, quest'ultima presentata al 65° Festival del Cinema di Venezia e all'11a Biennale di Architettura.
Marco Garofalo (Milano, 1976) comincia a lavorare nella fotografia nel campo della moda e pubblicità dieci anni fa. Oggi lavora come foto/video-reporter, principalmente in ambito sociale e culturale; e' autore televisivo e ideatore di comunicazione creativa. Nel 2007 ha esposto in: -Milano si mostra-, con il progetto -Passaggio 35- sulla rappresentazione della trasformazione urbana e sociale della città di Milano. Ha esposto in diverse mostre personali e collettive con progetti tra cui i piu' recenti: -Purgatorio', storia dell'anno calcistico della Juventus in serie B, -Kinois, ragazzi di Kinshasa-, raccolta fotografica del suo progetto di insegnamento della professione di fotografo nella capitale congolese, -Chinese dream- sulla trasformazione urbana e sociale in Cina. Ha curato la mostra fotografica collettiva -L'Africa nel pallone-. È il fotografo ufficiale del progetto -Porta Nuova- (città della moda), Milano. Insegna fotografia in Italia e all'estero, presso strutture sociali di affidamento di adolescenti con problemi familiari, con cui si e' tentato un percorso di recupero mediato dal linguaggio della fotografia e dalle sue possibilità creative.
Steve Piccolo (New Hampshire, 1954) inizia la propria attività suonando in gruppi jazz all'inizio degli anni '70. Nel 1978 e' tra i fondatori del gruppo The Lounge Lizards, con il quale collabora per i successivi cinque anni. Autore musicale a New York nei secondi anni '80, negli anni '90 si trasferisce a Milano, dove riprende l'attività di musicista. Tra il 1999 e il 2004 realizza il progetto -The Expedition-, un lavoro musicale-narrativo aperto a diverse possibilità a seconda della città in cui viene realizzato. Il lavoro nasce come inchiesta sulla possibilità della musica di agire da mediatore tra ascoltatore e soundscape delle città, cosi' come cinema e pittura mediano tra osservatore e landscape. Porta avanti numerosi progetti e collaborazioni con musicisti, artisti, designer, registi ed e' impegnato in attività didattiche e seminariali in Italia e all'estero.
Enrico Savi (Milano, 1976) basa la propria ricerca essenzialmente sull'interpretazione dei diversi lati che compongono una stessa realtà e la sviluppa attraverso una tecnica del tutto personale. Le opere, stampate in tre esemplari (piccolo, medio e grande formato), sono abitualmente realizzate con una macchina fotografica di plastica - Holga - attraverso la quale, senza alcun tipo di post produzione, Savi raggiunge degli effetti di sovrimpressione di piu' immagini sul fotogramma. In tal modo, plasmando la realtà apparente, egli approfondisce tematiche complesse, quasi -sfondando- la bidimensionalità dell'opera riportata su carta fotografica, alla ricerca di diverse prospettive e diverse angolazioni all'interno della stessa opera. E' impegnato in una continua attività espositiva, tra cui si citano la recente -Luoghi dell'immaginario-, al Castello Visconteo di Legnano (2009) e la partecipazione a importanti fiere d'arte italiane.
Walter Trecchi (Como, 1964) inizia la propria pratica professionale come disegnatore di tessuti.
Si dedica esclusivamente alla pittura dal 1998, dopo una selezione per il Premio Arte. Nel 2004 vince il primo premio del concorso La Fenice di Venezia. Impegnato in una costante attività espositiva, Trecchi e' pittore del paesaggio urbano, soprattutto di quello in trasformazione. L'attrazione per la città che cambia si manifesta nel suo lavoro di ricerca sugli edifici industriali dismessi (-Ex,- nel 2003), sui -Cantieri,- tematica prediletta che porta avanti dal 2005, sulle -Gru- (2004) che animano i nostri panorami metropolitani. -Città Sospesa-, -Linee di fuga- (2008) e -Metropolis-(2009) sono alcuni dei piu' recenti risultati della sua riflessione sulla natura della città italiana, europea, globale. Nell'ultimo anno ha ulteriormente sviluppato la propria riflessione sul vocabolario dell'immaginario urbano e si prepara a esporre i risultati di questa nuova ricerca in gallerie italiane e straniere.
Walter Trecchi torna a esporre a Corrente con una serie di Cantieri che registra l'avanzamento dei lavori in alcuni grandi luoghi di trasformazione milanesi. La Nuova Sede della Regione, intanto battezzata Palazzo Lombardia, si innalza oltre il livello delle fondamenta che il pittore aveva registrato nella sua prima partecipazione a 'Expossible?' e mostra il profilo sinuoso, sostenuto dallo slancio vertiginoso di gru altissime. La complessità dell'architettura in fieri si mostra nella sovrapposizione incompleta di piani, nell'intersecarsi di legno, cemento e ferro, nell'aggetto delle passerelle per gli operai, che trasformano l'edificio in costruzione in un prisma dalle molteplici facce. Il vuoto si ritira entro i vani delle finestre, i teli dispiegati proiettano all'esterno le ombre di una struttura in progressivo riempimento, che utilizza gli stessi materiali con i quali Trecchi prepara le proprie tele. E' la materia che si riappropria dello spazio occupato dalle immagini computerizzate diffuse a illustrazione dei progetti, che prefigurano le nuove architetture nella trama della città. Questa si stende su cieli bianchi e corrosi, in attesa di una vera rinascita.
I grandi quadri del pittore comasco dialogano con il video di Francesco Fei, ambientato nel nascente quartiere di Porta Nuova. In 21_06_09, il regista costruisce una dialettica narrativa tra il cantiere, elemento inedito e temporaneo del panorama urbano, e le affissioni pubblicitarie, che propongono invece l'immagine consolidata e convenzionale di una Milano capitale della moda. Il cortocircuito che si crea tra le presenze imprevedibili e 'maschili' dei cantieri e gli stereotipi femminili proposti dai cartelloni promozionali e' accompagnato da una riflessione sulla persistenza dell'immagine delle campagne di comunicazione, costantemente illuminata.
Al progressivo ritirarsi della città reale, che verso sera si perde nell'indistinguibilità di una silhouette, fa riscontro la tenacità degli emblemi patinati della pubblicità, che si sottraggono all'oscurità grazie all'illuminazione artificiale e che diventano fulcro dell'orizzonte visivo notturno. La struttura narrativa e ritmica della città, spesso ignorata a favore della percezione dell'ambiente metropolitano come sfondo di un'azione, e' rafforzata dall'intervento sul video dei suoni di Steve Piccolo, che costruisce un vero e proprio disegno narrativo integrato con quello dell'immagine. Suono, drammaturgia e contenuto visivo si condensano in una opera -sinestetica' di grande intensità. Il suono rivendica una immediatezza guadagnata nell'ambito di una cultura in cui la pervasività delle tecnologie mediatiche ha spesso reso esausta la comunicazione attraverso l'immagine. La riscoperta dell'onestà del suono ben si accorda con il soggetto cantiere, che rivela la struttura degli edifici prima che questa venga occultata da un rivestimento abbagliante e tuttavia portatore di ambiguità rispetto all'anima dell'architettura. Piccolo si concentra sulla temporalità dei siti in costruzione e si serve della registrazione di voci umane, sincere nella propria fragilità e non-meccanicità, come testimoni eccellenti della vera essenza urbana.
Al primo piano della Fondazione, il quartiere osservato da Fei torna nel lavoro del reporter Marco Garofalo, che annota da una posizione sopraelevata il fermento della metropoli. Opportunità e dovere di fissare l'attualità diventano possibilità di intuirne gli sviluppi futuri. Dall'alto dei grattacieli, lo sguardo abbraccia con la fotografia le discontinuità del costruito, dove si indovinano i segni che genereranno i nuovi edifici. Si tratta di spunti di razionalità inseriti nel disordinato tracciato dei quartieri, oppure di elementi di disturbo dell'esistente, catalizzatori di energie materiali capaci di suggestionare e di travestirsi da elementi orografici - il delta fangoso di un fiume, una cava naturale, uno strapiombo. Il traffico si infrange sulle sponde del cantiere, il vuoto temporaneo pare escludere e attrarre l'intorno, le macchine sembrano ruotare trascinate verso il centro da un grande vortice metropolitano. L'altezza della visione cancella la presenza delle persone, che si perdono nel tono dominante dell'asfalto.
Enrico Savi si serve invece di una macchina Holga per produrre una immagine non fenomenica, all'insegna della complessità e dello sdoppiamento. L'edificio in costruzione e' per il fotografo milanese una vera e propria evoluzione del tema architettura. Si tratta di un soggetto a se' stante, la cui rappresentazione ben si presta alla lunga gestazione da cui nascono queste fotografie. Si tratta del concorso tra il caso - infiltrazione della luce nella macchina - e progettualità. Il fotografo prefigura il risultato finale ottenuto dall'impressione multipla sulla pellicola e rievoca uno dei princi'pi originari della fotografia, quello dell'immagine latente. Una metodologia di lavoro che mette in luce la complessità propria della città e del suo processo di accrescimento e progressiva stratificazione. I cantieri sparsi in tutta Milano dialogano tra loro e condividono un'immagine precaria e multipla, l'evanescenza delle forme nega la stabilità stessa di cui l'architettura si vuole icona.
BIOGRAFIE ARTISTI
Francesco Fei (Firenze, 1967) realizza all'inizio degli anni Novanta alcuni cortometraggi selezionati e premiati a vari festival italiani e internazionali. Dopo la laurea in Storia del Cinema comincia a lavorare nel campo dei video musicali realizzando numerosi clip con i piu' importanti musicisti italiani. Parallelamente collabora con MTV per la regia della serie di documenti sociali -True Life- e con la crew -Eggs Invaders- per una video installazione live presso la Galleria d'Arte Re Baudengo di Torino. Nel 2004 apre la sua casa di produzione con la quale realizza il suo primo lungometraggio, -Onde-, film selezionato a molti festival internazionali e segnalato dalla critica. E' docente allo IED di Milano e tiene corsi e seminari su nuovi media e videoclip. Nel 2007 e nel 2008 realizza, in collaborazione con il musicista Steve Piccolo, due nuove videoinstallazioni: -Onde in Apnea- e -Temporality Residentity-, quest'ultima presentata al 65° Festival del Cinema di Venezia e all'11a Biennale di Architettura.
Marco Garofalo (Milano, 1976) comincia a lavorare nella fotografia nel campo della moda e pubblicità dieci anni fa. Oggi lavora come foto/video-reporter, principalmente in ambito sociale e culturale; e' autore televisivo e ideatore di comunicazione creativa. Nel 2007 ha esposto in: -Milano si mostra-, con il progetto -Passaggio 35- sulla rappresentazione della trasformazione urbana e sociale della città di Milano. Ha esposto in diverse mostre personali e collettive con progetti tra cui i piu' recenti: -Purgatorio', storia dell'anno calcistico della Juventus in serie B, -Kinois, ragazzi di Kinshasa-, raccolta fotografica del suo progetto di insegnamento della professione di fotografo nella capitale congolese, -Chinese dream- sulla trasformazione urbana e sociale in Cina. Ha curato la mostra fotografica collettiva -L'Africa nel pallone-. È il fotografo ufficiale del progetto -Porta Nuova- (città della moda), Milano. Insegna fotografia in Italia e all'estero, presso strutture sociali di affidamento di adolescenti con problemi familiari, con cui si e' tentato un percorso di recupero mediato dal linguaggio della fotografia e dalle sue possibilità creative.
Steve Piccolo (New Hampshire, 1954) inizia la propria attività suonando in gruppi jazz all'inizio degli anni '70. Nel 1978 e' tra i fondatori del gruppo The Lounge Lizards, con il quale collabora per i successivi cinque anni. Autore musicale a New York nei secondi anni '80, negli anni '90 si trasferisce a Milano, dove riprende l'attività di musicista. Tra il 1999 e il 2004 realizza il progetto -The Expedition-, un lavoro musicale-narrativo aperto a diverse possibilità a seconda della città in cui viene realizzato. Il lavoro nasce come inchiesta sulla possibilità della musica di agire da mediatore tra ascoltatore e soundscape delle città, cosi' come cinema e pittura mediano tra osservatore e landscape. Porta avanti numerosi progetti e collaborazioni con musicisti, artisti, designer, registi ed e' impegnato in attività didattiche e seminariali in Italia e all'estero.
Enrico Savi (Milano, 1976) basa la propria ricerca essenzialmente sull'interpretazione dei diversi lati che compongono una stessa realtà e la sviluppa attraverso una tecnica del tutto personale. Le opere, stampate in tre esemplari (piccolo, medio e grande formato), sono abitualmente realizzate con una macchina fotografica di plastica - Holga - attraverso la quale, senza alcun tipo di post produzione, Savi raggiunge degli effetti di sovrimpressione di piu' immagini sul fotogramma. In tal modo, plasmando la realtà apparente, egli approfondisce tematiche complesse, quasi -sfondando- la bidimensionalità dell'opera riportata su carta fotografica, alla ricerca di diverse prospettive e diverse angolazioni all'interno della stessa opera. E' impegnato in una continua attività espositiva, tra cui si citano la recente -Luoghi dell'immaginario-, al Castello Visconteo di Legnano (2009) e la partecipazione a importanti fiere d'arte italiane.
Walter Trecchi (Como, 1964) inizia la propria pratica professionale come disegnatore di tessuti.
Si dedica esclusivamente alla pittura dal 1998, dopo una selezione per il Premio Arte. Nel 2004 vince il primo premio del concorso La Fenice di Venezia. Impegnato in una costante attività espositiva, Trecchi e' pittore del paesaggio urbano, soprattutto di quello in trasformazione. L'attrazione per la città che cambia si manifesta nel suo lavoro di ricerca sugli edifici industriali dismessi (-Ex,- nel 2003), sui -Cantieri,- tematica prediletta che porta avanti dal 2005, sulle -Gru- (2004) che animano i nostri panorami metropolitani. -Città Sospesa-, -Linee di fuga- (2008) e -Metropolis-(2009) sono alcuni dei piu' recenti risultati della sua riflessione sulla natura della città italiana, europea, globale. Nell'ultimo anno ha ulteriormente sviluppato la propria riflessione sul vocabolario dell'immaginario urbano e si prepara a esporre i risultati di questa nuova ricerca in gallerie italiane e straniere.
07
aprile 2010
Expossible? – Cantiere Milano. Expo al bivio
Dal 07 aprile al 06 maggio 2010
arte contemporanea
Location
FONDAZIONE CORRENTE
Milano, Via Carlo Porta, 5, (Milano)
Milano, Via Carlo Porta, 5, (Milano)
Orario di apertura
martedì, mercoledì, giovedì, ore 9-12.30 e 15-18.30
Vernissage
7 Aprile 2010, ore 18.30
Autore
Curatore