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Eyes Touching Hands
La mostra di Luca Spano Eyes touching Hands, a cura di Emanuela Manca, esplora, attraverso l’utilizzo di differenti linguaggi visivi – fotografie, video, manufatti tridimensionali e testi – il rapporto tra tatto e vista contestualizzandolo all’interno di una società post-alfabetizzata.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Da sabato 21 maggio fino a domenica 19 giugno GARAGE 33 ospiterà il progetto site-specific di Luca Spano, Eyes touching Hands, a cura di Emanuela Manca.
Eyes touching Hands esplora, attraverso l’utilizzo di differenti linguaggi visivi - fotografie, video, manufatti tridimensionali e testi - il rapporto tra tatto e vista contestualizzandolo all’interno di una società post-alfabetizzata, un paesaggio sociale in cui la tecnologia multimediale sembra rendere la capacità di leggere e scrivere sempre più obsoleta. Un mondo in cui l’immagine tende a sostituire la realtà, mentre la percezione del reale si sovrappone sempre più alla sua riproduzione generando una progressiva incapacità dell’individuo di distinguere tra realtà e apparenza. L’immagine dell’oggetto materializza l’oggetto stesso.
In questo scenario, restituire i sensi a noi stessi permetterebbe di resistere all’infinito regresso di rappresentazioni e sensazioni.
Il nostro sistema neurocognitivo sviluppa sofisticate strategie per acquisire dati e generare interpretazioni di esperienze e i nostri sensi sono la prima interfaccia di questo processo. Il senso della vista è intrinsecamente correlato a quello del tatto, impigliati in un sistema referenziale di visione e materialità. Come numerosi esperimenti neuroscientifici hanno dimostrato infatti, i due sensi attivano il cervello in modi simili, come se potessimo vedere con le mani e toccare con gli occhi. La soggettività diviene allora tassello indispensabile per conciliare una tradizione legata all'analogia tra mente e computer con la rivalutazione del ruolo giocato dal corpo nei processi conoscitivi. Per la loro apparente fedeltà al reale, le immagini contribuiscono alla nostra rappresentazione del mondo ma la percezione avviene sempre in stretta relazione con i condizionamenti cognitivi, sociali e culturali del soggetto.
La mostra si trasforma in una sorta di testo dialogico, la cui definizione non è codificata dall’artista quanto piuttosto dallo spettatore, un sotto testo immaginabile da ciascuno in maniera diversa, con una compresenza di significati eterogenei, nel quale la realtà percepita diviene molteplice. L’artista lascia riempire il vuoto tra soggetto e rappresentazione dalla soggettività dello spettatore e invita al contempo a riconsiderare i modi di fruizione della realtà e dell’arte.
La mostra realizzata per Garage 33 è il primo appuntamento del progetto F-R-A-M-E, ideato da Maurizio Bosa e Emanuela Manca. Un contenitore/piattaforma/spazio fluido dedicato alla ricerca di artisti visivi che utilizzano il mezzo fotografico in maniera eterodossa, come elemento di un sistema di riflessione o narrazione.
Attraverso attività espositive, di incontro e di partecipazione allargata intende riflettere sull'impatto visivo, emotivo e culturale dell’immagine visuale sulla società contemporanea.
A completamento del progetto espositivo sarà disponibile una pubblicazione in copie limitate e numerate edita da A4 e Oreri e stampata risograph.
Luca Spano è nato nel 1982 a Cagliari, dove attualmente vive e opera. Il suo lavoro è stato esposto in musei, gallerie e festival tra cui La Triennale di Milano; MACRO Museo d'Arte Contemporanea di Roma; BredaPhoto International Festival; Savvy Contemporary, Berlino; Luis Adelantado Gallery, Valencia; Caelum Gallery, New York; Galleria Paolo Erbetta, Foggia; Istituto di Cultura Italiana di Parigi; Museo Etnografico ISRE di Nuoro. Ha a ricevuto premi e sovvenzioni - The MEAD Fellowship (UK), CCA Grant e Einaudi Research Grant (US), The John Hartell Award (US), Graziadei Prize (ITA), New Work Grant Prospect Art (US) - e le sue opere fanno parte di collezioni private e pubbliche come il Museo MAXXI, la Collezione GraziaDei, la collezione di libri d'artista della Cornell University e il Museo Etnografico ISRE.
Eyes touching Hands esplora, attraverso l’utilizzo di differenti linguaggi visivi - fotografie, video, manufatti tridimensionali e testi - il rapporto tra tatto e vista contestualizzandolo all’interno di una società post-alfabetizzata, un paesaggio sociale in cui la tecnologia multimediale sembra rendere la capacità di leggere e scrivere sempre più obsoleta. Un mondo in cui l’immagine tende a sostituire la realtà, mentre la percezione del reale si sovrappone sempre più alla sua riproduzione generando una progressiva incapacità dell’individuo di distinguere tra realtà e apparenza. L’immagine dell’oggetto materializza l’oggetto stesso.
In questo scenario, restituire i sensi a noi stessi permetterebbe di resistere all’infinito regresso di rappresentazioni e sensazioni.
Il nostro sistema neurocognitivo sviluppa sofisticate strategie per acquisire dati e generare interpretazioni di esperienze e i nostri sensi sono la prima interfaccia di questo processo. Il senso della vista è intrinsecamente correlato a quello del tatto, impigliati in un sistema referenziale di visione e materialità. Come numerosi esperimenti neuroscientifici hanno dimostrato infatti, i due sensi attivano il cervello in modi simili, come se potessimo vedere con le mani e toccare con gli occhi. La soggettività diviene allora tassello indispensabile per conciliare una tradizione legata all'analogia tra mente e computer con la rivalutazione del ruolo giocato dal corpo nei processi conoscitivi. Per la loro apparente fedeltà al reale, le immagini contribuiscono alla nostra rappresentazione del mondo ma la percezione avviene sempre in stretta relazione con i condizionamenti cognitivi, sociali e culturali del soggetto.
La mostra si trasforma in una sorta di testo dialogico, la cui definizione non è codificata dall’artista quanto piuttosto dallo spettatore, un sotto testo immaginabile da ciascuno in maniera diversa, con una compresenza di significati eterogenei, nel quale la realtà percepita diviene molteplice. L’artista lascia riempire il vuoto tra soggetto e rappresentazione dalla soggettività dello spettatore e invita al contempo a riconsiderare i modi di fruizione della realtà e dell’arte.
La mostra realizzata per Garage 33 è il primo appuntamento del progetto F-R-A-M-E, ideato da Maurizio Bosa e Emanuela Manca. Un contenitore/piattaforma/spazio fluido dedicato alla ricerca di artisti visivi che utilizzano il mezzo fotografico in maniera eterodossa, come elemento di un sistema di riflessione o narrazione.
Attraverso attività espositive, di incontro e di partecipazione allargata intende riflettere sull'impatto visivo, emotivo e culturale dell’immagine visuale sulla società contemporanea.
A completamento del progetto espositivo sarà disponibile una pubblicazione in copie limitate e numerate edita da A4 e Oreri e stampata risograph.
Luca Spano è nato nel 1982 a Cagliari, dove attualmente vive e opera. Il suo lavoro è stato esposto in musei, gallerie e festival tra cui La Triennale di Milano; MACRO Museo d'Arte Contemporanea di Roma; BredaPhoto International Festival; Savvy Contemporary, Berlino; Luis Adelantado Gallery, Valencia; Caelum Gallery, New York; Galleria Paolo Erbetta, Foggia; Istituto di Cultura Italiana di Parigi; Museo Etnografico ISRE di Nuoro. Ha a ricevuto premi e sovvenzioni - The MEAD Fellowship (UK), CCA Grant e Einaudi Research Grant (US), The John Hartell Award (US), Graziadei Prize (ITA), New Work Grant Prospect Art (US) - e le sue opere fanno parte di collezioni private e pubbliche come il Museo MAXXI, la Collezione GraziaDei, la collezione di libri d'artista della Cornell University e il Museo Etnografico ISRE.
21
maggio 2022
Eyes Touching Hands
Dal 21 maggio al 19 giugno 2022
arte contemporanea
Location
Garage 33
Nuoro, Via Aspromonte, 33, (NU)
Nuoro, Via Aspromonte, 33, (NU)
Orario di apertura
Martedì 17-1930 Mercoledì 17-1930 Giovedì 17-1930 venerdì 11-13 /17-1930 sabato 11-13 /17-1930 Domenica 19-2030
Editore
A4 edizioni indipendenti
Autore
Curatore
Progetto grafico