Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Ezio Flammia
In mostra 20 maschere fliaciche costruite secondo la tecnica greca (stoffa e chiara d’uovo) , di Ezio Flammia.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
A Celano presso il Palazzo della Cultura–Auditorium Enrico Fermi sono esposte(fino a tutto febbraio 2010), 20 maschere fliaciche costruite secondo la tecnica greca (stoffa e chiara d’uovo) , di Ezio Flammia.
Le maschere saranno donate al comune marsicano, quando subentrerà il nuovo Consiglio Comunale, al termine dell’amministrazione commissariale.
Le maschere sono state esposte in diverse sedi museali (Museo Istorico Nazionale di Santiago del Cile, Museo delle Arti e Tradizioni popolari di Roma, Palazzo reale di Caserta) e luoghi espositivi prestigiosi (Istituto Italiano di Cultura di Colonia e di Zagabria, Centro Cultural Borges di Buenos Aires, lo Schauspielhaus di Wuppertal ed ancora in Gallerie d’arte (“Il Tempo ritrovato di Roma” e il Centro culturale - Galleria d’arte “L’officina”di Anagni).
Tre maschere fliaciche, costruite da Ezio Flammia, fanno parte della Collezione del Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari di Roma ed una del Museo Histórico Nacional di Santiago del Cile.
In Grecia, fliacico era l’appellativo che si dava agli attori, di alcune farse antiche, per indicare un genere buffonesco e ciarliero. Il termine si adoperava anche per indicare i demoni dell’ abbondanza e della fertilità del “tiaso dionisiaco”, invocato in alcuni riti agresti. La farsa fliacica si afferma nella Magna Grecia nel IV sec. a.C., è un genere di spettacolo comico che introdotto dalla madrepatria, a contatto con culture diverse (osco-sannitiche, etrusche), assume forme originali. Gli attori indossano le maschere a mò di elmo e recitano su palchi improvvisati, utilizzando pochi elementi scenici e le loro satire, pungenti e salaci, non risparmiano né i comuni mortali, né eroi del mito, né le divinità. Per le parti maschili i costumi sono: ventre e glutei enormi (ottenuti con imbottiture) sotto i quali è cucito un grosso fallo pendulo, un camiciotto stretto alla vita e a volte un giubbetto color pelle con i capezzoli e l’ombelico disegnati, stretti calzoni, sandali, una corta mantellina; per le parti femminili: chitone e mantello. Le maschere sono quasi tutte del tipo ad elmo, alcune enormi poiché sono proporzionate alla grossezza e alla goffaggine del costume. Sono deformi e comiche, espressioni ridicole di atteggiamenti e di stati d’animo, con gli occhi spalancati e con le bocche a volte chiuse, adoperate quest’ultime forse per parti di mimo. La farsa fliacica da genere popolare diviene, poi, una vera moda: non si giustifica altrimenti la grande quantità di vasi, decorati con scene teatrali, che ci sono pervenuti (circa 185, catalogati da Trendall), tutti di pregevole fattura e alcuni firmati da artisti quali Assteas, Phithon e Amykos.
Il successo del teatro fliacico, è dovuto essenzialmente al contenuto delle farse, alla bravura degli attori (mimi e danzatori) e alle maschere che, eccitando la fantasia, attraggono l’attenzione del pubblico.
Le maschere saranno donate al comune marsicano, quando subentrerà il nuovo Consiglio Comunale, al termine dell’amministrazione commissariale.
Le maschere sono state esposte in diverse sedi museali (Museo Istorico Nazionale di Santiago del Cile, Museo delle Arti e Tradizioni popolari di Roma, Palazzo reale di Caserta) e luoghi espositivi prestigiosi (Istituto Italiano di Cultura di Colonia e di Zagabria, Centro Cultural Borges di Buenos Aires, lo Schauspielhaus di Wuppertal ed ancora in Gallerie d’arte (“Il Tempo ritrovato di Roma” e il Centro culturale - Galleria d’arte “L’officina”di Anagni).
Tre maschere fliaciche, costruite da Ezio Flammia, fanno parte della Collezione del Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari di Roma ed una del Museo Histórico Nacional di Santiago del Cile.
In Grecia, fliacico era l’appellativo che si dava agli attori, di alcune farse antiche, per indicare un genere buffonesco e ciarliero. Il termine si adoperava anche per indicare i demoni dell’ abbondanza e della fertilità del “tiaso dionisiaco”, invocato in alcuni riti agresti. La farsa fliacica si afferma nella Magna Grecia nel IV sec. a.C., è un genere di spettacolo comico che introdotto dalla madrepatria, a contatto con culture diverse (osco-sannitiche, etrusche), assume forme originali. Gli attori indossano le maschere a mò di elmo e recitano su palchi improvvisati, utilizzando pochi elementi scenici e le loro satire, pungenti e salaci, non risparmiano né i comuni mortali, né eroi del mito, né le divinità. Per le parti maschili i costumi sono: ventre e glutei enormi (ottenuti con imbottiture) sotto i quali è cucito un grosso fallo pendulo, un camiciotto stretto alla vita e a volte un giubbetto color pelle con i capezzoli e l’ombelico disegnati, stretti calzoni, sandali, una corta mantellina; per le parti femminili: chitone e mantello. Le maschere sono quasi tutte del tipo ad elmo, alcune enormi poiché sono proporzionate alla grossezza e alla goffaggine del costume. Sono deformi e comiche, espressioni ridicole di atteggiamenti e di stati d’animo, con gli occhi spalancati e con le bocche a volte chiuse, adoperate quest’ultime forse per parti di mimo. La farsa fliacica da genere popolare diviene, poi, una vera moda: non si giustifica altrimenti la grande quantità di vasi, decorati con scene teatrali, che ci sono pervenuti (circa 185, catalogati da Trendall), tutti di pregevole fattura e alcuni firmati da artisti quali Assteas, Phithon e Amykos.
Il successo del teatro fliacico, è dovuto essenzialmente al contenuto delle farse, alla bravura degli attori (mimi e danzatori) e alle maschere che, eccitando la fantasia, attraggono l’attenzione del pubblico.
08
dicembre 2009
Ezio Flammia
Dall'otto dicembre 2009 al 28 febbraio 2010
arte contemporanea
Location
PALAZZO DELLA CULTURA
Celano, Corso Vittorio Emanuele, 19, (L'aquila)
Celano, Corso Vittorio Emanuele, 19, (L'aquila)
Sito web
www.ezioflammia.com
Autore