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Fabiana de Barros / Michel Favre – Ultra Non Stop. Nessun luogo è vuoto
Prendendo spunto dalla configurazione originaria del luogo, un’ex officina grafica ove dimora – vero e proprio genius loci – una macchina da stampa Roland Ultra, gli artisti intervengono su uno spazio all’apparenza inerte, ma ancora attraversato da linee di forza che è possibile rivelare. La camera a raggi infrarossi rende visibile agli spettatori la loro presenza nella mostra, annullando l’architettura li colloca nella vecchia stamperia e nello spazio-tempo della memoria: su uno schermo intanto appaiono i gesti degli operai che un tempo erano indaffarati in quel luogo.
Comunicato stampa
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Assab One inaugura tre mostre in tre diversi spazi della sua sede.
Al piano terra Fabiana de Barros e Michel Favre e Wolfgang Weileder presentano due progetti artistici che hanno in comune il rapporto con il tempo e con lo spazio e la riflessione sulla memoria dei luoghi. In entrambi i casi l’uso della tecnologia fa emergere aspetti della realtà che di solito rimangono nascosti allo sguardo. Al primo piano le “nature morte” di Eléna Nemkova indagano la relazione tra scienza e gastronomia, sollecitano l’immaginario e pongono questioni profonde sul nostro rapporto con il cibo e con l’alimentazione.
Fabiana de Barros e Michel Favre
Ultra Non Stop
nessun luogo è vuoto
Fabiana de Barros, artista svizzera di origine brasiliana, si è formata presso la facoltà di arti plastiche della FAAP di San Paolo e l’Ecole Supérieure d’Arts Visuels di Ginevra. Nel suo lavoro il pubblico ha un ruolo primario.
Michel Favre, cineasta e fotografo svizzero, si è formato presso l’Ecole Supérieure d’Arts Visuels di Ginevra e sviluppa un lavoro a cavallo tra il cinema e l’arte contemporanea. In particolare si interessa alla questione della soppressione del soggetto nel film e al mezzo come punto di partenza per uno sguardo sul reale.
Insieme hanno realizzato il lungometraggio L’image à paroles (2006), che accompagna la mostra.
L’installazione di Fabiana e Michel ad Assab One prosegue la loro comune ricerca iniziata nel 2006 nell’ambito di Estudio Abierto a Buenos Aires e in seguito al SESC di San Paolo con la realizzazione del video Move, anch’esso in mostra. In entrambi i casi avevano lavorato utilizzando fili elettrici a circuito chiuso e una telecamera termica che rendeva visibili solo le fonti di calore: filo elettrico e visitatori. Prendendo spunto dalla configurazione originaria del luogo, un’ex officina grafica ove dimora - vero e proprio genius loci - una macchina da stampa Roland Ultra, gli artisti intervengono su uno spazio all’apparenza inerte, ma ancora attraversato da linee di forza che è possibile rivelare. La camera a raggi infrarossi rende visibile agli spettatori la loro presenza nella mostra, annullando l’architettura li colloca nella vecchia stamperia e nello spazio-tempo della memoria: su uno schermo intanto appaiono i gesti degli operai che un tempo erano indaffarati in quel luogo.
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Eléna Nemkova
Particelle alimentari
con un testo di Barbara Casavecchia
e un intervento di Arabeschi di Latte (la sera dell’inaugurazione)
Eléna Nemkova vive e lavora a Milano e San Pietroburgo. É nata nel 1971 a Dushanbe, in Tagikistan. Dopo la laurea in Design e Arte all’Accademia di Belle Arti di San Pietroburgo, e quella all’Accademia di Belle Arti di Brera di Milano ha partecipato a numerosi programmi di residenza e di studio. I suoi mezzi espressivi sono la pittura, il video e la scultura. Le sue opere - dipinti, video, sculture - sembrano pervase da un autentico spirito sovietico e da una fiducia incrollabile nel progresso scientifico, come se le scoperte ammaliatrici della scienza esercitassero sull’artista un fascino tutto positivo.
In mostra ad Assab One diciassette dipinti a olio e spray acrilico indagano il rapporto tra cucina e scienza e interpretano altrettante ricette immaginarie ispirate alla “gastronomia molecolare”, definizione coniata da Hervé This, il chimico francese considerato il guru di chef superstar come Ferran Adrià e Pierre Gagnaire. Ed è proprio Hervé This che, nella videointervista realizzata da Nemkova per accompagnare la mostra, svela la fascinazione di una ricercatezza solo apparentemente fine a se stessa e destinata ai palati sofisticati di rari gourmet, mentre introduce l’idea che queste ricerche possano veramente cambiare le abitudini alimentari, con conseguenze rilevanti dal punto di vista delle caratteristiche nutrizionali dei cibi, dei costi di produzione e del consumo di energia.
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Wolfgang Weileder
Projects 2002-2008
Wolfgang Weileder, artista tedesco, insegna Scultura Contemporanea alla Newcastle University (UK) e si esprime soprattutto con grandi installazioni nello spazio urbano. I suoi lavori più recenti esplorano la relazione tra il tempo e lo spazio, l’interfaccia tra reale e virtuale e si interrogano sulla ridefinizione del rapporto tra architettura e arte negli spazi pubblici.
Giovedì 16 ottobre ha preso il via a Milano, in Piazza Oberdan, la realizzazione della scultura temporanea Le Terme. L’opera svela il Diurno P.ta Venezia (un bagno pubblico sotterraneo degli Anni Venti, abbandonato da oltre un ventennio) con un’operazione di ricostruzione e traslazione dei suoi volumi. Nell’arco di quindici giorni un gruppo di operai costruisce e demolisce simultaneamente il volume dei bagni, rispecchiandone ubicazione e proporzioni. La memoria involontaria, che pervade i luoghi e produce immaginarie ricostruzioni di sensazioni passate, viene alimentata dall’intervento artistico, che esalta il rapporto fra la labilità del ricordo, le elaborazioni della memoria e la solida ed imperturbabile presenza dell’architettura. Ad Assab One l’artista presenta in video alcuni lavori della serie house projects, iniziata nel 2002, e una documentazione del suo intervento a Milano, in fase di completamento.
Si ringraziano per la collaborazione: Fondazione svizzera per la cultura Pro Helvetia, Fulvio Salvadori, Adelina von Fürstenberg e Art For the World, Ciocca Arte Contemporanea.
Al piano terra Fabiana de Barros e Michel Favre e Wolfgang Weileder presentano due progetti artistici che hanno in comune il rapporto con il tempo e con lo spazio e la riflessione sulla memoria dei luoghi. In entrambi i casi l’uso della tecnologia fa emergere aspetti della realtà che di solito rimangono nascosti allo sguardo. Al primo piano le “nature morte” di Eléna Nemkova indagano la relazione tra scienza e gastronomia, sollecitano l’immaginario e pongono questioni profonde sul nostro rapporto con il cibo e con l’alimentazione.
Fabiana de Barros e Michel Favre
Ultra Non Stop
nessun luogo è vuoto
Fabiana de Barros, artista svizzera di origine brasiliana, si è formata presso la facoltà di arti plastiche della FAAP di San Paolo e l’Ecole Supérieure d’Arts Visuels di Ginevra. Nel suo lavoro il pubblico ha un ruolo primario.
Michel Favre, cineasta e fotografo svizzero, si è formato presso l’Ecole Supérieure d’Arts Visuels di Ginevra e sviluppa un lavoro a cavallo tra il cinema e l’arte contemporanea. In particolare si interessa alla questione della soppressione del soggetto nel film e al mezzo come punto di partenza per uno sguardo sul reale.
Insieme hanno realizzato il lungometraggio L’image à paroles (2006), che accompagna la mostra.
L’installazione di Fabiana e Michel ad Assab One prosegue la loro comune ricerca iniziata nel 2006 nell’ambito di Estudio Abierto a Buenos Aires e in seguito al SESC di San Paolo con la realizzazione del video Move, anch’esso in mostra. In entrambi i casi avevano lavorato utilizzando fili elettrici a circuito chiuso e una telecamera termica che rendeva visibili solo le fonti di calore: filo elettrico e visitatori. Prendendo spunto dalla configurazione originaria del luogo, un’ex officina grafica ove dimora - vero e proprio genius loci - una macchina da stampa Roland Ultra, gli artisti intervengono su uno spazio all’apparenza inerte, ma ancora attraversato da linee di forza che è possibile rivelare. La camera a raggi infrarossi rende visibile agli spettatori la loro presenza nella mostra, annullando l’architettura li colloca nella vecchia stamperia e nello spazio-tempo della memoria: su uno schermo intanto appaiono i gesti degli operai che un tempo erano indaffarati in quel luogo.
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Eléna Nemkova
Particelle alimentari
con un testo di Barbara Casavecchia
e un intervento di Arabeschi di Latte (la sera dell’inaugurazione)
Eléna Nemkova vive e lavora a Milano e San Pietroburgo. É nata nel 1971 a Dushanbe, in Tagikistan. Dopo la laurea in Design e Arte all’Accademia di Belle Arti di San Pietroburgo, e quella all’Accademia di Belle Arti di Brera di Milano ha partecipato a numerosi programmi di residenza e di studio. I suoi mezzi espressivi sono la pittura, il video e la scultura. Le sue opere - dipinti, video, sculture - sembrano pervase da un autentico spirito sovietico e da una fiducia incrollabile nel progresso scientifico, come se le scoperte ammaliatrici della scienza esercitassero sull’artista un fascino tutto positivo.
In mostra ad Assab One diciassette dipinti a olio e spray acrilico indagano il rapporto tra cucina e scienza e interpretano altrettante ricette immaginarie ispirate alla “gastronomia molecolare”, definizione coniata da Hervé This, il chimico francese considerato il guru di chef superstar come Ferran Adrià e Pierre Gagnaire. Ed è proprio Hervé This che, nella videointervista realizzata da Nemkova per accompagnare la mostra, svela la fascinazione di una ricercatezza solo apparentemente fine a se stessa e destinata ai palati sofisticati di rari gourmet, mentre introduce l’idea che queste ricerche possano veramente cambiare le abitudini alimentari, con conseguenze rilevanti dal punto di vista delle caratteristiche nutrizionali dei cibi, dei costi di produzione e del consumo di energia.
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Wolfgang Weileder
Projects 2002-2008
Wolfgang Weileder, artista tedesco, insegna Scultura Contemporanea alla Newcastle University (UK) e si esprime soprattutto con grandi installazioni nello spazio urbano. I suoi lavori più recenti esplorano la relazione tra il tempo e lo spazio, l’interfaccia tra reale e virtuale e si interrogano sulla ridefinizione del rapporto tra architettura e arte negli spazi pubblici.
Giovedì 16 ottobre ha preso il via a Milano, in Piazza Oberdan, la realizzazione della scultura temporanea Le Terme. L’opera svela il Diurno P.ta Venezia (un bagno pubblico sotterraneo degli Anni Venti, abbandonato da oltre un ventennio) con un’operazione di ricostruzione e traslazione dei suoi volumi. Nell’arco di quindici giorni un gruppo di operai costruisce e demolisce simultaneamente il volume dei bagni, rispecchiandone ubicazione e proporzioni. La memoria involontaria, che pervade i luoghi e produce immaginarie ricostruzioni di sensazioni passate, viene alimentata dall’intervento artistico, che esalta il rapporto fra la labilità del ricordo, le elaborazioni della memoria e la solida ed imperturbabile presenza dell’architettura. Ad Assab One l’artista presenta in video alcuni lavori della serie house projects, iniziata nel 2002, e una documentazione del suo intervento a Milano, in fase di completamento.
Si ringraziano per la collaborazione: Fondazione svizzera per la cultura Pro Helvetia, Fulvio Salvadori, Adelina von Fürstenberg e Art For the World, Ciocca Arte Contemporanea.
27
ottobre 2008
Fabiana de Barros / Michel Favre – Ultra Non Stop. Nessun luogo è vuoto
Dal 27 ottobre al 12 dicembre 2008
arte contemporanea
Location
ASSAB ONE – EX GEA
Milano, Via Assab, 1, (Milano)
Milano, Via Assab, 1, (Milano)
Biglietti
Per accedere ad Assab One, è richiesta l’adesione all’associazione omonima.
Contributo per la tessera, valida un anno: 5 euro
Orario di apertura
dal martedì al venerdì dalle 15.00 alle 19.00
e su appuntamento
Vernissage
27 Ottobre 2008, ore 19.00
Autore