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Fabiano Trionfi
Dopo anni di studi Fabiano Trionfi conserva inalterato il piacere della preparazione artigianale dei supporti, costruiti con abilità e meticolosità tirando con forza la juta non si è mai servito di bozzetti preparatori
Comunicato stampa
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Dal 18 maggio al 26 giugno 2005 al Bistrot Bla Kongo di Roma ,Via Ofanto 6, saranno esposte le opere più recenti di Fabiano Trionfi.
L’artista, durante i mesi trascorsi dall’ultima esposizione, che ha riscosso un grande successo di pubblico e di critica , ha approfondito la sua ricerca, sperimentando una nuova corposità dei colori, ora luminosi ora bituminosi, dalle paste alte o dalle tracce appena percepibili - utilizzando tele di Juta e lino e colori sempre più vivaci ,cercando nella pittura su tela, non più la profondità, ma il rilievo; le sue tele diventano tridimensionali, dei veri e propri bassorilievi.,
Dopo anni di studi Fabiano Trionfi conserva inalterato il piacere della preparazione artigianale dei supporti, costruiti con abilità e meticolosità tirando con forza la juta non si è mai servito di bozzetti preparatori. L'opera è nella mente e nel cuore prima ancora di impugnare gli strumenti di lavoro. Lo stato d'animo del momento determina spesso la scelta della gamma cromatica; ecco allora che gli acrilici si mescolano alle polveri naturali dando corpo ad impasti granulosi e materici che saranno poi soggetti a graffiature, scalfiture, colate spesse e lievi sgocciolature all'apparenza casuali e invece studiate, soppesate, finalizzate all'equilibrio e all'armonia generali. Il procedimento tecnico è veloce, fluido e dinamico; il colore non deve indurire troppo, la materia deve conservare morbidezza e duttilità per prestarsi docilmente ai graffiti profondi e alle larghe spatolate variopinte. Oggi più che mai le suggestioni coloristiche appaiono ricercate e raffinatissime, di innegabile forza emotiva ed evocativa. Gli impasti materici neri e grigi si alternano ai bianchi,convivono con i rossi più ardenti.
Pochi segni occupano la tela, i vuoti sono importanti come la pittura stessa, sono come pennellate in negativo essenziali all'impaginazione del quadro.
Spazi vuoti che non vanno colmati ma goduti come sono, assoluti e prevalenti, che hanno come scopo di arricchire il rapporto con l’altro da sé, il rapporto con la natura, con le cose, con le persone.
Per costruire le sue opere, Trionfi procede per “sottrazione”: sceglie un dettaglio di un’immagine, lo isola dal suo contesto ambientale e lo trasforma in una vibrazione cromatica.
Così, le sue pennellate, gravide di materia, abitano lo spazio della tela per trasformarsi in un duello di tinte, in una sinfonia di colori, in un’emozione coinvolgente per lo spettatore che ne rimane rapito e viene sospeso in una sensazione di astrazione, in cui concentrazione e contemplazione regnano sovrane.
Valentina Barchitta
L’artista, durante i mesi trascorsi dall’ultima esposizione, che ha riscosso un grande successo di pubblico e di critica , ha approfondito la sua ricerca, sperimentando una nuova corposità dei colori, ora luminosi ora bituminosi, dalle paste alte o dalle tracce appena percepibili - utilizzando tele di Juta e lino e colori sempre più vivaci ,cercando nella pittura su tela, non più la profondità, ma il rilievo; le sue tele diventano tridimensionali, dei veri e propri bassorilievi.,
Dopo anni di studi Fabiano Trionfi conserva inalterato il piacere della preparazione artigianale dei supporti, costruiti con abilità e meticolosità tirando con forza la juta non si è mai servito di bozzetti preparatori. L'opera è nella mente e nel cuore prima ancora di impugnare gli strumenti di lavoro. Lo stato d'animo del momento determina spesso la scelta della gamma cromatica; ecco allora che gli acrilici si mescolano alle polveri naturali dando corpo ad impasti granulosi e materici che saranno poi soggetti a graffiature, scalfiture, colate spesse e lievi sgocciolature all'apparenza casuali e invece studiate, soppesate, finalizzate all'equilibrio e all'armonia generali. Il procedimento tecnico è veloce, fluido e dinamico; il colore non deve indurire troppo, la materia deve conservare morbidezza e duttilità per prestarsi docilmente ai graffiti profondi e alle larghe spatolate variopinte. Oggi più che mai le suggestioni coloristiche appaiono ricercate e raffinatissime, di innegabile forza emotiva ed evocativa. Gli impasti materici neri e grigi si alternano ai bianchi,convivono con i rossi più ardenti.
Pochi segni occupano la tela, i vuoti sono importanti come la pittura stessa, sono come pennellate in negativo essenziali all'impaginazione del quadro.
Spazi vuoti che non vanno colmati ma goduti come sono, assoluti e prevalenti, che hanno come scopo di arricchire il rapporto con l’altro da sé, il rapporto con la natura, con le cose, con le persone.
Per costruire le sue opere, Trionfi procede per “sottrazione”: sceglie un dettaglio di un’immagine, lo isola dal suo contesto ambientale e lo trasforma in una vibrazione cromatica.
Così, le sue pennellate, gravide di materia, abitano lo spazio della tela per trasformarsi in un duello di tinte, in una sinfonia di colori, in un’emozione coinvolgente per lo spettatore che ne rimane rapito e viene sospeso in una sensazione di astrazione, in cui concentrazione e contemplazione regnano sovrane.
Valentina Barchitta
18
maggio 2005
Fabiano Trionfi
Dal 18 maggio al 26 giugno 2005
arte contemporanea
Location
BISTROT BLA KONGO
Roma, Via Ofanto, 6, (Roma)
Roma, Via Ofanto, 6, (Roma)
Vernissage
18 Maggio 2005, ore 18,30
Autore
Curatore