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Fabio Bardelli – Solo bruciando
I colori ipermaterici dell’artista si sono schiariti, divenuti meno gotici, come se il pathos denso di cui si nutrono fosse più sopportabile per l’animo, di se più certo e consapevole
Comunicato stampa
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Fabio Bardelli compie quaranta anni. È del sessantotto,venuto alla luce proprio in quell'anno fatale, fetale di ogni cultura artistica a venire. È nella pienezza della vita, forte di affetti e legami consolidati: così i suoi colori ipermaterici si sono schiariti, divenuti meno gotici, come se il pathos denso di cui si nutrono fosse più sopportabile per l'animo dell'artista,di se più certo e consapevole. Ecco perché di fronte agli ultimi lavori di Fabio Bardelli mi è subito ritornato alla mente Ezra Pound: "quello che veramente ami rimane il resto è scorie /quello che veramente ami non ti sarà strappato /quello che veramente ami è la tua vera eredità"; versi con i quali si potrebbe titolare questa mostra di Ascoli: l'anima in pena di Bardelli ha cominciato a filtrare sentimenti e abissi, in fondo si autofiltra e nel prezioso reticolo della sua arte ora resta quello che veramente Fabio ama
Andrea Barchiesi
"QUEL CHE RESTA DELLA NOTTE"
In attesa di un'alba che si spera salvifica, Fabio Bardelli vaga in mondi gotici, duri, votati agli echi dell'abisso, riportando su tela gli incontri fatti nella foresta della psiche e quegl'incubi, preso dalla necessità di dare costrutto a una natura `feroce' e ormai a noi estranea. Ectoplasmi di cani ritornati selvatici, alberi contorti, uccelli rapaci, piante dalle foglie come lance, vasi di fiori che lacrimano in nero, questo il gesto d'accusa del pittore nei confronti di un pianeta votato alla catastrofe. Le tinte materiche procedono schiacciate dall'oscuro, qua e là emanante lampi acidi. I quadri di Bardelli aggrediscono, pur rivelando un'anima in pena, quindi svelando il cuore (altro tema rappresentativo-simbolico caro all'artista) di chi infine soffre una condizione divenuta, di certo, generale, almeno per quel che riguarda l'Occidente che noi viviamo. Gli uomini non appaiono. Sono l'assenza. Tragica la risultanza. Questo "nuovo medioevo" (come lo definiva Umberto Eco) si autoalimenta, alla stregua dell'antico, con roghi, guerre e pestilenze. La tecnologia non appare. È, anch'essa, assenza. Uomini e tecnologia: entrambi banditi dalle opere di Fabio. Rifiuto, quindi, e ancora l'attesa... ma forse il sole non sorgerà, almeno per coloro che intendono l'arte come tradizione e vaticinio. Ecco, per lui, la sentenza agghiacciante contenuta in questi primi sette anni del terzo millennio dell'Era Cristiana: l'artista... il pittore non ha più ragione d'esistere... oppure si cela, vive appartato, alchimista di quel che resta di una notte che, nordica, mai più vedrà la fine.
Gian Ruggero Manzoni(Presentazione alla mostra del luglio 2007 presso la Galleria del “Palazzo dei Congressi” di Jesi –AN)
Andrea Barchiesi
"QUEL CHE RESTA DELLA NOTTE"
In attesa di un'alba che si spera salvifica, Fabio Bardelli vaga in mondi gotici, duri, votati agli echi dell'abisso, riportando su tela gli incontri fatti nella foresta della psiche e quegl'incubi, preso dalla necessità di dare costrutto a una natura `feroce' e ormai a noi estranea. Ectoplasmi di cani ritornati selvatici, alberi contorti, uccelli rapaci, piante dalle foglie come lance, vasi di fiori che lacrimano in nero, questo il gesto d'accusa del pittore nei confronti di un pianeta votato alla catastrofe. Le tinte materiche procedono schiacciate dall'oscuro, qua e là emanante lampi acidi. I quadri di Bardelli aggrediscono, pur rivelando un'anima in pena, quindi svelando il cuore (altro tema rappresentativo-simbolico caro all'artista) di chi infine soffre una condizione divenuta, di certo, generale, almeno per quel che riguarda l'Occidente che noi viviamo. Gli uomini non appaiono. Sono l'assenza. Tragica la risultanza. Questo "nuovo medioevo" (come lo definiva Umberto Eco) si autoalimenta, alla stregua dell'antico, con roghi, guerre e pestilenze. La tecnologia non appare. È, anch'essa, assenza. Uomini e tecnologia: entrambi banditi dalle opere di Fabio. Rifiuto, quindi, e ancora l'attesa... ma forse il sole non sorgerà, almeno per coloro che intendono l'arte come tradizione e vaticinio. Ecco, per lui, la sentenza agghiacciante contenuta in questi primi sette anni del terzo millennio dell'Era Cristiana: l'artista... il pittore non ha più ragione d'esistere... oppure si cela, vive appartato, alchimista di quel che resta di una notte che, nordica, mai più vedrà la fine.
Gian Ruggero Manzoni(Presentazione alla mostra del luglio 2007 presso la Galleria del “Palazzo dei Congressi” di Jesi –AN)
21
giugno 2008
Fabio Bardelli – Solo bruciando
Dal 21 giugno al 10 luglio 2008
arte contemporanea
Location
L’IDIOMA CENTRO D’ARTE
Ascoli Piceno, Via Delle Torri, 23, (Ascoli Piceno)
Ascoli Piceno, Via Delle Torri, 23, (Ascoli Piceno)
Orario di apertura
feriali 18-20, festivi 10,30- 12
Vernissage
21 Giugno 2008, ore 18.30
Autore
Curatore