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Fabio Cammarata – Gioielli tra arte e design
In mostra singolari creazioni realizzate in un gioco di materiali inconsueti e preziosi
Comunicato stampa
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Critici: Mirella Cisotto Nalon, Giusy Ferrè, Alessandra Possamai Vita
… Formatosi nello stimolante laboratorio di Domus Academy, dove consegue il master in Fashion Design, affronta la prima esperienza professionale nel vivace atelier di Gianfranco Ferrè; ed è infatti nel mondo della moda che Cammarata indirizza inizialmente la sua ricerca.
Una grande passione per lo studio dell’abito si coniuga presto all’amore per il monile, visto quale esito di un progetto che oltrepassa i confini di oggetto prezioso, di oggetto d’arte o bijou.
Figlio di un orafo-gioielliere, cresciuto fra i gioielli, sente che non è il prezioso tradizionale a suscitare il suo interesse. Ai modelli “scontati”, visti da sempre, vuole sostituire creazioni nuove applicando al gioiello la metodologia di ricerca e il tipo di approccio utilizzato nella moda. La sua passione si sviluppa e cresce disegnando accessori: “dalla progettazione della scarpa, della cintura o della borsa a quella del gioiello, il passo è stato breve…”.
Lavorando per Diego Della Valle e in particolare sul design delle scarpe Tod’s e Hogan, progettando ornamenti e chiusure atti ad ornare la pelletteria di gran classe, scopre qual è la sua vera passione: creare gioielli che rispecchino un particolare momento emotivo, un’esigenza espressiva, un filone concettuale che corre con insistenza nella mente e nel cuore per arrivare finalmente ad una personale linea creativa, libero di utilizzare, senza preclusione alcuna, forme e materiali.
Il rapporto decennale con Barney’s e quello più recente con Swarovski non gli preclude infatti di creare, presso il suo atelier di Milano, una produzione personale rivolta a collezionisti ed amatori, in cui pezzi unici o riprodotti artigianalmente in poche copie, gli permettono di esprimersi con soluzioni materico-formali nuove e personali.
Per Cammarata il gioiello non è semplicemente una microscultura che vive in se stessa ma va sempre visto in relazione col corpo. Ne esplora i confini in relazione a forma, dimensione, materia, funzionalità e procede sviluppando filoni tematici diversi, in risposta ad un’esigenza interiore che porta a rendere unica ogni serie di oggetti, legati a un percorso individuale di crescita, che conduce a codici nuovi e a risultati inediti, attraverso i quali il suo ornamento, perché tale vuole sempre essere il suo gioiello, tende a soddisfare, mettendosi in relazione col fruitore, l’individuale ricerca di identità, invitando l’indossatore ad identificarsi con uno stile, un concetto, una particolare forma o insiemi di colore... (Mirella Cisotto Nalon)
Cammarata più che all’iperreale dell’immagine dice di aver operato “Sul Reale”, cercando di non privarlo mai della sua naturale bellezza, con la quale giocare pur rispettandola.
In primo piano ci sono la fascinazione per la fisicità dei materiali e il desiderio di stabilire un rapporto profondo con l’oggetto, il quale a sua volta vive in relazione al corpo. Addirittura sagomate con forbici sartoriali in un procedimento affine al taglio dell’abito, sottili lamine d’oro 18kt si trasformano in orecchini dalle forme fantastiche, ispirati alle architetture di Frank o. Gehry ma anche, per via di intense associazioni mentali, ai copricapo delle dame di Vermeer, i cui veli ricordano piccole imbarcazioni in mare.
Le ultime opere hanno forme sorprendenti: le spille diagonali dalle pietre incassate e riquadrate, ai fiori veri incastrati tra lamine. Un accostamento inusuale che genera un monile dalla strana curva che asseconda il corpo. O che il corpo deve imparare ad assecondare, in una felice costrizione dei sensi. (Giusi Ferrè)
La presenza di questo designer e architetto siciliano, da anni a Milano, alla Triennale del 2007, nella sezione “New Italian Design”, ha evidenziato le caratteristiche di connubio tra dato tecnico, valore estetico e sensibilità.
Ma anche la progettazione è parte integrante del suo percorso, è un desiderio insito fin dagli studi di architettura: “Saper disegnare bene era la cosa che desideravo maggiormente. Non mi sentivo particolarmente portato per progettare case, ero più affascinato dal design e dalla moda”.
E’ stato proprio l’incontro con alcune stiliste milanesi, pietre miliari nell’originalità e nella creatività, Cinzia Ruggeri e Nanni Strada, ad alimentare la passione per la progettazione dell’abito e più tardi, dopo l’esperienza con Diego della Valle, degli accessori e del gioiello; quest’ultimo disegnato e costruito in modi differenti da quelli adoperati dalla gioielleria tradizionale.
Il percorso creativo di questo artista è quello di un designer che conferisce alla sensazione e alla percezione tattile un canale privilegiato, ed in questo senso deve essere letto il suo operare, come un modo per entrare in contatto con l’uomo, le sue abitudini, le sue esigenze e le sue sensazioni. (Alessandra Possamai Vita)
… Formatosi nello stimolante laboratorio di Domus Academy, dove consegue il master in Fashion Design, affronta la prima esperienza professionale nel vivace atelier di Gianfranco Ferrè; ed è infatti nel mondo della moda che Cammarata indirizza inizialmente la sua ricerca.
Una grande passione per lo studio dell’abito si coniuga presto all’amore per il monile, visto quale esito di un progetto che oltrepassa i confini di oggetto prezioso, di oggetto d’arte o bijou.
Figlio di un orafo-gioielliere, cresciuto fra i gioielli, sente che non è il prezioso tradizionale a suscitare il suo interesse. Ai modelli “scontati”, visti da sempre, vuole sostituire creazioni nuove applicando al gioiello la metodologia di ricerca e il tipo di approccio utilizzato nella moda. La sua passione si sviluppa e cresce disegnando accessori: “dalla progettazione della scarpa, della cintura o della borsa a quella del gioiello, il passo è stato breve…”.
Lavorando per Diego Della Valle e in particolare sul design delle scarpe Tod’s e Hogan, progettando ornamenti e chiusure atti ad ornare la pelletteria di gran classe, scopre qual è la sua vera passione: creare gioielli che rispecchino un particolare momento emotivo, un’esigenza espressiva, un filone concettuale che corre con insistenza nella mente e nel cuore per arrivare finalmente ad una personale linea creativa, libero di utilizzare, senza preclusione alcuna, forme e materiali.
Il rapporto decennale con Barney’s e quello più recente con Swarovski non gli preclude infatti di creare, presso il suo atelier di Milano, una produzione personale rivolta a collezionisti ed amatori, in cui pezzi unici o riprodotti artigianalmente in poche copie, gli permettono di esprimersi con soluzioni materico-formali nuove e personali.
Per Cammarata il gioiello non è semplicemente una microscultura che vive in se stessa ma va sempre visto in relazione col corpo. Ne esplora i confini in relazione a forma, dimensione, materia, funzionalità e procede sviluppando filoni tematici diversi, in risposta ad un’esigenza interiore che porta a rendere unica ogni serie di oggetti, legati a un percorso individuale di crescita, che conduce a codici nuovi e a risultati inediti, attraverso i quali il suo ornamento, perché tale vuole sempre essere il suo gioiello, tende a soddisfare, mettendosi in relazione col fruitore, l’individuale ricerca di identità, invitando l’indossatore ad identificarsi con uno stile, un concetto, una particolare forma o insiemi di colore... (Mirella Cisotto Nalon)
Cammarata più che all’iperreale dell’immagine dice di aver operato “Sul Reale”, cercando di non privarlo mai della sua naturale bellezza, con la quale giocare pur rispettandola.
In primo piano ci sono la fascinazione per la fisicità dei materiali e il desiderio di stabilire un rapporto profondo con l’oggetto, il quale a sua volta vive in relazione al corpo. Addirittura sagomate con forbici sartoriali in un procedimento affine al taglio dell’abito, sottili lamine d’oro 18kt si trasformano in orecchini dalle forme fantastiche, ispirati alle architetture di Frank o. Gehry ma anche, per via di intense associazioni mentali, ai copricapo delle dame di Vermeer, i cui veli ricordano piccole imbarcazioni in mare.
Le ultime opere hanno forme sorprendenti: le spille diagonali dalle pietre incassate e riquadrate, ai fiori veri incastrati tra lamine. Un accostamento inusuale che genera un monile dalla strana curva che asseconda il corpo. O che il corpo deve imparare ad assecondare, in una felice costrizione dei sensi. (Giusi Ferrè)
La presenza di questo designer e architetto siciliano, da anni a Milano, alla Triennale del 2007, nella sezione “New Italian Design”, ha evidenziato le caratteristiche di connubio tra dato tecnico, valore estetico e sensibilità.
Ma anche la progettazione è parte integrante del suo percorso, è un desiderio insito fin dagli studi di architettura: “Saper disegnare bene era la cosa che desideravo maggiormente. Non mi sentivo particolarmente portato per progettare case, ero più affascinato dal design e dalla moda”.
E’ stato proprio l’incontro con alcune stiliste milanesi, pietre miliari nell’originalità e nella creatività, Cinzia Ruggeri e Nanni Strada, ad alimentare la passione per la progettazione dell’abito e più tardi, dopo l’esperienza con Diego della Valle, degli accessori e del gioiello; quest’ultimo disegnato e costruito in modi differenti da quelli adoperati dalla gioielleria tradizionale.
Il percorso creativo di questo artista è quello di un designer che conferisce alla sensazione e alla percezione tattile un canale privilegiato, ed in questo senso deve essere letto il suo operare, come un modo per entrare in contatto con l’uomo, le sue abitudini, le sue esigenze e le sue sensazioni. (Alessandra Possamai Vita)
16
aprile 2008
Fabio Cammarata – Gioielli tra arte e design
Dal 16 al 21 aprile 2008
design
arte contemporanea
arte contemporanea
Location
ORNAMENTI D’ AUTORE
Milano, Corso Di Porta Vigentina, 38, (Milano)
Milano, Corso Di Porta Vigentina, 38, (Milano)
Orario di apertura
11,00/13,00 e 14,00/20,00
Vernissage
16 Aprile 2008, ore 16-18
Editore
SILVANA EDITORIALE
Autore