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Fabio Civitelli / Mauro Boselli – Texone 2012: La cavalcata del morto
Conversazione dietro le quinte del Texone 2012, durante la mostra Tex & Lilyth
Comunicato stampa
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A proposito di Fabio Civitelli…
Fabio Civitelli disegna Tex da ormai ventisette anni a partire cioè dal maggio 1985 quando realizzò su testi di Claudio Nizzi il lungo episodio “I due killers”. Giungeva a Tex da un intenso periodo di apprendistato e crescita professionale che lo vedeva seguire la tradizionale trafila attraverso i fumetti sexy, gli albi di guerra, le riviste periodiche approdando infine al nolittiano Mister No che segnava il suo ingresso in Bonelli.
Il Tex di Civitelli viene a cercare i suoi spazi espressivi tra i maestri indiscussi del genere western: dal caposcuola Aurelio Galleppini ai grandi professionisti del nuovo Tex quali Giovanni Ticci e Fernando Fusco, Guglielmo Letteri, Erio Nicolò ed altri ancora.
Le tavole a fumetti di Civitelli sono tavole colte, ricche di riferimenti, mai improvvisate.
Ambienti, costumi, mezzi di trasporto e armi sono sempre frutto di un’accurata ricerca storica. La linea chiara che contraddistingueva lo stile degli esordi è andata via via arricchendosi di sapienti chiaroscuri. La natura gioca un ruolo da protagonista nelle tavole di Fabio: grazie all’instancabile opera del suo pennello deserti arroventati, ovvero ammantati di oscurità, le acque del mare increspate dai battelli, o i picchi selvaggi delle montagne, prendono vita. La luce è la vera protagonista dell’arte di Civitelli: luce calda del deserto rovente, luce crepuscolare che attraversa i cieli nuvolosi del tramonto; luce livida emanata dal fuoco nella notte, luce che accende le acque increspate del mare, luce ancora che disegna giochi d’ombra sui visi dei protagonisti. Per quanto riguarda poi le inquadrature possiamo affermare che Civitelli non si ripete mai; vi sfidiamo a trovare in una delle sue storie, sempre piuttosto lunghe, un’inquadratura che si ripeta.I pards di Civitelli ancora sono suoi e solo suoi: Tex con quella sua bellezza classica da eroe greco, con la luminosità del volto che non dà spazio ad incertezze tra bene e male; Kit Carson che ne è alter ego e contraltare ironico; Carson a cui gli anni trascorsi a vivere pericolosamente non hanno sottratto il sorriso un po’ sornione alla Sean Connery. Civitelli, che ammira la sapienza antica e la fierezza del mondo indiano, non poteva non regalarci un Tiger Jack splendido e fiero; mentre Kit Willer è rappresentato come quell’ autentico tizzone d’inferno, scattante ed inarrestabile, che in realtà è. Il mondo femminile infine ha una sua parte importante nell’iconografia civitelliana ed i personaggi, siano essi positivi o negativi, tradiscono una fierezza e sovente una bellezza senza pari.
Sergio Pignatone da “Il West secondo Civitelli”
Ancora a proposito di Fabio Civitelli…
Fabio Civitelli è un sognatore, un narratore di poesia visiva.
Splendide tavole a china, magistralmente realizzate rivelano un uomo poetico, dall’entusiasmo cristallino venato d’innata saggezza e delicatezza nei rapporti umani che lo rendono, al di là della sua consapevolezza “uno dei pochi, tra i molti”.
Attento al dettaglio e pignolo nella ricerca dei particolari sia storici sia di costume per piacere della perfezione non meno che per rispetto verso il suo pubblico.
Immagini che sono concluse in sé, quasi senza bisogno della parola: immediate poesie visive racchiuse nel volgere di uno sguardo.
Ogni tavola apre differenti porte in noi; alcune dirette alla nostra infanzia altre affacciate al nostro presente, alla nostra capacità di immaginare ora e grazie alla somma dei nostri giorni.
Il lavoro di Civitelli non può che essere definito arte e, come tale, trova a pieno titolo, spazio in un luogo deputato all’arte quale è la galleria.
Ca’ di Fra’ sottolinea, ancora una volta, l’ Arte Fumetto attraverso questo viaggio nella fantasia e nelle emozioni.
Manuela Composti
Fabio Civitelli disegna Tex da ormai ventisette anni a partire cioè dal maggio 1985 quando realizzò su testi di Claudio Nizzi il lungo episodio “I due killers”. Giungeva a Tex da un intenso periodo di apprendistato e crescita professionale che lo vedeva seguire la tradizionale trafila attraverso i fumetti sexy, gli albi di guerra, le riviste periodiche approdando infine al nolittiano Mister No che segnava il suo ingresso in Bonelli.
Il Tex di Civitelli viene a cercare i suoi spazi espressivi tra i maestri indiscussi del genere western: dal caposcuola Aurelio Galleppini ai grandi professionisti del nuovo Tex quali Giovanni Ticci e Fernando Fusco, Guglielmo Letteri, Erio Nicolò ed altri ancora.
Le tavole a fumetti di Civitelli sono tavole colte, ricche di riferimenti, mai improvvisate.
Ambienti, costumi, mezzi di trasporto e armi sono sempre frutto di un’accurata ricerca storica. La linea chiara che contraddistingueva lo stile degli esordi è andata via via arricchendosi di sapienti chiaroscuri. La natura gioca un ruolo da protagonista nelle tavole di Fabio: grazie all’instancabile opera del suo pennello deserti arroventati, ovvero ammantati di oscurità, le acque del mare increspate dai battelli, o i picchi selvaggi delle montagne, prendono vita. La luce è la vera protagonista dell’arte di Civitelli: luce calda del deserto rovente, luce crepuscolare che attraversa i cieli nuvolosi del tramonto; luce livida emanata dal fuoco nella notte, luce che accende le acque increspate del mare, luce ancora che disegna giochi d’ombra sui visi dei protagonisti. Per quanto riguarda poi le inquadrature possiamo affermare che Civitelli non si ripete mai; vi sfidiamo a trovare in una delle sue storie, sempre piuttosto lunghe, un’inquadratura che si ripeta.I pards di Civitelli ancora sono suoi e solo suoi: Tex con quella sua bellezza classica da eroe greco, con la luminosità del volto che non dà spazio ad incertezze tra bene e male; Kit Carson che ne è alter ego e contraltare ironico; Carson a cui gli anni trascorsi a vivere pericolosamente non hanno sottratto il sorriso un po’ sornione alla Sean Connery. Civitelli, che ammira la sapienza antica e la fierezza del mondo indiano, non poteva non regalarci un Tiger Jack splendido e fiero; mentre Kit Willer è rappresentato come quell’ autentico tizzone d’inferno, scattante ed inarrestabile, che in realtà è. Il mondo femminile infine ha una sua parte importante nell’iconografia civitelliana ed i personaggi, siano essi positivi o negativi, tradiscono una fierezza e sovente una bellezza senza pari.
Sergio Pignatone da “Il West secondo Civitelli”
Ancora a proposito di Fabio Civitelli…
Fabio Civitelli è un sognatore, un narratore di poesia visiva.
Splendide tavole a china, magistralmente realizzate rivelano un uomo poetico, dall’entusiasmo cristallino venato d’innata saggezza e delicatezza nei rapporti umani che lo rendono, al di là della sua consapevolezza “uno dei pochi, tra i molti”.
Attento al dettaglio e pignolo nella ricerca dei particolari sia storici sia di costume per piacere della perfezione non meno che per rispetto verso il suo pubblico.
Immagini che sono concluse in sé, quasi senza bisogno della parola: immediate poesie visive racchiuse nel volgere di uno sguardo.
Ogni tavola apre differenti porte in noi; alcune dirette alla nostra infanzia altre affacciate al nostro presente, alla nostra capacità di immaginare ora e grazie alla somma dei nostri giorni.
Il lavoro di Civitelli non può che essere definito arte e, come tale, trova a pieno titolo, spazio in un luogo deputato all’arte quale è la galleria.
Ca’ di Fra’ sottolinea, ancora una volta, l’ Arte Fumetto attraverso questo viaggio nella fantasia e nelle emozioni.
Manuela Composti
21
giugno 2012
Fabio Civitelli / Mauro Boselli – Texone 2012: La cavalcata del morto
21 giugno 2012
incontro - conferenza
Location
GALLERIA CA’ DI FRA’
Milano, Via Carlo Farini, 2, (Milano)
Milano, Via Carlo Farini, 2, (Milano)
Orario di apertura
10-13 ; 15-19
Vernissage
21 Giugno 2012, 18.00 - 21.00
Autore
Curatore