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Fabio De Donno – Storie di giallo, rosso e blu
Incastrati tra la (tras)figurazione del reale e la materia dell’immaginazione, le multiformi opere di Fabio De Donno si configurano in una sintesi complessa di cartoon, poesia visiva e collage di fulminei voli fantastici
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Sabato 2 luglio alle ore 20,00, presso la sede dell’Ass. Cult. A.R.C.A. – via Palmieri
n° 28 – LECCE, sarà inaugurata la mostra personale dell’artista Fabio De Donno
“Storie di giallo,
rosso e blu”
La mostra sarà presentata da Carmen De Stasio
Le opere saranno in esposizione 2 luglio al 24 luglio
Orario al pubblico: tutti i giorni dalle 19,00 alle 23,00
Le Variazioni Implicite
nell’operazione artistica di
FABIO DE DONNO
Carmen De Stasio
Incastrati tra la (tras)figurazione del reale e la materia dell’immaginazione, le multiformi opere
di Fabio De Donno si configurano in una sintesi complessa di cartoon, poesia visiva e collage di
fulminei voli fantastici.
Favoleggiante pur contraendosi in situazioni inglobate in una realtà che media dal sogno, l’artista
esplicita una metafora mutevole dai colori che vivacizzano una condizione attenta, dal carattere
puntuale e fortemente intellettuale. Per ciascun aspetto con il quale si confronta l’artista garantisce
una presenza decisiva perché l’osservatore possa sentirsi parte integrante dell’opera stessa, come
interprete di segni non detti, inconsueti, enigmatici, assurdi. A tal riguardo gioca un ruolo rilevante
una scrittura che è essa stessa linguaggio tecnico specifico che coglie all’unisono l’impeto onirico-
immaginativo con il desiderio di illimitate conversazioni con un dentro-fuori costante, nel quale
né spazio né tempo, né vistose, supponenti e rigorose esplicitazioni trovano collocazione logica.
Nell’incessante e fragoroso gioco di immagini la didascalia che accompagna ogni creazione mira
a rendere labirintica l’interpretazione degli atti che compongono le simulazioni per allontanarle
da un presunto verismo narrativo. Ne risulta una compostezza ironica che filtra attraverso la
semplicità della forma pensata e realizzata mediante l’intervento strategico di microstrutture,
commistioni, misurazioni intrecciate in un collage mimetico, in cui la natura compare come
condizione condizionata, resa artificiale nel cromatismo gioioso e deciso insieme, soprattutto per la
simultaneità nella visione.
L’accesso facilitato al mondo della creatività deve molto alla specialità grafica dell’artista - ottimo
e ricercato fumettista - il quale integra le sue elaborazioni con l’assimilazione e la manipolazione
percettiva del visto-vissuto-pensato. Ancora, dalle arti visive – prime tra tutte il cinema - egli media
la sovrapposizione di momenti come applicazione di una conoscenza semiologica, quale ricerca
psicologica in riferimento ai soggetti che si animano nella plasticità del momento di meditazione e
che al contempo rifuggono da un’ossequiosa manifestazione del vero nel vero.
Si tratta di un vero e proprio linguaggio dell’abbondanza di significanti, che lascia in sospensione
la categorizzazione dell’espressione e che, pertanto, risulta intellettuale e non infantile nella
versatilità sottolineata dall’uso dei materiali diversi che intervengono a confrontarsi con le forme
dell’opera. Dalle condensazioni visive di Fabio De Donno scaturisce la sensazione di una nuova
geografia di luoghi ed soggetti che condizionano – consapevolmente o no – l’attualizzazione delle
circostanze, che conferisce al nuovo contesto una vibrazione dalla logicità unica.
Tutto dunque assolve alla recitazione di un attimo che si conclude nella definizione di una macchina
che affonda le radici nell’osservazione delle tematiche sociali, ambientali, riconducibili ad istanti
ed eventualità definibili come anti-artistici per la presenza di esasperate geometrie dalla prospettiva
personalissima. Sono questi tratti che Fabio De Donno confeziona in una nuova gradualità
esistenziale, tanto da dividere in livelli intersecanti e contigui a-prospettici la sua opera, in cui
similmente convivono situazioni mimetiche del reale, segni di dissacrazione e un’esagerazione
cromatica pungente e invadente che mira a calibrare nuovi equilibri nell’incessante interazione-
mescolanza di sensibile ed emozionale.
Anche la rifinitura esterna - ivi compresa la cornice - risponde ad una pura e semplice esigenza
formale e non trattiene l’idea, tanto da indurre a definire il quadro come scenetta di poesia
stilizzata, rumorosa, anti-statica e anti-celebrativa. Anti-poetica e anti tutto ciò che possa scadere
in reverenze e venga a turbare il senso di libertà che scaturisce da una sottile complicità degli
elementi contenutistici, complementari-dissonanti, che in ogni caso nientificano la retorica mediante
l’investigazione di situazioni lasciate in autonomia per interagire con la variabilità degli ambienti.
L’osservatore che vaga alla ricerca di segnali e messaggi chiarificanti viene dunque spiazzato da
una strategia che assolve al desiderio di portare l’individuo a misurarsi sempre con gli opposti,
nell’avvicendamento di momenti significativi configurati come storie ordinarie che assalgono la
tela e lo sguardo per divenire arte corrispondente ad un atto intellettuale di manipolazione del vero
trasmigrato in nonsense.
n° 28 – LECCE, sarà inaugurata la mostra personale dell’artista Fabio De Donno
“Storie di giallo,
rosso e blu”
La mostra sarà presentata da Carmen De Stasio
Le opere saranno in esposizione 2 luglio al 24 luglio
Orario al pubblico: tutti i giorni dalle 19,00 alle 23,00
Le Variazioni Implicite
nell’operazione artistica di
FABIO DE DONNO
Carmen De Stasio
Incastrati tra la (tras)figurazione del reale e la materia dell’immaginazione, le multiformi opere
di Fabio De Donno si configurano in una sintesi complessa di cartoon, poesia visiva e collage di
fulminei voli fantastici.
Favoleggiante pur contraendosi in situazioni inglobate in una realtà che media dal sogno, l’artista
esplicita una metafora mutevole dai colori che vivacizzano una condizione attenta, dal carattere
puntuale e fortemente intellettuale. Per ciascun aspetto con il quale si confronta l’artista garantisce
una presenza decisiva perché l’osservatore possa sentirsi parte integrante dell’opera stessa, come
interprete di segni non detti, inconsueti, enigmatici, assurdi. A tal riguardo gioca un ruolo rilevante
una scrittura che è essa stessa linguaggio tecnico specifico che coglie all’unisono l’impeto onirico-
immaginativo con il desiderio di illimitate conversazioni con un dentro-fuori costante, nel quale
né spazio né tempo, né vistose, supponenti e rigorose esplicitazioni trovano collocazione logica.
Nell’incessante e fragoroso gioco di immagini la didascalia che accompagna ogni creazione mira
a rendere labirintica l’interpretazione degli atti che compongono le simulazioni per allontanarle
da un presunto verismo narrativo. Ne risulta una compostezza ironica che filtra attraverso la
semplicità della forma pensata e realizzata mediante l’intervento strategico di microstrutture,
commistioni, misurazioni intrecciate in un collage mimetico, in cui la natura compare come
condizione condizionata, resa artificiale nel cromatismo gioioso e deciso insieme, soprattutto per la
simultaneità nella visione.
L’accesso facilitato al mondo della creatività deve molto alla specialità grafica dell’artista - ottimo
e ricercato fumettista - il quale integra le sue elaborazioni con l’assimilazione e la manipolazione
percettiva del visto-vissuto-pensato. Ancora, dalle arti visive – prime tra tutte il cinema - egli media
la sovrapposizione di momenti come applicazione di una conoscenza semiologica, quale ricerca
psicologica in riferimento ai soggetti che si animano nella plasticità del momento di meditazione e
che al contempo rifuggono da un’ossequiosa manifestazione del vero nel vero.
Si tratta di un vero e proprio linguaggio dell’abbondanza di significanti, che lascia in sospensione
la categorizzazione dell’espressione e che, pertanto, risulta intellettuale e non infantile nella
versatilità sottolineata dall’uso dei materiali diversi che intervengono a confrontarsi con le forme
dell’opera. Dalle condensazioni visive di Fabio De Donno scaturisce la sensazione di una nuova
geografia di luoghi ed soggetti che condizionano – consapevolmente o no – l’attualizzazione delle
circostanze, che conferisce al nuovo contesto una vibrazione dalla logicità unica.
Tutto dunque assolve alla recitazione di un attimo che si conclude nella definizione di una macchina
che affonda le radici nell’osservazione delle tematiche sociali, ambientali, riconducibili ad istanti
ed eventualità definibili come anti-artistici per la presenza di esasperate geometrie dalla prospettiva
personalissima. Sono questi tratti che Fabio De Donno confeziona in una nuova gradualità
esistenziale, tanto da dividere in livelli intersecanti e contigui a-prospettici la sua opera, in cui
similmente convivono situazioni mimetiche del reale, segni di dissacrazione e un’esagerazione
cromatica pungente e invadente che mira a calibrare nuovi equilibri nell’incessante interazione-
mescolanza di sensibile ed emozionale.
Anche la rifinitura esterna - ivi compresa la cornice - risponde ad una pura e semplice esigenza
formale e non trattiene l’idea, tanto da indurre a definire il quadro come scenetta di poesia
stilizzata, rumorosa, anti-statica e anti-celebrativa. Anti-poetica e anti tutto ciò che possa scadere
in reverenze e venga a turbare il senso di libertà che scaturisce da una sottile complicità degli
elementi contenutistici, complementari-dissonanti, che in ogni caso nientificano la retorica mediante
l’investigazione di situazioni lasciate in autonomia per interagire con la variabilità degli ambienti.
L’osservatore che vaga alla ricerca di segnali e messaggi chiarificanti viene dunque spiazzato da
una strategia che assolve al desiderio di portare l’individuo a misurarsi sempre con gli opposti,
nell’avvicendamento di momenti significativi configurati come storie ordinarie che assalgono la
tela e lo sguardo per divenire arte corrispondente ad un atto intellettuale di manipolazione del vero
trasmigrato in nonsense.
02
luglio 2011
Fabio De Donno – Storie di giallo, rosso e blu
Dal 02 al 24 luglio 2011
arte contemporanea
Location
A.R.C.A.
Lecce, via Palmieri , 28, (Lecce)
Lecce, via Palmieri , 28, (Lecce)
Orario di apertura
tutti i giorni dalle 19,00 alle 23
Vernissage
2 Luglio 2011, ore 20
Autore