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Fabio Gasparri – Oriente estremo disorientamento
Alcune di queste immagini sono state esposte lo scorso secolo anche all’Istituto Giapponese di Roma con altri titoli e note, ma ora forse si sono trasformate, sono diventate un breviario
Comunicato stampa
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Ho visto il Giappone per la prima volta 20 anni fa e da allora l’ho immaginato e fotografato varie volte.
Alcune di queste immagini sono state esposte lo scorso secolo anche all’Istituto Giapponese di Roma con altri titoli e note, ma ora forse si sono trasformate, sono diventate un breviario, un punto di vista molto personale del “mio giappone”, giammai un reportage didascalico e/o ragionato.
Paesaggi e cose a volte si celano agli occhi acceccati dalla realtà quindi vanno svelati con lo sguardo che senta le immagini.
Le fotografie trattengono questa “sensibilità invisibile” e si riempiono di figure, di momenti, anche di piccoli fatti. Ma non è tutto, sicuramente.
Le visioni di Steichen, per esempio, non si possono “capire” e quindi spiegare fino in fondo in quanto la percezione visiva, prerogativa della fantasia e libertà dell’artista, non si manifesta razionalmente nell’oggetto ma si disperde tra le infinite gradazioni del grigio fino a dissolversi in ognuno dei sali d’argento impressionati.
La ricerca del senso dell’immagine fotografica è un percorso incerto e vertiginoso e ciò richiede che, mentre imbonitori dell’immaginario perdono tempo ad imbastire teorie nonsense sul significato della confezione visiva, storici e critici dell’arte proseguano a studiare la rappresentazione e ripensare i misteri dell’apparenza, della somiglianza, della sembianza.
Alcune di queste immagini sono state esposte lo scorso secolo anche all’Istituto Giapponese di Roma con altri titoli e note, ma ora forse si sono trasformate, sono diventate un breviario, un punto di vista molto personale del “mio giappone”, giammai un reportage didascalico e/o ragionato.
Paesaggi e cose a volte si celano agli occhi acceccati dalla realtà quindi vanno svelati con lo sguardo che senta le immagini.
Le fotografie trattengono questa “sensibilità invisibile” e si riempiono di figure, di momenti, anche di piccoli fatti. Ma non è tutto, sicuramente.
Le visioni di Steichen, per esempio, non si possono “capire” e quindi spiegare fino in fondo in quanto la percezione visiva, prerogativa della fantasia e libertà dell’artista, non si manifesta razionalmente nell’oggetto ma si disperde tra le infinite gradazioni del grigio fino a dissolversi in ognuno dei sali d’argento impressionati.
La ricerca del senso dell’immagine fotografica è un percorso incerto e vertiginoso e ciò richiede che, mentre imbonitori dell’immaginario perdono tempo ad imbastire teorie nonsense sul significato della confezione visiva, storici e critici dell’arte proseguano a studiare la rappresentazione e ripensare i misteri dell’apparenza, della somiglianza, della sembianza.
08
aprile 2005
Fabio Gasparri – Oriente estremo disorientamento
Dall'otto aprile al 07 maggio 2005
design
arte contemporanea
arte contemporanea
Location
ALESSANDRA GIANNETTI STORE ROMA
Roma, Piazza Capranica, 94, (Roma)
Roma, Piazza Capranica, 94, (Roma)
Orario di apertura
dal lunedì al sabato 10,30-13,30 e 15,30-19.30. Lunedì mattina chiuso
Vernissage
8 Aprile 2005, ore 19,30