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Fabio Giacuzzo / Enzo Tedeschi – Percezioni
Doppia personale di fotografia. Fabio Giacuzzo presenta “ll mio Carso”, Enzo Tedeschi “Fuggevoli Visioni”
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Giovedì 9 giugno 2016, alle ore 19, verrà inaugurata presso gli spazi espositivi del Museo d’Arte
Moderna di Muggia UGO CARA’, sito in via Roma 9, la mostra fotografica di FABIO GIACUZZO e
ENZO TEDESCHI, intitolata
PERCEZIONI
IL MIO CARSO – FUGGEVOLI VISIONI
La mostra è organizzata da PHOTO-IMAGO, Centro per l’Archiviazione e la Divulgazione dell’Immagine
Fotografica, e si inserisce nel programma PRACC (Progetto Arte Contemporanea Museo Carà) che
l’Assessorato alla Cultura del Comune di Muggia ha varato già nel 2007 assieme alle associazioni culturali
PHOTO-IMAGO, Gruppo78 e Juliet.
PHOTO-IMAGO è particolarmente orgogliosa di presentare a Muggia i lavori fotografici di questi
autori che rappresentano un punto di riferimento nella fotografia regionale. La mostra è curata da
Fabio Rinaldi.
Fabio Giacuzzo presenta ll mio Carso;
Avete mai pensato di dover rappresentare qualcosa che vi piace, di cui siete profondamente
innamorati? Indifferentemente se per esprimervi usiate la penna, il pennello, la danza o la
fotografia. Non è facile. E soprattutto non lo è se non vogliamo banalizzare il nostro sentimento, se
non vogliamo cadere nella retorica, nel déjà-vu.
Fabio Giacuzzo classe ’61 di Monfalcone, il Carso lo ha vissuto nelle incertezze della
frequentazione giovanile, scoraggiata dagli adulti vuoi per i segni lasciati sull’uomo dalla guerra,
vuoi per un confine così vicino, la Jugoslavia, così culturalmente distante, è stato un territorio allo
stesso tempo ostico ed attraente. La maturazione e la fascinazione della visione dei lavori di Lojze
Spacal, artista che, secondo lui, meglio di ogni altro ha saputo rappresentare la poesia di questa
terra, lo lasciano stregato. Non ultima la lettura de Il mio carso di Scipio Slataper lo hanno spinto
ad esplorare e a fotografare questo territorio. La fotografia quindi, solo alla fine di un lento
percorso che gli ha permesso di ben metabolizzare quello che avrebbe voluto fare, di capire
esattamente quello che il Carso è per lui.
Con questo lavoro realizzato esclusivamente in analogico e curato con particolare cura in camera
oscura, Fabio entra e ci fa entrare in contatto con gli elementi che lo hanno affascinato, quei
soggetti che hanno fermato il suo passo. Che siano stati sassi, muretti, recinti o architetture
riadattate dal passare delle esigenze generazionali, lui li ha rianimati, ne ha ridato dignità,
portandoceli in primissimo piano, scontornando il resto della natura che li voleva nascondere,
rimettendoli in luce.
Enzo Tedeschi presenta Fuggevoli Visioni;
Il passaggio dall’analogico al digitale, solitamente lascia un segno nelle immagini dell’autore, vuoi
perché non ci sia più la scelta della pellicola preferita, vuoi perché i passi costruttivi risultano
diversi, -la camera oscura non è per niente simile al computer-. Enzo Tedeschi con questo nuovo
lavoro Fuggevoli Visioni sembra non averne risentito, mantenendo inalterata la sua poetica fatta di
idilliaci paesaggi abitati dai problemi umani. Atmosfere surreali, anche se di questi tempi il confine
tra surreale e reale è abbastanza sottile, Enzo ci porta a percorrere i temi cari all’uomo, la Terra, il
Lavoro, il Gioco, lo Spazio, la Libertà.
Il suo modo di presentarceli mescolando fantasia, immaginazione e realtà, in un improbabile
spazio-tempo in cui la luce avvolge e nello stesso tempo opprime la composizione. C’è sempre una
forte tensione nelle immagini, come se da un momento all’altro dovesse capitare qualcosa,
qualcosa che è lasciato alla sola sensibilità del lettore. Sono storie che Tedeschi ci abbozza
lasciando a noi la conclusione, al nostro ottimismo o al nostro pessimismo. Come ci dice l’autore:
“Ogni immagine non si esaurisce al primo sguardo ma lascia a chi osserva diverse sensazioni fino a
incantare lo spettatore”.
Sì, ci piace immergerci in questi sogni, ci ritroviamo a perderci sospesi in quest’atmosfera ovattata,
in cui distinguiamo i ricordi d’infanzia fatti di cose semplici, in cui rivediamo i gesti e i rituali
ancestrali del lavoro nei campi, della fatica, ma pure della felicità che quelle poche certezze ci
davano.
La mostra, che si avvale dell’adesione della Casa dell’Arte di Trieste, sarà visitabile sino a
domenica 3 luglio 2016 con il seguente orario: da martedì a venerdì dalle 18.00 alle 20.00, sabato
dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 18.00 alle 20.00, domenica e festivi dalle 10.00 alle 12.00.
Ingresso libero.
Moderna di Muggia UGO CARA’, sito in via Roma 9, la mostra fotografica di FABIO GIACUZZO e
ENZO TEDESCHI, intitolata
PERCEZIONI
IL MIO CARSO – FUGGEVOLI VISIONI
La mostra è organizzata da PHOTO-IMAGO, Centro per l’Archiviazione e la Divulgazione dell’Immagine
Fotografica, e si inserisce nel programma PRACC (Progetto Arte Contemporanea Museo Carà) che
l’Assessorato alla Cultura del Comune di Muggia ha varato già nel 2007 assieme alle associazioni culturali
PHOTO-IMAGO, Gruppo78 e Juliet.
PHOTO-IMAGO è particolarmente orgogliosa di presentare a Muggia i lavori fotografici di questi
autori che rappresentano un punto di riferimento nella fotografia regionale. La mostra è curata da
Fabio Rinaldi.
Fabio Giacuzzo presenta ll mio Carso;
Avete mai pensato di dover rappresentare qualcosa che vi piace, di cui siete profondamente
innamorati? Indifferentemente se per esprimervi usiate la penna, il pennello, la danza o la
fotografia. Non è facile. E soprattutto non lo è se non vogliamo banalizzare il nostro sentimento, se
non vogliamo cadere nella retorica, nel déjà-vu.
Fabio Giacuzzo classe ’61 di Monfalcone, il Carso lo ha vissuto nelle incertezze della
frequentazione giovanile, scoraggiata dagli adulti vuoi per i segni lasciati sull’uomo dalla guerra,
vuoi per un confine così vicino, la Jugoslavia, così culturalmente distante, è stato un territorio allo
stesso tempo ostico ed attraente. La maturazione e la fascinazione della visione dei lavori di Lojze
Spacal, artista che, secondo lui, meglio di ogni altro ha saputo rappresentare la poesia di questa
terra, lo lasciano stregato. Non ultima la lettura de Il mio carso di Scipio Slataper lo hanno spinto
ad esplorare e a fotografare questo territorio. La fotografia quindi, solo alla fine di un lento
percorso che gli ha permesso di ben metabolizzare quello che avrebbe voluto fare, di capire
esattamente quello che il Carso è per lui.
Con questo lavoro realizzato esclusivamente in analogico e curato con particolare cura in camera
oscura, Fabio entra e ci fa entrare in contatto con gli elementi che lo hanno affascinato, quei
soggetti che hanno fermato il suo passo. Che siano stati sassi, muretti, recinti o architetture
riadattate dal passare delle esigenze generazionali, lui li ha rianimati, ne ha ridato dignità,
portandoceli in primissimo piano, scontornando il resto della natura che li voleva nascondere,
rimettendoli in luce.
Enzo Tedeschi presenta Fuggevoli Visioni;
Il passaggio dall’analogico al digitale, solitamente lascia un segno nelle immagini dell’autore, vuoi
perché non ci sia più la scelta della pellicola preferita, vuoi perché i passi costruttivi risultano
diversi, -la camera oscura non è per niente simile al computer-. Enzo Tedeschi con questo nuovo
lavoro Fuggevoli Visioni sembra non averne risentito, mantenendo inalterata la sua poetica fatta di
idilliaci paesaggi abitati dai problemi umani. Atmosfere surreali, anche se di questi tempi il confine
tra surreale e reale è abbastanza sottile, Enzo ci porta a percorrere i temi cari all’uomo, la Terra, il
Lavoro, il Gioco, lo Spazio, la Libertà.
Il suo modo di presentarceli mescolando fantasia, immaginazione e realtà, in un improbabile
spazio-tempo in cui la luce avvolge e nello stesso tempo opprime la composizione. C’è sempre una
forte tensione nelle immagini, come se da un momento all’altro dovesse capitare qualcosa,
qualcosa che è lasciato alla sola sensibilità del lettore. Sono storie che Tedeschi ci abbozza
lasciando a noi la conclusione, al nostro ottimismo o al nostro pessimismo. Come ci dice l’autore:
“Ogni immagine non si esaurisce al primo sguardo ma lascia a chi osserva diverse sensazioni fino a
incantare lo spettatore”.
Sì, ci piace immergerci in questi sogni, ci ritroviamo a perderci sospesi in quest’atmosfera ovattata,
in cui distinguiamo i ricordi d’infanzia fatti di cose semplici, in cui rivediamo i gesti e i rituali
ancestrali del lavoro nei campi, della fatica, ma pure della felicità che quelle poche certezze ci
davano.
La mostra, che si avvale dell’adesione della Casa dell’Arte di Trieste, sarà visitabile sino a
domenica 3 luglio 2016 con il seguente orario: da martedì a venerdì dalle 18.00 alle 20.00, sabato
dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 18.00 alle 20.00, domenica e festivi dalle 10.00 alle 12.00.
Ingresso libero.
09
giugno 2016
Fabio Giacuzzo / Enzo Tedeschi – Percezioni
Dal 09 giugno al 03 luglio 2016
fotografia
Location
MUSEO D’ARTE MODERNA UGO CARA’
Muggia, Via Roma, 9, (Trieste)
Muggia, Via Roma, 9, (Trieste)
Orario di apertura
da martedì a venerdì 18-20, sabato 10-12 e 18-20, domenica e festivi 10-12
Vernissage
9 Giugno 2016, h 19
Autore
Curatore