La mostra presenta una serie di lavori del ciclo degli Oppiacei, una ricerca avviata dall’artista nel 2008 a cui appartengono opere realizzate con tecniche artistiche diverse.

“E’ nella serie degli oppiacei”, scrive Simone Fappanni “che bene si comprendono le scansioni volumetriche che contraddistinguono lo svolgersi della materia dentro e fuori dallo spazio, tanto è vero che in alcuni pezzi gli oppiacei paiono rilasciare il proprio lattice, quasi fosse una specie di offerta laica alla vita, un contributo che rimanda a quel dualismo che queste piante hanno sé, ovvero esalare un negativo effetto ipnotico ma anche salutare risultato anestetico, dunque in grado da un lato di condurre a gravi patologie, in seguito ad un abuso, dall’altra di alleviare il dolore, se assunto in dosi contenute secondo i dettami della medicina. E su questo duplice binario dialettico si muove la ricerca del pittore milanese, un binario che crea da un lato una irresistibile attrazione verso questi vegetali, dall’aspetto conturbante e misterioso, ma anche sinistro, dall’altra un senso di inquietudine nei confronti del potenziale pericolo di cui essi sono portatori per propria costituzione”.
Fabio Usvardi è nato nel 1973 in provincia di Milano. Vive e lavora a Buscate (MI). Ha esposto in numerose gallerie in Italia, Inghilterra, Germania