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Fabio Weik – Ermeneutica chapter I
Leà inaugura con“ERMENEUTICA cap.I”, personale dell’artista milanese Fabio Weik, curata da Valentina Bizzotto. Opere site-specific di grande formato alte fino a quattro metri, incombono sullo spettatore proiettandolo in un universo mitologico che indaga sulla tematica del viaggio dei profughi.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Leà inaugura i propri spazi presentando “ERMENEUTICA chapter I”, mostra personale dell’artista milanese Fabio Weik, curata da Valentina Bizzotto.
“Ermeneutica” è il primo capitolo di un viaggio controverso, o meglio una traversata, dall’antica Grecia ai nostri giorni, in cui l’artista veste il ruolo di ermeneuta contemporaneo che utilizza l’arte come chiave di interpretazione della condizione umana.
Con questa serie di opere Fabio Weik indaga sulla tematica del viaggio dei profughi, confrontandolo, attraverso un parallelismo visivo provocatorio, con le immagini mitologiche greche ispirate a cartigli del 1500.
L’estetica drammatica dell’iconografia classica degli antichi miti risalta sulla superficie aurea delle coperte isotermiche in un dualismo tra soggetto e materia, causa ed effetto.
Le “coperte di sopravvivenza”, donate durante le operazioni di soccorso ai profughi, come primo indumento per ripararsi dalle temperature gelide che il viaggio in mare comporta, diventano simbolo e testimoni del viaggio stesso nonché, veri e propri supporti su cui Fabio Weik raffigura i personaggi della mitologia classica come metafora dell’attualità.
Opere site-specific di grande formato alte fino a quattro metri, incombono sullo spettatore proiettandolo in un universo leggendario popolato da Marte, Nettuno, Hermes, Psiche, Galatea, Arione e gli Argonauti dipinti con linee di indelebile nero o stampati e riprodotti a mano con tavoletta grafica, un richiamo ai primi processi di stampa ad incisione. Le raffigurazioni storicizzate permeate di significati attuali provocano un cortocircuito emozionale nel momento in cui si realizza che le dinamiche della storia umana rimangono immutate nonostante il passare dei secoli.
Marte, equivalente della divinità greca Ares, dio della guerra, dei duelli e degli spargimenti di sangue rappresenta la virtù, la forza della natura e della gioventù, votata alla pratica militare. In questa accezione viene posto in relazione con l’antica pratica italica del Ver Sacrum, la primavera Sacra: in tempi difficili, i cittadini prendevano la decisione sacra di allontanare dal territorio la nuova generazione non appena fosse divenuta adulta, affinché potessero trovare un futuro migliore altrove.
Poseidone o Nettuno, dio delle acque, delle correnti e dei terremoti, a cui votarsi per navigare in acque calme e trovare nuove e buone terre per l’approdo delle navi.
L’avventuroso viaggio di Argo, la prima nave ad aver mai solcato i mari, con a bordo i 50 Argonauti diretta verso le ostili terre della Colchide alla riconquista del vello d’oro.
Hermes, (per i romani Mercurio dio dei commerci e dei ladri), dio dei viaggi e protettore degli spostamenti, accompagnava anche gli spiriti dei morti fino all’aldilà.
I soggetti scelti rappresentano i momenti e gli ostacoli di un viaggio come nel caso di Poseidone che a bordo dei cavalli marini crea tempesta o dl Marte, Dio della Guerra da cui i popoli fuggono ad ogni costo.
Il mare è un antagonista del sogno dei migranti di raggiungere una terra libera da conflitti, vista come l’Olimpo ed il loro costoso viaggio, viene spesso gestito da inganni e truffe, ricordando che Hermes, per esempio, è Dio anche in questo.
Le metafore visive non si limitano a sottolineare solamente il lato drammatico del viaggio ma si aprono anche al senso di speranza e di fiducia dettata dalla disperazione, come nella raffigurazione degli Argonauti o del mito a lieto fine di Arione, il quale, vittima di un complotto per ucciderlo e derubarlo a bordo della nave su cui viaggiava, viene tratto in salvo da un delfino ed il capitano della nave giustiziato assieme al suo equipaggio una volta giunto al porto di Corinto.
Se gli ermeneuti erano mediatori che collegavano i comuni mortali con gli dei della grecità, l’artista qui ha il ruolo di ermeneuta contemporaneo che cerca di riconnettere le masse, anestetizzate dalla ripetitività di notizie e luoghi comuni, alla realtà.
Per far questo Weik, nella scelta delle immagine mitologiche utilizzate, cerca di mantenere una similitudine anche nella composizione estetica dei soggetti rappresentati basata sulla posa dei corpi umani negli scenari.
Pose paragonabili alle immagini mediatiche più popolari come ad esempio nell’opera “Aylan Kurdi” dove il bambino deceduto, icona strumentalizzata dall’informazione, viene rappresentato in termini mitologici da un giovane Putto inerme accompagnato da un delfino mitologico affranto.
Hermes/l’artista diviene metafora di ogni mente aperta al rischio, alla potenza eroica dell'inganno e nello stesso tempo prefigura il ruolo di colui che vede nell’incongruenza delle cose la possibilità di trovare un centro unificatore, che non può essere che il pensiero stesso.
-Sull’artista-
Fabio Weik (1984, Milano - Italia)
Graffiti Writer dal 1997, e artista contemporaneo.
Esponente attivo della TDK crew, storica graffiti crew nazionale e dell’ Interplay crew di cui è il fondatore, ha partecipato ad importanti interventi urbani, sia in Italia che all’estero, collaborando attivamente con amministrazioni comunali e fondazioni internazionali a progetti di Urban Art e riqualificazione urbana.
La sua identità underground rimane viva in strada e nel suo studio delle lettere, ma la sua voglia di comunicare non solo ad un pubblico underground come quello dei graffiti, lo spingono ad avvicinarsi all’ambiente più istituzionale sperimentando con i mezzi contemporanei dell’arte visiva.
Il lavoro di Fabio Weik rispecchia il contesto storico attuale e la società contemporanea dominata dai media e dalla televisione. Utilizzando simboli ed icone popolari, un linguaggio artistico basato sulla rapidità di fruizione del messaggio e sulla conflittualità dei soggetti rappresentati, i dipinti, i video e le installazioni site specific, sono a tratti introspettivi ma sempre con riferimenti sociali. Le tecniche sperimentali e l’uso di materiali non convenzionali come acidi, vetro, polvere, gesso e oggetti comuni contribuiscono a spiazzare lo spettatore innescando un processo di identificazione e riflessione sulle tematiche dell’opera.
Le sue prime opere su coperte isotermiche sono state presentate nel dicembre 2018 durante la mostra “Basquiat, la Street Italiana e le Visioni metropolitane” a Piacenza.
La sua produzione spazia dalle superfici metropolitane agli spazi pubblici e privati, alle tele, fino ad arrivare ai capi d’alta moda. Nel 2009, infatti, disegna ed interviene sui capi della collezione A/I MISSONI uomo instaurando così un’originale collaborazione con Angela Missoni e i suoi stilisti trasformatasi in un rapporto d’amicizia.
Tuttora collabora con famosi stilisti e ricamatori come Graziano Giordani in una continua ricerca e sperimentazione della produzione su materiali innovativi.
Nel 2010 con la personale Sinergie in Fabbrica Borroni impone la sua visione artistica, presentando installazioni e dipinti controversi, attirando l’attenzione dei media per le tematiche affrontate.
Grazie alla collaborazione con la galleria Teseo di Milano, espone in diverse fiere d’arte (Affordable Art Fair, MIART), alla Triennale di Milano ed al Museo del Design.
Nel 2013 inizia la collaborazione con Cold Krash, galleria Australiana, e le conseguenti esposizioni in eventi privati organizzati da collezionisti a Sydney.
Nel 2014 si trasferisce a Dubai dove partecipa ad ART DUBAI ed eventi di graffiti internazionali come la STREET ART NIGHT. La sua personale “HORSES HEART” attira l’attenzione della famiglia reale Al Maktoum che acquisisce alcune opere per la propria collezione privata. Inizia quindi a collaborare con gallerie e musei degli UAE. N e l 2015 viene contattato per creare un’installazione per il padiglione Cina ad ACQUE 2015, evento ospitato dalla Biennale di Venezia in associazione con EXPO2015.
Attualmente vive tra Milano e Dubai dove lavora anche come direttore artistico di eventi culturali. Collabora ed è rappresentato da gallerie di Milano, Dubai, Pechino, Marrakech, Stoccolma, New York, Parigi, Spagna ed Australia.
Il vernissage di “ERMENEUTICA chapter I” si terrà il 28 settembre alle 18,30 alla presenza dell’artista e della curatrice.
PRESS DATE (su invito) : 28 settembre 11.00-12.30
LEÀ
Via Scoglio di Quarto, 3 Milano, Italia
orari: da giovedì a sabato (previo appuntamento via email) 11.00 - 19.00
info/appuntamenti: ermeneutica2019@gmail.com
info location: www.leamilano.it
#leàmilano #weikermeneutica #fabioweik
“Ermeneutica” è il primo capitolo di un viaggio controverso, o meglio una traversata, dall’antica Grecia ai nostri giorni, in cui l’artista veste il ruolo di ermeneuta contemporaneo che utilizza l’arte come chiave di interpretazione della condizione umana.
Con questa serie di opere Fabio Weik indaga sulla tematica del viaggio dei profughi, confrontandolo, attraverso un parallelismo visivo provocatorio, con le immagini mitologiche greche ispirate a cartigli del 1500.
L’estetica drammatica dell’iconografia classica degli antichi miti risalta sulla superficie aurea delle coperte isotermiche in un dualismo tra soggetto e materia, causa ed effetto.
Le “coperte di sopravvivenza”, donate durante le operazioni di soccorso ai profughi, come primo indumento per ripararsi dalle temperature gelide che il viaggio in mare comporta, diventano simbolo e testimoni del viaggio stesso nonché, veri e propri supporti su cui Fabio Weik raffigura i personaggi della mitologia classica come metafora dell’attualità.
Opere site-specific di grande formato alte fino a quattro metri, incombono sullo spettatore proiettandolo in un universo leggendario popolato da Marte, Nettuno, Hermes, Psiche, Galatea, Arione e gli Argonauti dipinti con linee di indelebile nero o stampati e riprodotti a mano con tavoletta grafica, un richiamo ai primi processi di stampa ad incisione. Le raffigurazioni storicizzate permeate di significati attuali provocano un cortocircuito emozionale nel momento in cui si realizza che le dinamiche della storia umana rimangono immutate nonostante il passare dei secoli.
Marte, equivalente della divinità greca Ares, dio della guerra, dei duelli e degli spargimenti di sangue rappresenta la virtù, la forza della natura e della gioventù, votata alla pratica militare. In questa accezione viene posto in relazione con l’antica pratica italica del Ver Sacrum, la primavera Sacra: in tempi difficili, i cittadini prendevano la decisione sacra di allontanare dal territorio la nuova generazione non appena fosse divenuta adulta, affinché potessero trovare un futuro migliore altrove.
Poseidone o Nettuno, dio delle acque, delle correnti e dei terremoti, a cui votarsi per navigare in acque calme e trovare nuove e buone terre per l’approdo delle navi.
L’avventuroso viaggio di Argo, la prima nave ad aver mai solcato i mari, con a bordo i 50 Argonauti diretta verso le ostili terre della Colchide alla riconquista del vello d’oro.
Hermes, (per i romani Mercurio dio dei commerci e dei ladri), dio dei viaggi e protettore degli spostamenti, accompagnava anche gli spiriti dei morti fino all’aldilà.
I soggetti scelti rappresentano i momenti e gli ostacoli di un viaggio come nel caso di Poseidone che a bordo dei cavalli marini crea tempesta o dl Marte, Dio della Guerra da cui i popoli fuggono ad ogni costo.
Il mare è un antagonista del sogno dei migranti di raggiungere una terra libera da conflitti, vista come l’Olimpo ed il loro costoso viaggio, viene spesso gestito da inganni e truffe, ricordando che Hermes, per esempio, è Dio anche in questo.
Le metafore visive non si limitano a sottolineare solamente il lato drammatico del viaggio ma si aprono anche al senso di speranza e di fiducia dettata dalla disperazione, come nella raffigurazione degli Argonauti o del mito a lieto fine di Arione, il quale, vittima di un complotto per ucciderlo e derubarlo a bordo della nave su cui viaggiava, viene tratto in salvo da un delfino ed il capitano della nave giustiziato assieme al suo equipaggio una volta giunto al porto di Corinto.
Se gli ermeneuti erano mediatori che collegavano i comuni mortali con gli dei della grecità, l’artista qui ha il ruolo di ermeneuta contemporaneo che cerca di riconnettere le masse, anestetizzate dalla ripetitività di notizie e luoghi comuni, alla realtà.
Per far questo Weik, nella scelta delle immagine mitologiche utilizzate, cerca di mantenere una similitudine anche nella composizione estetica dei soggetti rappresentati basata sulla posa dei corpi umani negli scenari.
Pose paragonabili alle immagini mediatiche più popolari come ad esempio nell’opera “Aylan Kurdi” dove il bambino deceduto, icona strumentalizzata dall’informazione, viene rappresentato in termini mitologici da un giovane Putto inerme accompagnato da un delfino mitologico affranto.
Hermes/l’artista diviene metafora di ogni mente aperta al rischio, alla potenza eroica dell'inganno e nello stesso tempo prefigura il ruolo di colui che vede nell’incongruenza delle cose la possibilità di trovare un centro unificatore, che non può essere che il pensiero stesso.
-Sull’artista-
Fabio Weik (1984, Milano - Italia)
Graffiti Writer dal 1997, e artista contemporaneo.
Esponente attivo della TDK crew, storica graffiti crew nazionale e dell’ Interplay crew di cui è il fondatore, ha partecipato ad importanti interventi urbani, sia in Italia che all’estero, collaborando attivamente con amministrazioni comunali e fondazioni internazionali a progetti di Urban Art e riqualificazione urbana.
La sua identità underground rimane viva in strada e nel suo studio delle lettere, ma la sua voglia di comunicare non solo ad un pubblico underground come quello dei graffiti, lo spingono ad avvicinarsi all’ambiente più istituzionale sperimentando con i mezzi contemporanei dell’arte visiva.
Il lavoro di Fabio Weik rispecchia il contesto storico attuale e la società contemporanea dominata dai media e dalla televisione. Utilizzando simboli ed icone popolari, un linguaggio artistico basato sulla rapidità di fruizione del messaggio e sulla conflittualità dei soggetti rappresentati, i dipinti, i video e le installazioni site specific, sono a tratti introspettivi ma sempre con riferimenti sociali. Le tecniche sperimentali e l’uso di materiali non convenzionali come acidi, vetro, polvere, gesso e oggetti comuni contribuiscono a spiazzare lo spettatore innescando un processo di identificazione e riflessione sulle tematiche dell’opera.
Le sue prime opere su coperte isotermiche sono state presentate nel dicembre 2018 durante la mostra “Basquiat, la Street Italiana e le Visioni metropolitane” a Piacenza.
La sua produzione spazia dalle superfici metropolitane agli spazi pubblici e privati, alle tele, fino ad arrivare ai capi d’alta moda. Nel 2009, infatti, disegna ed interviene sui capi della collezione A/I MISSONI uomo instaurando così un’originale collaborazione con Angela Missoni e i suoi stilisti trasformatasi in un rapporto d’amicizia.
Tuttora collabora con famosi stilisti e ricamatori come Graziano Giordani in una continua ricerca e sperimentazione della produzione su materiali innovativi.
Nel 2010 con la personale Sinergie in Fabbrica Borroni impone la sua visione artistica, presentando installazioni e dipinti controversi, attirando l’attenzione dei media per le tematiche affrontate.
Grazie alla collaborazione con la galleria Teseo di Milano, espone in diverse fiere d’arte (Affordable Art Fair, MIART), alla Triennale di Milano ed al Museo del Design.
Nel 2013 inizia la collaborazione con Cold Krash, galleria Australiana, e le conseguenti esposizioni in eventi privati organizzati da collezionisti a Sydney.
Nel 2014 si trasferisce a Dubai dove partecipa ad ART DUBAI ed eventi di graffiti internazionali come la STREET ART NIGHT. La sua personale “HORSES HEART” attira l’attenzione della famiglia reale Al Maktoum che acquisisce alcune opere per la propria collezione privata. Inizia quindi a collaborare con gallerie e musei degli UAE. N e l 2015 viene contattato per creare un’installazione per il padiglione Cina ad ACQUE 2015, evento ospitato dalla Biennale di Venezia in associazione con EXPO2015.
Attualmente vive tra Milano e Dubai dove lavora anche come direttore artistico di eventi culturali. Collabora ed è rappresentato da gallerie di Milano, Dubai, Pechino, Marrakech, Stoccolma, New York, Parigi, Spagna ed Australia.
Il vernissage di “ERMENEUTICA chapter I” si terrà il 28 settembre alle 18,30 alla presenza dell’artista e della curatrice.
PRESS DATE (su invito) : 28 settembre 11.00-12.30
LEÀ
Via Scoglio di Quarto, 3 Milano, Italia
orari: da giovedì a sabato (previo appuntamento via email) 11.00 - 19.00
info/appuntamenti: ermeneutica2019@gmail.com
info location: www.leamilano.it
#leàmilano #weikermeneutica #fabioweik
28
settembre 2019
Fabio Weik – Ermeneutica chapter I
Dal 28 settembre al 27 ottobre 2019
arte contemporanea
Location
LEÀ
Milano, Via Scoglio di Quarto, 3, (MI)
Milano, Via Scoglio di Quarto, 3, (MI)
Orario di apertura
da giovedì a sabato 11.00 - 19.00 previo appuntamento via email: ermeneutica2019@gmail.com
Vernissage
28 Ottobre 2019, Ore 18.30, su invito
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