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Fabrizio Bellanca – Virtualoid / Soulscape
A volte basta un nome per evocare sensazioni e ricordi… Il titolo di questa serie di Bellanca, ci riporta agli anni ’70, anni di sperimentazioni, anni di rapide trasformazioni e capovolgimenti. La fotografia diventa non solo ricerca e lunghi tempi passati nelle camere oscure per vedere finalmente il risultato di ciò che si era fissato sulla pellicola, ma si fa istante, momento vissuto e subito fermato. È la Polaroid: immagini a portata di tutti, da fruire al momento. Non si parlava di selfie ma di foto di gruppo o paesaggi che subito diventavano realtà sulla carta in piccolo formato
Comunicato stampa
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Virtualoid
A volte basta un nome per evocare sensazioni e ricordi... Il titolo di questa serie di Bellanca, ci riporta agli anni ’70, anni di sperimentazioni, anni di rapide trasformazioni e capovolgimenti. La fotografia diventa non solo ricerca e lunghi tempi passati nelle camere oscure per vedere finalmente il risultato di ciò che si era fissato sulla pellicola, ma si fa istante, momento vissuto e subito fermato. È la Polaroid: immagini a portata di tutti, da fruire al momento. Non si parlava di selfie ma di foto di gruppo o paesaggi che subito diventavano realtà sulla carta in piccolo formato.
L’artista ci vuole riportare sullo stesso terreno, proiettato nel futuro come indica il sottotitolo della serie “jump back in the future”, un salto indietro nel futuro. Qui i soggetti di Bellanca sono lavorati in miniatura mediante un intervento diretto con i suoi tipici materiali e le tecniche più sperimentali, dal Dremel, per incidere la cornice, ai colori per vetro utilizzati per coprire una sezione dello scatto oppure esaltarne un’altra. Il formato rimane lo stesso, 11 x 9 cm, e in quella piccola finestra quadrata ritroviamo l’anima urbana di Bellanca: a volte sono i disegni finali di opere realizzate in grande formato, spesso idee e bozzetti di opere future, dall’architettura razionalista di Como, la sua città, a scorci urbani di metropoli, quali New York e Londra.
Una serie parallela sono i “Soulscape”, la serie astratta presente in esposizione. In questo caso il paesaggio e l’architettura si fanno paesaggio dell’anima, le forme interiori ricostruiscono le linee della natura e delle città di Bellanca e, mentre il figurativo acquisisce un significato unilaterale, l’astratto fa vivere allo spettatore l’emozione di ricomporre il soggetto in modo personale senza che l’artista ne forzi l’interpretazione. Con qualche semplice rullata di colore su lastra ci ritroviamo dentro un paesaggio, su di un’isola o al centro di una città.
La doppia serie di opere, “Virtualoid e “Soulscape”, viaggia su binari paralleli e distinti. Le due anime dell’artista, una bianca e una nera, convivono per la prima volta insieme in questa mostra e in questo spazio grazie a “the Art Company” e Pierluigi Ratti che hanno creduto in questa mostra.
Fabrizio Bellanca ©2017
Revisione testo a cura di Elena Isella
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Fabrizio Bellanca
Fabrizio Bellanca è nato a Roma nel 1968. Ha frequentato il liceo artistico della città G. Terragni diplomandosi nel 1987. Successivamente ha conseguito il diploma di Grafico pubblicitario presso l’Istituto Superiore di Grafica Pubblicitaria del Castello Sforzesco di Milano nel 1991. Il primo approccio con l’arte avviene già nel 1989, dove si accosta alla tecnica dei graffiti metropolitani e del Writing, intervenendo sulla tela con colori forti e forme geometriche astratte. Bellanca ama sperimentare, utilizzare nuovi materiali, ed introduce nelle sue opere la resina applicata a gocce, che conferisce una effetto lucidissimo, bagnato, che esalta i colori. Sul finire degli anni novanta l’artista si accosta all’action painting, che realizza ad olio su superfici materiche. Le sue opere spaziano dal figurativo all’astratto, in una continua ricerca di nuove tecniche e forme espressive. Ma la vera rivoluzione avviene nel 2004, quando Bellanca “scopre” l’acciaio in lastre; agisce su questo materiale con il Dremel, un mini trapano che utilizza punte in pietra e diamantate, che creano un sorprendente effetto simile a quello del tratto di una matita. I soggetti sono persone, luoghi, edifici, quasi sempre in grande formato. E la sperimentazione ancora una volta non si ferma, si spinge fino alla musica; accompagnato dal gruppo Blue Silk, realizza performances artistico musicali in cui il suono
del trapano che incide l’acciaio, accompagnato da arpa e chitarra elettrica, diventa una melodia. L’artista continua fino ad oggi ad operare sull’acciaio, e su un altro metallo, l’alluminio, sul quale opera con colori da stampa in sovrapposizione a colori per vetro e Letraset. Fabrizio Bellanca vive e lavora a Como, dove è titolare dell’agenzia di grafica pubblicitaria “Fab”, che si occupa della realizzazione di immagine aziendale, editoria e siti web.
A volte basta un nome per evocare sensazioni e ricordi... Il titolo di questa serie di Bellanca, ci riporta agli anni ’70, anni di sperimentazioni, anni di rapide trasformazioni e capovolgimenti. La fotografia diventa non solo ricerca e lunghi tempi passati nelle camere oscure per vedere finalmente il risultato di ciò che si era fissato sulla pellicola, ma si fa istante, momento vissuto e subito fermato. È la Polaroid: immagini a portata di tutti, da fruire al momento. Non si parlava di selfie ma di foto di gruppo o paesaggi che subito diventavano realtà sulla carta in piccolo formato.
L’artista ci vuole riportare sullo stesso terreno, proiettato nel futuro come indica il sottotitolo della serie “jump back in the future”, un salto indietro nel futuro. Qui i soggetti di Bellanca sono lavorati in miniatura mediante un intervento diretto con i suoi tipici materiali e le tecniche più sperimentali, dal Dremel, per incidere la cornice, ai colori per vetro utilizzati per coprire una sezione dello scatto oppure esaltarne un’altra. Il formato rimane lo stesso, 11 x 9 cm, e in quella piccola finestra quadrata ritroviamo l’anima urbana di Bellanca: a volte sono i disegni finali di opere realizzate in grande formato, spesso idee e bozzetti di opere future, dall’architettura razionalista di Como, la sua città, a scorci urbani di metropoli, quali New York e Londra.
Una serie parallela sono i “Soulscape”, la serie astratta presente in esposizione. In questo caso il paesaggio e l’architettura si fanno paesaggio dell’anima, le forme interiori ricostruiscono le linee della natura e delle città di Bellanca e, mentre il figurativo acquisisce un significato unilaterale, l’astratto fa vivere allo spettatore l’emozione di ricomporre il soggetto in modo personale senza che l’artista ne forzi l’interpretazione. Con qualche semplice rullata di colore su lastra ci ritroviamo dentro un paesaggio, su di un’isola o al centro di una città.
La doppia serie di opere, “Virtualoid e “Soulscape”, viaggia su binari paralleli e distinti. Le due anime dell’artista, una bianca e una nera, convivono per la prima volta insieme in questa mostra e in questo spazio grazie a “the Art Company” e Pierluigi Ratti che hanno creduto in questa mostra.
Fabrizio Bellanca ©2017
Revisione testo a cura di Elena Isella
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Fabrizio Bellanca
Fabrizio Bellanca è nato a Roma nel 1968. Ha frequentato il liceo artistico della città G. Terragni diplomandosi nel 1987. Successivamente ha conseguito il diploma di Grafico pubblicitario presso l’Istituto Superiore di Grafica Pubblicitaria del Castello Sforzesco di Milano nel 1991. Il primo approccio con l’arte avviene già nel 1989, dove si accosta alla tecnica dei graffiti metropolitani e del Writing, intervenendo sulla tela con colori forti e forme geometriche astratte. Bellanca ama sperimentare, utilizzare nuovi materiali, ed introduce nelle sue opere la resina applicata a gocce, che conferisce una effetto lucidissimo, bagnato, che esalta i colori. Sul finire degli anni novanta l’artista si accosta all’action painting, che realizza ad olio su superfici materiche. Le sue opere spaziano dal figurativo all’astratto, in una continua ricerca di nuove tecniche e forme espressive. Ma la vera rivoluzione avviene nel 2004, quando Bellanca “scopre” l’acciaio in lastre; agisce su questo materiale con il Dremel, un mini trapano che utilizza punte in pietra e diamantate, che creano un sorprendente effetto simile a quello del tratto di una matita. I soggetti sono persone, luoghi, edifici, quasi sempre in grande formato. E la sperimentazione ancora una volta non si ferma, si spinge fino alla musica; accompagnato dal gruppo Blue Silk, realizza performances artistico musicali in cui il suono
del trapano che incide l’acciaio, accompagnato da arpa e chitarra elettrica, diventa una melodia. L’artista continua fino ad oggi ad operare sull’acciaio, e su un altro metallo, l’alluminio, sul quale opera con colori da stampa in sovrapposizione a colori per vetro e Letraset. Fabrizio Bellanca vive e lavora a Como, dove è titolare dell’agenzia di grafica pubblicitaria “Fab”, che si occupa della realizzazione di immagine aziendale, editoria e siti web.
31
marzo 2017
Fabrizio Bellanca – Virtualoid / Soulscape
Dal 31 marzo al 16 aprile 2017
arte contemporanea
Location
THE ART COMPANY
Como, Via Borgo Vico, 163, (Como)
Como, Via Borgo Vico, 163, (Como)
Orario di apertura
dal Lunedì al Venerdì
dalle 15.30 alle 18.30 Sabato su appuntamento
Vernissage
31 Marzo 2017, ore 18.30
Autore