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Fabrizio Braghieri / Nicola Toffolini – Contrasto
doppia personale
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Un laboratorio permanente per l’arte contemporanea
Secondo appuntamento con le giovani ricerche dell’arte italiana presso lo showroom torinese di STILE BK, brand italiano fondato dal designer Behrouz Kolahi, che da oltre vent’anni fonde nella propria ricerca la tradizione orientale del tappeto con gli orizzonti estetici contemporanei. Con il progetto STILE BK_ArtLab, l’azienda intende promuovere il lavoro degli artisti emergenti offrendo periodicamente la possibilità di interagire con i propri spazi in via Mazzini 52/f a Torino. Dopo l’evento del Novembre scorso dedicato a Margherita Moscardini e Nikola Uzunovski è ora la volta di Fabrizio Braghieri e Nicola Toffolini, che interverranno in maniera non invasiva sullo spazio espositivo relazionandosi con i lavori della nuova collezione STILE BK.
La direzione artistica del progetto STILE BK_ArtLab è stata affidata al critico e curatore Luca Vona.
La mostra
I lavori su carta di Nicola Toffolini si contraddistinguono per un disegno dal tratto pulito, spoglio di qualsiasi implicazione emotiva. Con la precisione di un naturalista Toffolini offre una riproduzione fedele del dato reale. Ma per comprendere pienamente le opere grafiche dell’artista bisogna inquadrarle nell’insieme della sua articolata produzione, che comprende diverse macchine programmate e interattive apparentemente molto distanti, dal punto di vista estetico, da questi lavori, eppure testimoni di una identica fascinazione per la dialettica tra artificiale e naturale, nella volontà di fare proprie le leggi rigorose della natura. Come nell’incedere monotono e lineare delle larve di Processionaria, parassita munito di aculei urticanti, capace di creare e ricomporre rapidamente file anche di diversi metri. Il soggetto evoca un ordine senza possibilità di scampo, ma anche un altro dei temi centrali nell’opera di Toffolini, quello dell’infinito. La sequenza di tavole infatti è un’opera deliberatamente incompiuta, nel senso che potrebbero aggiungersi ad essa, nel tempo, un numero non determinato di elementi.
Vi è quindi in questi lavori un indubbio aspetto concettuale, che riporta la memoria soprattutto alla “linea infinita” di Piero Manzoni.
Nei lavori di Fabrizio Braghieri troviamo invece i tratti tipici del post-concettualismo ironico italiano (la freschezza e la sapiente ingenuità di un Aldo Mondino per esempio). L’artista attiva un cortocircuito di doppi sensi tra l’opera e il suo titolo, compiacendosi in giochi di parole la cui leggerezza, a ben vedere, non è mai vero e proprio disimpegno.
Se dovessimo individuare una scuola filosofica alla quale attribuire la paternità del pensiero artistico di Braghieri faremmo riferimento senz’altro al Circolo di Vienna e alla sua attenzione totalizzante per le questioni linguistiche. Ma ben lontano dalla compostezza di un Frege o di un Carnap e utilizzando diversi media artistici –dalla pittura alla scultura con materiali non convenzionali- Braghieri ha elaborato una sorta di dizionario fraseologico per immagini che va ad arricchire ogni giorno con nuovi, divertenti, enunciati. Uno di questi è il pugile “al tappeto”, la sagoma di un corpulento atleta del ring, realizzata su un tappeto di fattura industriale, enfatizzando non solo le forme tondeggianti caratteristiche dei pugili degli anni ’50 del secolo scorso, ma anche il materiale non pregiato che la compone, in contrasto con i lavori presenti nello showroom per il quale l’opera è stata realizzata. E’ messo in primo piano così lo stridente contrasto che caratterizza due universi apparentemente molto distanti come quello del pugilato e quello dell’”art-system”, i cui attori spesso vengono a trovarsi sulla linea di confine tra successo e sconfitta, lusso e delusioni morali, miseria e nobili ideali.
Gli artisti
Fabrizio Braghieri vive e lavora a Milano, dove è nato nel 1967. Tra le sue mostre recenti: “Made in Italy” (2005) collettiva presso la Galleria Cardi di Milano; “Decoupage”, personale presso lo studio Argo&Londinium di Lugano (CH). Ha lavorato anche con la galleria Toselli di Milano.
Nicola Toffolini vive e lavora a Udine, dove è nato nel 1975. tra le sue mostre recenti: “Parassita si nasce” (2006), Placentia Arte - Galleria d’Arte Contemporanea, Piacenza; “Forzatamentealverde” (2005), Spazio FVG, di Villa Manin - Centro d’Arte Contemporanea, Passariano (UD); “Centometriquadri di verde acido” (2004), LipanjePuntin Artecontemporanea, Trieste. Ha vinto il XXII Premio Oscar Signorini dedicato alla Bioarte (2005). Ha anche attivato un progetto per il teatro di ricerca, Cosmesi, in collaborazione con Eva Geatti.
Luca Vona
Secondo appuntamento con le giovani ricerche dell’arte italiana presso lo showroom torinese di STILE BK, brand italiano fondato dal designer Behrouz Kolahi, che da oltre vent’anni fonde nella propria ricerca la tradizione orientale del tappeto con gli orizzonti estetici contemporanei. Con il progetto STILE BK_ArtLab, l’azienda intende promuovere il lavoro degli artisti emergenti offrendo periodicamente la possibilità di interagire con i propri spazi in via Mazzini 52/f a Torino. Dopo l’evento del Novembre scorso dedicato a Margherita Moscardini e Nikola Uzunovski è ora la volta di Fabrizio Braghieri e Nicola Toffolini, che interverranno in maniera non invasiva sullo spazio espositivo relazionandosi con i lavori della nuova collezione STILE BK.
La direzione artistica del progetto STILE BK_ArtLab è stata affidata al critico e curatore Luca Vona.
La mostra
I lavori su carta di Nicola Toffolini si contraddistinguono per un disegno dal tratto pulito, spoglio di qualsiasi implicazione emotiva. Con la precisione di un naturalista Toffolini offre una riproduzione fedele del dato reale. Ma per comprendere pienamente le opere grafiche dell’artista bisogna inquadrarle nell’insieme della sua articolata produzione, che comprende diverse macchine programmate e interattive apparentemente molto distanti, dal punto di vista estetico, da questi lavori, eppure testimoni di una identica fascinazione per la dialettica tra artificiale e naturale, nella volontà di fare proprie le leggi rigorose della natura. Come nell’incedere monotono e lineare delle larve di Processionaria, parassita munito di aculei urticanti, capace di creare e ricomporre rapidamente file anche di diversi metri. Il soggetto evoca un ordine senza possibilità di scampo, ma anche un altro dei temi centrali nell’opera di Toffolini, quello dell’infinito. La sequenza di tavole infatti è un’opera deliberatamente incompiuta, nel senso che potrebbero aggiungersi ad essa, nel tempo, un numero non determinato di elementi.
Vi è quindi in questi lavori un indubbio aspetto concettuale, che riporta la memoria soprattutto alla “linea infinita” di Piero Manzoni.
Nei lavori di Fabrizio Braghieri troviamo invece i tratti tipici del post-concettualismo ironico italiano (la freschezza e la sapiente ingenuità di un Aldo Mondino per esempio). L’artista attiva un cortocircuito di doppi sensi tra l’opera e il suo titolo, compiacendosi in giochi di parole la cui leggerezza, a ben vedere, non è mai vero e proprio disimpegno.
Se dovessimo individuare una scuola filosofica alla quale attribuire la paternità del pensiero artistico di Braghieri faremmo riferimento senz’altro al Circolo di Vienna e alla sua attenzione totalizzante per le questioni linguistiche. Ma ben lontano dalla compostezza di un Frege o di un Carnap e utilizzando diversi media artistici –dalla pittura alla scultura con materiali non convenzionali- Braghieri ha elaborato una sorta di dizionario fraseologico per immagini che va ad arricchire ogni giorno con nuovi, divertenti, enunciati. Uno di questi è il pugile “al tappeto”, la sagoma di un corpulento atleta del ring, realizzata su un tappeto di fattura industriale, enfatizzando non solo le forme tondeggianti caratteristiche dei pugili degli anni ’50 del secolo scorso, ma anche il materiale non pregiato che la compone, in contrasto con i lavori presenti nello showroom per il quale l’opera è stata realizzata. E’ messo in primo piano così lo stridente contrasto che caratterizza due universi apparentemente molto distanti come quello del pugilato e quello dell’”art-system”, i cui attori spesso vengono a trovarsi sulla linea di confine tra successo e sconfitta, lusso e delusioni morali, miseria e nobili ideali.
Gli artisti
Fabrizio Braghieri vive e lavora a Milano, dove è nato nel 1967. Tra le sue mostre recenti: “Made in Italy” (2005) collettiva presso la Galleria Cardi di Milano; “Decoupage”, personale presso lo studio Argo&Londinium di Lugano (CH). Ha lavorato anche con la galleria Toselli di Milano.
Nicola Toffolini vive e lavora a Udine, dove è nato nel 1975. tra le sue mostre recenti: “Parassita si nasce” (2006), Placentia Arte - Galleria d’Arte Contemporanea, Piacenza; “Forzatamentealverde” (2005), Spazio FVG, di Villa Manin - Centro d’Arte Contemporanea, Passariano (UD); “Centometriquadri di verde acido” (2004), LipanjePuntin Artecontemporanea, Trieste. Ha vinto il XXII Premio Oscar Signorini dedicato alla Bioarte (2005). Ha anche attivato un progetto per il teatro di ricerca, Cosmesi, in collaborazione con Eva Geatti.
Luca Vona
16
febbraio 2006
Fabrizio Braghieri / Nicola Toffolini – Contrasto
Dal 16 al 23 febbraio 2006
arte contemporanea
Location
STILE BK
Torino, Via Giuseppe Mazzini, 52/F, (Torino)
Torino, Via Giuseppe Mazzini, 52/F, (Torino)
Orario di apertura
lun 15.30-20.00, mar_ven 10.00 - 19.30; sab su appuntamento
Vernissage
16 Febbraio 2006, ore 18
Autore
Curatore