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Fabrizio Capsoni – BEIJING 2008, la grande svolta
Mostra Fotografica sulla Cina Olimpionica
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Mercoledi 6 giugno 2012 negli spazi Art-Loft-Milano di Viale Puglie 23, Fabrizio Capsoni
inaugurerà la sua Mostra Fotografica “Beijing 2008, la grande svolta”, frutto di un reportage che il
fotografo ha realizzato in Cina nel 2008 in occasione del periodo olimpico.
A poco più di un mese dai giochi olimpici di Londra, Capsoni mette in esposizione oltre 200 scatti
per rievocare e soprattutto ricordare l'evento di Pechino del 2008 che ha confermato quei grandi
cambiamenti che hanno tanto influito anche sulla scena economica e culturale mondiale.
Capsoni ha infatti trascorso oltre un mese a ridosso dell’agosto 2008 tra Pechino ed alcune altre
zone della Cina, e nelle oltre 3.000 immagini che ha realizzato ha voluto cogliere l'atmosfera e
l'essenza di un evento così importante; per questo ha cercato di documentare Beijing e lo spirito
olimpionico, dando risalto alla gentilezza degli abitanti, alla capacità organizzativa del popolo
cinese e non per ultimo alla qualità della vita, intesa come vivibilità e modernità.
L'evento olimpionico non può certo ridursi alle sole immagini sportive, ma deve rappresentare la
svolta e lo sviluppo di un popolo e della sua nazione e la Mostra si pone l’obiettivo di documentare
quei lati positivi della Cina che meritano di essere diffusi al fine di una corretta informazione.
Sorrisi della cordialità, architetture inimmaginabili, chef con camici immacolati, una ragazza che
assiste l'anziana nonna, la sicurezza garantita dalle forze dell'ordine, le vie della moda, i giovani del
duemila, il tifo sportivo e l'orgoglio nazionale, i volontari e lo spirito di gruppo, i contrasti grandi e
piccoli, le tradizioni e l'organizzazione turistica, l'arte contemporanea.
In poche parole Beijing 2008, un evento olimpico spettacolare non solo per lo sport ma anche e
specialmente per l'affermazione del grande cambiamento, la svolta di un popolo.
Fabrizio Capsoni, fotografo
Nato a Milano, sviluppa la passione per la fotografia negli anni 80 considerandola mezzo di
espressione, documentazione e sensibilizzazione. Oltre alla produzione estetica o artistica, spesso
ama effettuare ricerche su temi specifici che lo coinvolgono personalmente: noto il suo reportage
sull'emarginazione a milano. Ha esposto in diverse città e location ed ha ottenuto importanti
riconoscimenti.
“CAPIRE LA CINA” di Luisa Depaoli.
“Capire la Cina non è soltanto impossibile, ma inutile.” Cosi lo scrittore Ennio Flaiano decrive, o
meglio non descrive, un paese complesso e indecifrabile, scenario di una storia antica e grandiosa.
Capire la Cina è impossibile, perchè, entrare in un mondo tradizionalista e al tempo stesso
in continuo movimento, un mondo in cui passato, presente e futuro non solo convivono ma
sopravvivono l'uno grazie all'altro, rende decisamente insensata la formulazione di alcun giudizio.
Capire la Cina è inutile, se pensiamo che è stata in grado di ospitare un evento di portata mondiale
e di mantenere al tempo stesso la propria identità storica stupefacente, che ha avuto il coraggio di
esporsi al mondo intero volendo finalmente affermare una grandezza a molti nascosta.
I viaggi, i luoghi, le persone sono il cardine della nostra crescita personale e la scoperta, l'avventura,
la novità sono esperienze indispensabili all'essere umano per capirsi e capire gli altri.
Fabrizio Capsoni ha intrapreso un viaggio in una terra spesso considerata ostile per via di
stereotipi da troppo tempo insiti nella civiltà occidentale. Egli ha dissotterrato i tesori sepolti da
milioni di anni di storia e pregiudizi.
L'intento della mostra è quello di presentare agli occhi della società occidentale la realtà di un
paese, esattamente per ciò che è e non per come lo si immagina. Le foto vogliono rendere giustizia
ai molti lati di un popolo fiero, sicuro, orgoglioso, ospitale e solidale.
Sono rappresentazioni di vita quotidiana in cui è possibile notare il forte interesse per l'arte
contemporanea, l'ordine e la pulizia che regnano per le strade e nei ristoranti, l'entusiasmo dei
bambini che pur vivendo in un luogo difficile non perdono mai il sorriso, la solidarietà di una
giovane ragazza che si rende disponibile con i più anziani, l'amore per la patria che non viene
mai svilito nonostante la grande ammirazione per l'occidente, il rispetto per i luoghi, la fierezza,
l'orgoglio, l'organizzazione, la modernità!
A pochi mesi dalle Olimpiadi di Londra è importante ricordare la cordialità e l'impegno con cui
quattro anni fa, la Cina, si è trasformata nel più grande palcoscenico al mondo su cui si sono esibiti
non solo gli attori canonici, gli atleti, ma una nuova e più ampia “compagnia teatrale”: il popolo
cinese. L'occhio del fotografo, Capsoni, infatti non si concentra sull'evento olimpico in se ma su
tutto ciò che lo circonda ed in particolare sul modo in cui i cinesi affrontano il cambiamento.
Sembra quasi che la mostra nasca direttamente da queste parole dello scrittore Simon Leys: “Il
fascino unico che la Cina esercita su coloro che l'avvicinano può essere paragonato all'attrazione
tra i sessi. Di fatto si basa su una realtà elementare: dal punto di vista occidentale, la Cina è
semplicemente il polo opposto dell'esperienza umana. Le altre grandi civiltà sono morte (Egitto,
Mesopotamia, America precolombiana) o sono troppo vicine a noi (Islam, India) per dare luogo a
un contrasto così assoluto, a un'originalità così radicale e illuminante come quella della Cina. La
Cina è l'indispensabile Altro che l'Occidente deve incontrare per prendere davvero coscienza del
profilo e dei limiti del suo Io culturale.”
La Cina è una realtà complessa e misteriosa che inevitabilmente l'occidente fatica a comprendere,
le fotografie di Fabrizio Capsoni vogliono dunque cercare di creare un ponte tra due poli opposti,
vogliono mostrare all'individuo i propri limiti, vogliono parlare allo spettatore e vogliono dire che
ognuno deve imparare a conoscere il diverso, l'Altro, per poter infine conoscere l'Io, se stesso.
Luisa Depaoli
inaugurerà la sua Mostra Fotografica “Beijing 2008, la grande svolta”, frutto di un reportage che il
fotografo ha realizzato in Cina nel 2008 in occasione del periodo olimpico.
A poco più di un mese dai giochi olimpici di Londra, Capsoni mette in esposizione oltre 200 scatti
per rievocare e soprattutto ricordare l'evento di Pechino del 2008 che ha confermato quei grandi
cambiamenti che hanno tanto influito anche sulla scena economica e culturale mondiale.
Capsoni ha infatti trascorso oltre un mese a ridosso dell’agosto 2008 tra Pechino ed alcune altre
zone della Cina, e nelle oltre 3.000 immagini che ha realizzato ha voluto cogliere l'atmosfera e
l'essenza di un evento così importante; per questo ha cercato di documentare Beijing e lo spirito
olimpionico, dando risalto alla gentilezza degli abitanti, alla capacità organizzativa del popolo
cinese e non per ultimo alla qualità della vita, intesa come vivibilità e modernità.
L'evento olimpionico non può certo ridursi alle sole immagini sportive, ma deve rappresentare la
svolta e lo sviluppo di un popolo e della sua nazione e la Mostra si pone l’obiettivo di documentare
quei lati positivi della Cina che meritano di essere diffusi al fine di una corretta informazione.
Sorrisi della cordialità, architetture inimmaginabili, chef con camici immacolati, una ragazza che
assiste l'anziana nonna, la sicurezza garantita dalle forze dell'ordine, le vie della moda, i giovani del
duemila, il tifo sportivo e l'orgoglio nazionale, i volontari e lo spirito di gruppo, i contrasti grandi e
piccoli, le tradizioni e l'organizzazione turistica, l'arte contemporanea.
In poche parole Beijing 2008, un evento olimpico spettacolare non solo per lo sport ma anche e
specialmente per l'affermazione del grande cambiamento, la svolta di un popolo.
Fabrizio Capsoni, fotografo
Nato a Milano, sviluppa la passione per la fotografia negli anni 80 considerandola mezzo di
espressione, documentazione e sensibilizzazione. Oltre alla produzione estetica o artistica, spesso
ama effettuare ricerche su temi specifici che lo coinvolgono personalmente: noto il suo reportage
sull'emarginazione a milano. Ha esposto in diverse città e location ed ha ottenuto importanti
riconoscimenti.
“CAPIRE LA CINA” di Luisa Depaoli.
“Capire la Cina non è soltanto impossibile, ma inutile.” Cosi lo scrittore Ennio Flaiano decrive, o
meglio non descrive, un paese complesso e indecifrabile, scenario di una storia antica e grandiosa.
Capire la Cina è impossibile, perchè, entrare in un mondo tradizionalista e al tempo stesso
in continuo movimento, un mondo in cui passato, presente e futuro non solo convivono ma
sopravvivono l'uno grazie all'altro, rende decisamente insensata la formulazione di alcun giudizio.
Capire la Cina è inutile, se pensiamo che è stata in grado di ospitare un evento di portata mondiale
e di mantenere al tempo stesso la propria identità storica stupefacente, che ha avuto il coraggio di
esporsi al mondo intero volendo finalmente affermare una grandezza a molti nascosta.
I viaggi, i luoghi, le persone sono il cardine della nostra crescita personale e la scoperta, l'avventura,
la novità sono esperienze indispensabili all'essere umano per capirsi e capire gli altri.
Fabrizio Capsoni ha intrapreso un viaggio in una terra spesso considerata ostile per via di
stereotipi da troppo tempo insiti nella civiltà occidentale. Egli ha dissotterrato i tesori sepolti da
milioni di anni di storia e pregiudizi.
L'intento della mostra è quello di presentare agli occhi della società occidentale la realtà di un
paese, esattamente per ciò che è e non per come lo si immagina. Le foto vogliono rendere giustizia
ai molti lati di un popolo fiero, sicuro, orgoglioso, ospitale e solidale.
Sono rappresentazioni di vita quotidiana in cui è possibile notare il forte interesse per l'arte
contemporanea, l'ordine e la pulizia che regnano per le strade e nei ristoranti, l'entusiasmo dei
bambini che pur vivendo in un luogo difficile non perdono mai il sorriso, la solidarietà di una
giovane ragazza che si rende disponibile con i più anziani, l'amore per la patria che non viene
mai svilito nonostante la grande ammirazione per l'occidente, il rispetto per i luoghi, la fierezza,
l'orgoglio, l'organizzazione, la modernità!
A pochi mesi dalle Olimpiadi di Londra è importante ricordare la cordialità e l'impegno con cui
quattro anni fa, la Cina, si è trasformata nel più grande palcoscenico al mondo su cui si sono esibiti
non solo gli attori canonici, gli atleti, ma una nuova e più ampia “compagnia teatrale”: il popolo
cinese. L'occhio del fotografo, Capsoni, infatti non si concentra sull'evento olimpico in se ma su
tutto ciò che lo circonda ed in particolare sul modo in cui i cinesi affrontano il cambiamento.
Sembra quasi che la mostra nasca direttamente da queste parole dello scrittore Simon Leys: “Il
fascino unico che la Cina esercita su coloro che l'avvicinano può essere paragonato all'attrazione
tra i sessi. Di fatto si basa su una realtà elementare: dal punto di vista occidentale, la Cina è
semplicemente il polo opposto dell'esperienza umana. Le altre grandi civiltà sono morte (Egitto,
Mesopotamia, America precolombiana) o sono troppo vicine a noi (Islam, India) per dare luogo a
un contrasto così assoluto, a un'originalità così radicale e illuminante come quella della Cina. La
Cina è l'indispensabile Altro che l'Occidente deve incontrare per prendere davvero coscienza del
profilo e dei limiti del suo Io culturale.”
La Cina è una realtà complessa e misteriosa che inevitabilmente l'occidente fatica a comprendere,
le fotografie di Fabrizio Capsoni vogliono dunque cercare di creare un ponte tra due poli opposti,
vogliono mostrare all'individuo i propri limiti, vogliono parlare allo spettatore e vogliono dire che
ognuno deve imparare a conoscere il diverso, l'Altro, per poter infine conoscere l'Io, se stesso.
Luisa Depaoli
06
giugno 2012
Fabrizio Capsoni – BEIJING 2008, la grande svolta
Dal 06 giugno al 15 luglio 2012
fotografia
Location
ART LOFT MILANO
Milano, Viale Puglie, 23, (Milano)
Milano, Viale Puglie, 23, (Milano)
Orario di apertura
lunedi-venerdi h.15-19 o su appuntamento
Vernissage
6 Giugno 2012, ore 18
Autore
Curatore