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Fabrizio Musa / Mario Botta – Santo Volto txt
Il 3° appuntamento di TRANSPORT+ è dedicato a Fabrizio Musa, giovane artista, che esplora le diverse coniugazioni del linguaggio architettonico, traducendole in pittura.In mostra 6 tele di grandi dimensioni, insieme a progetti grafici e a un wallpaint realizzato direttamente all’interno dello spazio espositivo. Grazie alla stretta collaborazione con Mario Botta, le opere di Musa saranno accostate da una serie di schizzi originali inediti che
riproducono la pianta della Chiesa
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Fabrizio Musa lavora alla luce come io lavoro sull'organizzazione dello spazio architettonico.
Riporta nei suoi bianco e nero i risultati delle ombre nate dal contesto tridimensionale dell'opera. Ed è per me una sorta di verifica della "tenuta" dei miei lavori; l'architettura è sempre stata pensata come spazio, come struttura tridimensionale; vederla "appiattita" sulla
tela è una lettura che non avevamo mai immaginato. La sorpresa è che le opere di Musa permettono di immaginare la terza dimensione, che viene però offerta bidimensionalmente:
una cartografia, una radiografia in positivo tra luce e ombra. E risultati poetici.
(Arch. Mario Botta)
In occasione del XXIII Congresso Mondiale di Architettura Torino 2008, TRANSPORT+ continua il suo progetto di promozione della giovane arte affidando lo spazio espositivo a Fabrizio Musa, giovane pittore comasco che da alcuni anni indaga il linguaggio architettonico traducendolo in pittura, e cambiandone così punto di vista e lettura.
A Torino, al 500 Art Garage, una mostra dedicata alla Chiesa del Santo Volto di Mario Botta. Tele, progetti grafici e un wallpaint rileggono lo spazio architettonico, trasponendolo su tela. Ecco allora un dettaglio, una prospettiva, un gioco di luci e ombre, una forma. Ecco, a veder bene, uno squarcio di quotidiano, un istante di realtà impresso sulla tela.
Realizzata nel 2006 su committenza dell'Arcidiocesi di Torino, la Chiesa del Santo Volto nasce in un'area industriale dismessa di Torino, parte di un progetto di riqualificazione urbana che investe diverse zone della città al fine di reintegrarle nel tessuto urbano contemporaneo. Lungo
la cosiddetta "Spina 3" è sorto dunque questo nuovo complesso parrocchiale, che è stato affidato alle mani e all'esperienza di un architetto di fama internazionale come Mario Botta.
Ecco dunque il soggetto della mostra di Fabrizio Musa, realizzata appositamente per lo spazio espositivo di TRANSPORT+, che verrà inaugurata mercoledì 25 giugno e resterà aperta fino al 20 luglio.
In mostra 6 tele di grandi dimensioni, insieme a progetti grafici e a un wallpaint realizzato direttamente all'interno dello spazio espositivo. Grazie alla stretta collaborazione con Mario Botta, le opere di Musa saranno accostate da una serie di schizzi originali inediti che
riproducono la pianta della Chiesa.
Ho avuto modo di visitare l'atelier di Musa a Como – spiega Mario Botta - e ne sono rimasto piacevolmente sorpreso. Sto seguendo con attenzione il suo lavoro e sono curioso di vedere il risultato finale. Musa studia il linguaggio dell'architettura traducendolo in modo autonomo sulla tela, facendolo cioè diventare linguaggio pittorico a tutti gli effetti, con risultati che sorprendono.
Il metodo di Fabrizio Musa contempla una pluralità di tecniche. Dalla scelta dei soggetti da riprodurre, sia essa un frame di un video o una fotografia, passa alla digitalizzazione degli stessi, in cui sintetizza i colori nel solo bianco e nero, quindi alla trasposizione del disegno su
tela e alla sua realizzazione ad acrilico.
Tecnologia e linguaggio tradizionale si fondono così insieme, a cercare di registrare la realtà, attraverso una costante e rigorosa attenzione alla forma e ai dettagli. L'immagine selezionata viene quindi studiata a fondo, cogliendone colori, luci e ombre, giochi geometrici, particolari
architettonici, prospettive.
L'opera architettonica diventa allora pittura. Spazio da guardare. La totalità dell'immagine scelta arriva sulla tela dopo una serie di passaggi complessi (via il colore, le ombre, alcuni particolari, le sfumature), quasi a volerne cogliere l'essenza reale.
E se passando davanti alla Chiesa del Santo Volto ci soffermiamo con lo sguardo, un po' stupiti, su quello strano campanile-ciminiera che unisce passato e presente a memoria storica del luogo, così guardando il wallpaint di Fabrizio Musa, il nostro occhio ricorderà quell'immagine ma da un altro punto di vista. Quasi sparisce la ciminiera, rimane il dettaglio dell'elemento elicoidale che la avvolge. Ma la forma originaria non è cancellata. Rimane lì, nel nero della pittura, la si immagina, la si sente. Come spiega lo stesso Fabrizio Musa a proposito dei colori: lavoro molto sulla sintesi dell'immagine e d'impatto il primo elemento
eliminabile per la sua elaborazione può sembrare il colore stesso. Viene comunque steso sulla tela per poi essere ricoperto in parte o completamente. Ma si "sente", con la sua matericità e la sua forza, anche guardando un lavoro completamente in bianco e nero.
Ecco cosa rappresentano le tele e i lavori di Fabrizio Musa: un nuovo sguardo sulla realtà, un punto di vista diverso che toglie ma fa sentire. Come spiega Mario Botta, questo tipo di lettura
permette di immaginare la terza dimensione, che viene offerta però bidimensionalmente: una cartografia, una radiografia in positivo tra luce e ombra. E risultati poetici.
La mostra di Fabrizio Musa "Santo Volto Txt" è la terza esposizione di TRANSPORT+, realizzato dall'Associazione Culturale Passaporto in collaborazione con Transcultural Barcelona; con il sostegno di FIAT 500 in qualità di main sponsor, e con il contributo di Camera di Commercio di Torino, Consiglio Regionale del Piemonte, Fondazione Cassa di Risparmio di Fossano. TRANSPORT+ ha il patrocinio di Città di Torino e
Regione Piemonte.
La mostra fa parte di "Torino 2008 World Design Capital" e del programma "OFF CONGRESS CALENDAR - XXIII Congresso Mondiale di Architettura UIA Torino 2008" Catalogo a cura dell'Associazione Passaporto. Testo critico di Alessandra Coppa.
Riporta nei suoi bianco e nero i risultati delle ombre nate dal contesto tridimensionale dell'opera. Ed è per me una sorta di verifica della "tenuta" dei miei lavori; l'architettura è sempre stata pensata come spazio, come struttura tridimensionale; vederla "appiattita" sulla
tela è una lettura che non avevamo mai immaginato. La sorpresa è che le opere di Musa permettono di immaginare la terza dimensione, che viene però offerta bidimensionalmente:
una cartografia, una radiografia in positivo tra luce e ombra. E risultati poetici.
(Arch. Mario Botta)
In occasione del XXIII Congresso Mondiale di Architettura Torino 2008, TRANSPORT+ continua il suo progetto di promozione della giovane arte affidando lo spazio espositivo a Fabrizio Musa, giovane pittore comasco che da alcuni anni indaga il linguaggio architettonico traducendolo in pittura, e cambiandone così punto di vista e lettura.
A Torino, al 500 Art Garage, una mostra dedicata alla Chiesa del Santo Volto di Mario Botta. Tele, progetti grafici e un wallpaint rileggono lo spazio architettonico, trasponendolo su tela. Ecco allora un dettaglio, una prospettiva, un gioco di luci e ombre, una forma. Ecco, a veder bene, uno squarcio di quotidiano, un istante di realtà impresso sulla tela.
Realizzata nel 2006 su committenza dell'Arcidiocesi di Torino, la Chiesa del Santo Volto nasce in un'area industriale dismessa di Torino, parte di un progetto di riqualificazione urbana che investe diverse zone della città al fine di reintegrarle nel tessuto urbano contemporaneo. Lungo
la cosiddetta "Spina 3" è sorto dunque questo nuovo complesso parrocchiale, che è stato affidato alle mani e all'esperienza di un architetto di fama internazionale come Mario Botta.
Ecco dunque il soggetto della mostra di Fabrizio Musa, realizzata appositamente per lo spazio espositivo di TRANSPORT+, che verrà inaugurata mercoledì 25 giugno e resterà aperta fino al 20 luglio.
In mostra 6 tele di grandi dimensioni, insieme a progetti grafici e a un wallpaint realizzato direttamente all'interno dello spazio espositivo. Grazie alla stretta collaborazione con Mario Botta, le opere di Musa saranno accostate da una serie di schizzi originali inediti che
riproducono la pianta della Chiesa.
Ho avuto modo di visitare l'atelier di Musa a Como – spiega Mario Botta - e ne sono rimasto piacevolmente sorpreso. Sto seguendo con attenzione il suo lavoro e sono curioso di vedere il risultato finale. Musa studia il linguaggio dell'architettura traducendolo in modo autonomo sulla tela, facendolo cioè diventare linguaggio pittorico a tutti gli effetti, con risultati che sorprendono.
Il metodo di Fabrizio Musa contempla una pluralità di tecniche. Dalla scelta dei soggetti da riprodurre, sia essa un frame di un video o una fotografia, passa alla digitalizzazione degli stessi, in cui sintetizza i colori nel solo bianco e nero, quindi alla trasposizione del disegno su
tela e alla sua realizzazione ad acrilico.
Tecnologia e linguaggio tradizionale si fondono così insieme, a cercare di registrare la realtà, attraverso una costante e rigorosa attenzione alla forma e ai dettagli. L'immagine selezionata viene quindi studiata a fondo, cogliendone colori, luci e ombre, giochi geometrici, particolari
architettonici, prospettive.
L'opera architettonica diventa allora pittura. Spazio da guardare. La totalità dell'immagine scelta arriva sulla tela dopo una serie di passaggi complessi (via il colore, le ombre, alcuni particolari, le sfumature), quasi a volerne cogliere l'essenza reale.
E se passando davanti alla Chiesa del Santo Volto ci soffermiamo con lo sguardo, un po' stupiti, su quello strano campanile-ciminiera che unisce passato e presente a memoria storica del luogo, così guardando il wallpaint di Fabrizio Musa, il nostro occhio ricorderà quell'immagine ma da un altro punto di vista. Quasi sparisce la ciminiera, rimane il dettaglio dell'elemento elicoidale che la avvolge. Ma la forma originaria non è cancellata. Rimane lì, nel nero della pittura, la si immagina, la si sente. Come spiega lo stesso Fabrizio Musa a proposito dei colori: lavoro molto sulla sintesi dell'immagine e d'impatto il primo elemento
eliminabile per la sua elaborazione può sembrare il colore stesso. Viene comunque steso sulla tela per poi essere ricoperto in parte o completamente. Ma si "sente", con la sua matericità e la sua forza, anche guardando un lavoro completamente in bianco e nero.
Ecco cosa rappresentano le tele e i lavori di Fabrizio Musa: un nuovo sguardo sulla realtà, un punto di vista diverso che toglie ma fa sentire. Come spiega Mario Botta, questo tipo di lettura
permette di immaginare la terza dimensione, che viene offerta però bidimensionalmente: una cartografia, una radiografia in positivo tra luce e ombra. E risultati poetici.
La mostra di Fabrizio Musa "Santo Volto Txt" è la terza esposizione di TRANSPORT+, realizzato dall'Associazione Culturale Passaporto in collaborazione con Transcultural Barcelona; con il sostegno di FIAT 500 in qualità di main sponsor, e con il contributo di Camera di Commercio di Torino, Consiglio Regionale del Piemonte, Fondazione Cassa di Risparmio di Fossano. TRANSPORT+ ha il patrocinio di Città di Torino e
Regione Piemonte.
La mostra fa parte di "Torino 2008 World Design Capital" e del programma "OFF CONGRESS CALENDAR - XXIII Congresso Mondiale di Architettura UIA Torino 2008" Catalogo a cura dell'Associazione Passaporto. Testo critico di Alessandra Coppa.
25
giugno 2008
Fabrizio Musa / Mario Botta – Santo Volto txt
Dal 25 giugno al 20 settembre 2008
architettura
giovane arte
giovane arte
Location
SPAZIO ART GARAGE
Torino, Via Tirreno, 19, (Torino)
Torino, Via Tirreno, 19, (Torino)
Orario di apertura
18.00 - 22.00
Vernissage
25 Giugno 2008, ore 18.30
Sito web
www.associazionepassaporto.org
Autore