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Fabrizio Pozzoli / Loredana Galante / Silvia Levenson / Paki Paola Bernardi – (No) Women’s Land
Novembre è il mese in cui accade ogni anno un triste conteggio: il 25 è la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, da qui il bilancio di quante di loro, dall’inizio dell’anno ad ora, hanno pagato con la vita per una cieca e assurda violenza senza ragione.
Comunicato stampa
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Comunicato Stampa
(No) Women’s Land
Fabrizio Pozzoli, Loredana Galante, Silvia Levenson, Paki Paola Bernardi
A cura di Alessandra Redaelli
Opening 20 Novembre ore 18
20 Novembre – 9 Dicembre 2024
Orari Mostra: martedì - venerdì 15.30 – 19
sabato e mattina su appuntamento
Gli Eroici Furori - Via Melzo 30 – Milano
Performance: 25 Novembre ore 18.30
Novembre è il mese in cui accade ogni anno un triste conteggio: il 25 è la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, da qui il bilancio di quante di loro, dall’inizio dell’anno ad ora, hanno pagato con la vita per una cieca e assurda violenza senza ragione. La galleria milanese Gli Eroici Furori quest’anno presenta una mostra che vuole offrire sul tema uno sguardo originale e laterale.
Quattro artisti danno voce alle donne con accenti e sensibilità differenti, spaziando tra i più diversi media dell’arte: dall’installazione alla scultura, dalla pittura al ricamo, dalla fotografia fino al video e alla performance.
Fabrizio Pozzoli crea un piccolo esercito di abiti feriti e martoriati, ricuciti e suturati, ma che portano ancora i segni delle offese nelle grandi macchie rosse e rugginose. La ruggine, il ferro e le catene aggiungono suggestione a un racconto che ci costringe a interrogarci sul valore della persona, sulla sua inviolabilità e sui limiti che vengono costantemente valicati, mentre una serie di lavori a parete, ancora, parla della delicatezza del corpo e di quanto sia facile ferirlo.
La stoffa è anche al centro del lavoro di Loredana Galante. Una stoffa che si fa veicolo fluttuante e trasparente di corpi che pure nella frammentazione mantengono una delicatezza fatata. Ma stoffa anche per intarsi potenti, carichi, densi di memorie antiche, così come a suggestioni antiche fa riferimento la fanciulla fatta di fiori che si offre vulnerabile agli sguardi. Mentre gli oggetti, i ritmi e le memorie della casa raccontano con grazia quello che per anni è stato il regno delle donne e dei loro segreti.
Quella casa che per Silvia Levenson rappresenta Il luogo più pericoloso, oggetto di video e performance durissime contro la violenza di genere. Con il vetro a cera persa, l’artista ribalta le certezze che si annidano tra le mura domestiche, coprendo di spine un servizio da tè oppure presentando una borsetta come un oggetto minaccioso. Mentre le sue bambine/animale, Le strange little girls, ci ricordano come anche l’infanzia per una donna sia piena di insidie, soprattutto se viene percepita come “strana”.
Paki Paola Bernardi, che realizzerà insieme alla gallerista Silvia Agliotti per il 25 novembre la performance Rebecca e le altre, presenta una serie di acqueforti nelle quali la sovrapposizione cromatica inventa forme enigmatiche, lasciando intuire sagome di mondi diversi. Accanto, le fotografie e le installazioni relative al progetto Legami, dove una catenella – avvolta in gomitoli, ricoperta in foglia d’oro quasi a farne un gioiello o stretta intorno a un corpo femminile – ci ricorda le connessioni che le donne riescono a creare tra loro, il potere della sorellanza, ma anche – inevitabilmente – le costrizioni e le mortificazioni cui le donne troppo spesso sono vittime e alle quali oppongono resistenza, tenace, supportando questa scelta con il grande valore del Femminile.
BIOGRAFIE
Fabrizio Pozzoli ( Milano, 1973 ) affianca a studi scientifici esperienze come aiuto scenografo. Compie stages negli Stati Uniti e in Inghilterra. Ricerca in ambito grafico e di scrittura e formazione alla Scuola del Fumetto di Milano, dove consegue precise capacità di rappresentazione anatomica della figura cui sarà sempre fedele. Dagli anni novanta lavora a sculture in filo di ferro, al filo di ferro si accompagna a volte filo di rame. Nel 2005 inizia a lavorare a sculture di grandi dimensioni. Nel 2008 l’esposizione personale Oversize, presso la Galleria Montrasio Arte di Milano, è impreziosita dagli scatti del grande Maestro della fotografia Gianni Berengo Gardin, che ritrae l’artista milanese al lavoro nel suo studio. Soggiorna per tre mesi a New York, presso la Residenza per Artisti HSF, dove tiene anche una mostra personale.
Nel 2009 partecipa al Premio Artivisive San Fedele a Milano, dove è terzo classificato. Compare nel catalogo “Gianni Berengo Gardin – Reportrait”. Al catalogo è legata una grande mostra tenutasi a Palazzo Penotti Ubertini di Orta San Giulio(NO). In occasione della mostra Milo Manara, tenutasi a Venezia, presso il Palazzo Querini Stampalia, viene invitato a realizzare una serie di lavori come omaggio al grande Disegnatore. Tra il 2010 e il 2011 inaugura la mostra Attese, presso la galleria Gli eroici furori di Milano, che vede le sculture di Fabrizio Pozzoli dialogare con le opere di Gianfranco Ferroni, a cura di Chiara Gatti.
Nel 2014 sempre a Gli eroici furori di Milano inaugura l’esposizione Intrecci, un Dialogo a Due tra
Fabrizio Pozzoli e Maurizio Galimberti, a cura di Alberto Mattia Martini. L’artista è presente negli anni a venire in diverse esposizioni collettive proposte da Gli eroici furori.
Alcune delle sue sculture fanno parte di importanti collezioni pubbliche e private, tra le quali Il Parco di Sculture presso L’Idroscalo di Milano e la Fondazione Bracco. A partire dal 2004, le opere di Pozzoli vengono utilizzate per l’allestimento di scenografie in pièces rappresentate in vari teatri (Filodrammatici, Libero, Binario7).
Fabrizio Pozzoli ha esposto in Europa, America e Asia.
Loredana Galante ( Genova, 1970 ) studia presso il liceo artistico Paul Klee e l’Accademia Ligustica di Belle Arti. Dopo la borsa di studio del centro T.A.M. diretto da Arnaldo Pomodoro, la ricerca continua interagendo con discipline diverse che la spingono a frequentare corsi di danza, teatro e la scuola triennale di counseling. Il suo lavoro va dall’esile ed elegante tratto della matita, fino all’abitare e al “galantizzare” gli spazi. Lavora con l’istallazione, la performance, la pittura e la forma laboratoriale. Affronta i temi centrali dell’umano: l’amore, la famiglia, la dipendenza emotiva, l’abbandono. Il suo lavoro attraversa gli strati emozionali, riabilita la gentilezza, esalta il sentimento. In un linguaggio ironico e spesso ludico. L’artista ricerca un tempo lento, consapevole, “in ascolto”, un tempo dell’assimilazione e della riformulazione costruttiva.
Le sue opere sono presenti in collezioni private e pubbliche come il Museo di Arte contemporanea di Villa Croce (Genova); Each way museum (Shenzhen), Fondazione Dino Zoli (Forlì); Imago Mundi, Luciano Benetton Collection, BoCs Art Museum (Cosenza), La Maison des Jeunes de la culture de Zorgho. Nel corso della sua attività artistica ha realizzato esposizioni in Italia e all’estero tra cui a: Tokyo, Dubai, Hannover, Strasburgo, Nizza, New York, Teheran e Shenzhen.
A Gli eroici furori ha esposto nel 2022 nella mostra Anime Libere e nel 2023 nella mostra La Profezia che si autoavvera entrambe a cura di Silvia Agliotti.
Silvia Levenson (Buenos Aires, 1957) vive in Italia dal 1980, dove è emigrata a causa della dittatura militare argentina. La maggior parte delle sue opere e installazioni sono realizzate in vetro, un materiale fragile e allo stesso tempo resistente, che le permette di isolare e congelare il quotidiano per esaminarlo e trasformarlo. Il suo lavoro si colloca in contesti di conflitto, che per lei possono essere la casa, le frontiere, il corpo o il rapporto con la natura. Nel 2004 Levenson ha ricevuto il Rakow Commission Award dal Corning Museum of Glass, nel 2008 è stata candidata al Bombay Sapphire Prize e nel 2016 ha ricevuto il Glass in Venice Award dall'Istituto Veneto, Venezia, Italia. Dal 2015 al 2018 ha creato la mostra itinerante Identità Desaparecida, partendo dall'Ex Campo di Concentramento, ESMA di Buenos Aires. La mostra, che esplora il tema dell'identità dei figli dei cittadini scomparsi durante la dittatura argentina, ha viaggiato da Buenos Aires all'Uruguay, Washington DC, Barcellona, Parigi, Riga, Tallin, Murano, Portland (OR) e Santo Domingo. Il suo recente progetto , Il luogo più pericoloso, in collaborazione con Natalia Saurin, riferito alla violenza sulle donne, è iniziato a Palazzo Vecchio a Firenze nel 2019 e si è concluso con un video proiettato in maxi schermi nel centro di Milano, Roma, Torino e Verona in 2021. Le sue opere fanno parte di collezioni pubbliche internazionali tra cui: Coleccion Casas de las Americas, Cuba; Chrysler Museum of Glass, Norfolk, USA; Fine Art Museum, Houston, USA, Minneapolis Institute for Arts, Minneapolis, USA; Musée du Verre, Sars Poteries, Francia; Museo Provincial de Bellas Artes, La Plata, Argentina; Museo del Vetro di Murano, Venezia; Museo delle Arti Decorative - Castello Sforzesco, Milano; National Glass Center, Sunderland. UK; New Mexico Museum of Art, Santa Fe, USA; Tikanoja Art Museum, Vaasa, Finlandia. Tra le mostre personali recenti: 2024 - So much love and compassion, Alexander Tutsek Foundation, Monaco, Germania; Workout per la distruzione del patriarcato, performance e video con Natalia Saurin, Palazzo Reale, Milano; Mi sento un pò strana, Escola Massana, Barcellona, Spagna; 2022 - Ni una menos, con N. Saurin, Palazzo Nobiliare, Cesano Maderno (MI); Sottovetro, a cura di R. Zelatore, Biblioteca di Celle Ligure; Tea Room: the better to see you… RoFa Projects, Maryland, USA; Basta/ Enough, Ambasciata Argentina, Washington DC; 2020 - Il luogo più pericoloso atto II con N. Saurin, Piazza del Duomo, Milano; A kind of magic, a cura di A. Redaelli, Punto Sull’Arte Gallery, Varese; Ni una menos con N. Saurin, a cura di M. De Leonardis, Casa Argentina, Roma; 2019 - Il luogo più pericoloso atto I, installazione con Natalia Saurin, Palazzo Vecchio, Firenze; 2018 - Identidad Desaparecida, Museo memorial, Repubblica Dominicana.
Paki Paola Bernardi (Torino, 1964), ha studiato a Londra al Camberwell College of Arts dove ha conseguito un BA(Hons) in Graphic Design. In quel periodo ha seguito corsi settimanali e intensivi di illustrazione di moda presso Central Saint Martins College of Arts. A Londra ha lavorato per case editrici e riviste di moda, specializzandosi nel design di libri e riviste. Tornata in Italia ha lavorato nel campo della moda e del design collaborando al redesign di logo e immagine coordinata della Maison Valentino. Dal 2002 al 2017 ha collaborato con il reparto di grafica dello studio Lissoni Associati, Graphx, in veste di Art Director per alcuni clienti selezionati. Da sempre interessata all’arte, nel 2009 crea Rosapaki Projects, spazio metaforico di libertà creativa, nel quale esperienza grafica, illustrazione e sperimentazione di materiali e tecniche si fondono in una ricerca più intima e personale, che investiga il confine tra arte e design, comprendendo in un itinerario personale incisione, ceramica e lavori col filo. Paki Paola Bernardi oggi si dedica completamente alla ricerca artistica nel suo atelier di Milano. A Gli eroici furori ha presentato nel 2019 Ritualii, nel 2021 Correlazioni e nel 2023 La profezia che si autoavvera, tutte a cura di Silvia Agliotti
(No) Women’s Land
Fabrizio Pozzoli, Loredana Galante, Silvia Levenson, Paki Paola Bernardi
A cura di Alessandra Redaelli
Opening 20 Novembre ore 18
20 Novembre – 9 Dicembre 2024
Orari Mostra: martedì - venerdì 15.30 – 19
sabato e mattina su appuntamento
Gli Eroici Furori - Via Melzo 30 – Milano
Performance: 25 Novembre ore 18.30
Novembre è il mese in cui accade ogni anno un triste conteggio: il 25 è la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, da qui il bilancio di quante di loro, dall’inizio dell’anno ad ora, hanno pagato con la vita per una cieca e assurda violenza senza ragione. La galleria milanese Gli Eroici Furori quest’anno presenta una mostra che vuole offrire sul tema uno sguardo originale e laterale.
Quattro artisti danno voce alle donne con accenti e sensibilità differenti, spaziando tra i più diversi media dell’arte: dall’installazione alla scultura, dalla pittura al ricamo, dalla fotografia fino al video e alla performance.
Fabrizio Pozzoli crea un piccolo esercito di abiti feriti e martoriati, ricuciti e suturati, ma che portano ancora i segni delle offese nelle grandi macchie rosse e rugginose. La ruggine, il ferro e le catene aggiungono suggestione a un racconto che ci costringe a interrogarci sul valore della persona, sulla sua inviolabilità e sui limiti che vengono costantemente valicati, mentre una serie di lavori a parete, ancora, parla della delicatezza del corpo e di quanto sia facile ferirlo.
La stoffa è anche al centro del lavoro di Loredana Galante. Una stoffa che si fa veicolo fluttuante e trasparente di corpi che pure nella frammentazione mantengono una delicatezza fatata. Ma stoffa anche per intarsi potenti, carichi, densi di memorie antiche, così come a suggestioni antiche fa riferimento la fanciulla fatta di fiori che si offre vulnerabile agli sguardi. Mentre gli oggetti, i ritmi e le memorie della casa raccontano con grazia quello che per anni è stato il regno delle donne e dei loro segreti.
Quella casa che per Silvia Levenson rappresenta Il luogo più pericoloso, oggetto di video e performance durissime contro la violenza di genere. Con il vetro a cera persa, l’artista ribalta le certezze che si annidano tra le mura domestiche, coprendo di spine un servizio da tè oppure presentando una borsetta come un oggetto minaccioso. Mentre le sue bambine/animale, Le strange little girls, ci ricordano come anche l’infanzia per una donna sia piena di insidie, soprattutto se viene percepita come “strana”.
Paki Paola Bernardi, che realizzerà insieme alla gallerista Silvia Agliotti per il 25 novembre la performance Rebecca e le altre, presenta una serie di acqueforti nelle quali la sovrapposizione cromatica inventa forme enigmatiche, lasciando intuire sagome di mondi diversi. Accanto, le fotografie e le installazioni relative al progetto Legami, dove una catenella – avvolta in gomitoli, ricoperta in foglia d’oro quasi a farne un gioiello o stretta intorno a un corpo femminile – ci ricorda le connessioni che le donne riescono a creare tra loro, il potere della sorellanza, ma anche – inevitabilmente – le costrizioni e le mortificazioni cui le donne troppo spesso sono vittime e alle quali oppongono resistenza, tenace, supportando questa scelta con il grande valore del Femminile.
BIOGRAFIE
Fabrizio Pozzoli ( Milano, 1973 ) affianca a studi scientifici esperienze come aiuto scenografo. Compie stages negli Stati Uniti e in Inghilterra. Ricerca in ambito grafico e di scrittura e formazione alla Scuola del Fumetto di Milano, dove consegue precise capacità di rappresentazione anatomica della figura cui sarà sempre fedele. Dagli anni novanta lavora a sculture in filo di ferro, al filo di ferro si accompagna a volte filo di rame. Nel 2005 inizia a lavorare a sculture di grandi dimensioni. Nel 2008 l’esposizione personale Oversize, presso la Galleria Montrasio Arte di Milano, è impreziosita dagli scatti del grande Maestro della fotografia Gianni Berengo Gardin, che ritrae l’artista milanese al lavoro nel suo studio. Soggiorna per tre mesi a New York, presso la Residenza per Artisti HSF, dove tiene anche una mostra personale.
Nel 2009 partecipa al Premio Artivisive San Fedele a Milano, dove è terzo classificato. Compare nel catalogo “Gianni Berengo Gardin – Reportrait”. Al catalogo è legata una grande mostra tenutasi a Palazzo Penotti Ubertini di Orta San Giulio(NO). In occasione della mostra Milo Manara, tenutasi a Venezia, presso il Palazzo Querini Stampalia, viene invitato a realizzare una serie di lavori come omaggio al grande Disegnatore. Tra il 2010 e il 2011 inaugura la mostra Attese, presso la galleria Gli eroici furori di Milano, che vede le sculture di Fabrizio Pozzoli dialogare con le opere di Gianfranco Ferroni, a cura di Chiara Gatti.
Nel 2014 sempre a Gli eroici furori di Milano inaugura l’esposizione Intrecci, un Dialogo a Due tra
Fabrizio Pozzoli e Maurizio Galimberti, a cura di Alberto Mattia Martini. L’artista è presente negli anni a venire in diverse esposizioni collettive proposte da Gli eroici furori.
Alcune delle sue sculture fanno parte di importanti collezioni pubbliche e private, tra le quali Il Parco di Sculture presso L’Idroscalo di Milano e la Fondazione Bracco. A partire dal 2004, le opere di Pozzoli vengono utilizzate per l’allestimento di scenografie in pièces rappresentate in vari teatri (Filodrammatici, Libero, Binario7).
Fabrizio Pozzoli ha esposto in Europa, America e Asia.
Loredana Galante ( Genova, 1970 ) studia presso il liceo artistico Paul Klee e l’Accademia Ligustica di Belle Arti. Dopo la borsa di studio del centro T.A.M. diretto da Arnaldo Pomodoro, la ricerca continua interagendo con discipline diverse che la spingono a frequentare corsi di danza, teatro e la scuola triennale di counseling. Il suo lavoro va dall’esile ed elegante tratto della matita, fino all’abitare e al “galantizzare” gli spazi. Lavora con l’istallazione, la performance, la pittura e la forma laboratoriale. Affronta i temi centrali dell’umano: l’amore, la famiglia, la dipendenza emotiva, l’abbandono. Il suo lavoro attraversa gli strati emozionali, riabilita la gentilezza, esalta il sentimento. In un linguaggio ironico e spesso ludico. L’artista ricerca un tempo lento, consapevole, “in ascolto”, un tempo dell’assimilazione e della riformulazione costruttiva.
Le sue opere sono presenti in collezioni private e pubbliche come il Museo di Arte contemporanea di Villa Croce (Genova); Each way museum (Shenzhen), Fondazione Dino Zoli (Forlì); Imago Mundi, Luciano Benetton Collection, BoCs Art Museum (Cosenza), La Maison des Jeunes de la culture de Zorgho. Nel corso della sua attività artistica ha realizzato esposizioni in Italia e all’estero tra cui a: Tokyo, Dubai, Hannover, Strasburgo, Nizza, New York, Teheran e Shenzhen.
A Gli eroici furori ha esposto nel 2022 nella mostra Anime Libere e nel 2023 nella mostra La Profezia che si autoavvera entrambe a cura di Silvia Agliotti.
Silvia Levenson (Buenos Aires, 1957) vive in Italia dal 1980, dove è emigrata a causa della dittatura militare argentina. La maggior parte delle sue opere e installazioni sono realizzate in vetro, un materiale fragile e allo stesso tempo resistente, che le permette di isolare e congelare il quotidiano per esaminarlo e trasformarlo. Il suo lavoro si colloca in contesti di conflitto, che per lei possono essere la casa, le frontiere, il corpo o il rapporto con la natura. Nel 2004 Levenson ha ricevuto il Rakow Commission Award dal Corning Museum of Glass, nel 2008 è stata candidata al Bombay Sapphire Prize e nel 2016 ha ricevuto il Glass in Venice Award dall'Istituto Veneto, Venezia, Italia. Dal 2015 al 2018 ha creato la mostra itinerante Identità Desaparecida, partendo dall'Ex Campo di Concentramento, ESMA di Buenos Aires. La mostra, che esplora il tema dell'identità dei figli dei cittadini scomparsi durante la dittatura argentina, ha viaggiato da Buenos Aires all'Uruguay, Washington DC, Barcellona, Parigi, Riga, Tallin, Murano, Portland (OR) e Santo Domingo. Il suo recente progetto , Il luogo più pericoloso, in collaborazione con Natalia Saurin, riferito alla violenza sulle donne, è iniziato a Palazzo Vecchio a Firenze nel 2019 e si è concluso con un video proiettato in maxi schermi nel centro di Milano, Roma, Torino e Verona in 2021. Le sue opere fanno parte di collezioni pubbliche internazionali tra cui: Coleccion Casas de las Americas, Cuba; Chrysler Museum of Glass, Norfolk, USA; Fine Art Museum, Houston, USA, Minneapolis Institute for Arts, Minneapolis, USA; Musée du Verre, Sars Poteries, Francia; Museo Provincial de Bellas Artes, La Plata, Argentina; Museo del Vetro di Murano, Venezia; Museo delle Arti Decorative - Castello Sforzesco, Milano; National Glass Center, Sunderland. UK; New Mexico Museum of Art, Santa Fe, USA; Tikanoja Art Museum, Vaasa, Finlandia. Tra le mostre personali recenti: 2024 - So much love and compassion, Alexander Tutsek Foundation, Monaco, Germania; Workout per la distruzione del patriarcato, performance e video con Natalia Saurin, Palazzo Reale, Milano; Mi sento un pò strana, Escola Massana, Barcellona, Spagna; 2022 - Ni una menos, con N. Saurin, Palazzo Nobiliare, Cesano Maderno (MI); Sottovetro, a cura di R. Zelatore, Biblioteca di Celle Ligure; Tea Room: the better to see you… RoFa Projects, Maryland, USA; Basta/ Enough, Ambasciata Argentina, Washington DC; 2020 - Il luogo più pericoloso atto II con N. Saurin, Piazza del Duomo, Milano; A kind of magic, a cura di A. Redaelli, Punto Sull’Arte Gallery, Varese; Ni una menos con N. Saurin, a cura di M. De Leonardis, Casa Argentina, Roma; 2019 - Il luogo più pericoloso atto I, installazione con Natalia Saurin, Palazzo Vecchio, Firenze; 2018 - Identidad Desaparecida, Museo memorial, Repubblica Dominicana.
Paki Paola Bernardi (Torino, 1964), ha studiato a Londra al Camberwell College of Arts dove ha conseguito un BA(Hons) in Graphic Design. In quel periodo ha seguito corsi settimanali e intensivi di illustrazione di moda presso Central Saint Martins College of Arts. A Londra ha lavorato per case editrici e riviste di moda, specializzandosi nel design di libri e riviste. Tornata in Italia ha lavorato nel campo della moda e del design collaborando al redesign di logo e immagine coordinata della Maison Valentino. Dal 2002 al 2017 ha collaborato con il reparto di grafica dello studio Lissoni Associati, Graphx, in veste di Art Director per alcuni clienti selezionati. Da sempre interessata all’arte, nel 2009 crea Rosapaki Projects, spazio metaforico di libertà creativa, nel quale esperienza grafica, illustrazione e sperimentazione di materiali e tecniche si fondono in una ricerca più intima e personale, che investiga il confine tra arte e design, comprendendo in un itinerario personale incisione, ceramica e lavori col filo. Paki Paola Bernardi oggi si dedica completamente alla ricerca artistica nel suo atelier di Milano. A Gli eroici furori ha presentato nel 2019 Ritualii, nel 2021 Correlazioni e nel 2023 La profezia che si autoavvera, tutte a cura di Silvia Agliotti
20
novembre 2024
Fabrizio Pozzoli / Loredana Galante / Silvia Levenson / Paki Paola Bernardi – (No) Women’s Land
Dal 20 novembre al 09 dicembre 2024
arte contemporanea
Location
gli eroici furori
Milano, Via Melzo, 30, (MI)
Milano, Via Melzo, 30, (MI)
Orario di apertura
Orari Mostra: martedì - venerdì 15.30 – 19
sabato e mattina su appuntamento
Vernissage
20 Novembre 2024, Vernissage ore 18:00
Sito web
Autore
Curatore