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Fabrizio Puccetti – Vero
Con questa mostra ci si è voluti avvicinare all’interpretazione contemporanea di un’arte classica e anche desueta: quella del ritratto a olio di personaggi colti dal vivo, nel loro ambiente.
Davvero interessante vedere come questo giovane artista affronta la sfida
Comunicato stampa
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Con Fabrizio Puccetti e la sua pittura proponiamo un'insolita opportunità, poiché questa volta si tratta di un ritrattista. E subito viene da pensare quanto sia audace chi si cimenta con un tema così intenso e rappresentativo della pittura e dell’arte pittorica in generale, e quanto meriti rispetto e stima.
Pensate a cosa significhi ritrarre un viso, una posa, una postura intera...
E’ un lavoro coraggioso, perché la persona che guarda il proprio ritratto in un nanosecondo decide se può rispecchiarsi e identificarsi in quel ritratto, ovvero prenderne le distanze, quando non vi si riconosce. Il magnetismo che passa fra il soggetto osservante e il suo ritratto è quella dimensione, magica e oscura, che si avvale di percezioni e proiezioni uniche, intime ed esclusive.
Lo stesso vale per l’osservatore esterno che guarda e giudica, seppur da un’angolatura diversa, utilizzando comunque le dimensioni emotivo/affettive della sua propria storia evolutiva.
Un tempo appannaggio di pittori al servizio della sola nobiltà, o comunque di famiglie facoltose, l’arte della ritrattistica si è calata via via negli strati sociali più popolari, assumendo anche dimensioni antropologiche e didascaliche, fino ad arrivare ai confini del selfie…
Con queste sue opere, è come se l’artista volesse invertire la rotta e si opponesse alla banalizzazione del ritratto, divenuto oggi un semplice scatto, proponendo con coraggio il suo lavoro “a caldo” dentro la scena, a tu per tu con il soggetto da ritrarre, come a ristabilire, o meglio restaurare, l'antico modo di fare arte.
Fabrizio Puccetti inizia come surrealista, ma non più di tanto, e si avvicina ben presto all’Impressionismo di prima maniera. Qui trova il suo filone espressivo e lo fa da sempre dipingendo ritratti dal vivo, in diretta: non con l’ausilio delle foto, ma con le persone in carne ed ossa, come un ritrattista di “vecchia maestria” si usa dire.
Ritrae le persone, o meglio, fissa la loro Essenza posandola su una tela, come chi volesse tramandare e trasportare nel tempo uno sguardo, un'espressione, un modo di porsi nell’ambiente. E l’artista fa centro, lo si evince guardando la scena globale: pare che pittore e soggetto dialoghino in presa diretta, anche senza parlare, ciascuno emanando i propri bisogni e lasciando intuire le proprie speranze.
Cerca l’Anima di chi ha di fronte, andando verso ciò che c’è di umano, con pregi e difetti che riesce ad esaltare, diventando appunto “impressionista”: lasciandosi impressionare, come la pellicola di una macchina fotografica, e trapassare da quello che vede, cogliendo con gli occhi della sua personale storia anche gli oggetti messi a contorno dei suoi personaggi.
Ma ne siamo certi: nel mentre coglie le varie identità, cerca e trova la sua, il suo ritratto che, come un puzzle, è composto dai tanti sguardi e dalle tante pose dei suoi personaggi, in cui finisce per rispecchiarsi.
E il soggetto in posa, cosa cerca?
Rispondiamo con questa domanda, che rivolgiamo a tutti guardando dritto negli occhi: “Voi vi mettereste in posa, e perché?“
Lasciamo che ciascuno trovi la sua risposta venendo a visitare la mostra, che rimane aperta fino al 4 febbraio tutti i giorni dalle ore 16.30 alle ore 19.00
Pensate a cosa significhi ritrarre un viso, una posa, una postura intera...
E’ un lavoro coraggioso, perché la persona che guarda il proprio ritratto in un nanosecondo decide se può rispecchiarsi e identificarsi in quel ritratto, ovvero prenderne le distanze, quando non vi si riconosce. Il magnetismo che passa fra il soggetto osservante e il suo ritratto è quella dimensione, magica e oscura, che si avvale di percezioni e proiezioni uniche, intime ed esclusive.
Lo stesso vale per l’osservatore esterno che guarda e giudica, seppur da un’angolatura diversa, utilizzando comunque le dimensioni emotivo/affettive della sua propria storia evolutiva.
Un tempo appannaggio di pittori al servizio della sola nobiltà, o comunque di famiglie facoltose, l’arte della ritrattistica si è calata via via negli strati sociali più popolari, assumendo anche dimensioni antropologiche e didascaliche, fino ad arrivare ai confini del selfie…
Con queste sue opere, è come se l’artista volesse invertire la rotta e si opponesse alla banalizzazione del ritratto, divenuto oggi un semplice scatto, proponendo con coraggio il suo lavoro “a caldo” dentro la scena, a tu per tu con il soggetto da ritrarre, come a ristabilire, o meglio restaurare, l'antico modo di fare arte.
Fabrizio Puccetti inizia come surrealista, ma non più di tanto, e si avvicina ben presto all’Impressionismo di prima maniera. Qui trova il suo filone espressivo e lo fa da sempre dipingendo ritratti dal vivo, in diretta: non con l’ausilio delle foto, ma con le persone in carne ed ossa, come un ritrattista di “vecchia maestria” si usa dire.
Ritrae le persone, o meglio, fissa la loro Essenza posandola su una tela, come chi volesse tramandare e trasportare nel tempo uno sguardo, un'espressione, un modo di porsi nell’ambiente. E l’artista fa centro, lo si evince guardando la scena globale: pare che pittore e soggetto dialoghino in presa diretta, anche senza parlare, ciascuno emanando i propri bisogni e lasciando intuire le proprie speranze.
Cerca l’Anima di chi ha di fronte, andando verso ciò che c’è di umano, con pregi e difetti che riesce ad esaltare, diventando appunto “impressionista”: lasciandosi impressionare, come la pellicola di una macchina fotografica, e trapassare da quello che vede, cogliendo con gli occhi della sua personale storia anche gli oggetti messi a contorno dei suoi personaggi.
Ma ne siamo certi: nel mentre coglie le varie identità, cerca e trova la sua, il suo ritratto che, come un puzzle, è composto dai tanti sguardi e dalle tante pose dei suoi personaggi, in cui finisce per rispecchiarsi.
E il soggetto in posa, cosa cerca?
Rispondiamo con questa domanda, che rivolgiamo a tutti guardando dritto negli occhi: “Voi vi mettereste in posa, e perché?“
Lasciamo che ciascuno trovi la sua risposta venendo a visitare la mostra, che rimane aperta fino al 4 febbraio tutti i giorni dalle ore 16.30 alle ore 19.00
13
gennaio 2024
Fabrizio Puccetti – Vero
Dal 13 gennaio al 04 febbraio 2024
arte contemporanea
Location
Galleria Spaziografico
Massa Marittima, Vicolo Ciambellano, 7, (GR)
Massa Marittima, Vicolo Ciambellano, 7, (GR)
Orario di apertura
Tutti i giorni ore 16.30 - 19.00
Sito web
Autore
Curatore
Autore testo critico
Media partner
Sponsor
Patrocini
Mi piacciono i quadri a olio di Fabrizio Puccetti mi piace il suo stile contemporaneo e gli autoritratti.
Bravo sei fantastico