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Fabrizio Roccatello – La magia dell’occhio
Opere, marchingegni, che si offrono al visitatore sia tramite dispositivi meccanici che condizionano, intenzionalmente, la postura di chi agisce, sia attraverso messaggi provocatori a denuncia delle privazioni imposte dalle attuali generazioni a quelle del futuro.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Giovedì 15 febbraio, alle ore 18.00, Galleria Gliacrobati (via Ornato 4, Torino) inaugura "La magia dell’occhio", esposizione di Fabrizio Roccatello a cura di Bianca Tosatti e Tea Taramino, in mostra fino a sabato 30 marzo.
L’evento nasce nell’ambito del progetto Panopticon, a cura di Forme in bilico APS con Gliacrobati, Fermata d’autobus Onlus, Artenne, Accademia di Belle Arti di Torino, Dipartimenti educazione di GAM/Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino e Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Dipartimento di Design e Architettura del Politecnico di Torino, Sistema Museale di Ateneo dell’Università degli Studi di Torino, Tactile Vision Lab, con il sostegno della Città di Torino e di Fondazione CRT.
Le opere, che a prima vista paiono giocose, a un secondo sguardo svelano e trasmettono le inquietudini che abitano l’artista. Sono sculture schiettamente policrome, levigate con maestria, che sembrano ispirate in parte alla cultura pop, al design del Novecento, e nello stesso tempo dotate di un linguaggio visivo simbolico che fa pensare al neo-surrealismo, ma con qualche tocco di noir.
Sono opere, marchingegni, che invitano a pensare e si offrono all’interazione sia mediante dispositivi meccanici – che condizionano, intenzionalmente, la postura di chi agisce – sia attraverso messaggi provocatori fatti di chiodi acuminati, di sguardi indagatori, provenienti da oggetti, bambole e bambolotti amputati, a denuncia delle privazioni imposte dalle attuali generazioni a quelle del futuro. Le opere sono cariche di messaggi critici sul comportamento umano.
Fabrizio Roccatello lavora artigianalmente con i mezzi e i modi tradizionali dettati dal sapere antico del restauratore professionista: “Le mie sculture sono composte da diverse essenze: legni nobili e poveri. Il noce, il ciliegio, il pero e il mogano sono considerati essenze di pregio per le loro venature e la loro grana compatta; il faggio, il castagno, il rovere, il pioppo, il pino e l’abete sono poveri perché resinosi, teneri e di grana grossolana”.
Particolarmente significativo è il simbolo dell’occhio come “astanza”, presenza immediata non significante, proprio perché affogata dalla sua ineffabile evidenza di essere occhio in quanto occhio. E nella sospensione dell’esistenza di quell’occhio proprio lì, in quel punto, sta la sua magia. Fabrizio Roccatello racconta di un vecchio restauratore di bambole che un paio di anni fa gli ha ceduto una cinquantina di bulbi vitrei di varie dimensioni e colori: bellissimi e portatori di un messaggio predittivo perché di lì a poco l’artista si è ammalato fino a perdere la vista da un occhio.
Per maggiori informazioni: www.gliacrobati.com.
Galleria Gliacrobati
Via Luigi Ornato, 4, 10131 Torino
Giovedì e venerdì dalle 16.00 alle 19.30
Sabato dalle 11.00 alle 19.30
info@gliacrobati.com
L’evento nasce nell’ambito del progetto Panopticon, a cura di Forme in bilico APS con Gliacrobati, Fermata d’autobus Onlus, Artenne, Accademia di Belle Arti di Torino, Dipartimenti educazione di GAM/Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino e Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Dipartimento di Design e Architettura del Politecnico di Torino, Sistema Museale di Ateneo dell’Università degli Studi di Torino, Tactile Vision Lab, con il sostegno della Città di Torino e di Fondazione CRT.
Le opere, che a prima vista paiono giocose, a un secondo sguardo svelano e trasmettono le inquietudini che abitano l’artista. Sono sculture schiettamente policrome, levigate con maestria, che sembrano ispirate in parte alla cultura pop, al design del Novecento, e nello stesso tempo dotate di un linguaggio visivo simbolico che fa pensare al neo-surrealismo, ma con qualche tocco di noir.
Sono opere, marchingegni, che invitano a pensare e si offrono all’interazione sia mediante dispositivi meccanici – che condizionano, intenzionalmente, la postura di chi agisce – sia attraverso messaggi provocatori fatti di chiodi acuminati, di sguardi indagatori, provenienti da oggetti, bambole e bambolotti amputati, a denuncia delle privazioni imposte dalle attuali generazioni a quelle del futuro. Le opere sono cariche di messaggi critici sul comportamento umano.
Fabrizio Roccatello lavora artigianalmente con i mezzi e i modi tradizionali dettati dal sapere antico del restauratore professionista: “Le mie sculture sono composte da diverse essenze: legni nobili e poveri. Il noce, il ciliegio, il pero e il mogano sono considerati essenze di pregio per le loro venature e la loro grana compatta; il faggio, il castagno, il rovere, il pioppo, il pino e l’abete sono poveri perché resinosi, teneri e di grana grossolana”.
Particolarmente significativo è il simbolo dell’occhio come “astanza”, presenza immediata non significante, proprio perché affogata dalla sua ineffabile evidenza di essere occhio in quanto occhio. E nella sospensione dell’esistenza di quell’occhio proprio lì, in quel punto, sta la sua magia. Fabrizio Roccatello racconta di un vecchio restauratore di bambole che un paio di anni fa gli ha ceduto una cinquantina di bulbi vitrei di varie dimensioni e colori: bellissimi e portatori di un messaggio predittivo perché di lì a poco l’artista si è ammalato fino a perdere la vista da un occhio.
Per maggiori informazioni: www.gliacrobati.com.
Galleria Gliacrobati
Via Luigi Ornato, 4, 10131 Torino
Giovedì e venerdì dalle 16.00 alle 19.30
Sabato dalle 11.00 alle 19.30
info@gliacrobati.com
15
febbraio 2024
Fabrizio Roccatello – La magia dell’occhio
Dal 15 febbraio al 30 marzo 2024
personale
Location
Galleria Gliacrobati
Torino, Via Luigi Ornato, 4, (TO)
Torino, Via Luigi Ornato, 4, (TO)
Orario di apertura
da giovedì e venerdì ore 16-19.30, sabato ore 11-19.30
Vernissage
15 Febbraio 2024, giovedì 15 febbraio alle ore 18.00
Ufficio stampa
STILEMA
Autore
Curatore