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Factotum
Factotum è una parola composta, di etimologia latina, che significa fai tutto. Nel 1975 Charles Bukowski ne trae un romanzo, avventuroso, osceno, divertito, disperato, sboccato ma nel contempo fortemente lirico. Il factotum pensato dall’ autore è lo stereotipo di una vita randagia, un indole che si muove nel suo mondo rapito da un fatalismo creativo e mosso da uno spirito di sopravvivenza paradossale.
Comunicato stampa
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Factotum
a cura di Davide Tomaiuolo
inaugurazione sabato 26 settembre 2009 ore 18.30
26 settembre-28 ottobre 2009
info:www.galleriabrera1.com
Factotum è una parola composta, di etimologia latina, che significa fai tutto. Nel 1975 Charles Bukowski ne trae un romanzo, avventuroso, osceno, divertito, disperato, sboccato ma nel contempo fortemente lirico. Il factotum pensato dall’ autore è lo stereotipo di una vita randagia, un indole che si muove nel suo mondo rapito da un fatalismo creativo e mosso da uno spirito di sopravvivenza paradossale. Il protagonista agisce in una continua resa e sconfitta, ma nonostante questo è un indole che vive con una silenziosa capacità di trasfigurare l’una e l’altra nel raggiungimento dei suoi obiettivi, slegandosi dai codici semantici imposti dalla società. La trasposizione di questo pensiero in modalità esecutiva è la traccia data per la sperimentazione del lavoro a cinque giovani artisti ( Paolo Gonzato, Nicola Gobbetto, Marta Pierobon, Alessandro Roma, T. Yong Chung ), nel tentativo di esaltare il fare senza dire.
PAOLO GONZATO amplifica la realtà dell’incertezza: rompe un vetro e le schegge diventano pericolosamente appuntite ma nel contempo vengono ridimensionate assumendo in questa maniera una veste impreziosita. Con save crash l’artista fa così emergere elementi di forte rottura che normalmente vengono preservati dalla patina che la normalità della vita quotidiana nasconde. I suoi interventi, apparentemente leggeri, hanno costantemente in se una forte carica emotiva, la semplicità dei materiali diventa l’esaltazione della complessità degli stati d’animo. Quelle di Paolo Gonzato sono azioni sulle incombenze della vita, che attraverso il processo di sottrazzione delle certezze sul quotidiano fanno emergere le paure, svelando così tutto ciò che non vogliamo vedere.
NICOLA GOBBETTO studia le emozioni attraverso due differenti prospettive: in una ci parla dell’esoterismo e di tutto ciò che non ritracciamo nel reale .Nell’altra l’indagine si sposta nel campo della biologia. Il lavoro sole mondo è una amuleto porta fortuna e prende ispirazione dai tarocchi: le due carte nelle arti divinatorie simboleggiano, nel sole, l’esplosione dei sentimenti puri e nel mondo la gioia perfetta; insieme rappresentano la migiore delle prevesioni possibili. La scultura i love you è invece la riproduzione in cioccolato della feniletilamina, ormone della classe delle anfetamine. Tale sostanza che viene prodotta dall’organismo, è presente nel cioccolato, ed esalta gli stati d’animo accentuandone la percezione.L’artista in questa maniera ci conduce nell’elevazione mistica della mente.
MARTA PIEROBON ci invita ad un momento di pace, i suoi sono disegni che seducono i bambini e racconti che spingono gli adulti al pensiero animato.Quella dell’artista è una storia di mondi, magici paesaggi abitati da creature misteriose che creano raffinati racconti su carta, scenari che lasciano sempre la possibilità allo spettatore di poter tradurre la fantasia in realtà e viceversa. Il lavoro dell’artista è imprevedibile e si risolve in un intricato sistema di equilibri tra installazioni, oggetti e disegni che si relazionano nello spazio, creando scenari temporanei.
ALESSANDRO ROMA è un viaggio dentro la corrente di un fiume che scende rapida sul dorso di una montagna, un flusso implacabile in cui immergersi e di cui fare parte, un mondo dove sentire quell’ebbrezza che si prova quando si fa qualcosa di fisico a contatto con una entità potente. Per l’artista ''natura'' è concetto che si fa nitidamente mentale. Un pesaggio, un panorama presuppongono sempre un contesto culturale ed emotivo, consolidato e tradizionale: scenari da cartolina a cui l’artista guarda con dissapunto.La sua pittura, i suoi collage si risolvono nel piacere di estraniarsi momentaneamente dalla reltà,diventando una ''riserva'' in cui andare a caccia di fantasmi.
T-YONG CHUNG crea stravaganti assemblage, strutture rese monumentali dall’incastro improbabile di oggetti apparentemente non concepiti per stare insieme, un gioco che l’artista contiunua a fare sin dalla sua infanzia. In mostra i suoi Fingerprints, oggetti che nella loro forma rievocano costantemente qualcosa che va al di la della loro semplice e limitata funzione originale. Il fustino del detersivo potrebbe incastrarsi con una scarpa,da un tronco di legno può uscire un vegetale, strane fusioni che vengono infine impreziosite e rese eterne da una colata di cemento.L’artista ci guida nel fare associazioni che inevitabilmente portano gli oggetti ad essere odiati o amati diventando così “soggetti” della nostra esistenza.
Il factotum non si stupisce mai, non è dentro gli schemi, esalta gli eccessi e non è mai preciso, anzi è lui stesso ad averne bisogno. Tutto questo lo fa con l’ironia che lo contraddistingue e che non è mai sarcasmo, senza però perdere la distanza dal mondo che gli garantisce di continuare ad osservare la vita e a trasformarla in artificio e stile senza farsi travolgere da essa.
26
settembre 2009
Factotum
Dal 26 settembre al 28 ottobre 2009
arte contemporanea
Location
GALLERIA BRERA 1
Corbetta, Corso Giuseppe Garibaldi, 29, (Milano)
Corbetta, Corso Giuseppe Garibaldi, 29, (Milano)
Orario di apertura
da martedì a venerdì 16-19 sabato 10-12 e 16-19 domenica 10-12
Vernissage
26 Settembre 2009, ore 18.30
Autore
Curatore