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Fake movement…
L’immagine video tra cinema e spettacolo del mondo
Comunicato stampa
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Tra reality-show, fiction, ossessione lenticolare spinta all’accesso, tv-realtà e infotainment, il linguaggio video contemporaneo mantiene una propria autonomia critica: un percorso tra la spettacolarizzazione del mondo, del cinema e della televisione, attraverso una selezione di artisti della scena internazionale
Con la Nouvelle Vague francese e con le prime sperimentazioni a cavallo tra la fine degli anni Cinquanta e gli anni Sessanta, il video, inteso come strumento in grado di rilevare e/o intervenire sulla realtà, fa il suo ingresso nel mondo delle pratiche artistiche. A proposito del cinema verité di Jean-Luc Godard, Philippe Dubois scrive ad esempio che il video ha costituito per il cineasta francese “un modo di essere generale, una forma del vedere e del pensare che funziona continuamente e come presa diretta nei confronti della realtà circostante”. Il video diventa dunque un’alternativa in grado di analizzare e decostruire le forme convenzionali della comunicazione cinematografica e televisiva.
Ma cinema e televisione – come dimostra la storia degli ultimi decenni – propongono realtà divenute nel frattempo esse stesse “mise-en scène”, fiction, costruzioni immaginifiche derivate dalla principale forma d’esperienza con la quale ci relazioniamo oggi, ossia l’immagine.In particolare l’immagine tecnologica (fotografia, cinema e video), grazie alla patente di realismo che la contraddistingue, inscena un “teatro del reale” che nella coscienza dello spettatore va ben oltre i limiti dell’inquadratura, sedimentandosi nell’esperienza quotidiana che diventa una sorta di “fuoricampo”, sempre e comunque indotto dalla spettacolarità dello schermo cine-video. Parafrasando Guy Debord lo spettacolo non è più “un insieme d’immagini, ma un rapporto sociale fra individui, mediato dalle immagini”.
“Falso Movimento. L’immagine video tra cinema e spettacolo del mondo” indaga il linguaggio video contemporaneo relazionandolo con la spettacolarizzazione della realtà, del cinema e della televisione, media che da tempo propongono pseudo realtà, contenitori di micro e macroeventi costruiti sull’illusione della verità.
Tra reality-show, fiction, realismo lenticolare spinto all’accesso, tv-realtà e infotainment, il video mantiene una propria autonomia critica. Tra rappresentazione del mondo e produzione di senso rimangono i cardini di questa espressione artistica, nonostante le contaminazioni e le commistioni linguistiche con il cinema e la televisione che anzi diventano esse stesse modalità d’intervento critico.
Gli artisti internazionali selezionati si muovono in un sottile equilibrio tra l’esperienza artistica e il linguaggio cinematografico-televisivo, concedendosi una libertà concettuale e narrativa che viene paradossalmente supportata proprio dalla natura spettacolare delle immagini odierne.
FAKE MOVEMENT
The video image between cinema and world spectacle
by Marinella Paderni, Elvira Vannini and Roberto Maggiori
Fake Movement. The video image between cinema and world spectacle investigates contemporary video language in connection with reality, cinema and television turning into spectacle, in connection with all the media which can diffuse pseudo-facts, containing micro and macro-events constructed on the illusion of truth. Among reality-show, fiction, reality-television and infotainment the videoart keeps its critical autonomy turning into an alternative able to analyze and deconstruct the conventions of television and cinematographic communication.
The representation of world and the production of meaning remain the foundations of this artistic expression, despite linguistic mixture and contaminations with cinema and television becoming modalities of criticism themselves.
The selected international artists keep a slight balance between artistic experience and television/cinematographic language, giving themselves a narrative and conceptual freedom paradoxically supported by the spectacular nature of today images.
Con la Nouvelle Vague francese e con le prime sperimentazioni a cavallo tra la fine degli anni Cinquanta e gli anni Sessanta, il video, inteso come strumento in grado di rilevare e/o intervenire sulla realtà, fa il suo ingresso nel mondo delle pratiche artistiche. A proposito del cinema verité di Jean-Luc Godard, Philippe Dubois scrive ad esempio che il video ha costituito per il cineasta francese “un modo di essere generale, una forma del vedere e del pensare che funziona continuamente e come presa diretta nei confronti della realtà circostante”. Il video diventa dunque un’alternativa in grado di analizzare e decostruire le forme convenzionali della comunicazione cinematografica e televisiva.
Ma cinema e televisione – come dimostra la storia degli ultimi decenni – propongono realtà divenute nel frattempo esse stesse “mise-en scène”, fiction, costruzioni immaginifiche derivate dalla principale forma d’esperienza con la quale ci relazioniamo oggi, ossia l’immagine.In particolare l’immagine tecnologica (fotografia, cinema e video), grazie alla patente di realismo che la contraddistingue, inscena un “teatro del reale” che nella coscienza dello spettatore va ben oltre i limiti dell’inquadratura, sedimentandosi nell’esperienza quotidiana che diventa una sorta di “fuoricampo”, sempre e comunque indotto dalla spettacolarità dello schermo cine-video. Parafrasando Guy Debord lo spettacolo non è più “un insieme d’immagini, ma un rapporto sociale fra individui, mediato dalle immagini”.
“Falso Movimento. L’immagine video tra cinema e spettacolo del mondo” indaga il linguaggio video contemporaneo relazionandolo con la spettacolarizzazione della realtà, del cinema e della televisione, media che da tempo propongono pseudo realtà, contenitori di micro e macroeventi costruiti sull’illusione della verità.
Tra reality-show, fiction, realismo lenticolare spinto all’accesso, tv-realtà e infotainment, il video mantiene una propria autonomia critica. Tra rappresentazione del mondo e produzione di senso rimangono i cardini di questa espressione artistica, nonostante le contaminazioni e le commistioni linguistiche con il cinema e la televisione che anzi diventano esse stesse modalità d’intervento critico.
Gli artisti internazionali selezionati si muovono in un sottile equilibrio tra l’esperienza artistica e il linguaggio cinematografico-televisivo, concedendosi una libertà concettuale e narrativa che viene paradossalmente supportata proprio dalla natura spettacolare delle immagini odierne.
FAKE MOVEMENT
The video image between cinema and world spectacle
by Marinella Paderni, Elvira Vannini and Roberto Maggiori
Fake Movement. The video image between cinema and world spectacle investigates contemporary video language in connection with reality, cinema and television turning into spectacle, in connection with all the media which can diffuse pseudo-facts, containing micro and macro-events constructed on the illusion of truth. Among reality-show, fiction, reality-television and infotainment the videoart keeps its critical autonomy turning into an alternative able to analyze and deconstruct the conventions of television and cinematographic communication.
The representation of world and the production of meaning remain the foundations of this artistic expression, despite linguistic mixture and contaminations with cinema and television becoming modalities of criticism themselves.
The selected international artists keep a slight balance between artistic experience and television/cinematographic language, giving themselves a narrative and conceptual freedom paradoxically supported by the spectacular nature of today images.
24
gennaio 2007
Fake movement…
Dal 24 gennaio al 03 febbraio 2007
arte contemporanea
Location
NEON>CAMPOBASE
Bologna, Via Francesco Zanardi, 2/5, (Bologna)
Bologna, Via Francesco Zanardi, 2/5, (Bologna)
Orario di apertura
feriali dalle 11.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 17.00 e su appuntamento
Vernissage
24 Gennaio 2007, ore 21
Autore
Curatore