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Fama / Fame
un progetto di Daniele Pario Perra, Giancarlo Norese e Roberto De Luca
Comunicato stampa
Segnala l'evento
L'antinomia tra fama e fame - così evidente da essere tema portante
di polemica tra due acerrimi rivali quali Goldoni e Gozzi - può
divenire oggetto di un progetto espositivo di arte contemporanea?
A questa acuta domanda hanno risposto due artisti italiani: Daniele
Pario Perra e Giancarlo Norese e uno italosvizzero, Roberto De Luca,
con una collaborazione che ha originato installazioni ed opere
appositamente realizzate per questa piccola e interessante
collettiva. Va notato che l'esposizione, curata da Riccardo Lisi, si
svolge in uno spazio normalmente dedicata a mostre personali: il
centro culturale la fabbrica a Losone (Canton Ticino).
Accedendo alle sale espositive si nota innanzitutto un gioco da
bimbi, una bilancia realizzata da Pario Perra. Sui due bracci son
posti in equilibrio concettuale una discreta quantità di umili patate
e parecchie palle luccicanti per decorazioni di alberi di Natale.
L'artista bolognese ha portato a Losone anche alcuni "strappi":
graffiti realizzati in strada da ignoti e da lui riportati su tela o
su pannello con la medesima tecnica usata per il restauro di preziosi
affreschi antichi.
Roberto De Luca, operante a Berna, si è immortalato in centinaia di
lecca lecca riportanti la sua effigie in forma di busto. La sera
dell'inaugurazione, dunque, egli sarà "Sulla bocca di tutti" - titolo
dell'installazione - poichè il pubblico potrà materialmente
"introiettare" l'artista nel proprio apparato boccale... Oltre a
questa installazione ludica, De Luca esporrà una sequenza di 30
piccole fotografie di microhabitat - dei paraventi in stoffa
multicolore - realizzati con indubbia creatività ma anche con un
discreto conformismo dai bagnanti nell'isola baltica tedesca di
Usedom.
Infine Giancarlo Norese ha realizzato un video in cui egli stesso
indossa l'abito dell'imbattibile Superman che però appare piangere a
dirotto. Dunque anche il famoso Superman è uomo e deve andar incontro
alle difficoltà del destino. Cinque foto di scena del video
completano l'esposizione che si aprirà sabato 16 settembre alle ore
19 e proseguirà fino a martedì 14 novembre 2006.
Il testo critico e l'immagine di alcune opere esposte sono visibili
alla pagina web: http://www.lafabbrica.ch/inmostra.asp?id=379 .
testo critico
L'antinomia tra fama e fame - così evidente da essere tema portante
di polemica tra questi acerrimi rivali nella scena culturale di due
secoli e mezzo fa - può divenire oggetto di un progetto espositivo di
arte contemporanea?
Nell'Italia di oggi (che per il Ticino è comunque perenne punto di
riferimento) tale binomio appare probabilmente risolto con facilità
in un'alquanto diffusa "fame di fama" e null'altro appare di maggior
rilevanza da conseguire - magari presto e con lieve onere -
un'immortalità apparente che l'apparire in tv (il bisticcio è voluto)
dovrebbe donare. Si è giunti al punto che forse solo il "passaggio
televisivo" dia prova di esistenza di un'essere umano: italiani non
più creature di Dio, ma forse nemmeno di mamma, se non specificamente
di mamma Rai (e Mediaset nondimeno)! Naturalmente tale iperbole è
applicabile anche al resto del mondo divenuto per lo più audience
televisiva, ma certamente il predominio televisivo sugli altri media
assume nella vicina penisola livelli inusitati, laddove l'antica
carta stampata e il moderno web sembrano un po' arrancare.
Gli artisti che hanno immaginato questo progetto "a sei mani" son
due italiani (Pario Perra e Norese) e un italosvizzero operante a
Berna (De Luca) per cui non possono non percepire il peso che
l'essere famosi - in un certo modo e per determinate vie - ha assunto
nell'Italia di oggi ancor più che in quella della Dolce Vita e della
Cinecittà che fu (su cui ha stravinto la Cinecittà quartiere della
casa del Grande Fratello italico). Che dire, poi, di quei presunti
famosi ridotti alla fame esibita in isole remote, ma intensamente
telesorvegliate?
De Luca, Norese e Pario Perra come artisti son certo anche
consapevoli del lato opposto della medaglia: se vi è sempre stato,
tra gli scopi del fare arte, il conseguimento di una certa fama, è
ancor oggi vero purtroppo che sussistono viscosità e ristrettezze di
mercato tali per cui artisti anche interessanti e critici validi
rischiano di far la fame (sempre riferendoci soprattutto all'Italia).
Forse Maslow oggi direbbe che cercando fama senza risolver prima la
sicurezza del vitto quotidiano ai prezzi dell'era dell'euro
comporterebbe il rischio di cader dalla sua nota piramide dei
bisogni? Forse, ma torniamo alla mostra che apre la stagione
autunnale delle esposizioni a la fabbrica (Losone).
La prima installazione, accedendo alla mostra, è decisamente
rappresentativa dell'approccio connotato d'intelligente sarcasmo che
questi artisti posseggono tra le frecce al proprio arco. Si tratta di
quel gioco di bimbi in cui ci si bilancia e ci si rilancia l'un
l'altro. Daniele Pario Perra ha posto su un braccio di tale bilancia
la Fame, esorcizzandola molto materialmente con una quantità discreta
di umilissime patate. Per controbilanciare poche patate son
necessarie tante gocce di vanità, tante palle da albero di Natale
luccicanti e multicolori: dunque la fama a fatica riesce a bilanciare
il peso della fame...
Pario Perra per questo progetto ha scelto di esporre anche un suo
lavoro in qualche modo parassitario: con la medesima tecnica
impiegata nel restauro di pregiati affreschi antichi, ha sovente
strappato dal muro e ricomposto su pannelli graffiti apparsi nella
pubblica via e caratterizzati non tanto da un valore estetico tale da
ricondurli alla street art, quanto a una fame di comunicazione
verbale scritta, pari solo alla sua ambiguità e al mistero sulla
figura del suo autore. Con questi strappi l'artista bolognese rende
oggettivamente in qualche modo immortali e famosi dei creatori
anonimi anche perchè a rischio di critica diffusa e di ammenda...
Sempre nella prima sala espositiva troviamo un'altra installazione
decisamente ludica, stavolta ad opera di Roberto De Luca: centinaia
di lecca lecca con cui il pubblico nella sola serata d'inaugurazione
è invitato a cibarsi - previa prolungata leccatura - dell'effigie
dell'artista stesso. Sulla bocca di tutti è il titolo di questa
installazione con cui l'artista bernese certamente entrerà nei
ricordi del pubblico della mostra losonese, e lo scopo di conseguire
la propria fama è dunque raggiunto (almeno qui...)!
Anche De Luca ha notato che creazioni anonime posson divenire forme
d'arte in qualche modo involontaria. In una sua vacanza sull'isola
baltica tedesca di Usedom ha potuto osservare costruzioni multicolori
apparentemente realizzate da ignoti bagnanti al solo scopo di
proteggersi da un vento costante nella forza e nella direzione. Le
prove di tale usanza, rappresentate da una serie di trenta fotografie
scattate da De Luca, rivelano invece un tratto forse distintivo del
popolo germanico: la facilità al conformarsi, in questo caso
realizzando paraventi sovente di forma similare. E però ben diversi -
se non altro - nei bei colori e nei disegni. Dall'invito scopriamo
anche vere stanzette costruite sulla sabbia, ma perfettamente uguali
ed allineate: paradigma dell'iperrazionalismo urbanistico di questi
architetti senza nomi nè titoli.
Infine il milanese Giancarlo Norese presenta un video - e le
relative foto di scena - appositamente realizzato (come le
installazioni degli altri due artisti) per questa esposizione. Egli
ha lavorato su un personaggio campione di fama - da decenni e di
nuovo in questi giorni di battage cinematografico - e sul suo alter
ego, misero essere umano privo di poteri e di potere.
Naturalmente trattasi di Superman e del suo alias uomo comune, il
travet Clark Kent. In questo video un Kent nella moltitudine - e cioè
lo stesso Giancarlo Norese - veste i panni di Superman, ma è
costretto a scontare il peccato della sua umanità piangendo a dirotto
per tutta la durata della ripresa. In fondo anche Superman è "man" e
va incontro al suo destino... Rimane nello spettatore un'adeguata
scarsità d'informazioni sul perchè di tale afflizione, ma anche la
consapevolezza, come scrisse Terenzio, che Homo sum et nihil humanum
alienum puto.
Di questo artista va segnalata la presenza in Ticino anche nel
weekend successivo all'inaugurazione: un suo lavoro in forma di libro
è stato scelto da Noah Stolz e prodotto da la rada per partecipare
alla prima edizione del festival di letteratura e traduzione Babel, a
Bellinzona.
L'esposizione Fama / Fame si aprirà - come raramente avviene a la
fabbrica - di sabato, precisamente il 16 settembre alle ore 19 e
resterà aperta fino a martedì 14 novembre 2006.
di polemica tra due acerrimi rivali quali Goldoni e Gozzi - può
divenire oggetto di un progetto espositivo di arte contemporanea?
A questa acuta domanda hanno risposto due artisti italiani: Daniele
Pario Perra e Giancarlo Norese e uno italosvizzero, Roberto De Luca,
con una collaborazione che ha originato installazioni ed opere
appositamente realizzate per questa piccola e interessante
collettiva. Va notato che l'esposizione, curata da Riccardo Lisi, si
svolge in uno spazio normalmente dedicata a mostre personali: il
centro culturale la fabbrica a Losone (Canton Ticino).
Accedendo alle sale espositive si nota innanzitutto un gioco da
bimbi, una bilancia realizzata da Pario Perra. Sui due bracci son
posti in equilibrio concettuale una discreta quantità di umili patate
e parecchie palle luccicanti per decorazioni di alberi di Natale.
L'artista bolognese ha portato a Losone anche alcuni "strappi":
graffiti realizzati in strada da ignoti e da lui riportati su tela o
su pannello con la medesima tecnica usata per il restauro di preziosi
affreschi antichi.
Roberto De Luca, operante a Berna, si è immortalato in centinaia di
lecca lecca riportanti la sua effigie in forma di busto. La sera
dell'inaugurazione, dunque, egli sarà "Sulla bocca di tutti" - titolo
dell'installazione - poichè il pubblico potrà materialmente
"introiettare" l'artista nel proprio apparato boccale... Oltre a
questa installazione ludica, De Luca esporrà una sequenza di 30
piccole fotografie di microhabitat - dei paraventi in stoffa
multicolore - realizzati con indubbia creatività ma anche con un
discreto conformismo dai bagnanti nell'isola baltica tedesca di
Usedom.
Infine Giancarlo Norese ha realizzato un video in cui egli stesso
indossa l'abito dell'imbattibile Superman che però appare piangere a
dirotto. Dunque anche il famoso Superman è uomo e deve andar incontro
alle difficoltà del destino. Cinque foto di scena del video
completano l'esposizione che si aprirà sabato 16 settembre alle ore
19 e proseguirà fino a martedì 14 novembre 2006.
Il testo critico e l'immagine di alcune opere esposte sono visibili
alla pagina web: http://www.lafabbrica.ch/inmostra.asp?id=379 .
testo critico
L'antinomia tra fama e fame - così evidente da essere tema portante
di polemica tra questi acerrimi rivali nella scena culturale di due
secoli e mezzo fa - può divenire oggetto di un progetto espositivo di
arte contemporanea?
Nell'Italia di oggi (che per il Ticino è comunque perenne punto di
riferimento) tale binomio appare probabilmente risolto con facilità
in un'alquanto diffusa "fame di fama" e null'altro appare di maggior
rilevanza da conseguire - magari presto e con lieve onere -
un'immortalità apparente che l'apparire in tv (il bisticcio è voluto)
dovrebbe donare. Si è giunti al punto che forse solo il "passaggio
televisivo" dia prova di esistenza di un'essere umano: italiani non
più creature di Dio, ma forse nemmeno di mamma, se non specificamente
di mamma Rai (e Mediaset nondimeno)! Naturalmente tale iperbole è
applicabile anche al resto del mondo divenuto per lo più audience
televisiva, ma certamente il predominio televisivo sugli altri media
assume nella vicina penisola livelli inusitati, laddove l'antica
carta stampata e il moderno web sembrano un po' arrancare.
Gli artisti che hanno immaginato questo progetto "a sei mani" son
due italiani (Pario Perra e Norese) e un italosvizzero operante a
Berna (De Luca) per cui non possono non percepire il peso che
l'essere famosi - in un certo modo e per determinate vie - ha assunto
nell'Italia di oggi ancor più che in quella della Dolce Vita e della
Cinecittà che fu (su cui ha stravinto la Cinecittà quartiere della
casa del Grande Fratello italico). Che dire, poi, di quei presunti
famosi ridotti alla fame esibita in isole remote, ma intensamente
telesorvegliate?
De Luca, Norese e Pario Perra come artisti son certo anche
consapevoli del lato opposto della medaglia: se vi è sempre stato,
tra gli scopi del fare arte, il conseguimento di una certa fama, è
ancor oggi vero purtroppo che sussistono viscosità e ristrettezze di
mercato tali per cui artisti anche interessanti e critici validi
rischiano di far la fame (sempre riferendoci soprattutto all'Italia).
Forse Maslow oggi direbbe che cercando fama senza risolver prima la
sicurezza del vitto quotidiano ai prezzi dell'era dell'euro
comporterebbe il rischio di cader dalla sua nota piramide dei
bisogni? Forse, ma torniamo alla mostra che apre la stagione
autunnale delle esposizioni a la fabbrica (Losone).
La prima installazione, accedendo alla mostra, è decisamente
rappresentativa dell'approccio connotato d'intelligente sarcasmo che
questi artisti posseggono tra le frecce al proprio arco. Si tratta di
quel gioco di bimbi in cui ci si bilancia e ci si rilancia l'un
l'altro. Daniele Pario Perra ha posto su un braccio di tale bilancia
la Fame, esorcizzandola molto materialmente con una quantità discreta
di umilissime patate. Per controbilanciare poche patate son
necessarie tante gocce di vanità, tante palle da albero di Natale
luccicanti e multicolori: dunque la fama a fatica riesce a bilanciare
il peso della fame...
Pario Perra per questo progetto ha scelto di esporre anche un suo
lavoro in qualche modo parassitario: con la medesima tecnica
impiegata nel restauro di pregiati affreschi antichi, ha sovente
strappato dal muro e ricomposto su pannelli graffiti apparsi nella
pubblica via e caratterizzati non tanto da un valore estetico tale da
ricondurli alla street art, quanto a una fame di comunicazione
verbale scritta, pari solo alla sua ambiguità e al mistero sulla
figura del suo autore. Con questi strappi l'artista bolognese rende
oggettivamente in qualche modo immortali e famosi dei creatori
anonimi anche perchè a rischio di critica diffusa e di ammenda...
Sempre nella prima sala espositiva troviamo un'altra installazione
decisamente ludica, stavolta ad opera di Roberto De Luca: centinaia
di lecca lecca con cui il pubblico nella sola serata d'inaugurazione
è invitato a cibarsi - previa prolungata leccatura - dell'effigie
dell'artista stesso. Sulla bocca di tutti è il titolo di questa
installazione con cui l'artista bernese certamente entrerà nei
ricordi del pubblico della mostra losonese, e lo scopo di conseguire
la propria fama è dunque raggiunto (almeno qui...)!
Anche De Luca ha notato che creazioni anonime posson divenire forme
d'arte in qualche modo involontaria. In una sua vacanza sull'isola
baltica tedesca di Usedom ha potuto osservare costruzioni multicolori
apparentemente realizzate da ignoti bagnanti al solo scopo di
proteggersi da un vento costante nella forza e nella direzione. Le
prove di tale usanza, rappresentate da una serie di trenta fotografie
scattate da De Luca, rivelano invece un tratto forse distintivo del
popolo germanico: la facilità al conformarsi, in questo caso
realizzando paraventi sovente di forma similare. E però ben diversi -
se non altro - nei bei colori e nei disegni. Dall'invito scopriamo
anche vere stanzette costruite sulla sabbia, ma perfettamente uguali
ed allineate: paradigma dell'iperrazionalismo urbanistico di questi
architetti senza nomi nè titoli.
Infine il milanese Giancarlo Norese presenta un video - e le
relative foto di scena - appositamente realizzato (come le
installazioni degli altri due artisti) per questa esposizione. Egli
ha lavorato su un personaggio campione di fama - da decenni e di
nuovo in questi giorni di battage cinematografico - e sul suo alter
ego, misero essere umano privo di poteri e di potere.
Naturalmente trattasi di Superman e del suo alias uomo comune, il
travet Clark Kent. In questo video un Kent nella moltitudine - e cioè
lo stesso Giancarlo Norese - veste i panni di Superman, ma è
costretto a scontare il peccato della sua umanità piangendo a dirotto
per tutta la durata della ripresa. In fondo anche Superman è "man" e
va incontro al suo destino... Rimane nello spettatore un'adeguata
scarsità d'informazioni sul perchè di tale afflizione, ma anche la
consapevolezza, come scrisse Terenzio, che Homo sum et nihil humanum
alienum puto.
Di questo artista va segnalata la presenza in Ticino anche nel
weekend successivo all'inaugurazione: un suo lavoro in forma di libro
è stato scelto da Noah Stolz e prodotto da la rada per partecipare
alla prima edizione del festival di letteratura e traduzione Babel, a
Bellinzona.
L'esposizione Fama / Fame si aprirà - come raramente avviene a la
fabbrica - di sabato, precisamente il 16 settembre alle ore 19 e
resterà aperta fino a martedì 14 novembre 2006.
16
settembre 2006
Fama / Fame
Dal 16 settembre al 14 novembre 2006
arte contemporanea
Location
LA FABBRICA
Losone, Via Locarno, 43a, (Locarno)
Losone, Via Locarno, 43a, (Locarno)
Orario di apertura
mar 10-14, 17-21
mer-ven 10-14, 17-22.30
sab 17-23
Vernissage
16 Settembre 2006, ore 19
Autore
Curatore