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Family affairs: I Moses
Affari pittorici di una famiglia di artisti o meglio relazioni di una famiglia i cui membri, in un modo o in un altro, hanno dialogato tra loro
Comunicato stampa
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Affari pittorici di una famiglia di artisti o meglio relazioni di una famiglia i cui membri, in un modo o in un altro, hanno dialogato tra loro, hanno “respirato” la stessa aria, hanno “mangiato” lo stesso cibo, hanno “annusato” il medesimo profumo dell’olio sulla tela. Una famiglia di artisti: tre generazioni a confronto; 3 stili, tre personalità differenti con un ‘unica passione ed un unico scopo nella vita: fare arte. Per loro respirare e vivere significa dipingere, costantemente , continuamente.
Il capostipite Ed Moses : una vita per l’arte: arte come ossessione più che come passione o come lavoro. Il suo legato al mondo e non solo al mondo dell’arte è che le passioni, le necessità interiori vanno perseguite, assecondate e condivise, al di sopra di tutto ed innanzi a tutto. Per dirla con Vasco Rossi: una vita spericolata, una vita disordinata, una vita esagerata, di quelle che non si sa mai…. Eppure una vita ordinata solo dai ritmi scanditi dal bisogno di dipingere, dai tempi selezionati dal cervello per dar ordine alle mani e al corpo di eseguire. Un ordine e una disciplina ferree nello sperimentare quotidianamente e produrre continuativamente. Genialità pura di quelle che si ripetono nel mondo solo in rarissimi casi: la capacità di modificare lo stile, la strategia pittorica, la concezione stessa dell’applicare colore o tratto o materia su un campo o su uno spazio, senza mai scadere nel banale, questo è quanto Ed ha praticato in tutta la sua vita fino a due settimane prima di lasciarci, pensando di inventare e dover scoprire ancora qualcosa di altro e di più, insegnandoci a non arrenderci mai neanche alla fine della vita.
Seguire le orme di un padre tanto geniale e tanto variegato, mutevole, mai uguale a se stesso, e scegliere per sé il medesimo mestiere di artista poteva essere o un atto di follia o un atto di coraggio. Per Andy Moses si è trattato del secondo: un atto di coraggio. Andy, munito di una personalità del tutto autonoma, anziché immergersi in una genialità caotica quanto convulsa, ha optato per una ricerca sistematica e sistemica di colore e forma. Dal padre ha acquisito il senso del dovere della sperimentazione, diventando in poco tempo una delle massime voci in campo coloristico del Sud della California. La sua capacità coloristica e la gestione del colore, le sue particolari miscele impossibili di pittura, la sapienza del gesto e la proprietà unica della gestualità, la capacità di operare, applicare e modificare il colore sulla tela, la padronanza di mano nella meticolosità del gesto, sono tutte caratteristiche peculiari di Andy , nate con lui, di sua sola pertinenza e di particolare personale talento.
Poi per caso, in punta di piedi e delicatamente come le si addice per carattere, è arrivata Kelly in famiglia. La freschezza, la gaiezza, la serenità e l’entusiasmo della gioventù ha portato un soffio d’aria fresca in casa. Kelly Berg, dopo gli studi in Minnesota, paese di nascita, si è trasferita a Los Angeles giovanissima dove ha perfezionato gli studi di arte e design. Più caparbia del marito Andy, ha continuato a studiare e disegnare senza sosta, ad immergersi nei colori e nelle forme per trovare una sua strada differente che non fosse di “accompagnamento” per nessuno: marito o suocero.
Un primo viaggio a Napoli per la mostra di Andy presso l’associazione ART1307, fu per lei a dir poco folgorante: la scoperta del Vesuvio come vulcano attivo ma silente. La potenzialità distruttiva di una forza della natura che sembra dolcemente addormentata sul golfo di Napoli , ma che all’improvviso si potrebbe rivelare catastrofico senza rimedio. Da allora, ed era il 2011, Kelly iniziò il suo percorso di ricerca pittorica tra le forze della Natura che da meravigliose possono modificarsi in catastrofiche nello spazio di un mattino. Nella sua arte si alternano elementi diversi, contrastanti ed estremi: la forma piramidale, triangolare col vertice rivolto verso l’alto se da un lato ricorda la forma di montagne e vulcani, nel contempo rappresenta anche, così dematerializzata, una presenza conturbante: la rappresentazione scenico- pittorica di un ignoto, di una forza misteriosa e incontrollabile. Le fratture profonde del terreno, le esplosioni di lava, le solfatare che emettono miasmi e fumi: il tutto ammantato di una colorazione che tra il rosso, il nero e l’oro drammatizza la scena e focalizza, cattura ed ipnotizza lo sguardo. Nulla in Natura è delicato e lieve come sembra apparire la stessa personalità della Berg: eterea e delicata all’apparenza, ma molto contorta e intricata in profondità. Tre generazioni, tre stili, tre personalità forti e decise che forse si sono reciprocamente influenzate e medesimamente respinte, si sono criticate ed hanno litigato, ma l’uno è entrato nell’altro e nell’arte dell’altro irrimediabilmente.
E soprattutto si sono amati e rispettati molto.
Il capostipite Ed Moses : una vita per l’arte: arte come ossessione più che come passione o come lavoro. Il suo legato al mondo e non solo al mondo dell’arte è che le passioni, le necessità interiori vanno perseguite, assecondate e condivise, al di sopra di tutto ed innanzi a tutto. Per dirla con Vasco Rossi: una vita spericolata, una vita disordinata, una vita esagerata, di quelle che non si sa mai…. Eppure una vita ordinata solo dai ritmi scanditi dal bisogno di dipingere, dai tempi selezionati dal cervello per dar ordine alle mani e al corpo di eseguire. Un ordine e una disciplina ferree nello sperimentare quotidianamente e produrre continuativamente. Genialità pura di quelle che si ripetono nel mondo solo in rarissimi casi: la capacità di modificare lo stile, la strategia pittorica, la concezione stessa dell’applicare colore o tratto o materia su un campo o su uno spazio, senza mai scadere nel banale, questo è quanto Ed ha praticato in tutta la sua vita fino a due settimane prima di lasciarci, pensando di inventare e dover scoprire ancora qualcosa di altro e di più, insegnandoci a non arrenderci mai neanche alla fine della vita.
Seguire le orme di un padre tanto geniale e tanto variegato, mutevole, mai uguale a se stesso, e scegliere per sé il medesimo mestiere di artista poteva essere o un atto di follia o un atto di coraggio. Per Andy Moses si è trattato del secondo: un atto di coraggio. Andy, munito di una personalità del tutto autonoma, anziché immergersi in una genialità caotica quanto convulsa, ha optato per una ricerca sistematica e sistemica di colore e forma. Dal padre ha acquisito il senso del dovere della sperimentazione, diventando in poco tempo una delle massime voci in campo coloristico del Sud della California. La sua capacità coloristica e la gestione del colore, le sue particolari miscele impossibili di pittura, la sapienza del gesto e la proprietà unica della gestualità, la capacità di operare, applicare e modificare il colore sulla tela, la padronanza di mano nella meticolosità del gesto, sono tutte caratteristiche peculiari di Andy , nate con lui, di sua sola pertinenza e di particolare personale talento.
Poi per caso, in punta di piedi e delicatamente come le si addice per carattere, è arrivata Kelly in famiglia. La freschezza, la gaiezza, la serenità e l’entusiasmo della gioventù ha portato un soffio d’aria fresca in casa. Kelly Berg, dopo gli studi in Minnesota, paese di nascita, si è trasferita a Los Angeles giovanissima dove ha perfezionato gli studi di arte e design. Più caparbia del marito Andy, ha continuato a studiare e disegnare senza sosta, ad immergersi nei colori e nelle forme per trovare una sua strada differente che non fosse di “accompagnamento” per nessuno: marito o suocero.
Un primo viaggio a Napoli per la mostra di Andy presso l’associazione ART1307, fu per lei a dir poco folgorante: la scoperta del Vesuvio come vulcano attivo ma silente. La potenzialità distruttiva di una forza della natura che sembra dolcemente addormentata sul golfo di Napoli , ma che all’improvviso si potrebbe rivelare catastrofico senza rimedio. Da allora, ed era il 2011, Kelly iniziò il suo percorso di ricerca pittorica tra le forze della Natura che da meravigliose possono modificarsi in catastrofiche nello spazio di un mattino. Nella sua arte si alternano elementi diversi, contrastanti ed estremi: la forma piramidale, triangolare col vertice rivolto verso l’alto se da un lato ricorda la forma di montagne e vulcani, nel contempo rappresenta anche, così dematerializzata, una presenza conturbante: la rappresentazione scenico- pittorica di un ignoto, di una forza misteriosa e incontrollabile. Le fratture profonde del terreno, le esplosioni di lava, le solfatare che emettono miasmi e fumi: il tutto ammantato di una colorazione che tra il rosso, il nero e l’oro drammatizza la scena e focalizza, cattura ed ipnotizza lo sguardo. Nulla in Natura è delicato e lieve come sembra apparire la stessa personalità della Berg: eterea e delicata all’apparenza, ma molto contorta e intricata in profondità. Tre generazioni, tre stili, tre personalità forti e decise che forse si sono reciprocamente influenzate e medesimamente respinte, si sono criticate ed hanno litigato, ma l’uno è entrato nell’altro e nell’arte dell’altro irrimediabilmente.
E soprattutto si sono amati e rispettati molto.
07
aprile 2019
Family affairs: I Moses
Dal 07 aprile al 16 maggio 2019
arte contemporanea
serata - evento
serata - evento
Location
ART1307 – VILLA DI DONATO
Napoli, Piazza Sant'eframo Vecchio, (Napoli)
Napoli, Piazza Sant'eframo Vecchio, (Napoli)
Orario di apertura
Tutti i giorni previo appuntamento
Vernissage
7 Aprile 2019, ore 18/21
Autore
Curatore