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Fantasia Pop
La mostra ripropone la parabola artistica forse più significativa della seconda metà del ‘900
Comunicato stampa
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Venerdì 11 novembre 2005, ore 18 nella galleria Il Narciso si inaugura la mostra
FANTASIA POP.
La mostra ripropone la parabola artistica forse più significativa della seconda metà del ‘900.
Si intende per Pop Art quel movimento d’avanguardia che all’inizio degli anni ’60 cominciò ad utilizzare l’universo dei mass-media come repertorio di immagini da trascrivere pittoricamente.
“Nella cultura occidentale degli anni Sessanta, la pubblicità, la stampa, il cinema, la televisione, nel momento in cui hanno operato la più vasta omologazione di comportamenti culturali mai verificata nella storia dell’umanità, si sono resi responsabili di un paradosso fatale: quello che vede l’immagine riprodotta meccanicamente mettersi in competizione con la realtà fino ad eclissarla e sostituirsi ad essa”.
La Pop Art documenta i cambiamenti di valori indotti nella società dal consumismo. Testimone dei nuovi idoli o miti in cui la masse tendono ad identificarsi. Miti creati dalla pubblicità e dai mass-media che proiettano sulle masse sempre più bisogni indotti, per trasformarli in consumatori sempre più avidi.
Da un punto di vista stilistico i quadri e le sculture Pop sono realizzati con tecnica minuziosa, a volte iperrealista. I soggetti sono spesso al centro dell’opera, ben in evidenza, come vere e proprie icone contemporanee. Così è ad esempio per i barattoli di minestra Campbell’s dei quadri di Warhol, per le scarpe da donna con il tacco alto che dominano le tele del maestro inglese A. Jones, come per la coca cola dipinta in Italia da M.Schifano.
Lichtenstein dipinge sia ispirandosi ai fumetti che ad altre immagini di largo consumo, compresi celebri capolavori dell’arte. Quindi fonti colte e fonti popolari sono poste sullo stesso piano da un esercizio intellettuale di ‘citazione’.
Andy Warhol nel nuovo approccio ai mass-media elabora immagini seriali allineando carta moneta, etichette commerciali, fotografie di divi e personaggi simbolo, riportati serigraficamente sulla tela. “La sua selezione compone l’enciclopedia iconografica dell’epoca, la rappresenta, ne chiude l’imagerie collettiva”. Con la tecnica del Silk-screen, riporto fotografico su tela, dispone di una gamma di colori ristretta, ma aggressiva e antinaturalistica, estranea alla grande tradizione artistica e alla grande pittura europea. Tanto estranea da proporre alcuni colori che non avevano mai avuto spazio nel campo dell’arte, ma che sono i colori industriali o della celluloide, che rispecchiano le nuove modalità linguistiche e comunicative della cultura di massa.
Accanto ai lavori degli artisti inglesi ed americani la mostra propone sia opere e/o multipli di alcuni significativi esponenti della Pop Art italiana, come le balze di M.Ceroli o le ceramiche di G. Fioroni, che opere di autori che oggi si distinguono per un impegno le cui premesse formali sono riconducibili a quell’area culturale. Così è ad esempio per Burton Morris, o per Flavia Mantovan.
FANTASIA POP.
La mostra ripropone la parabola artistica forse più significativa della seconda metà del ‘900.
Si intende per Pop Art quel movimento d’avanguardia che all’inizio degli anni ’60 cominciò ad utilizzare l’universo dei mass-media come repertorio di immagini da trascrivere pittoricamente.
“Nella cultura occidentale degli anni Sessanta, la pubblicità, la stampa, il cinema, la televisione, nel momento in cui hanno operato la più vasta omologazione di comportamenti culturali mai verificata nella storia dell’umanità, si sono resi responsabili di un paradosso fatale: quello che vede l’immagine riprodotta meccanicamente mettersi in competizione con la realtà fino ad eclissarla e sostituirsi ad essa”.
La Pop Art documenta i cambiamenti di valori indotti nella società dal consumismo. Testimone dei nuovi idoli o miti in cui la masse tendono ad identificarsi. Miti creati dalla pubblicità e dai mass-media che proiettano sulle masse sempre più bisogni indotti, per trasformarli in consumatori sempre più avidi.
Da un punto di vista stilistico i quadri e le sculture Pop sono realizzati con tecnica minuziosa, a volte iperrealista. I soggetti sono spesso al centro dell’opera, ben in evidenza, come vere e proprie icone contemporanee. Così è ad esempio per i barattoli di minestra Campbell’s dei quadri di Warhol, per le scarpe da donna con il tacco alto che dominano le tele del maestro inglese A. Jones, come per la coca cola dipinta in Italia da M.Schifano.
Lichtenstein dipinge sia ispirandosi ai fumetti che ad altre immagini di largo consumo, compresi celebri capolavori dell’arte. Quindi fonti colte e fonti popolari sono poste sullo stesso piano da un esercizio intellettuale di ‘citazione’.
Andy Warhol nel nuovo approccio ai mass-media elabora immagini seriali allineando carta moneta, etichette commerciali, fotografie di divi e personaggi simbolo, riportati serigraficamente sulla tela. “La sua selezione compone l’enciclopedia iconografica dell’epoca, la rappresenta, ne chiude l’imagerie collettiva”. Con la tecnica del Silk-screen, riporto fotografico su tela, dispone di una gamma di colori ristretta, ma aggressiva e antinaturalistica, estranea alla grande tradizione artistica e alla grande pittura europea. Tanto estranea da proporre alcuni colori che non avevano mai avuto spazio nel campo dell’arte, ma che sono i colori industriali o della celluloide, che rispecchiano le nuove modalità linguistiche e comunicative della cultura di massa.
Accanto ai lavori degli artisti inglesi ed americani la mostra propone sia opere e/o multipli di alcuni significativi esponenti della Pop Art italiana, come le balze di M.Ceroli o le ceramiche di G. Fioroni, che opere di autori che oggi si distinguono per un impegno le cui premesse formali sono riconducibili a quell’area culturale. Così è ad esempio per Burton Morris, o per Flavia Mantovan.
11
novembre 2005
Fantasia Pop
Dall'undici novembre al 31 dicembre 2005
arte contemporanea
Location
GALLERIA IL NARCISO
Roma, Via Laurina, 26, (Roma)
Roma, Via Laurina, 26, (Roma)
Orario di apertura
11,30–13 e 16–19,30, chiuso lunedì e festivi
Vernissage
11 Novembre 2005, ore 18
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