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Farolfi | Moreau – The UnCommon Journey
Attraverso la ricostruzione di un viaggio fuori dal comune, i due artisti ci permettono di immergerci in un non luogo che evidenzia la silente e subdola alienazione dell’uomo contemporaneo; un uomo ormai distante da se stesso e vittima della propria esistenza.
Comunicato stampa
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Farolfi | Moreau – THE UNCOMMON JOURNEY
Nuovo appuntamento per Odeon Gallery, la galleria d’arte del Cinema Odeon di Bologna (via Mascarella, 3) che sabato 6 aprile, dalle ore 19:00, inaugurerà la bipersonale di Matteo Farolfi e Lucien Moreau, “THE UNCOMMON JOURNEY”.
Ci sono storie perse nel tempo...lontane, vicine o forse mai successe.
L’immaginazione è il fulcro del racconto del viaggio nella città di Commonville, un ibrido tra utopia, sogno, ricostruzione storica e dispersione anacronistica, dal risultato surreale e spiazzante.
Attraverso la ricostruzione, sotto forma di ricordi e testimonianze oniriche, di tale viaggio fuori dal comune, i due artisti ci permettono di immergerci in questo luogo senza vero tempo e reale spazio, che evidenzia la silente e subdola alienazione dell’uomo contemporaneo; un uomo ormai distante da se stesso, vittima della propria esistenza, confuso tra la realtà e la percezione della stessa.
(…) Commonville è una città, o meglio, un “Prototipo di Comunità del Domani”, sebbene appartenga ad un passato indefinito e anacronistico, quasi impossibile.
I progetti Greetings from Commonville e Lost Stories, rispettivamente di Lucien Moreau (alias Eugenio Squarcia) e Matteo Farolfi, indagano proprio questo stato di sospensione e smarrimento dell’essere umano che, chiusosi e rifugiatosi nell’isola del proprio individualismo, ha perso qualsiasi certezza e sentimento di unione o appartenenza e va confusamente cercando qualche appiglio navigando nella propria memoria, sempre sospeso tra realtà e immaginazione.
A cura di Erica Fuschini e Luca Fontana.
Opening sabato 6 aprile dalle ore 19:00
La mostra, ad ingresso libero, rimarrà aperta tutti giorni durante l’orario di apertura del cinema e si concluderà sabato 4 maggio.
info| tel. 051 227916 mail odeongallery@gmail.com
BIOPIC e TESTO CRITICO a cura di Erica Fuschini
Ci sono storie perse nel tempo...lontane, vicine o forse mai successe.
L’immaginazione è il fulcro del racconto del viaggio nella città di Commonville, un ibrido tra utopia, sogno, ricostruzione storica e dispersione anacronistica, dal risultato surreale e spiazzante.
Attraverso la ricostruzione, sotto forma di ricordi e testimonianze oniriche, di tale viaggio fuori dal comune, i due artisti ci permettono di immergerci in questo luogo senza vero tempo e reale spazio, che evidenzia la silente e subdola alienazione dell’uomo contemporaneo; un uomo ormai distante da se stesso, vittima della propria esistenza, confuso tra la realtà e la percezione della stessa.
Le piccole sculture e installazioni di Matteo Farolfi raccontano proprio di mondi in bilico tra una natura che a volte li preserva e li accoglie, ma che in altri momenti li devasta cambiandone il destino.
Commonville è una città, o meglio, un “Prototipo di Comunità del Domani”, sebbene appartenga ad un passato indefinito e anacronistico, quasi impossibile.
Potrebbe trovare collocazione nella prefettura di Standardshire e temporalità nel periodo intermedio tra il declino del monocromo e l’insorgere del technicolor.
Questo, perlomeno, raccontano gli straordinari documenti ritrovati fortuitamente
in una vecchia scatola da scarpe: una scatola inverosimile, la testimonianza di un viaggiatore anonimo.
La città di Commonville si configura pertanto come uno spiazzante non-luogo, la cui utopica comunità è destinata a non sopravvivere; un’isola di rigidità burocratica mescolata al sapore psichedelico del sogno, popolata da un’enclave fosforica di culture, etnie e visioni.
Commonville riassume lo smarrimento di ogni punto di riferimento: a Commonville un passato mai avvenuto coesiste con un futuro irrealizzabile.
I progetti Greetings from Commonville e Lost Stories, rispettivamente di Lucien Moreau e Matteo Farolfi, indagano proprio questo stato di sospensione e smarrimento dell’essere umano che, chiusosi e rifugiatosi nell’isola del proprio individualismo, ha perso qualsiasi certezza e sentimento di unione o appartenenza e va confusamente cercando qualche appiglio navigando nella propria memoria, sempre sospeso tra realtà e immaginazione.
Greetings from Commonville consiste, infatti, in un esperimento trans-artistico ideato da Lucien Moreau e concepito sotto forma di falso storico, appartenente ad una dimensione retro-futuristica; la narrazione è corredata da dettagliati collage digitali, in cui vengono rielaborate comuni fotografie provenienti da ogni epoca, luogo e contesto culturale.
Con Lost Stories, invece, Matteo Farolfi prosegue nella propria ricerca e le sue opere pittoriche e fotografiche riprendono vita in veste di scultura creativa.
Creta, ferro, rame e legno, permettono all’artista di realizzare delle specie di contemporanei Ready-made.
Grande è l’attenzione per i dettagli, soprattutto nella ricerca dell’oggetto giusto da inserire e che può essere trovato o ricreato; a volte viene scelto per le sue caratteristiche estetiche, mentre altre viene lasciato così com’è proprio per valorizzare il suo contenuto storico e culturale, con la presunzione e l’atto mentale di percepirlo come vera e propria opera d’arte.
Matteo Farolfi nasce a Ferrara nel 1972, città dove attualmente vive e lavora. Sempre a Ferrara si diploma come grafico commerciale, per poi come proseguire gli studi come fonico all’Accademia delle Arti Sceniche di Bologna e lavorare alla radio come speaker. Nel 2001 frequenta i corsi serali di pittura tenuti da Daniele Carletti, con il quale sperimenta l’uso di vari materiali e tecniche che lo avvicinano al mondo neo-espressionista. Infine, impara da autodidatta diverse tecniche di grafica digitale e di pittura (specializzandosi nella tecnica mixed media) che gli consentono di esprimersi e portare maggiormente in rilievo la sua personale ricerca.
Conceptual artist, scrittore, musicista e sognatore, Lucien Moreau (alias Eugenio Squarcia) lavora come freelance graphic designer per prodotti innovativi. Solitario figlio della Beat Generation e delle avanguardie, si unisce ad una congrega metafisica di circensi itineranti denominata Teatroscienza, fondata da Alex Gezzi. Parallelamente, produce alcuni film sperimentali e numerosi videoclip musicali. Suona pianoforte, sintetizzatori e dispositivi digitali, realizzando molteplici album in differenti generi di carattere classico contemporaneo, elettronico e minimalista. Compone colonne sonore per film, teatro e installazioni artistiche, collaborando con artisti nazionali ed internazionali. Nel 2015, insieme all’artista e tarologo Giacomo Marighelli, fonda il Movimento Nullo.
Nuovo appuntamento per Odeon Gallery, la galleria d’arte del Cinema Odeon di Bologna (via Mascarella, 3) che sabato 6 aprile, dalle ore 19:00, inaugurerà la bipersonale di Matteo Farolfi e Lucien Moreau, “THE UNCOMMON JOURNEY”.
Ci sono storie perse nel tempo...lontane, vicine o forse mai successe.
L’immaginazione è il fulcro del racconto del viaggio nella città di Commonville, un ibrido tra utopia, sogno, ricostruzione storica e dispersione anacronistica, dal risultato surreale e spiazzante.
Attraverso la ricostruzione, sotto forma di ricordi e testimonianze oniriche, di tale viaggio fuori dal comune, i due artisti ci permettono di immergerci in questo luogo senza vero tempo e reale spazio, che evidenzia la silente e subdola alienazione dell’uomo contemporaneo; un uomo ormai distante da se stesso, vittima della propria esistenza, confuso tra la realtà e la percezione della stessa.
(…) Commonville è una città, o meglio, un “Prototipo di Comunità del Domani”, sebbene appartenga ad un passato indefinito e anacronistico, quasi impossibile.
I progetti Greetings from Commonville e Lost Stories, rispettivamente di Lucien Moreau (alias Eugenio Squarcia) e Matteo Farolfi, indagano proprio questo stato di sospensione e smarrimento dell’essere umano che, chiusosi e rifugiatosi nell’isola del proprio individualismo, ha perso qualsiasi certezza e sentimento di unione o appartenenza e va confusamente cercando qualche appiglio navigando nella propria memoria, sempre sospeso tra realtà e immaginazione.
A cura di Erica Fuschini e Luca Fontana.
Opening sabato 6 aprile dalle ore 19:00
La mostra, ad ingresso libero, rimarrà aperta tutti giorni durante l’orario di apertura del cinema e si concluderà sabato 4 maggio.
info| tel. 051 227916 mail odeongallery@gmail.com
BIOPIC e TESTO CRITICO a cura di Erica Fuschini
Ci sono storie perse nel tempo...lontane, vicine o forse mai successe.
L’immaginazione è il fulcro del racconto del viaggio nella città di Commonville, un ibrido tra utopia, sogno, ricostruzione storica e dispersione anacronistica, dal risultato surreale e spiazzante.
Attraverso la ricostruzione, sotto forma di ricordi e testimonianze oniriche, di tale viaggio fuori dal comune, i due artisti ci permettono di immergerci in questo luogo senza vero tempo e reale spazio, che evidenzia la silente e subdola alienazione dell’uomo contemporaneo; un uomo ormai distante da se stesso, vittima della propria esistenza, confuso tra la realtà e la percezione della stessa.
Le piccole sculture e installazioni di Matteo Farolfi raccontano proprio di mondi in bilico tra una natura che a volte li preserva e li accoglie, ma che in altri momenti li devasta cambiandone il destino.
Commonville è una città, o meglio, un “Prototipo di Comunità del Domani”, sebbene appartenga ad un passato indefinito e anacronistico, quasi impossibile.
Potrebbe trovare collocazione nella prefettura di Standardshire e temporalità nel periodo intermedio tra il declino del monocromo e l’insorgere del technicolor.
Questo, perlomeno, raccontano gli straordinari documenti ritrovati fortuitamente
in una vecchia scatola da scarpe: una scatola inverosimile, la testimonianza di un viaggiatore anonimo.
La città di Commonville si configura pertanto come uno spiazzante non-luogo, la cui utopica comunità è destinata a non sopravvivere; un’isola di rigidità burocratica mescolata al sapore psichedelico del sogno, popolata da un’enclave fosforica di culture, etnie e visioni.
Commonville riassume lo smarrimento di ogni punto di riferimento: a Commonville un passato mai avvenuto coesiste con un futuro irrealizzabile.
I progetti Greetings from Commonville e Lost Stories, rispettivamente di Lucien Moreau e Matteo Farolfi, indagano proprio questo stato di sospensione e smarrimento dell’essere umano che, chiusosi e rifugiatosi nell’isola del proprio individualismo, ha perso qualsiasi certezza e sentimento di unione o appartenenza e va confusamente cercando qualche appiglio navigando nella propria memoria, sempre sospeso tra realtà e immaginazione.
Greetings from Commonville consiste, infatti, in un esperimento trans-artistico ideato da Lucien Moreau e concepito sotto forma di falso storico, appartenente ad una dimensione retro-futuristica; la narrazione è corredata da dettagliati collage digitali, in cui vengono rielaborate comuni fotografie provenienti da ogni epoca, luogo e contesto culturale.
Con Lost Stories, invece, Matteo Farolfi prosegue nella propria ricerca e le sue opere pittoriche e fotografiche riprendono vita in veste di scultura creativa.
Creta, ferro, rame e legno, permettono all’artista di realizzare delle specie di contemporanei Ready-made.
Grande è l’attenzione per i dettagli, soprattutto nella ricerca dell’oggetto giusto da inserire e che può essere trovato o ricreato; a volte viene scelto per le sue caratteristiche estetiche, mentre altre viene lasciato così com’è proprio per valorizzare il suo contenuto storico e culturale, con la presunzione e l’atto mentale di percepirlo come vera e propria opera d’arte.
Matteo Farolfi nasce a Ferrara nel 1972, città dove attualmente vive e lavora. Sempre a Ferrara si diploma come grafico commerciale, per poi come proseguire gli studi come fonico all’Accademia delle Arti Sceniche di Bologna e lavorare alla radio come speaker. Nel 2001 frequenta i corsi serali di pittura tenuti da Daniele Carletti, con il quale sperimenta l’uso di vari materiali e tecniche che lo avvicinano al mondo neo-espressionista. Infine, impara da autodidatta diverse tecniche di grafica digitale e di pittura (specializzandosi nella tecnica mixed media) che gli consentono di esprimersi e portare maggiormente in rilievo la sua personale ricerca.
Conceptual artist, scrittore, musicista e sognatore, Lucien Moreau (alias Eugenio Squarcia) lavora come freelance graphic designer per prodotti innovativi. Solitario figlio della Beat Generation e delle avanguardie, si unisce ad una congrega metafisica di circensi itineranti denominata Teatroscienza, fondata da Alex Gezzi. Parallelamente, produce alcuni film sperimentali e numerosi videoclip musicali. Suona pianoforte, sintetizzatori e dispositivi digitali, realizzando molteplici album in differenti generi di carattere classico contemporaneo, elettronico e minimalista. Compone colonne sonore per film, teatro e installazioni artistiche, collaborando con artisti nazionali ed internazionali. Nel 2015, insieme all’artista e tarologo Giacomo Marighelli, fonda il Movimento Nullo.
06
aprile 2019
Farolfi | Moreau – The UnCommon Journey
Dal 06 aprile al 04 maggio 2019
arte contemporanea
Location
ODEON GALLERY
Bologna, Via Mascarella, 3, (Bologna)
Bologna, Via Mascarella, 3, (Bologna)
Orario di apertura
Tutti i giorni 15:30 - 23:30
Vernissage
6 Aprile 2019, dalle ore 19:00
Autore
Curatore