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Fausto Pirandello
Opere dal 1935 agli anni estremi
Comunicato stampa
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In mostra quattordici olii e quaranta pastelli che coprono un periodo di oltre tre decenni, dal principio degli anni ’30 alla metà degli anni ’60.
Fausto Pirandello è stato ed è ancora oggi un personaggio scomodo della nostra storia dell’arte, spesso incompreso, sempre isolato, anche per sua scelta di vita, e benché non siano mancati in passato alcuni autorevoli estimatori (da Lionello Venturi a Nello Ponente) solo da un paio di decenni, in particolare dalla mostra “Les Réalismes” curata da Jean Clair al Centre Pompidou, la sua vicenda artistica è stata oggetto di una lenta ma definitiva rivalutazione.
Le opere presentate esemplificano le diverse angolazioni e gli sviluppi di una avventura creativa complessa ma coerente, focalizzando l’attenzione su due temi fondamentali dell’artista: la figura umana, soprattutto nuda, e la natura morta.
Ha scritto di queste tematiche Claudia Gian Ferrari: “Il corpo femminile, e sovente anche maschile, non è mai narrato come espressione di bellezza, mai idealizzato, anzi è indagato nelle sue manifestazioni più brutali e in tutta la sua realtà, spesso violenta, brutta, volgare. […] Una carnalità assoluta che, anche nell’accettazione della propria realtà di eros primigenio, contempla il senso del peccato, e quindi della colpa da espiare.
È una narrazione, in Pirandello, anche la ‘natura morta’: spesso interpretata da oggetti riuniti assieme per caso, senza alcun filo logico, cose trovate nella stanza […]. Ma questi elementi non sono mai stati composti per diventare argomento, tema, materia sublime, per celebrare sull’altare del tavolo e di un ripiano il rito sacro della ‘natura morta’ in posa… anzi, la caratteristica della natura morta pirandelliana è proprio questa rappresentazione volutamente di abbandoni, di cose povere, comuni, quotidiane, a volte addirittura volgari…”.
Un discorso a parte meritano i lavori su carta, qui rappresentati da uno scelto gruppo di pastelli: un laboratorio di appunti, prime idee, studi di forme, più libero e positivo della pittura, di una immediatezza sorprendente.
Fausto Pirandello è stato ed è ancora oggi un personaggio scomodo della nostra storia dell’arte, spesso incompreso, sempre isolato, anche per sua scelta di vita, e benché non siano mancati in passato alcuni autorevoli estimatori (da Lionello Venturi a Nello Ponente) solo da un paio di decenni, in particolare dalla mostra “Les Réalismes” curata da Jean Clair al Centre Pompidou, la sua vicenda artistica è stata oggetto di una lenta ma definitiva rivalutazione.
Le opere presentate esemplificano le diverse angolazioni e gli sviluppi di una avventura creativa complessa ma coerente, focalizzando l’attenzione su due temi fondamentali dell’artista: la figura umana, soprattutto nuda, e la natura morta.
Ha scritto di queste tematiche Claudia Gian Ferrari: “Il corpo femminile, e sovente anche maschile, non è mai narrato come espressione di bellezza, mai idealizzato, anzi è indagato nelle sue manifestazioni più brutali e in tutta la sua realtà, spesso violenta, brutta, volgare. […] Una carnalità assoluta che, anche nell’accettazione della propria realtà di eros primigenio, contempla il senso del peccato, e quindi della colpa da espiare.
È una narrazione, in Pirandello, anche la ‘natura morta’: spesso interpretata da oggetti riuniti assieme per caso, senza alcun filo logico, cose trovate nella stanza […]. Ma questi elementi non sono mai stati composti per diventare argomento, tema, materia sublime, per celebrare sull’altare del tavolo e di un ripiano il rito sacro della ‘natura morta’ in posa… anzi, la caratteristica della natura morta pirandelliana è proprio questa rappresentazione volutamente di abbandoni, di cose povere, comuni, quotidiane, a volte addirittura volgari…”.
Un discorso a parte meritano i lavori su carta, qui rappresentati da uno scelto gruppo di pastelli: un laboratorio di appunti, prime idee, studi di forme, più libero e positivo della pittura, di una immediatezza sorprendente.
01
giugno 2006
Fausto Pirandello
Dal primo giugno al 21 luglio 2006
arte contemporanea
Location
CLAUDIA GIAN FERRARI
Milano, Via Filippo Corridoni, 41, (Milano)
Milano, Via Filippo Corridoni, 41, (Milano)
Orario di apertura
lunedì – venerdì 10.00 - 14.00 / 15.30 – 19.00
sabato solo su appuntamento
Vernissage
1 Giugno 2006, ore 18,30
Autore
Curatore