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Fausto Rapinesi – PaleOscatole
Non si tratta di oggetti dedicati al sacro, ma di oggetti sacrali in sé dedicati alla glorificazione dell’uomo, segnati dalla soggezione verso la bellezza nelle sue molteplici forme
Comunicato stampa
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…non si tratta di oggetti dedicati al sacro, ma di oggetti sacrali in sé dedicati alla glorificazione dell’uomo, segnati dalla soggezione verso la bellezza nelle sue molteplici forme. Il credo di questo artista è un credo laico, dato dalla stessa volontà di riconferire valore estetico e significato con la realizzazione di creazioni nate dalla collezione di tesori "trovati", di cose dimenticate, non più utili o utilizzate.
E così, in una sorta di pellegrinaggio eterno, Fausto Rapinesi cerca e trova posate d’argento o di metalli meno nobili, lamine metalliche, pissidi, cornici, a cui conferisce nuove forme, nuova vita e nuova luce.
L’abbandono in cui versano questi oggetti, la loro non-utilità paradossale, data non tanto dal venir meno della loro specifica funzione, quanto da un’assenza di dialogo con un potenziale proprietario o fruitore, è condizione necessaria per la loro trasformazione da parte dell’artista.
Punto di partenza di Fausto Rapinesi sono infatti gli oggetti, sono loro a suggerire le nuove forme in cui essi possono incarnarsi, con una metamorfosi della forma, ed è così che ha inizio il vero e proprio percorso creativo.
I materiali diventano altro da sé, vengono rivisitati e trasformati con tecniche che presuppongono una altissima competenza e un dialogo sensibile con i materiali.
Lucidando, incidendo, saldando, trattando con resine il legno, l’argento, l’ottone, vengono così alla luce le creazioni di Fausto Rapinesi, vero demiurgo in questo campo.
Non si deve pensare che l’utilizzo di suppellettili sacre sia segno di una loro profanazione o profanizzazione. Queste creazioni sono dedicate all’uomo, in una sorta di religiosità laica che dell’uomo ha grande rispetto, che dà alla vita terrena un altissimo valore. Dio è nell’uomo e non solo al di fuori.
Gli oggetti elaborati da Fausto Rapinesi richiamano sempre la bellezza e danno al senso estetico un fortissimo risalto. Sono tutti oggetti legati ad un "cerimoniale" della vita, come specchiarsi, illuminare, esporre, adornarsi; momenti, questi, che chiedono del tempo per esistere, che non possono acquistare vita negli istanti frenetici ed egoisti del quotidiano.
Le cornici e le luci danno colore alla casa, la predispongono all’accoglienza di amici e ospiti, ne mettono in risalto l’anima; i vassoi, vuoti o eventualmente riempiti, sono una ostensione laica di un’offerta a chi ci visita, i gioielli fanno parte del rispetto e della cura che abbiamo per noi stessi.
Nessuna di queste creazioni assomiglia ad un’altra, tutte raccontano una loro storia, la storia degli oggetti che le compongono – quietati in una superba unità – del dialogo tra l’artista e la materia, del loro offrirsi con un’aura sacrale allo sguardo dello spettatore, catturandone l’anima.
Giovanna Brambilla
E così, in una sorta di pellegrinaggio eterno, Fausto Rapinesi cerca e trova posate d’argento o di metalli meno nobili, lamine metalliche, pissidi, cornici, a cui conferisce nuove forme, nuova vita e nuova luce.
L’abbandono in cui versano questi oggetti, la loro non-utilità paradossale, data non tanto dal venir meno della loro specifica funzione, quanto da un’assenza di dialogo con un potenziale proprietario o fruitore, è condizione necessaria per la loro trasformazione da parte dell’artista.
Punto di partenza di Fausto Rapinesi sono infatti gli oggetti, sono loro a suggerire le nuove forme in cui essi possono incarnarsi, con una metamorfosi della forma, ed è così che ha inizio il vero e proprio percorso creativo.
I materiali diventano altro da sé, vengono rivisitati e trasformati con tecniche che presuppongono una altissima competenza e un dialogo sensibile con i materiali.
Lucidando, incidendo, saldando, trattando con resine il legno, l’argento, l’ottone, vengono così alla luce le creazioni di Fausto Rapinesi, vero demiurgo in questo campo.
Non si deve pensare che l’utilizzo di suppellettili sacre sia segno di una loro profanazione o profanizzazione. Queste creazioni sono dedicate all’uomo, in una sorta di religiosità laica che dell’uomo ha grande rispetto, che dà alla vita terrena un altissimo valore. Dio è nell’uomo e non solo al di fuori.
Gli oggetti elaborati da Fausto Rapinesi richiamano sempre la bellezza e danno al senso estetico un fortissimo risalto. Sono tutti oggetti legati ad un "cerimoniale" della vita, come specchiarsi, illuminare, esporre, adornarsi; momenti, questi, che chiedono del tempo per esistere, che non possono acquistare vita negli istanti frenetici ed egoisti del quotidiano.
Le cornici e le luci danno colore alla casa, la predispongono all’accoglienza di amici e ospiti, ne mettono in risalto l’anima; i vassoi, vuoti o eventualmente riempiti, sono una ostensione laica di un’offerta a chi ci visita, i gioielli fanno parte del rispetto e della cura che abbiamo per noi stessi.
Nessuna di queste creazioni assomiglia ad un’altra, tutte raccontano una loro storia, la storia degli oggetti che le compongono – quietati in una superba unità – del dialogo tra l’artista e la materia, del loro offrirsi con un’aura sacrale allo sguardo dello spettatore, catturandone l’anima.
Giovanna Brambilla
19
marzo 2008
Fausto Rapinesi – PaleOscatole
Dal 19 marzo al 05 aprile 2008
arte contemporanea
Location
LAPORTABLU GALLERY
Roma, Arco Degli Acetari, 40, (Roma)
Roma, Arco Degli Acetari, 40, (Roma)
Orario di apertura
dalle 17:00 alle 20:00 dal Martedì al Sabato
Vernissage
19 Marzo 2008, ore 19
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