<< Nell’epoca dell’incubo delle concezioni materialistiche, le opere di
Fazz, appaiono come zone aperte, quasi squarci, su visioni di mondi
possibili.
Sono esperimenti nel campo della sensibilità.
L’armonia dei colori, fondata su un efficace contatto con l’anima,
nasce dalla necessità interiore di esprimere -portare fuori- la sua
ricerca delle infinite possibilità.
L’inevitabile interazione fra colore e forma rivela gli effetti della
forma sul colore.
I due s’incontrano fino a contaminarsi e non poter continuare ad
esistere se non l’uno dentro l’altra. Ancora più profondamente si può
dire una corrispondenza di amorosi sensi tra forma e colore. Nessuno
dei due esiste senza l’altro.
L’ideale, l’evoluzione del divino trova concretizzazione, peso e
razionalizzazione nella scrittura come segno dell’esistenza - “e
costruisce la memoria del proprio essere - dice fazz. - O meglio
nell’interpretazione. Così nella realtà la forma - mentis diventa
forma... “
L’essere umano idealizza, sceglie e concretizza. Così nasce la sua
forma, la sua identità.
Nel tentativo di esprimere sensazioni e definire un aperto sistema di
probabilità, attraverso un linguaggio atavico, crea un equilibrio tra
le forze, tra il pieno e il vuoto. Lo stesso linguaggio-segno diviene
il contrappeso all’etereo e traduce l’irrazionale in forma.>>
(Federica Barcellona)

MELIS ROMAN M. "MUNDOS Y PLANETAS"

Il marcato divario tra vecchio e nuovo è in Maurizio Melis più reale
che apparente.Questa premessa ci consente di individuare sul piano
operativo la sua posizione, in difesa di quelli che si possono
definire, in termini semplicistici, "vecchi valori" ma va intesa
soprattutto in senso junghiano, come simboli presenti in ogni epoca e
in tutte le culture.
L'utilizzo di oggetti in disuso, lo avvicinano in un certo senso
all'arte povera, con la quale condivide un punto importante: servirsi
della cultura quotidiana al fine di mettere pienamente in luce gli
archetipi su cui si regge.
Entrando nel merito dell'operare artistico di Melis, lo sfondo
pittorico viene usato come supporto e raccordo cromatico, come cornice
all'oggetto-soggetto, e ha la funzione di accentratore di attenzione.
(Silvio Seghi)