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Federica Galli – Green Grand Tour
In mostra quasi cento acqueforti di Federica Galli. Iniziativa che rientra nel palinsesto “I talenti delle donne” voluto dall’Assessorato alla cultura milanese per il 2020-2021. l’acquafortista cremonese riesce ancora a stupire e a mostrare la freschezza e la poesia.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Federica Galli Green Grand Tour
13 aprile — 30 luglio 2021
Palazzo Morando | Costume Moda Immagine
via Sant’Andrea 6, Milano
– spazi espositivi piano terra –
Ingresso gratuito
Orari*: dalle 10 alle 17.30
da martedì a venerdì
*salvo variazioni
Catalogo: a cura della Fondazione Federica Galli
con testi di Mauro Broggi, Andrea Dusio, Stefano Fera,
Tiziano Fratus, Cristina Muccioli, Lorenza Salamon, Stefano Zuffi.
Edizioni Fondazione Federica Galli
formato cm 21×24 h.
pagine 240
immagini circa 200
testi in italiano e inglese
Visite guidate e laboratori
per bambini, ragazzi e adulti
Ad Maiora
T. +39 02 39289216
prenotazioni@admaiora.education
Ufficio Stampa
Fondazione Federica Galli
T. +39 345 00 81 289 (Segreteria)
T. +39 335 63 63 778 (Cristina Pontiggia)
fondazione.federicagalli@gmail.com
Informazioni sulla mostra
T. +39 345 00 81 289
fondazione.federicagalli@gmail.com
www.federicagalli.com
T. +39 02 88465735 – 46054 c.palazzomorando@comune.milano.it www.civicheraccoltestoriche.mi.it
Social
FB: @FondazioneFedericaGalli
IG: @fondazione.federicagalli
TW: @ArtLorenza #federicagalli
#greengrandtour
La mostra di Federica Galli rientra nel palinsesto “I talenti delle donne” voluto dall’Assessorato alla cultura milanese per il 2020 e in seguito esteso al primo semestre 2021. A dodici anni dalla sua scomparsa, l’acquafortista cremonese riesce ancora a stupire e a mostrare la freschezza e la poesia del suo sguardo sulle terre d’acqua lombarde.
Professionista rigorosa, donna schiva ma non timida, Federica Galli è stata una personalità artistica di respiro internazionale, nonostante si sia focalizzata sul paesaggio italiano e le città rappresentate siano state esclusivamente Milano e Venezia.
Lungimirante nelle scelte iconografiche, Federica Galli, classe 1932, ha iniziato a rappresentare alberi e natura ben prima che divenissero temi d’attualità.
Una donna borghese, colta, franca, acuta, curiosissima, mai intimorita dalle abilità altrui, di cui anzi si nutre per arricchire il proprio bagaglio artistico e culturale, Federica Galli s’infatua del segno di Rembrandt dopo averne visitato una mostra ad Amsterdam, giovanissima. È il momento in cui intuisce che all’incisione deve dedicare i suoi sforzi e s’impegna in piccole, ma significative, acqueforti di tema milanese, città d’adozione che ama incondizionatamente.
Nei primi anni ’60 decide di abbandonare definitivamente la pittura per dedicarsi in esclusiva al segno inciso, impegno che non tradirà mai.
Lavora fino all’ultimo lasciandoci quasi novecento incisioni che abbracciano temi diversi: alberi –per i quali è nota come la Signora degli Alberi–, paesaggi padani, alpini, marittimi, ma anche architetture rurali e urbane, sempre attenta al nuovo senza trascurare la storia e le tradizioni. Un equilibrio che segna tutta la sua carriera e le sue scelte. I soggetti sono sempre reali e classici, interpretati con linguaggio figurativo, ma sviluppati con uno stile inedito e personale, inequivocabile e irripetibile.
Percorso della Mostra
–Introduzione a Federica Galli
–Cascine lombarde
–Natura, Pianura Padana
–Alberi
–Vecchia Milano
–Milano rinata
–Vedute di Venezia
La mostra percorre la vita e i temi principali affrontati da Federica Galli.
Apre il viaggio l’introduzione alla figura della donna prima ancora che all’artista. Giovanissima sfida la famiglia e, consapevole del suo talento si trasferisce dalla provincia di Cremona a Milano, dove frequenta prima il liceo artistico e poi l’Accademia di Brera. Caparbia e determinata, ospitale e collaborativa con le numerose personalità della cultura incrociate nella lunga carriera, è altrettanto presente nelle attività intraprese negli anni nel club delle Soroptimist, di cui è socia fondatrice.
Nella prima sala sono esposti libri, lettere, documenti, oggetti, premi –tra i tantissimi che ha ricevuto– e alcuni dei molti documenti che testimoniano le relazioni di altissimo respiro internazionale stabilite negli anni. Un percorso intenso che racconta di come poeti, scrittori, saggisti, giornalisti frequentavano assiduamente la casa di Federica Galli e del marito, Giovanni Raimondi, caporedattore del Corriere della Sera.
Ci sono, inoltre, alcuni dipinti e sculture di maestri celebri della sua epoca, ora parte integrante della collezione della Fondazione che tutela il suo archivio. Fra questi, un ritratto dell’artista a misura naturale scolpito nel legno da Ernesto Ornati e uno dipinto da Giancarlo Vitali, oltre a opere di incisori, pittori e scultori come Luciano Zanoni, con cui intreccia l’intera vita professionale sotto l’egida del comune critico di riferimento: Giovanni Testori.
Ho avuto una vita meravigliosa: introduzione a Federica Galli
Il testo è stato commissionato a Cristina Muccioli dal Soroptimist International Club alla Scala di cui la Galli è stata socia fondatrice nel 1984 e al quale ha partecipato attivamente fino al 2009, anno della scomparsa. La filosofa e critica d’arte analizza e approfondisce le qualità che hanno permesso a Federica Galli di emergere, pur applicandosi in una tecnica e in uno stile controcorrente per il tempo: un’occasione per indagare e riflettere sulle facoltà e i talenti che permettono alle donne di avere fortuna in ambiti apparentemente ostili.
Cascine lombarde
Il tema d’apertura della mostra è rappresentato dalle cascine, fra i soggetti più cari e longevi nell’attività di Federica Galli. Il testo introduttivo è a cura dell’architetto genovese Stefano Fera, che propone delle riflessioni storico-culturali attualissime sul ruolo architettonico delle case rurali, sulla loro genesi e sulle funzioni a cui sono chiamate oggi.
Numerose sono le acqueforti esposte che provengono dalla collezione del Castello Sforzesco di Milano, che possiede la quasi totalità dei soggetti incisi dell’autrice lombarda.
In esposizione al Morando è presente una selezione delle numerose cascine disseminate sul territorio padano. Federica Galli nasce a Soresina, in provincia di Cremona, e le prime cascine che rappresenta sono proprio quelle della sua infanzia, per poi allargare il cerchio e ricordare stagioni, architetture, paesaggi e funzioni identitarie dell’intera campagna padana. Luoghi che sotto il suo bulino assumono toni poetici e romantici, pur senza snaturare la realtà.
Lo studio dell’incisore
Si prosegue con l’introduzione della tecnica prioritaria di Federica Galli: l’acquaforte, così poco conosciuta e in realtà molto presente nell’intera storia dell’arte moderna. Se la situazione lo consentirà, sarà allestito un vero e proprio laboratorio dell’arte della stampa, attivo durante tutto il periodo della mostra e accessibile anche agli allievi delle scuole primarie e secondarie, con il coordinamento di tutta l’attività laboratoriale a opera dell’associazione Ad Maiora, in collaborazione con l’Accademia di Brera, dove si è diplomata la Galli. L’attività vede in prima linea gli esperti stampatori e storici dell’arte che da anni s’impegnano, sotto l’egida della Fondazione Federica Galli, a diffondere l’alchemica e affascinante tecnica calcografica. Nelle visite guidate e nei workshop si potrà rivivere la magia della creazione dell’opera sotto forma di multiplo, scoprendone le innumerevoli finalità culturali.
Introduce la sezione un testo di Lorenza Salamon, presidente della fondazione testamentaria voluta da Federica Galli.
Natura, Pianura Padana
E con gli odori della carta e dell’inchiostro ancora impressi il visitatore viene introdotto nell’area più significativa della mostra, quella che chiamiamo “Natura”, accompagnata da un testo di Andrea Dusio, giornalista e saggista che ha sempre guardato la natura con curiosità, passione e profondità, cercando di svelarne gli arcani e l’attualità.
Ventun paesaggi fra cui alcuni del sottobosco di Pisani Dossi: il bosco alle porte di Milano, ad Albairate, l’ultimo residuo dell’originaria foresta planiziale lombarda. Sono rappresentate le lanche gelate e primaverili, i fili d’erba, le rogge, gli intrecci di arbusti. Quasi a sentire l’odore di rugiada, di foglie secche, di resina, di acqua stantia, appunto di natura. Si tratta della sezione più viva della mostra.
La Signora degli Alberi
Ideale seguito, quello degli alberi: un ciclo che la Galli inizia nel lontano 1982 e che da quel momento scandisce la sua intera attività, alla costante ricerca di piante significative non solo per motivi botanici, ma anche letterari, storici, estetici, leggendari. Il filo rosso tracciato dall’artista delinea un Green Grand Tour contemporaneo in Italia, con l’illustrazione di alberi presenti nelle regioni, dal Friuli alla Sicilia.
Un ciclo di settanta opere, realizzate in trent’anni di lavoro, che consacrano Federica Galli definitivamente come la “Signora degli Alberi”. Introduce la sezione Tiziano Fratus, poeta, saggista e giornalista che da anni perfeziona il concetto di Homo Radix, una pratica quotidiana di meditazione in natura e la disciplina della Dendrosofia, una delle voci più attente ai confini semantici e poetici di una riconciliazione fra umano e natura.
Milano
A Stefano Zuffi, noto storico dell’arte milanese, è stato commissionato il delicato compito di illustrarci l’amore della Galli per la sua città d’adozione: Milano, il capoluogo lombardo a cui spesso si guarda per cogliere l’evoluzione della nazione. La Galli arriva a Milano nel 1946 e trova la città ancora lacerata dai bombardamenti: le case di ringhiera lamentano il disagio di chi le abita, i monumenti sono spesso diroccati. La Galli osserva, studia, incide e restituisce ferite e dolore, ma anche la voglia di rinascita dei milanesi, e così ci catapulta nelle grandi imprese architettoniche della ripresa della città: gli scavi della prima metropolitana, negli anni ’60; la nascita della stazione della Bovisa, polo periferico che sarà sede delle facoltà pubbliche più innovative; l’avveniristica impresa d’ingegneria della costruzione del terzo anello di San Siro; la bellezza delle Basiliche milanesi.
Vedute di Venezia
Chiudono la mostra il salottino del circolo letterario -che permette di rivivere l’atmosfera culturale della Milano degli anni ’80 e ’90- e l’esposizione dello spettacolare portfolio delle vedute di Venezia.
La genesi delle vedute dedicate alla città lagunare è ben descritta dal testo di Mauro Broggi che, come assistente per dieci anni di Renzo Zorzi, ha vissuto all’interno dell’Olivetti l’impegno culturale promosso con lungimiranza dall’azienda di Ivrea. Per conto dell’Olivetti, Federica Galli ha lavorato a trentanove scorci veneziani, accettando la sfida di confrontarsi direttamente con i grandi vedutisti del passato. Le sue acqueforti, impegnative sia per formato che per scelte stilistiche, si distinguono per la capacità di offrire uno sguardo inedito e d’effetto su una delle città più stereotipate e fotografate al mondo. Per l’occasione, nel 1987, la Fondazione Giorgio Cini dell’isola di San Giorgio a Venezia ha organizzato un’importante esposizione, modificando appositamente il proprio statuto per ospitare l’opera di un artista vivente. Ieri come oggi le “Venezie” di Federica Galli stupiscono e meravigliano per qualità e arditezza.
La Fondazione Federica Galli
Federica Galli ha lasciato la propria eredità a una fondazione testamentaria, indicandone presidente e consiglieri. L’ente che porta il suo nome ha sede nello storico Palazzo Cicogna, in via San Damiano 2 a Milano, dove vengono conservate e tutelate le opere, l’archivio e la memoria della sua fondatrice.
Fra le numerose attività promosse e coordinate dalla fondazione vi è un corposo e attivo processo di alfabetizzazione sul ruolo dell’incisione, della grafica e del multiplo nella cultura occidentale moderna, con attività che vengono svolte in sede per piccoli gruppi, o nelle scuole e nelle sedi cui viene invitata. Le iniziative didattiche sono sostenute per intero dalla vendita delle stampe originali, lasciate da Federica Galli per questo scopo.
La fondazione si profonde, inoltre, nella divulgazione dell’arte della Galli attraverso l’organizzazione di mostre, volumi e convegni beneficiando del significativo materiale lasciato dall’artista.
L’esposizione delle quasi cento acqueforti di Federica Galli arricchisce il palinsesto milanese: “I talenti delle donne”.
Si tiene a Palazzo Morando | Costume Moda Immagine, gioiello architettonico nel cuore di Milano, dedicato alla storia e ai personaggi che hanno reso grande la città. Sobrio e funzionale, lo spazio al pianterreno del museo verrà allestito sul progetto dell’architetto Michele Piva, specialista in museografia, con un’idea scenografica e raffinata che sposa e ravviva lo stile essenziale ed elegante delle opere della Galli.
Il progetto grafico è a cura di Francesca Habe.
Catalogo pubblicato da E20progetti editore.
Gli allestimenti sono messi in opera da E20progetti di Biella
13 aprile — 30 luglio 2021
Palazzo Morando | Costume Moda Immagine
via Sant’Andrea 6, Milano
– spazi espositivi piano terra –
Ingresso gratuito
Orari*: dalle 10 alle 17.30
da martedì a venerdì
*salvo variazioni
Catalogo: a cura della Fondazione Federica Galli
con testi di Mauro Broggi, Andrea Dusio, Stefano Fera,
Tiziano Fratus, Cristina Muccioli, Lorenza Salamon, Stefano Zuffi.
Edizioni Fondazione Federica Galli
formato cm 21×24 h.
pagine 240
immagini circa 200
testi in italiano e inglese
Visite guidate e laboratori
per bambini, ragazzi e adulti
Ad Maiora
T. +39 02 39289216
prenotazioni@admaiora.education
Ufficio Stampa
Fondazione Federica Galli
T. +39 345 00 81 289 (Segreteria)
T. +39 335 63 63 778 (Cristina Pontiggia)
fondazione.federicagalli@gmail.com
Informazioni sulla mostra
T. +39 345 00 81 289
fondazione.federicagalli@gmail.com
www.federicagalli.com
T. +39 02 88465735 – 46054 c.palazzomorando@comune.milano.it www.civicheraccoltestoriche.mi.it
Social
FB: @FondazioneFedericaGalli
IG: @fondazione.federicagalli
TW: @ArtLorenza #federicagalli
#greengrandtour
La mostra di Federica Galli rientra nel palinsesto “I talenti delle donne” voluto dall’Assessorato alla cultura milanese per il 2020 e in seguito esteso al primo semestre 2021. A dodici anni dalla sua scomparsa, l’acquafortista cremonese riesce ancora a stupire e a mostrare la freschezza e la poesia del suo sguardo sulle terre d’acqua lombarde.
Professionista rigorosa, donna schiva ma non timida, Federica Galli è stata una personalità artistica di respiro internazionale, nonostante si sia focalizzata sul paesaggio italiano e le città rappresentate siano state esclusivamente Milano e Venezia.
Lungimirante nelle scelte iconografiche, Federica Galli, classe 1932, ha iniziato a rappresentare alberi e natura ben prima che divenissero temi d’attualità.
Una donna borghese, colta, franca, acuta, curiosissima, mai intimorita dalle abilità altrui, di cui anzi si nutre per arricchire il proprio bagaglio artistico e culturale, Federica Galli s’infatua del segno di Rembrandt dopo averne visitato una mostra ad Amsterdam, giovanissima. È il momento in cui intuisce che all’incisione deve dedicare i suoi sforzi e s’impegna in piccole, ma significative, acqueforti di tema milanese, città d’adozione che ama incondizionatamente.
Nei primi anni ’60 decide di abbandonare definitivamente la pittura per dedicarsi in esclusiva al segno inciso, impegno che non tradirà mai.
Lavora fino all’ultimo lasciandoci quasi novecento incisioni che abbracciano temi diversi: alberi –per i quali è nota come la Signora degli Alberi–, paesaggi padani, alpini, marittimi, ma anche architetture rurali e urbane, sempre attenta al nuovo senza trascurare la storia e le tradizioni. Un equilibrio che segna tutta la sua carriera e le sue scelte. I soggetti sono sempre reali e classici, interpretati con linguaggio figurativo, ma sviluppati con uno stile inedito e personale, inequivocabile e irripetibile.
Percorso della Mostra
–Introduzione a Federica Galli
–Cascine lombarde
–Natura, Pianura Padana
–Alberi
–Vecchia Milano
–Milano rinata
–Vedute di Venezia
La mostra percorre la vita e i temi principali affrontati da Federica Galli.
Apre il viaggio l’introduzione alla figura della donna prima ancora che all’artista. Giovanissima sfida la famiglia e, consapevole del suo talento si trasferisce dalla provincia di Cremona a Milano, dove frequenta prima il liceo artistico e poi l’Accademia di Brera. Caparbia e determinata, ospitale e collaborativa con le numerose personalità della cultura incrociate nella lunga carriera, è altrettanto presente nelle attività intraprese negli anni nel club delle Soroptimist, di cui è socia fondatrice.
Nella prima sala sono esposti libri, lettere, documenti, oggetti, premi –tra i tantissimi che ha ricevuto– e alcuni dei molti documenti che testimoniano le relazioni di altissimo respiro internazionale stabilite negli anni. Un percorso intenso che racconta di come poeti, scrittori, saggisti, giornalisti frequentavano assiduamente la casa di Federica Galli e del marito, Giovanni Raimondi, caporedattore del Corriere della Sera.
Ci sono, inoltre, alcuni dipinti e sculture di maestri celebri della sua epoca, ora parte integrante della collezione della Fondazione che tutela il suo archivio. Fra questi, un ritratto dell’artista a misura naturale scolpito nel legno da Ernesto Ornati e uno dipinto da Giancarlo Vitali, oltre a opere di incisori, pittori e scultori come Luciano Zanoni, con cui intreccia l’intera vita professionale sotto l’egida del comune critico di riferimento: Giovanni Testori.
Ho avuto una vita meravigliosa: introduzione a Federica Galli
Il testo è stato commissionato a Cristina Muccioli dal Soroptimist International Club alla Scala di cui la Galli è stata socia fondatrice nel 1984 e al quale ha partecipato attivamente fino al 2009, anno della scomparsa. La filosofa e critica d’arte analizza e approfondisce le qualità che hanno permesso a Federica Galli di emergere, pur applicandosi in una tecnica e in uno stile controcorrente per il tempo: un’occasione per indagare e riflettere sulle facoltà e i talenti che permettono alle donne di avere fortuna in ambiti apparentemente ostili.
Cascine lombarde
Il tema d’apertura della mostra è rappresentato dalle cascine, fra i soggetti più cari e longevi nell’attività di Federica Galli. Il testo introduttivo è a cura dell’architetto genovese Stefano Fera, che propone delle riflessioni storico-culturali attualissime sul ruolo architettonico delle case rurali, sulla loro genesi e sulle funzioni a cui sono chiamate oggi.
Numerose sono le acqueforti esposte che provengono dalla collezione del Castello Sforzesco di Milano, che possiede la quasi totalità dei soggetti incisi dell’autrice lombarda.
In esposizione al Morando è presente una selezione delle numerose cascine disseminate sul territorio padano. Federica Galli nasce a Soresina, in provincia di Cremona, e le prime cascine che rappresenta sono proprio quelle della sua infanzia, per poi allargare il cerchio e ricordare stagioni, architetture, paesaggi e funzioni identitarie dell’intera campagna padana. Luoghi che sotto il suo bulino assumono toni poetici e romantici, pur senza snaturare la realtà.
Lo studio dell’incisore
Si prosegue con l’introduzione della tecnica prioritaria di Federica Galli: l’acquaforte, così poco conosciuta e in realtà molto presente nell’intera storia dell’arte moderna. Se la situazione lo consentirà, sarà allestito un vero e proprio laboratorio dell’arte della stampa, attivo durante tutto il periodo della mostra e accessibile anche agli allievi delle scuole primarie e secondarie, con il coordinamento di tutta l’attività laboratoriale a opera dell’associazione Ad Maiora, in collaborazione con l’Accademia di Brera, dove si è diplomata la Galli. L’attività vede in prima linea gli esperti stampatori e storici dell’arte che da anni s’impegnano, sotto l’egida della Fondazione Federica Galli, a diffondere l’alchemica e affascinante tecnica calcografica. Nelle visite guidate e nei workshop si potrà rivivere la magia della creazione dell’opera sotto forma di multiplo, scoprendone le innumerevoli finalità culturali.
Introduce la sezione un testo di Lorenza Salamon, presidente della fondazione testamentaria voluta da Federica Galli.
Natura, Pianura Padana
E con gli odori della carta e dell’inchiostro ancora impressi il visitatore viene introdotto nell’area più significativa della mostra, quella che chiamiamo “Natura”, accompagnata da un testo di Andrea Dusio, giornalista e saggista che ha sempre guardato la natura con curiosità, passione e profondità, cercando di svelarne gli arcani e l’attualità.
Ventun paesaggi fra cui alcuni del sottobosco di Pisani Dossi: il bosco alle porte di Milano, ad Albairate, l’ultimo residuo dell’originaria foresta planiziale lombarda. Sono rappresentate le lanche gelate e primaverili, i fili d’erba, le rogge, gli intrecci di arbusti. Quasi a sentire l’odore di rugiada, di foglie secche, di resina, di acqua stantia, appunto di natura. Si tratta della sezione più viva della mostra.
La Signora degli Alberi
Ideale seguito, quello degli alberi: un ciclo che la Galli inizia nel lontano 1982 e che da quel momento scandisce la sua intera attività, alla costante ricerca di piante significative non solo per motivi botanici, ma anche letterari, storici, estetici, leggendari. Il filo rosso tracciato dall’artista delinea un Green Grand Tour contemporaneo in Italia, con l’illustrazione di alberi presenti nelle regioni, dal Friuli alla Sicilia.
Un ciclo di settanta opere, realizzate in trent’anni di lavoro, che consacrano Federica Galli definitivamente come la “Signora degli Alberi”. Introduce la sezione Tiziano Fratus, poeta, saggista e giornalista che da anni perfeziona il concetto di Homo Radix, una pratica quotidiana di meditazione in natura e la disciplina della Dendrosofia, una delle voci più attente ai confini semantici e poetici di una riconciliazione fra umano e natura.
Milano
A Stefano Zuffi, noto storico dell’arte milanese, è stato commissionato il delicato compito di illustrarci l’amore della Galli per la sua città d’adozione: Milano, il capoluogo lombardo a cui spesso si guarda per cogliere l’evoluzione della nazione. La Galli arriva a Milano nel 1946 e trova la città ancora lacerata dai bombardamenti: le case di ringhiera lamentano il disagio di chi le abita, i monumenti sono spesso diroccati. La Galli osserva, studia, incide e restituisce ferite e dolore, ma anche la voglia di rinascita dei milanesi, e così ci catapulta nelle grandi imprese architettoniche della ripresa della città: gli scavi della prima metropolitana, negli anni ’60; la nascita della stazione della Bovisa, polo periferico che sarà sede delle facoltà pubbliche più innovative; l’avveniristica impresa d’ingegneria della costruzione del terzo anello di San Siro; la bellezza delle Basiliche milanesi.
Vedute di Venezia
Chiudono la mostra il salottino del circolo letterario -che permette di rivivere l’atmosfera culturale della Milano degli anni ’80 e ’90- e l’esposizione dello spettacolare portfolio delle vedute di Venezia.
La genesi delle vedute dedicate alla città lagunare è ben descritta dal testo di Mauro Broggi che, come assistente per dieci anni di Renzo Zorzi, ha vissuto all’interno dell’Olivetti l’impegno culturale promosso con lungimiranza dall’azienda di Ivrea. Per conto dell’Olivetti, Federica Galli ha lavorato a trentanove scorci veneziani, accettando la sfida di confrontarsi direttamente con i grandi vedutisti del passato. Le sue acqueforti, impegnative sia per formato che per scelte stilistiche, si distinguono per la capacità di offrire uno sguardo inedito e d’effetto su una delle città più stereotipate e fotografate al mondo. Per l’occasione, nel 1987, la Fondazione Giorgio Cini dell’isola di San Giorgio a Venezia ha organizzato un’importante esposizione, modificando appositamente il proprio statuto per ospitare l’opera di un artista vivente. Ieri come oggi le “Venezie” di Federica Galli stupiscono e meravigliano per qualità e arditezza.
La Fondazione Federica Galli
Federica Galli ha lasciato la propria eredità a una fondazione testamentaria, indicandone presidente e consiglieri. L’ente che porta il suo nome ha sede nello storico Palazzo Cicogna, in via San Damiano 2 a Milano, dove vengono conservate e tutelate le opere, l’archivio e la memoria della sua fondatrice.
Fra le numerose attività promosse e coordinate dalla fondazione vi è un corposo e attivo processo di alfabetizzazione sul ruolo dell’incisione, della grafica e del multiplo nella cultura occidentale moderna, con attività che vengono svolte in sede per piccoli gruppi, o nelle scuole e nelle sedi cui viene invitata. Le iniziative didattiche sono sostenute per intero dalla vendita delle stampe originali, lasciate da Federica Galli per questo scopo.
La fondazione si profonde, inoltre, nella divulgazione dell’arte della Galli attraverso l’organizzazione di mostre, volumi e convegni beneficiando del significativo materiale lasciato dall’artista.
L’esposizione delle quasi cento acqueforti di Federica Galli arricchisce il palinsesto milanese: “I talenti delle donne”.
Si tiene a Palazzo Morando | Costume Moda Immagine, gioiello architettonico nel cuore di Milano, dedicato alla storia e ai personaggi che hanno reso grande la città. Sobrio e funzionale, lo spazio al pianterreno del museo verrà allestito sul progetto dell’architetto Michele Piva, specialista in museografia, con un’idea scenografica e raffinata che sposa e ravviva lo stile essenziale ed elegante delle opere della Galli.
Il progetto grafico è a cura di Francesca Habe.
Catalogo pubblicato da E20progetti editore.
Gli allestimenti sono messi in opera da E20progetti di Biella
13
aprile 2021
Federica Galli – Green Grand Tour
Dal 13 aprile al 31 luglio 2021
arte contemporanea
Location
PALAZZO MORANDO – COSTUME MODA IMMAGINE
Milano, Via Sant'andrea, (Milano)
Milano, Via Sant'andrea, (Milano)
Orario di apertura
In zona arancione martedì -venerdì 10-17,30
In zona gialla più ampia, info: www.federicagalli.com
Sito web
Editore
E20Progetti
Ufficio stampa
Cristina Pontiggia
Autore
Curatore
Autore testo critico
Allestimento
Progetto grafico
Produzione organizzazione
Patrocini