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Federico Bellomi – Lo sguardo di un pittore: appunti di bellezza
Prima mostra postuma di questo frescante veronese poeta del segno e del colore. L’Opera di Federico Bellomi cattura lo sguardo dell’osservatore inducendolo alla contemplazione. La sucessiva fase, quella analitica, rivela un sapiente uso delle tecniche: olio, tempera, pastello, guazzo.
Comunicato stampa
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Quando si entra in una galleria o in un museo, inizia un percorso individuale di ricerca tra l’opera d’arte e chi la guarda.
Spesso si cerca un qualcosa che rappresenti uno stato d’animo, un’emozione o semplicemente il silenzio.
In questa mostra ci troviamo davanti a paesaggi e nature morte che potrebbero sembrare lontani dall’arte di oggi, ma se osservati attentamente, si scoprono sfumature e segni moderni, nati dallo studio manuale dell’artista Federico Bellomi.
Nei suoi lavori si avverte il Mestiere, l’uso di tecniche alle volte inusuali, la conoscenza profonda della materia, che lo porta a creare opere che non ignorano ma che invece superano le convenzioni.
Federico Bellomi sentiva il respiro della terra e sapeva entrare in simbiosi con gli oggetti, i volti, i corpi, i grandi spazi e i dettagli del mondo che con una tenacia senza pari, riusciva a trasfigurare nelle sue opere.
Mario Rotili scrive dell’opera di Federico Bellomi:
[...] D’altra parte Bellomi é ormai giunto, attraverso altre ricerche, ad una piena libertà espressiva, che vivifica le sue composizioni costruite con classica misura grazie ad un segno più sciolto e ad un cromatismo più ricco e succoso, aperto ad accensioni improvvise, ed accostamenti arditi.
Così ritrae il paesaggio veronese, rendendone le dolci ondulazioni in una luce calda, [...] quello spagnolo visto in una luce abbacinante.
[...] Così con immediatezza e franchezza pittorica rende le sue nature morte, osservate sempre con occhio attento; così ritrae la gente che lo circonda, penetrandone sentimenti e pensieri [...].
[...] Questo è, dunque, Federico Bellomi, e così la mostra [...] ce lo presenta, anche se in essa ovviamente non possono figurare le opere eseguite per le chiese ed altre, significative, che figurano in importanti collezioni italiane, francesi, tedesche, ceche e slovacche, americane: un artista fervido che attraverso un lungo e difficile travaglio compiuto in silenzio, respingendo facili richiami e altrettanto facili successi, è riuscito ad affermare, nel ricordo di un passato intimamente sentito ed autonomamente rivissuto, un proprio mondo espressivo [...].
Spesso si cerca un qualcosa che rappresenti uno stato d’animo, un’emozione o semplicemente il silenzio.
In questa mostra ci troviamo davanti a paesaggi e nature morte che potrebbero sembrare lontani dall’arte di oggi, ma se osservati attentamente, si scoprono sfumature e segni moderni, nati dallo studio manuale dell’artista Federico Bellomi.
Nei suoi lavori si avverte il Mestiere, l’uso di tecniche alle volte inusuali, la conoscenza profonda della materia, che lo porta a creare opere che non ignorano ma che invece superano le convenzioni.
Federico Bellomi sentiva il respiro della terra e sapeva entrare in simbiosi con gli oggetti, i volti, i corpi, i grandi spazi e i dettagli del mondo che con una tenacia senza pari, riusciva a trasfigurare nelle sue opere.
Mario Rotili scrive dell’opera di Federico Bellomi:
[...] D’altra parte Bellomi é ormai giunto, attraverso altre ricerche, ad una piena libertà espressiva, che vivifica le sue composizioni costruite con classica misura grazie ad un segno più sciolto e ad un cromatismo più ricco e succoso, aperto ad accensioni improvvise, ed accostamenti arditi.
Così ritrae il paesaggio veronese, rendendone le dolci ondulazioni in una luce calda, [...] quello spagnolo visto in una luce abbacinante.
[...] Così con immediatezza e franchezza pittorica rende le sue nature morte, osservate sempre con occhio attento; così ritrae la gente che lo circonda, penetrandone sentimenti e pensieri [...].
[...] Questo è, dunque, Federico Bellomi, e così la mostra [...] ce lo presenta, anche se in essa ovviamente non possono figurare le opere eseguite per le chiese ed altre, significative, che figurano in importanti collezioni italiane, francesi, tedesche, ceche e slovacche, americane: un artista fervido che attraverso un lungo e difficile travaglio compiuto in silenzio, respingendo facili richiami e altrettanto facili successi, è riuscito ad affermare, nel ricordo di un passato intimamente sentito ed autonomamente rivissuto, un proprio mondo espressivo [...].
17
marzo 2012
Federico Bellomi – Lo sguardo di un pittore: appunti di bellezza
Dal 17 marzo al 14 aprile 2012
arte moderna e contemporanea
Location
GALLERIA INCORNICIARTE
Verona, Piazza San Zeno, (Verona)
Verona, Piazza San Zeno, (Verona)
Orario di apertura
da martedì a sabato ore 10.00-12.30 e 16.00-19.30
Vernissage
17 Marzo 2012, ore 18.30
Autore