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Federico Cavallini – Leaving Behind
Nucleo centrale della mostra sono tre grandi quadri, più cinque di dimensioni più piccole, realizzati con il materiale prelevato dai filtri delle asciugatrici delle
lavanderie e riassemblato in un pattern omogeneo. Ad essi si affianca il video Il Castello di
Carte e una scultura permanente realizzata sulla terrazza dello spazio espositivo
Comunicato stampa
Segnala l'evento
FEDERICO CAVALLINI
inaugurazione 25 giugno ore 19:00
Dal 25 giugno 2012 art_core_gallery dà avvio alla sua attività espositiva, in collaborazione
con la Fondazione VOLUME!, con la personale di Federico Cavallini Leaving behind, a cura
di Silvano Manganaro. Nucleo centrale della mostra sono tre grandi quadri, più cinque di
dimensioni più piccole, realizzati con il materiale prelevato dai filtri delle asciugatrici delle
lavanderie e riassemblato in un pattern omogeneo. Ad essi si affianca il video Il Castello di
Carte e una scultura permanente realizzata sulla terrazza dello spazio espositivo.
Lo spirito di Federico Cavallini è da sempre quello del raccoglitore e del classificatore; un
indagatore del reale spinto però da motivazioni che non vogliono essere mai tassonomiche ma
sempre poetiche ed evocatrici. Cuore della mostra sono tre grandi tele che si presentano
allo spettatore come quadri informali, giocati sulle gradazioni del bianco e del grigio
o con tenui sfumature di colore, il loro titolo (Lavanderia Lucia, Camp Darby 1, Camp
Darby 2) lascia però intuire l’essenza di questi lavori: il riferimento a certa pittura
astratta del secolo scorso è puramente “accidentale” se non ironico. I quadri sono infatti
realizzati con i residui prelevati dai filtri delle asciugatrici elettriche, nello specifico di
una lavanderia a gettoni di Livorno e di quelle della nota base statunitense in provincia di
Pisa. Attraverso queste opere Cavallini riesce a portare all’interno della galleria tracce del
passaggio di persone diverse, sconosciute tra loro, che si ritrovano riunite sulla superficie di
una tela, andando a formare un modo variegato fatto di batuffoli di lana, fili di cotone, bottoni,
pezzi di carta rimasti nelle tasche dei pantaloni, peli, capelli, residui organici vari, ecc. La
lavanderia dunque come luogo in cui un’umanità anonima si mescola, lascia le proprie tracce
per poi scomparire, viene “centrifugata” per poi tornare, grazie allo spirito certosino di un
paziente raccoglitore, ad essere massa indistinta su una superficie.
Durante il periodo della mostra, inoltre, Cavallini realizzerà un nuovo quadro
utilizzando il materiale proveniente dal carcere romano di Rebibbia. Un modo per
mettere ancora una volta l’accento su una realtà difficile come quella carceraria, nella quale
un’umanità varia è costretta a condividere per periodi più o meno lunghi in uno spazio
spesso assai ristretto. In questo caso i residui delle asciugatrici non rimandano a persone di
passaggio che utilizzano una qualsiasi lavanderia di quartiere o a individui diversi e liberi che
usano quest’ultima per motivi differenti, ma a uomini a cui è negato un altrove, la possibilità
di tornare a mescolarsi con la gente “al di fuori”. Attraverso l’uso del residuo, della traccia,
Cavallini riuscirà a portare all’esterno, non senza una certa dose di ironia, almeno un pezzo
dei detenuti e a mettere in scena un’evasione tra il reale e il virtuale.
Ai quadri è inoltre affiancato un video realizzato dall’artista dal titolo Il Castello
di Carte, in cui Federico Cavallini, indossando una maschera del dio Eolo, tenta di
realizzare una costruzione fatta di carte da gioco. Il tutto in riva al mare, mentre soffia
un forte vento di libeccio. Un riferimento, in questo caso, non solo al vento artificiale che
asciuga i panni nelle seccatrici delle lavanderie ma soprattutto all’ostinazione e alla volontà
di cimentarsi in imprese impossibili, nonché alla capacità che ognuno di noi ha di boicottare i
propri stessi piani.
Terzo elemento della mostra sarà la realizzazione di Bene immobile, scultura in legno
che prosegue una serie a cui l’artista sta lavorando da tempo. Nel terrazzo, infatti, nei
giorni precedenti l’opening, Cavallini scolpirà un tronco di legno lungo 5 metri fino a rendere
una parte di esso talmente sottile da impedirne, in ogni modo, lo spostamento. Un sottile gioco
tra solidità e fragilità, tra ciò che si è e ciò che si è stato… o si è lasciato dietro di sé.
Curatore: Silvano Manganaro
In collaborazione con: Fondazione VOLUME!
Sede: art_core_gallery, via dei Marrucini 1, Roma
Inaugurazione: giovedì 25 giugno 2012 ore 19:00
Date: 26 giugno – 15 settembre 2012
Orari: Lunedì: 07,00 – 17,00
Martedì - Venerdì: 07,00 – 02,00
Sabato e Domenica: 17,00 – 02,00
Informazioni: tel. 06 6892431 - press@fondazionevolume.com
Sito: www.fondazionevolume.com
inaugurazione 25 giugno ore 19:00
Dal 25 giugno 2012 art_core_gallery dà avvio alla sua attività espositiva, in collaborazione
con la Fondazione VOLUME!, con la personale di Federico Cavallini Leaving behind, a cura
di Silvano Manganaro. Nucleo centrale della mostra sono tre grandi quadri, più cinque di
dimensioni più piccole, realizzati con il materiale prelevato dai filtri delle asciugatrici delle
lavanderie e riassemblato in un pattern omogeneo. Ad essi si affianca il video Il Castello di
Carte e una scultura permanente realizzata sulla terrazza dello spazio espositivo.
Lo spirito di Federico Cavallini è da sempre quello del raccoglitore e del classificatore; un
indagatore del reale spinto però da motivazioni che non vogliono essere mai tassonomiche ma
sempre poetiche ed evocatrici. Cuore della mostra sono tre grandi tele che si presentano
allo spettatore come quadri informali, giocati sulle gradazioni del bianco e del grigio
o con tenui sfumature di colore, il loro titolo (Lavanderia Lucia, Camp Darby 1, Camp
Darby 2) lascia però intuire l’essenza di questi lavori: il riferimento a certa pittura
astratta del secolo scorso è puramente “accidentale” se non ironico. I quadri sono infatti
realizzati con i residui prelevati dai filtri delle asciugatrici elettriche, nello specifico di
una lavanderia a gettoni di Livorno e di quelle della nota base statunitense in provincia di
Pisa. Attraverso queste opere Cavallini riesce a portare all’interno della galleria tracce del
passaggio di persone diverse, sconosciute tra loro, che si ritrovano riunite sulla superficie di
una tela, andando a formare un modo variegato fatto di batuffoli di lana, fili di cotone, bottoni,
pezzi di carta rimasti nelle tasche dei pantaloni, peli, capelli, residui organici vari, ecc. La
lavanderia dunque come luogo in cui un’umanità anonima si mescola, lascia le proprie tracce
per poi scomparire, viene “centrifugata” per poi tornare, grazie allo spirito certosino di un
paziente raccoglitore, ad essere massa indistinta su una superficie.
Durante il periodo della mostra, inoltre, Cavallini realizzerà un nuovo quadro
utilizzando il materiale proveniente dal carcere romano di Rebibbia. Un modo per
mettere ancora una volta l’accento su una realtà difficile come quella carceraria, nella quale
un’umanità varia è costretta a condividere per periodi più o meno lunghi in uno spazio
spesso assai ristretto. In questo caso i residui delle asciugatrici non rimandano a persone di
passaggio che utilizzano una qualsiasi lavanderia di quartiere o a individui diversi e liberi che
usano quest’ultima per motivi differenti, ma a uomini a cui è negato un altrove, la possibilità
di tornare a mescolarsi con la gente “al di fuori”. Attraverso l’uso del residuo, della traccia,
Cavallini riuscirà a portare all’esterno, non senza una certa dose di ironia, almeno un pezzo
dei detenuti e a mettere in scena un’evasione tra il reale e il virtuale.
Ai quadri è inoltre affiancato un video realizzato dall’artista dal titolo Il Castello
di Carte, in cui Federico Cavallini, indossando una maschera del dio Eolo, tenta di
realizzare una costruzione fatta di carte da gioco. Il tutto in riva al mare, mentre soffia
un forte vento di libeccio. Un riferimento, in questo caso, non solo al vento artificiale che
asciuga i panni nelle seccatrici delle lavanderie ma soprattutto all’ostinazione e alla volontà
di cimentarsi in imprese impossibili, nonché alla capacità che ognuno di noi ha di boicottare i
propri stessi piani.
Terzo elemento della mostra sarà la realizzazione di Bene immobile, scultura in legno
che prosegue una serie a cui l’artista sta lavorando da tempo. Nel terrazzo, infatti, nei
giorni precedenti l’opening, Cavallini scolpirà un tronco di legno lungo 5 metri fino a rendere
una parte di esso talmente sottile da impedirne, in ogni modo, lo spostamento. Un sottile gioco
tra solidità e fragilità, tra ciò che si è e ciò che si è stato… o si è lasciato dietro di sé.
Curatore: Silvano Manganaro
In collaborazione con: Fondazione VOLUME!
Sede: art_core_gallery, via dei Marrucini 1, Roma
Inaugurazione: giovedì 25 giugno 2012 ore 19:00
Date: 26 giugno – 15 settembre 2012
Orari: Lunedì: 07,00 – 17,00
Martedì - Venerdì: 07,00 – 02,00
Sabato e Domenica: 17,00 – 02,00
Informazioni: tel. 06 6892431 - press@fondazionevolume.com
Sito: www.fondazionevolume.com
25
giugno 2012
Federico Cavallini – Leaving Behind
Dal 25 giugno al 15 settembre 2012
arte contemporanea
Location
ART CORE GALLERY
Roma, Via Dei Marrucini, 1/1A, (Roma)
Roma, Via Dei Marrucini, 1/1A, (Roma)
Orario di apertura
Lunedì: 07,00 – 17, Martedì - Venerdì: 07,00 – 02, Sabato e Domenica: 17,00 – 02
Vernissage
25 Giugno 2012, ore 19
Sito web
www.fondazionevolume.com
Autore
Curatore