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Federico Fellini – Ciak! Visioni felliniane in scena
Il magico mondo felliniano, con i suoi personaggi e figuranti, prende vita a Torre Canavese (To) dove la “Viassa” – suggestiva strada pedonale del centro storico – si trasforma nel meraviglioso set a cielo aperto di una mostra mentre la Galleria Datrino ospiterà un’esposizione temporanea di 34 bozzetti inediti del regista, tra i quali compaiono due disegni del Libro dei sogni provenienti da collezioni private.
Comunicato stampa
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Roma, 17 giugno – Sarà la prima mostra a cielo aperto dedicata a Fellini quella che prenderà vita a partire dal 21 giugno nel cuore del centro storico di Torre Canavese. Il piccolo comune nella provincia di Torino si trasformerà per l’occasione in un vero e proprio set, animando la sua “Viassa”, 150 metri di strada pedonale, attraverso la ricostruzione dell’universo cinematografico del maestro, in un percorso che permetterà di ripercorrere attraverso le immagini i suoi film cult.
Ma non solo. Il 20 giugno la Galleria Datrino di Torre Canavese inaugurerà, in collaborazione con la Fondazione Fellini e la Galleria Diletta Vittoria, un “Omaggio a Fellini”: un percorso espositivo costituito da 34 bozzetti inediti - tra i quali anche due disegni provenienti dal celebre Libro dei Sogni - cinque sculture e l’unico busto per il quale il Maestro abbia mai posato, realizzati dal’artista bulgaro Gueorgui Tchapkanov. Fu Federico Fellini stesso a strappare due pagine del celebre diario sul quale appuntava le sue visioni oniriche per farne dono all’amico Rinaldo Geleng.
Quelle stesse visioni che ora, in un gioco tra realtà e finzione, prenderanno vita nello spettacolare allestimento scenografico nato dalla mano di Antonello Geleng, il pittore romano figlio di Rinaldo.
Sono mesi, infatti, che Antonello e suo figlio Milo lavorano a questo progetto che ha portato alla realizzazione in scala reale di alcuni personaggi, luoghi e frame dei film più celebri di Fellini che proietteranno il visitatore in una vera e propria strada dell’amarcord felliniano. Si tratta di un’esposizione che, grazie allo speciale materiale di derivazione navale col quale sono state realizzate le sagome dipinte, farà della Viassa il primo museo felliniano permanente a cielo aperto.
I due artisti, per la realizzazione del loro progetto si sono avvalsi della collaborazione di Scena Italia, che si occupa delle scenografie per la RAI.
La mostra non si presenta solo come un insieme animato di personaggi immaginati dal Maestro ma come un vero paesaggio scenografico composto di unità che richiamano ognuna le sue più celebri scene cinematografiche.
All’inizio del percorso lo spettatore troverà ad accoglierlo le due sagome a grandezza reale di Zampanò e Gelsomina, indimenticati protagonisti del film La strada. Sulla sinistra, i fotogrammi di una pellicola cinematografica faranno da cornice ad alcuni disegni originali del Maestro, e più avanti saranno i contorni di Fellini all’opera a guardare dall’alto lo spettatore. E poi ancora la Saraghina, la prostituta di 8 e ½, indicherà il percorso verso la Fontana di Trevi resa immortale dalla Dolce Vita, i cardinali del film Roma anticiperanno la Venusia de Il Casanova mentre una luna tridimensionale illuminerà dall’alto la Viassa, richiamando alla mente uno degli ultimi indimenticabili film, La voce della luna. Anche Lo sceicco bianco verrà incontro allo spettatore sovrastando la strada dall’alto della sua altalena dondolante, mentre a chiudere il percorso sarà il pullmino dell’Emiro e il glorioso transatlantico Rex di Amarcord le cui dimensioni si avvicinano quasi a quelle reali.
UN PAESE PER L'ARTE
Ma come mai Torre Canavese? E’ una storia mecenatesca questa. Una storia di quelle che difficilmente si sentono raccontare. E’ dal 1993 che Torre Canavese è meglio noto come paese d’arte, grazie a una serie di eventi che hanno catalizzato l’attenzione dei media portando qui migliaia di visitatori.
E’ del 1993, infatti, la mostra i “Tesori del Cremlino”, la più grande esposizione mai uscita dall‘ex URSS che ha fatto arrivare nel piccolo paese oltre 350.000 visitatori.
Nel 2003 fu la volta – in collaborazione anche con il Comune di Chivasso – di un’altra grande mostra dedicata all'arte figurativa sovietica, che portò a Torre nientemeno che l’ex presidente Michail Gorbaciov. Al grido “l’arte unisce”, con l’obiettivo di riunire quello che la politica aveva diviso, andò in scena una panoramica sulla storia dei popoli sovietici attraverso pitture realizzate da pittori provenienti dalle 15 ex repubbliche sovietiche per focalizzare l’attenzione sul realismo socialista.
“L’arte unisce” e Torre Canavese prosegue su questo percorso. E’ infatti all’insegna di questo spirito il progetto “Cartoline d’Italia” che porterà a breve a Torre Canavese i ragazzi delle principali Accademie Italiane per una mostra all’insegna dell’unità d’Italia. E “Medioriente sotto il segno dell’arte” che l’1, 2 e 3 giugno ha portato nel paese piemontese artisti delle Accademie di Israele, Palestina e Giordania per un progetto di unione.
Anima di questi progetti è il gallerista Marco Datrino. Antiquario per nascita ma mecenate per vocazione Marco Datrino ha fatto proprio il progetto di un grande evento felliniano che trovasse collocazione all’interno di una dimensione, come quella offerta da Torre Canavese, ormai vocata all’arte.
LA GENESI DI UN’IDEA
Oltre ad Antonello Geleng e Marco Datrino l’evento è stato realizzato grazie al forte volere di Enrico Todi, il presidente dell’Associazione Diletta Vittoria che 15 anni fa rese omaggio a Federico Fellini grazie ad una mostra voluta dal grande amico di sempre del regista, Marcello Mastroianni all’interno di Arte Fiera a Bologna.
Fu proprio Enrico Todi e la figlia Tiziana con la loro Galleria Vittoria in Via Margutta - a due passi dalla casa dove abitava Fellini con la sua Giulietta Masina - a riunire nel 1993 gli artisti amici del regista all’epoca già fortemente provato dalla malattia, per augurargli di tornare al più presto al lavoro sul set attraverso una mostra a lui dedicata: alcuni suoi disegni, foto inedite dei suoi film, e le opere scultoree realizzate dall’artista Gueorgui Tchapkanov che ebbe modo di conoscere Fellini proprio nella Galleria di Via Margutta grazie ad Enrico Todi. Saranno esposte in mostra le cinque sculture che Tchapkanov realizzò ispirato dai film di Fellini e, insieme a queste, il primo e unico busto per il quale il Maestro abbia mai posato, realizzato proprio tra le sale di quella Galleria. Poi, la morte colse Federico Fellini nell’ottobre di quell’anno e insieme a Marcello Mastroianni, Giulietta Masina, l’artista Rinaldo Geleng e Nino Za – pittore e caricaturista, caro amico del Maestro – Enrico Todi decise che era ancora più forte l’esigenza di rendere un tributo significativo al regista che ha reso celebre il cinema italiano in tutto il mondo.
Oggi come allora quell’esigenza a distanza di 15 anni ritorna forte perché è ancora grande il patrimonio culturale e cinematografico che un Maestro come Fellini può offrire soprattutto ai futuri giovani artisti, registi e scenografi.
Ma non solo. Il 20 giugno la Galleria Datrino di Torre Canavese inaugurerà, in collaborazione con la Fondazione Fellini e la Galleria Diletta Vittoria, un “Omaggio a Fellini”: un percorso espositivo costituito da 34 bozzetti inediti - tra i quali anche due disegni provenienti dal celebre Libro dei Sogni - cinque sculture e l’unico busto per il quale il Maestro abbia mai posato, realizzati dal’artista bulgaro Gueorgui Tchapkanov. Fu Federico Fellini stesso a strappare due pagine del celebre diario sul quale appuntava le sue visioni oniriche per farne dono all’amico Rinaldo Geleng.
Quelle stesse visioni che ora, in un gioco tra realtà e finzione, prenderanno vita nello spettacolare allestimento scenografico nato dalla mano di Antonello Geleng, il pittore romano figlio di Rinaldo.
Sono mesi, infatti, che Antonello e suo figlio Milo lavorano a questo progetto che ha portato alla realizzazione in scala reale di alcuni personaggi, luoghi e frame dei film più celebri di Fellini che proietteranno il visitatore in una vera e propria strada dell’amarcord felliniano. Si tratta di un’esposizione che, grazie allo speciale materiale di derivazione navale col quale sono state realizzate le sagome dipinte, farà della Viassa il primo museo felliniano permanente a cielo aperto.
I due artisti, per la realizzazione del loro progetto si sono avvalsi della collaborazione di Scena Italia, che si occupa delle scenografie per la RAI.
La mostra non si presenta solo come un insieme animato di personaggi immaginati dal Maestro ma come un vero paesaggio scenografico composto di unità che richiamano ognuna le sue più celebri scene cinematografiche.
All’inizio del percorso lo spettatore troverà ad accoglierlo le due sagome a grandezza reale di Zampanò e Gelsomina, indimenticati protagonisti del film La strada. Sulla sinistra, i fotogrammi di una pellicola cinematografica faranno da cornice ad alcuni disegni originali del Maestro, e più avanti saranno i contorni di Fellini all’opera a guardare dall’alto lo spettatore. E poi ancora la Saraghina, la prostituta di 8 e ½, indicherà il percorso verso la Fontana di Trevi resa immortale dalla Dolce Vita, i cardinali del film Roma anticiperanno la Venusia de Il Casanova mentre una luna tridimensionale illuminerà dall’alto la Viassa, richiamando alla mente uno degli ultimi indimenticabili film, La voce della luna. Anche Lo sceicco bianco verrà incontro allo spettatore sovrastando la strada dall’alto della sua altalena dondolante, mentre a chiudere il percorso sarà il pullmino dell’Emiro e il glorioso transatlantico Rex di Amarcord le cui dimensioni si avvicinano quasi a quelle reali.
UN PAESE PER L'ARTE
Ma come mai Torre Canavese? E’ una storia mecenatesca questa. Una storia di quelle che difficilmente si sentono raccontare. E’ dal 1993 che Torre Canavese è meglio noto come paese d’arte, grazie a una serie di eventi che hanno catalizzato l’attenzione dei media portando qui migliaia di visitatori.
E’ del 1993, infatti, la mostra i “Tesori del Cremlino”, la più grande esposizione mai uscita dall‘ex URSS che ha fatto arrivare nel piccolo paese oltre 350.000 visitatori.
Nel 2003 fu la volta – in collaborazione anche con il Comune di Chivasso – di un’altra grande mostra dedicata all'arte figurativa sovietica, che portò a Torre nientemeno che l’ex presidente Michail Gorbaciov. Al grido “l’arte unisce”, con l’obiettivo di riunire quello che la politica aveva diviso, andò in scena una panoramica sulla storia dei popoli sovietici attraverso pitture realizzate da pittori provenienti dalle 15 ex repubbliche sovietiche per focalizzare l’attenzione sul realismo socialista.
“L’arte unisce” e Torre Canavese prosegue su questo percorso. E’ infatti all’insegna di questo spirito il progetto “Cartoline d’Italia” che porterà a breve a Torre Canavese i ragazzi delle principali Accademie Italiane per una mostra all’insegna dell’unità d’Italia. E “Medioriente sotto il segno dell’arte” che l’1, 2 e 3 giugno ha portato nel paese piemontese artisti delle Accademie di Israele, Palestina e Giordania per un progetto di unione.
Anima di questi progetti è il gallerista Marco Datrino. Antiquario per nascita ma mecenate per vocazione Marco Datrino ha fatto proprio il progetto di un grande evento felliniano che trovasse collocazione all’interno di una dimensione, come quella offerta da Torre Canavese, ormai vocata all’arte.
LA GENESI DI UN’IDEA
Oltre ad Antonello Geleng e Marco Datrino l’evento è stato realizzato grazie al forte volere di Enrico Todi, il presidente dell’Associazione Diletta Vittoria che 15 anni fa rese omaggio a Federico Fellini grazie ad una mostra voluta dal grande amico di sempre del regista, Marcello Mastroianni all’interno di Arte Fiera a Bologna.
Fu proprio Enrico Todi e la figlia Tiziana con la loro Galleria Vittoria in Via Margutta - a due passi dalla casa dove abitava Fellini con la sua Giulietta Masina - a riunire nel 1993 gli artisti amici del regista all’epoca già fortemente provato dalla malattia, per augurargli di tornare al più presto al lavoro sul set attraverso una mostra a lui dedicata: alcuni suoi disegni, foto inedite dei suoi film, e le opere scultoree realizzate dall’artista Gueorgui Tchapkanov che ebbe modo di conoscere Fellini proprio nella Galleria di Via Margutta grazie ad Enrico Todi. Saranno esposte in mostra le cinque sculture che Tchapkanov realizzò ispirato dai film di Fellini e, insieme a queste, il primo e unico busto per il quale il Maestro abbia mai posato, realizzato proprio tra le sale di quella Galleria. Poi, la morte colse Federico Fellini nell’ottobre di quell’anno e insieme a Marcello Mastroianni, Giulietta Masina, l’artista Rinaldo Geleng e Nino Za – pittore e caricaturista, caro amico del Maestro – Enrico Todi decise che era ancora più forte l’esigenza di rendere un tributo significativo al regista che ha reso celebre il cinema italiano in tutto il mondo.
Oggi come allora quell’esigenza a distanza di 15 anni ritorna forte perché è ancora grande il patrimonio culturale e cinematografico che un Maestro come Fellini può offrire soprattutto ai futuri giovani artisti, registi e scenografi.
20
giugno 2009
Federico Fellini – Ciak! Visioni felliniane in scena
Dal 20 giugno al 20 luglio 2009
disegno e grafica
Location
GALLERIA D’ARTE DATRINO – CASTELLO
Torre Canavese, Via Balbo, 34, (Torino)
Torre Canavese, Via Balbo, 34, (Torino)
Orario di apertura
dal martedì al venerdì 14,30 18,30; sabato,domenica, festivi 10,00 12,30 14,30 18,30 (per scuole, o gruppi aperture fuori orario su appuntamento)
Sito web
www.federicofellini.it
Ufficio stampa
OMNIA RELATIONS
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