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Federico Gori – Eternal sunshine
L’opera di Gori si fa scoprire per l’incanto che suscita, nell’esercizio di una riflessione intorno alla mimesi contemporanea, fino all’afflato di un’estetica del piacere che sa donarsi ancora in bellezza.
Comunicato stampa
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Nel 1717, il poeta inglese Alexander Pope scrive “Eloise to Abelard”, non primo omaggio a una delle storie d’amore più intense di tutti
i tempi. La romanica, parigina vicenda è sfruttata da Pope per il proprio sentire, e ciò serve a sua volta, qui e ora, in senso nuovo,
per estrarre il titolo di una mostra da una frase del componimento: «Eternal Sunshine of the Spotless Mind».
“Eternal Sunshine” sia, quindi; e con la pretesa di alludere all’arte di Federico Gori in modo indiretto, meditato e mediato, ma
suggestivo, seducente e modernamente affabulante. Come scrive in catalogo Fabio Migliorati – curatore dell’esposizione cortonese –
«L’opera di Gori si fa scoprire per l’incanto che suscita, nell’esercizio di una riflessione intorno alla mimesi contemporanea, fino
all’afflato di un’estetica del piacere che sa donarsi ancora in bellezza». Il concetto di natura guida, infatti, un suggerimento per la
considerazione nostalgica delle cose, ma senza il peso drammatico della perdita o dello smarrimento, perché l’artista diventa un
chimico sentimentale capace d’indurre, nel testo dell’arte, il riferimento emozionato alla trasformazione del mondo: dal passato al
presente, attraverso lo strumento e la finta soluzione dell’artificialità. Nel linguaggio di Gori, sicché, non c’è nulla da risolvere. «Ci si
offre – continua il critico aretino – all’intimità di un approccio visivo quasi sempre riconoscibile, distante così poco dall’appartenenza
immutabile dell’umanità al mondo, che pare di sorprenderlo per innato slancio, di comprenderlo per congenita propensione. E,
questo, nel gusto di un’immagine della fredda natura tanto sentita, da divenire personale, con tracce, cenni lievi di lirismo».
Fotografia, dunque; quella di ambienti vegetali che, antichi ma vivi, pervadono di mistero la dimensione quotidiana dell’essere
odierno: a farlo sembrare stanco di sé, perché sorretto da un’eleganza che giunge da lontano, forse dall’alto...
Il dubbio si presenta allorché, nel trovarsi di fronte al lavoro di Gori, si percepiscono strane forme di profondità: eterno, ciclo,
trascendenza; nell’alito iconico e aniconico di un’espressione ignota ma presente, da sempre. È la voce segreta delle cose, più forte
nella natura che nel resto; è un canto di vita, perché da quella si propaga: a noi e, per noi, in tutto il resto.
i tempi. La romanica, parigina vicenda è sfruttata da Pope per il proprio sentire, e ciò serve a sua volta, qui e ora, in senso nuovo,
per estrarre il titolo di una mostra da una frase del componimento: «Eternal Sunshine of the Spotless Mind».
“Eternal Sunshine” sia, quindi; e con la pretesa di alludere all’arte di Federico Gori in modo indiretto, meditato e mediato, ma
suggestivo, seducente e modernamente affabulante. Come scrive in catalogo Fabio Migliorati – curatore dell’esposizione cortonese –
«L’opera di Gori si fa scoprire per l’incanto che suscita, nell’esercizio di una riflessione intorno alla mimesi contemporanea, fino
all’afflato di un’estetica del piacere che sa donarsi ancora in bellezza». Il concetto di natura guida, infatti, un suggerimento per la
considerazione nostalgica delle cose, ma senza il peso drammatico della perdita o dello smarrimento, perché l’artista diventa un
chimico sentimentale capace d’indurre, nel testo dell’arte, il riferimento emozionato alla trasformazione del mondo: dal passato al
presente, attraverso lo strumento e la finta soluzione dell’artificialità. Nel linguaggio di Gori, sicché, non c’è nulla da risolvere. «Ci si
offre – continua il critico aretino – all’intimità di un approccio visivo quasi sempre riconoscibile, distante così poco dall’appartenenza
immutabile dell’umanità al mondo, che pare di sorprenderlo per innato slancio, di comprenderlo per congenita propensione. E,
questo, nel gusto di un’immagine della fredda natura tanto sentita, da divenire personale, con tracce, cenni lievi di lirismo».
Fotografia, dunque; quella di ambienti vegetali che, antichi ma vivi, pervadono di mistero la dimensione quotidiana dell’essere
odierno: a farlo sembrare stanco di sé, perché sorretto da un’eleganza che giunge da lontano, forse dall’alto...
Il dubbio si presenta allorché, nel trovarsi di fronte al lavoro di Gori, si percepiscono strane forme di profondità: eterno, ciclo,
trascendenza; nell’alito iconico e aniconico di un’espressione ignota ma presente, da sempre. È la voce segreta delle cose, più forte
nella natura che nel resto; è un canto di vita, perché da quella si propaga: a noi e, per noi, in tutto il resto.
13
marzo 2010
Federico Gori – Eternal sunshine
Dal 13 marzo al 10 aprile 2010
arte contemporanea
Location
ALEXANDER ALVAREZ CONTEMPORARY ART
Alessandria, Via Giovanni Migliara, 17, (Alessandria)
Alessandria, Via Giovanni Migliara, 17, (Alessandria)
Orario di apertura
da martedì a sabato ore 15.30 - 19.30
Vernissage
13 Marzo 2010, ore 18.00
Autore
Curatore