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Federico Mazza – The Latest Transits
Federico Mazza intraprende una ricerca sul paesaggio, dipinto con un “deficit desctittivo” che situa la realtà dei luoghi in una dimensione onirica. Il titolo della mostra “The latest Transits” indica terrirori di passaggio,attraversati realmente o idealmente.
Comunicato stampa
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Federico Mazza intraprende un’originale ricerca sul genere del paesaggio, dipinto con un velo di astrazione che sfoca la realtà tangibile dei luoghi e li situa in una dimensione onirica; egli rende così manifesto il suo immaginario mosso da necessità interiore: “Il mio rapporto con il paesaggio è d’amore totale. Mi esplode il cuore a parlarne perciò ho deciso di dipingerlo” (F. Mazza).
L’intima adesione al tema non significa indulgenza espressionista, ma si traduce in una tecnica attenta e controllata: il colore ad olio è steso con pennellate sottili ed uniformi, per strati successivi, finché la sua mano s’eclissa nell’epifania della visione finale.
Il titolo della mostra “The latest Transits” indica luoghi di passaggio, inscritti in un paesaggio familiare che attraversiamo con sguardo distratto, senza cognizione del percorso intrapreso, o forse troppo indaffarati a raggiungere la meta. Il “transitare” diventa pratica condivisa del vivere postmoderno e nomadico, nel quale si privilegia il guardare all’osservare e l’agire risponde a stimoli momentanei, che si susseguono senza tregua per rinnovare il desiderio. Federico Mazza sublima questa condizione d’instabilità permanente in immagini veloci e rarefatte, come foto scattate dal finestrino di un treno in corsa: l’unica possibilità è rallentare, riappropriarsi del tempo per osservare il paesaggio e ricostruire la propria cartografia emozionale dei luoghi.
I titoli delle opere sono numeri consequenziali, che ricalcano la numerazione automatica di una fotocamera digitale: la cronologia degli spostamenti quotidiani è documentata con immagini dai colori sfumati, che si rimandano da un quadro all’altro in un gioco dialettico di tonalità liquide. Questa lieve evanescenza che caratterizza le opere di Mazza non è solo cifra stilistica, ma anche strumento per rappresentare l’irriducibile differenza tra l’esperienza del reale e la nostra percezione. In alcune tele l’attenzione si focalizza sui dettagli, come una finestra con la luce accesa che scorgiamo dal profilo oscuro di una casa, quasi un invito a condividere frammenti intimisti dell’esistenza; la figura umana appare raramente ed assume i contorni di un’esile ombra venata di malinconia che si staglia nel vuoto.
Parafrasando il termine inglese “landscape”, nell’accezione di un paesaggio arcadico che celebra la comunione tra l’uomo ed il suo habitat, chiameremo i quadri di Mazza ”land-escape”: in fuga dalla terra, dalla civiltà globalizzata, verso lande dominate dal silenzio, rappresentate sulla tela con un “deficit descrittivo” che consente all’immaginazione di colmare la distanza tra Uomo e Natura.
L’intima adesione al tema non significa indulgenza espressionista, ma si traduce in una tecnica attenta e controllata: il colore ad olio è steso con pennellate sottili ed uniformi, per strati successivi, finché la sua mano s’eclissa nell’epifania della visione finale.
Il titolo della mostra “The latest Transits” indica luoghi di passaggio, inscritti in un paesaggio familiare che attraversiamo con sguardo distratto, senza cognizione del percorso intrapreso, o forse troppo indaffarati a raggiungere la meta. Il “transitare” diventa pratica condivisa del vivere postmoderno e nomadico, nel quale si privilegia il guardare all’osservare e l’agire risponde a stimoli momentanei, che si susseguono senza tregua per rinnovare il desiderio. Federico Mazza sublima questa condizione d’instabilità permanente in immagini veloci e rarefatte, come foto scattate dal finestrino di un treno in corsa: l’unica possibilità è rallentare, riappropriarsi del tempo per osservare il paesaggio e ricostruire la propria cartografia emozionale dei luoghi.
I titoli delle opere sono numeri consequenziali, che ricalcano la numerazione automatica di una fotocamera digitale: la cronologia degli spostamenti quotidiani è documentata con immagini dai colori sfumati, che si rimandano da un quadro all’altro in un gioco dialettico di tonalità liquide. Questa lieve evanescenza che caratterizza le opere di Mazza non è solo cifra stilistica, ma anche strumento per rappresentare l’irriducibile differenza tra l’esperienza del reale e la nostra percezione. In alcune tele l’attenzione si focalizza sui dettagli, come una finestra con la luce accesa che scorgiamo dal profilo oscuro di una casa, quasi un invito a condividere frammenti intimisti dell’esistenza; la figura umana appare raramente ed assume i contorni di un’esile ombra venata di malinconia che si staglia nel vuoto.
Parafrasando il termine inglese “landscape”, nell’accezione di un paesaggio arcadico che celebra la comunione tra l’uomo ed il suo habitat, chiameremo i quadri di Mazza ”land-escape”: in fuga dalla terra, dalla civiltà globalizzata, verso lande dominate dal silenzio, rappresentate sulla tela con un “deficit descrittivo” che consente all’immaginazione di colmare la distanza tra Uomo e Natura.
21
maggio 2011
Federico Mazza – The Latest Transits
Dal 21 maggio al 30 giugno 2011
arte contemporanea
Location
GALLERIA ARTSINERGY
San Benedetto Del Tronto, Via Xx Settembre, 34, (Ascoli Piceno)
San Benedetto Del Tronto, Via Xx Settembre, 34, (Ascoli Piceno)
Orario di apertura
Dal Martedi al Sabato ore 16:00 – 20:00
Vernissage
21 Maggio 2011, ore 18.00
Autore