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Federico Sabatini – Solitude Ex(in)Hibition
Una rassegna fotografica che presenta le opere del giovane scrittore e critico letterario Federico Sabatini (Università di Torino), opere che derivano dalla sua ricerca su Joyce, il modernismo e la commistioni di arti diverse (pubblicata in volume presso Aracne e finalista del Premio Carver 2008).
Comunicato stampa
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Apre la Libreria Dillinger a Santa Maria degli Angeli
La nuova Libreria Dillinger ospita fino a dicembre la mostra fotografica SOLITUDE EX(IN)HIBITION
Apre al pubblico da oggi, lunedì 4 ottobre, la Libreria Dillinger a Santa Maria degli Angeli: un nuovo spazio che si propone di diventare un punto di riferimento culturale nella cittadina in provincia di Perugia.
La nuova Libreria, che deve il suo nome al gangster americano degli anni Venti, inaugura la sua attività nei locali storici completamente ristrutturati di una ex panetteria. Una location curata e accogliente che, nel cuore di Santa Maria degli Angeli, propone approfondimenti su narrativa, poesia, musica, cinema, pittura e scultura, cinema e fumetti, non solo attraverso libri, CD, DVD, Blu-Ray, 45 giri e 33 giri accuratamente selezionati, ma anche attraverso incontri, reading, presentazioni di libri e mostre.
Oltre a un fornito catalogo di tutte le novità editoriali più interessanti, la libreria propone anche testi più originali e inusuali, quelli di più difficile reperibilità presso le librerie generaliste, oltre a un ricco catalogo di usato. Particolare attenzione è riservata alla sezione arte e spettacolo con biografie di artisti e registi, testi autobiografici, interviste e monografie a tema, oltre a pregiati cataloghi di cinema. In questo senso, la libreria si propone anche come spazio espositivo che ospiterà mostre di pittura e fotografia in stretto contatto con la filosofia e i contenuti del negozio.
Ad accompagnare l’apertura della Libreria Dillinger è la mostra SOLITUDE EX(IN)HIBITION, rassegna fotografica che presenta le opere del giovane scrittore e critico letterario Federico Sabatini (Università di Torino), opere che derivano dalla sua ricerca su Joyce, il modernismo e la commistioni di arti diverse (pubblicata in volume presso Aracne e finalista del Premio Carver 2008).
La mostra fotografica, che sarà ospitata dalla Libreria fino a dicembre, trae ispirazione dalle differenze semantiche ed etimologiche dei due termini inglesi di solitude e loneliness, entrambi traducibili soltanto come “solitudine” in italiano. Mentre il più comune loneliness implica uno stato di sofferenza e di infelicità, il termine solitude viene utilizzato con un’accezione più spesso positiva, a segnalare uno stato di isolamento che deriva da una scelta e che implica una condizione di autosufficienza.
Partendo da questa distinzione, il titolo della mostra gioca sull’assonanza tra exhibition e inhibition: “esibizione” ma anche “mostra d’arte”, e “inibizione” ma anche “ex-inibizione”, ovvero superamento di quello stato di angoscia e senso di colpa per certi stati emozionali, che nella nostra società contemporanea vengono spesso nascosti (inibiti, appunto) in nome di una facciata innaturale e falsificata.
SOLITUDE EX(IN)HIBITION
In solitude we give passionate attention to our lives, to our memories, to the details around us / In solitudine prestiamo un’appassionata attenzione alle nostre vite, ai nostri ricordi, ai dettagli che stanno intorno a noi (Virginia Woolf , 1882 - 1941)
Be silent in that solitude which is not loneliness / Resta in silenzio in quella solitudine che non equivale a sofferenza (Edgar Allan Poe, 1809 - 1849)
Il concetto della mostra deriva da una parte della ricerca artistico-letteraria che Federico Sabatini ha condotto durante il dottorato di ricerca (ora pubblicata in volume per Aracne con il titolo Immarginable. Lo spazio di Joyce, Beckett e Genet, e finalista del Premio Carver 2008) e verte sulle differenze semantiche ed etimologiche dei due termini inglesi (rintracciabili nelle opere di James Joyce) di solitude e loneliness, entrambi traducibili soltanto come “solitudine” in italiano. Mentre il più comune (e di derivazione anglosassone) loneliness implica uno stato di sofferenza e di infelicità connesso alla condizione di isolamento e di mancanza di comunicazione umana e sentimentale (con chiare derivazioni bibliche in merito alla cacciata dall’Eden di Adamo ed Eva), il termine solitude (dal latino sōlus che significa solo e abbandonato ma anche, e soprattutto, unico) viene utilizzato con un’accezione più spesso positiva, a segnalare uno stato di isolamento che deriva da una scelta e che implica una condizione – eroica – di autosufficienza e capacità di “godere della solitudine”. Il titolo gioca dunque sull’assonanza tra “exhibition” e “inhibition”, esibizione (ma anche mostra d’arte) e inibizione, ma anche ex- inibizione, ovvero superamento di quello stato di angoscia e senso di colpa derivato dalla fine di una storia d’amore. In una società come la nostra che propone continuamente modelli esistenziali dinamici e attivi, certi stati emozionali vengono spesso nascosti – “inibiti” - in nome di una facciata innaturale e falsificata. Allo stesso tempo, la solitudine è spesso vista come un agghiacciante stato di sconforto da evitare, sia per dettami caratteriali sia, e soprattutto, per paura di non ottemperare ad un modello sociale standard e universalmente accettato. Lungi dall’essere una sconfitta, così come nelle citazioni di Virginia Woolf e di Edgar Allan Poe, la “solitude” dovrebbe proporsi come stato necessario, fase imprescindibile per osservare i nostri mondi interiori e valorizzare quello esteriore, per intraprendere processi di autocoscienza e autoconoscenza alla base di un serio processo di maturazione interiore. Uno stato mentale che riesca – quasi terapeuticamente – a valorizzare il dolore causato dalle varie e sfaccettate condizioni di loneliness, le quali spesso non derivano da una scelta personale ma sono imposte da altri, suscitate e talvolta inasprite da condizioni quali l’abbandono, il tradimento e il senso asfissiante della fine.
Federico Sabatini
La fotografia di Federico Sabatini deriva dalla sua esperienza di critico e scrittore e si presenta come una forma visuale di ekphrasis (la figura retorica greca che esprime la commistione di varie forme d’arte in un unico enunciato estetico-espressivo) e fa riferimento ai concetti di graphplot, poetographies e verbivocovisual elaborati da Joyce nella sua personale ricreazione del subconscio in Finnegans Wake. Sulla falsa riga della pittura narrativa vittoriana, Federico Sabatini intende proporre una “fotografia narrativa” che ridiscute e ridefinisce il senso stesso di narrazione, di coordinate spazio-temporali e della profondità degli attimi pregni di significato che sono alla base della creazione e della fruizione artistica. Il fulcro della sua opera (sia visiva che letteraria) è rappresentato dalla costante mutevolezza della coscienza umana e dal mistero insondabile che avvolge i sentimenti più forti e le sensazioni fisiche più dirompenti che ne derivano.
*****
Federico Sabatini insegna Lingua e Letteratura Inglese e fa ricerca presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Torino. Ha vissuto per sette anni a Londra dove ha lavorato presso la Tate Gallery of British and Modern Art, prima nel Dipartimento di Informazione e Relazioni Intermuseali, e poi nell’Archivio Storico del museo (Hans Kreitman Research Centre) che raccoglie i manoscritti, i diari e gli sketch-books dei più famosi artisti rappresentati. Oltre ai volumi pubblicati e di prossima pubblicazione (per Cambria Press - New York, e per Minimum Fax – Roma), ha pubblicato saggi, articoli e racconti in riviste italiane e internazionali. Ha curato copertine di libri (tra cui A Specially Tender Piece of Eternity di Teresa Prudente, Lexington Books, USA) e ha esposto fotografie presso Primo Piano Gallery (Lecce), BulbArt Works (Napoli), El Pueblo (Torino), Art Basel Miami (Miami; all’interno dell’istallazione “La niña di Carolina Caycedo), ed è stato selezionato dalla scrittrice norvegese Edy Poppy (Anatomy.Monotony, traduzione italiana per Bompiani) per la mostra itinerante “Don’t Judge a Book by its Cover” allestita a Berlino (Garten Studios), Oslo (House of Litterature) e prossimamente a Copenhagen.
Federico Sabatini @
www. myspace.com/federicosabatini
www.myartspace.com
mail: federico.sabatini@unito.it
La nuova Libreria Dillinger ospita fino a dicembre la mostra fotografica SOLITUDE EX(IN)HIBITION
Apre al pubblico da oggi, lunedì 4 ottobre, la Libreria Dillinger a Santa Maria degli Angeli: un nuovo spazio che si propone di diventare un punto di riferimento culturale nella cittadina in provincia di Perugia.
La nuova Libreria, che deve il suo nome al gangster americano degli anni Venti, inaugura la sua attività nei locali storici completamente ristrutturati di una ex panetteria. Una location curata e accogliente che, nel cuore di Santa Maria degli Angeli, propone approfondimenti su narrativa, poesia, musica, cinema, pittura e scultura, cinema e fumetti, non solo attraverso libri, CD, DVD, Blu-Ray, 45 giri e 33 giri accuratamente selezionati, ma anche attraverso incontri, reading, presentazioni di libri e mostre.
Oltre a un fornito catalogo di tutte le novità editoriali più interessanti, la libreria propone anche testi più originali e inusuali, quelli di più difficile reperibilità presso le librerie generaliste, oltre a un ricco catalogo di usato. Particolare attenzione è riservata alla sezione arte e spettacolo con biografie di artisti e registi, testi autobiografici, interviste e monografie a tema, oltre a pregiati cataloghi di cinema. In questo senso, la libreria si propone anche come spazio espositivo che ospiterà mostre di pittura e fotografia in stretto contatto con la filosofia e i contenuti del negozio.
Ad accompagnare l’apertura della Libreria Dillinger è la mostra SOLITUDE EX(IN)HIBITION, rassegna fotografica che presenta le opere del giovane scrittore e critico letterario Federico Sabatini (Università di Torino), opere che derivano dalla sua ricerca su Joyce, il modernismo e la commistioni di arti diverse (pubblicata in volume presso Aracne e finalista del Premio Carver 2008).
La mostra fotografica, che sarà ospitata dalla Libreria fino a dicembre, trae ispirazione dalle differenze semantiche ed etimologiche dei due termini inglesi di solitude e loneliness, entrambi traducibili soltanto come “solitudine” in italiano. Mentre il più comune loneliness implica uno stato di sofferenza e di infelicità, il termine solitude viene utilizzato con un’accezione più spesso positiva, a segnalare uno stato di isolamento che deriva da una scelta e che implica una condizione di autosufficienza.
Partendo da questa distinzione, il titolo della mostra gioca sull’assonanza tra exhibition e inhibition: “esibizione” ma anche “mostra d’arte”, e “inibizione” ma anche “ex-inibizione”, ovvero superamento di quello stato di angoscia e senso di colpa per certi stati emozionali, che nella nostra società contemporanea vengono spesso nascosti (inibiti, appunto) in nome di una facciata innaturale e falsificata.
SOLITUDE EX(IN)HIBITION
In solitude we give passionate attention to our lives, to our memories, to the details around us / In solitudine prestiamo un’appassionata attenzione alle nostre vite, ai nostri ricordi, ai dettagli che stanno intorno a noi (Virginia Woolf , 1882 - 1941)
Be silent in that solitude which is not loneliness / Resta in silenzio in quella solitudine che non equivale a sofferenza (Edgar Allan Poe, 1809 - 1849)
Il concetto della mostra deriva da una parte della ricerca artistico-letteraria che Federico Sabatini ha condotto durante il dottorato di ricerca (ora pubblicata in volume per Aracne con il titolo Immarginable. Lo spazio di Joyce, Beckett e Genet, e finalista del Premio Carver 2008) e verte sulle differenze semantiche ed etimologiche dei due termini inglesi (rintracciabili nelle opere di James Joyce) di solitude e loneliness, entrambi traducibili soltanto come “solitudine” in italiano. Mentre il più comune (e di derivazione anglosassone) loneliness implica uno stato di sofferenza e di infelicità connesso alla condizione di isolamento e di mancanza di comunicazione umana e sentimentale (con chiare derivazioni bibliche in merito alla cacciata dall’Eden di Adamo ed Eva), il termine solitude (dal latino sōlus che significa solo e abbandonato ma anche, e soprattutto, unico) viene utilizzato con un’accezione più spesso positiva, a segnalare uno stato di isolamento che deriva da una scelta e che implica una condizione – eroica – di autosufficienza e capacità di “godere della solitudine”. Il titolo gioca dunque sull’assonanza tra “exhibition” e “inhibition”, esibizione (ma anche mostra d’arte) e inibizione, ma anche ex- inibizione, ovvero superamento di quello stato di angoscia e senso di colpa derivato dalla fine di una storia d’amore. In una società come la nostra che propone continuamente modelli esistenziali dinamici e attivi, certi stati emozionali vengono spesso nascosti – “inibiti” - in nome di una facciata innaturale e falsificata. Allo stesso tempo, la solitudine è spesso vista come un agghiacciante stato di sconforto da evitare, sia per dettami caratteriali sia, e soprattutto, per paura di non ottemperare ad un modello sociale standard e universalmente accettato. Lungi dall’essere una sconfitta, così come nelle citazioni di Virginia Woolf e di Edgar Allan Poe, la “solitude” dovrebbe proporsi come stato necessario, fase imprescindibile per osservare i nostri mondi interiori e valorizzare quello esteriore, per intraprendere processi di autocoscienza e autoconoscenza alla base di un serio processo di maturazione interiore. Uno stato mentale che riesca – quasi terapeuticamente – a valorizzare il dolore causato dalle varie e sfaccettate condizioni di loneliness, le quali spesso non derivano da una scelta personale ma sono imposte da altri, suscitate e talvolta inasprite da condizioni quali l’abbandono, il tradimento e il senso asfissiante della fine.
Federico Sabatini
La fotografia di Federico Sabatini deriva dalla sua esperienza di critico e scrittore e si presenta come una forma visuale di ekphrasis (la figura retorica greca che esprime la commistione di varie forme d’arte in un unico enunciato estetico-espressivo) e fa riferimento ai concetti di graphplot, poetographies e verbivocovisual elaborati da Joyce nella sua personale ricreazione del subconscio in Finnegans Wake. Sulla falsa riga della pittura narrativa vittoriana, Federico Sabatini intende proporre una “fotografia narrativa” che ridiscute e ridefinisce il senso stesso di narrazione, di coordinate spazio-temporali e della profondità degli attimi pregni di significato che sono alla base della creazione e della fruizione artistica. Il fulcro della sua opera (sia visiva che letteraria) è rappresentato dalla costante mutevolezza della coscienza umana e dal mistero insondabile che avvolge i sentimenti più forti e le sensazioni fisiche più dirompenti che ne derivano.
*****
Federico Sabatini insegna Lingua e Letteratura Inglese e fa ricerca presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Torino. Ha vissuto per sette anni a Londra dove ha lavorato presso la Tate Gallery of British and Modern Art, prima nel Dipartimento di Informazione e Relazioni Intermuseali, e poi nell’Archivio Storico del museo (Hans Kreitman Research Centre) che raccoglie i manoscritti, i diari e gli sketch-books dei più famosi artisti rappresentati. Oltre ai volumi pubblicati e di prossima pubblicazione (per Cambria Press - New York, e per Minimum Fax – Roma), ha pubblicato saggi, articoli e racconti in riviste italiane e internazionali. Ha curato copertine di libri (tra cui A Specially Tender Piece of Eternity di Teresa Prudente, Lexington Books, USA) e ha esposto fotografie presso Primo Piano Gallery (Lecce), BulbArt Works (Napoli), El Pueblo (Torino), Art Basel Miami (Miami; all’interno dell’istallazione “La niña di Carolina Caycedo), ed è stato selezionato dalla scrittrice norvegese Edy Poppy (Anatomy.Monotony, traduzione italiana per Bompiani) per la mostra itinerante “Don’t Judge a Book by its Cover” allestita a Berlino (Garten Studios), Oslo (House of Litterature) e prossimamente a Copenhagen.
Federico Sabatini @
www. myspace.com/federicosabatini
www.myartspace.com
mail: federico.sabatini@unito.it
04
ottobre 2010
Federico Sabatini – Solitude Ex(in)Hibition
Dal 04 ottobre al 31 dicembre 2010
fotografia
arte contemporanea
arte contemporanea
Location
LIBRERIA DILLINGER
Assisi, Via Patrono d’Italia , 10/e, (Perugia)
Assisi, Via Patrono d’Italia , 10/e, (Perugia)
Orario di apertura
9:30 – 13 / 16 – 19:30
tutti i giorni tranne la domenica e il lunedì mattina
Sito web
www. myspace.com/federicosabatini
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