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Federico Sguazzi
Si delinea fra il ferro, i legni usurati, le plastiche varie, la carta riciclata e le pennellate informali di oli e catrame, la fiaba neo-gotica e metropolitana di Federico Sguazzi, nella mostra di scultura, pittura e collages.
Comunicato stampa
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La fiaba neo-gotica di Federico Sguazzi, “Il ClochART”, a San Vincenzo e Querceto
Si delinea fra il ferro, i legni usurati, le plastiche varie, la carta riciclata e le pennellate informali di oli e catrame, la fiaba neo-gotica e metropolitana di Federico Sguazzi, nella mostra di scultura, pittura e collages, che s’inaugura sabato 11 aprile, ore 17.30, a San Vincenzo (LI), presso il Palazzo della Cultura, e domenica 12 aprile prossimo, sempre alle ore 17.30, nel giorno di Pasqua, nelle sale della galleria Accademia Libera Natura e Cultura (Associazione Marco Polo) al Castello Ginori di Querceto (Montecatini VC – PI).
Una doppia sede in contemporanea, fra la costa livornese e le suggestioni collinari dell’entroterra, per l’evento di arte contemporanea organizzato congiuntamente dalle due associazioni culturali attive sul territorio Athena Spazio Arte (Suvereto) per la mostra di San Vincenzo, e Marco Polo per l’allestimento al Castello Ginori, e di cui rappresenta il primo appuntamento della rassegna culturale 2009. Seguirà infatti, subito dopo il secondo vernissage del 12 aprile, il concerto di canto del soprano Elisabeth Gillming, accompagnata al piano da Matteo Sarti, alle ore 19, su composizioni di Fauré e canzoni del poeta ironico Prévert (un omaggio all’Associazione di origine franco-italiana) e la cena di Pasqua a seguire (ore 20.30).
Artista e libero pensatore, residente nello storico centro toscano di Suvereto (GR), alle porte della Maremma, Federico Sguazzi, “Il ClochART”, proviene da un percorso poliedrico che comprende la fotografia, la pittura, il design, fino alla più recente produzione sul filo conduttore di un’inedita “arte povera” nel recupero progressivo dei materiali più disparati, dal legno alle plastiche e polisteroli abbandonati, ai filanciani, ritrovati nell’ambiente urbano e naturale e ricontestualizzati da un intuitivo intervento intenzionale e istintuale insieme, nell’opera minimalista e di sintesi finale, dalle incisive suggestioni concettuali.
“L'idea del clochard” dice l’autore “nasce in modo naturale e spontaneo dall'associazione della parola ‘clochard’, il barbone, con la parola ‘Art’ che ne rispecchia la sua filosofia, la vita stessa”.Così Federico “Come un barbone, vive quindi, come la maggior parte della gente, degli avanzi, dei rifiuti della società stessa, ma con quel nulla che ha, crea tutte le sue cose”.
Questo ha come corollario liberatorio l’accettazione “della vita solo per quello che è”.
“Ed è solo accettandola” sottolinea “che possiamo trasalirla, trasformarla” poiché “solo la consapevolezza del presente può fare il miracolo” .
E così “la vita cambia faccia”, trascende se stessa, nel momento del qui e ora, che si dilata aprendoci le porte di una nuova dimensione: il regno del mito.
Si entra così in uno spazio abitato da soggetti ironici, dolci e amari, senza un genere definito, archetipi in bilico in un mondo da fiaba retrò e gotico, in contesto contemporaneo, che riscopre la forza della componente fanciullesca del Sé, che giunge fino alla protesta dura e consapevole di un dramma esistenziale condiviso, nelle ampie tavole che delineano, nella progressiva astrazione formale, la forza ed efficacia di un messaggio universale (esemplificativa l’opera “Le Olimpiadi 2008”).
Nell’azione informale dell’artista, i materiali duri e osti, acquisiscono luminescenze argentee di luna, tendenzialmente nordiche, nella poesia interna costruita, per opposizione, dalla durezza originaria dei supporti.
L’intuizione è più accentuata nella scultura, fra installazione e design, dove l’opera finita è già riconosciuta nell’ambiente, in un gioco completamente esoterico, che sfida il concetto stesso di “caso”.
Il mistero esistenziale si manifesta così, fra contorni semplici e dinamismi di forte impatto, alla luce confortante di un sorriso seducente ed enigmatico, dagli etruschi a Leonardo, fino alla linea elegante ed eternamente nostalgica di Modigliani.
Si delinea fra il ferro, i legni usurati, le plastiche varie, la carta riciclata e le pennellate informali di oli e catrame, la fiaba neo-gotica e metropolitana di Federico Sguazzi, nella mostra di scultura, pittura e collages, che s’inaugura sabato 11 aprile, ore 17.30, a San Vincenzo (LI), presso il Palazzo della Cultura, e domenica 12 aprile prossimo, sempre alle ore 17.30, nel giorno di Pasqua, nelle sale della galleria Accademia Libera Natura e Cultura (Associazione Marco Polo) al Castello Ginori di Querceto (Montecatini VC – PI).
Una doppia sede in contemporanea, fra la costa livornese e le suggestioni collinari dell’entroterra, per l’evento di arte contemporanea organizzato congiuntamente dalle due associazioni culturali attive sul territorio Athena Spazio Arte (Suvereto) per la mostra di San Vincenzo, e Marco Polo per l’allestimento al Castello Ginori, e di cui rappresenta il primo appuntamento della rassegna culturale 2009. Seguirà infatti, subito dopo il secondo vernissage del 12 aprile, il concerto di canto del soprano Elisabeth Gillming, accompagnata al piano da Matteo Sarti, alle ore 19, su composizioni di Fauré e canzoni del poeta ironico Prévert (un omaggio all’Associazione di origine franco-italiana) e la cena di Pasqua a seguire (ore 20.30).
Artista e libero pensatore, residente nello storico centro toscano di Suvereto (GR), alle porte della Maremma, Federico Sguazzi, “Il ClochART”, proviene da un percorso poliedrico che comprende la fotografia, la pittura, il design, fino alla più recente produzione sul filo conduttore di un’inedita “arte povera” nel recupero progressivo dei materiali più disparati, dal legno alle plastiche e polisteroli abbandonati, ai filanciani, ritrovati nell’ambiente urbano e naturale e ricontestualizzati da un intuitivo intervento intenzionale e istintuale insieme, nell’opera minimalista e di sintesi finale, dalle incisive suggestioni concettuali.
“L'idea del clochard” dice l’autore “nasce in modo naturale e spontaneo dall'associazione della parola ‘clochard’, il barbone, con la parola ‘Art’ che ne rispecchia la sua filosofia, la vita stessa”.Così Federico “Come un barbone, vive quindi, come la maggior parte della gente, degli avanzi, dei rifiuti della società stessa, ma con quel nulla che ha, crea tutte le sue cose”.
Questo ha come corollario liberatorio l’accettazione “della vita solo per quello che è”.
“Ed è solo accettandola” sottolinea “che possiamo trasalirla, trasformarla” poiché “solo la consapevolezza del presente può fare il miracolo” .
E così “la vita cambia faccia”, trascende se stessa, nel momento del qui e ora, che si dilata aprendoci le porte di una nuova dimensione: il regno del mito.
Si entra così in uno spazio abitato da soggetti ironici, dolci e amari, senza un genere definito, archetipi in bilico in un mondo da fiaba retrò e gotico, in contesto contemporaneo, che riscopre la forza della componente fanciullesca del Sé, che giunge fino alla protesta dura e consapevole di un dramma esistenziale condiviso, nelle ampie tavole che delineano, nella progressiva astrazione formale, la forza ed efficacia di un messaggio universale (esemplificativa l’opera “Le Olimpiadi 2008”).
Nell’azione informale dell’artista, i materiali duri e osti, acquisiscono luminescenze argentee di luna, tendenzialmente nordiche, nella poesia interna costruita, per opposizione, dalla durezza originaria dei supporti.
L’intuizione è più accentuata nella scultura, fra installazione e design, dove l’opera finita è già riconosciuta nell’ambiente, in un gioco completamente esoterico, che sfida il concetto stesso di “caso”.
Il mistero esistenziale si manifesta così, fra contorni semplici e dinamismi di forte impatto, alla luce confortante di un sorriso seducente ed enigmatico, dagli etruschi a Leonardo, fino alla linea elegante ed eternamente nostalgica di Modigliani.
12
aprile 2009
Federico Sguazzi
Dal 12 aprile al 21 maggio 2009
arte contemporanea
disegno e grafica
disegno e grafica
Location
CASTELLO GINORI
Montecatini Val Di Cecina, Via del Borgo, 1, (Pisa)
Montecatini Val Di Cecina, Via del Borgo, 1, (Pisa)
Biglietti
Ingresso concerto del 12 aprile: 7 Euro.
Orario di apertura
ore 10-12.30, 16.30-20.30, chiuso il martedì
Vernissage
12 Aprile 2009, ore 17.30
Sito web
www.association-marcopolo.org
Autore
Curatore