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Federico Zandomeneghi – Il periodo parigino
Disegni, olii e pastelli
Comunicato stampa
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Dopo la più recente mostra antologica di Federico Zandomeneghi, tenutasi a Roma, nella sede espositiva del Chiostro del Bramante, dal 5 novembre 2005 al 5 marzo 2006, il Comune di Apricale, in collaborazione con l’Associazione Edmondo Sacerdoti per lo Studio, la Tutela e la Divulgazione delle opere di Federico Zandomeneghi, inaugura questa nuova mostra dedicata al maestro impressionista.
L’attuale rassegna, allestita nelle rinnovate sale del Castello della Lucertola di Apricale, nelle quali sono state organizzate, nel corso di questi anni, mostre dedicate a Braque, Picasso, Mirò, e a molti altri artisti di primo piano, vuole richiamare l’attenzione sulla produzione grafica del pittore, grazie alla presenza di 31 disegni che sono studi preparatori per olii e pastelli. E’ la donna la vera e unica protagonista di queste opere: nudi, momenti di intimità, studi sulla figura e interni, ci riportano a quella bella epoque che Zandomeneghi cominciò a ritrarre dal suo arrivo a Parigi nel 1874. La maggior parte dei disegni sono stati esposti durante le prime personali di Zandomeneghi presso la Galleria Sacerdoti di Milano fino alla grande antologica del pittore tenutasi a Ca’ Pesaro a Venezia e trasferita poi a Palazzo Reale a Milano nel 1988, e ancora alla mostra della Fondazione Mazzotta di Milano, del 2004, fino alla più recente di Roma. Parigino d'adozione, italiano per nascita e formazione artistica, Federico Zandomeneghi è tra i pochi artisti italiani che parteciparono alla fervente vita parigina di fine Ottocento. Nato a Venezia nel 1841, Federico, convinto patriota, dopo gli studi d'arte a Venezia, partecipò attivamente alla vita politica italiana, arruolandosi molto giovane con Garibaldi. Stabilitosi a Firenze, con numerosi viaggi nella sua Venezia, risentì profondamente della compagine artistica legata alla cultura pittorica macchiaiola: Signorini, Fattori, Lega, Banti, Borrani, Sernesi, il veronese Cabianca e gli altri frequentatori del Caffè Michelangelo gli furono compagni, nelle esperienze d'arte e di vita. Nel 1874, anno di nascita dell'Impressionismo presso il Caffè Nadar, senza un particolare progetto Zandomeneghi partì per la capitale francese. Il soggiorno si prolungò tutta la vita ed egli entrò a far parte del gruppo degli impressionisti. Legato da profonda amicizia al pittore Edgar Degas, raccolse nella sua esperienza artistica l'influenza dell'amico, ma anche dei neo-impressionisti Signac e Seraut. Dipinse i soggetti tipici del movimento, ma la sua fama si legò profondamente alla maestria nel ritratto e nelle scene di vita mondana. Dame dai cappellini e dai vestiti alla moda lo legarono all'arte dell'amico Pierre-Auguste Renoir.
In questa mostra di Apricale si sono esposte anche sei opere scelte fra olii e pastelli: fra questi segnaliamo il celebre “Bavardage”, “Le tub” (che più di tutti mostra le attinenze pittoriche con la pittura di Degas), “La lettre”, “Femme tenant un bouquet” e altri. Da una parte si considera Zandomeneghi un artista esclusivamente italiano, ponte artistico tra Venezia e i Macchiaioli prima e tra questi ultimi e gli impressionisti poi; dall'altra, invece, egli rientra nel capitolo considerato come “impressionismo italiano”, con la sua forte appartenenza a detta cultura, senza smentire le radici veneziane. Il curatore della mostra è Ippolito Edmondo Ferrario, direttore della Galleria d’arte Sacerdoti di Milano.
L’attuale rassegna, allestita nelle rinnovate sale del Castello della Lucertola di Apricale, nelle quali sono state organizzate, nel corso di questi anni, mostre dedicate a Braque, Picasso, Mirò, e a molti altri artisti di primo piano, vuole richiamare l’attenzione sulla produzione grafica del pittore, grazie alla presenza di 31 disegni che sono studi preparatori per olii e pastelli. E’ la donna la vera e unica protagonista di queste opere: nudi, momenti di intimità, studi sulla figura e interni, ci riportano a quella bella epoque che Zandomeneghi cominciò a ritrarre dal suo arrivo a Parigi nel 1874. La maggior parte dei disegni sono stati esposti durante le prime personali di Zandomeneghi presso la Galleria Sacerdoti di Milano fino alla grande antologica del pittore tenutasi a Ca’ Pesaro a Venezia e trasferita poi a Palazzo Reale a Milano nel 1988, e ancora alla mostra della Fondazione Mazzotta di Milano, del 2004, fino alla più recente di Roma. Parigino d'adozione, italiano per nascita e formazione artistica, Federico Zandomeneghi è tra i pochi artisti italiani che parteciparono alla fervente vita parigina di fine Ottocento. Nato a Venezia nel 1841, Federico, convinto patriota, dopo gli studi d'arte a Venezia, partecipò attivamente alla vita politica italiana, arruolandosi molto giovane con Garibaldi. Stabilitosi a Firenze, con numerosi viaggi nella sua Venezia, risentì profondamente della compagine artistica legata alla cultura pittorica macchiaiola: Signorini, Fattori, Lega, Banti, Borrani, Sernesi, il veronese Cabianca e gli altri frequentatori del Caffè Michelangelo gli furono compagni, nelle esperienze d'arte e di vita. Nel 1874, anno di nascita dell'Impressionismo presso il Caffè Nadar, senza un particolare progetto Zandomeneghi partì per la capitale francese. Il soggiorno si prolungò tutta la vita ed egli entrò a far parte del gruppo degli impressionisti. Legato da profonda amicizia al pittore Edgar Degas, raccolse nella sua esperienza artistica l'influenza dell'amico, ma anche dei neo-impressionisti Signac e Seraut. Dipinse i soggetti tipici del movimento, ma la sua fama si legò profondamente alla maestria nel ritratto e nelle scene di vita mondana. Dame dai cappellini e dai vestiti alla moda lo legarono all'arte dell'amico Pierre-Auguste Renoir.
In questa mostra di Apricale si sono esposte anche sei opere scelte fra olii e pastelli: fra questi segnaliamo il celebre “Bavardage”, “Le tub” (che più di tutti mostra le attinenze pittoriche con la pittura di Degas), “La lettre”, “Femme tenant un bouquet” e altri. Da una parte si considera Zandomeneghi un artista esclusivamente italiano, ponte artistico tra Venezia e i Macchiaioli prima e tra questi ultimi e gli impressionisti poi; dall'altra, invece, egli rientra nel capitolo considerato come “impressionismo italiano”, con la sua forte appartenenza a detta cultura, senza smentire le radici veneziane. Il curatore della mostra è Ippolito Edmondo Ferrario, direttore della Galleria d’arte Sacerdoti di Milano.
27
agosto 2006
Federico Zandomeneghi – Il periodo parigino
Dal 27 agosto al primo ottobre 2006
arte moderna
Location
CASTELLO DELLA LUCERTOLA
Apricale, Piazza Vittorio Emanuele Iii, 1, (Imperia)
Apricale, Piazza Vittorio Emanuele Iii, 1, (Imperia)
Orario di apertura
Da martedì a domenica 14.30-18.30
Domenica mattina dalle 10.30 alle 12.00
Lunedì chiuso
Vernissage
27 Agosto 2006, ore 17
Sito web
www.galleriasacerdoti.it
Autore
Curatore