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Federico Zimatore – Caos
Federico Zimatore,
vernissage dell’artista romano che spaziano da collages , pitture acriliche e vernici industriali.
L’artista esprime tramite le sue opere , in maniera cinica e vivace il momento critico che attraversa il nostro paese; specialmente quello economico con tutto quello che deriva.
Comunicato stampa
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La Galleria “on the Moon” presenta, dal 9 al 26 maggio la nuova mostra personale di Federico Zimatore, artista romano attivo nell’ambito della pittura sin dalla metà degli anni Novanta. Testimoniando la complessità degli sviluppi più recenti della sua pratica, la selezione di opere esposte acquarelli, collage, sculture e installazioni esprimono concetti profondamente radicati nel contesto contemporaneo, attraverso simbolismi e metafore ben note. L’instabilità della moneta unica, la volatilità finanziaria, l’aumento dello spread e il calo del valore d’acquisto sono alcune delle costanti che Zimatore affronta e metabolizza in chiave poetica nelle proprie opere.
In un percorso che muove da L’Italia sfilacciata (2010) – opera simbolo di un paese logorato da una crisi asfissiante e da una classe politica inadeguata – l’artista volge lo sguardo dall’osservazione lirica ed emozionale della natura alla registrazione lucida e disincantata delle influenze economiche e finanziarie che incombono sulla quotidianità, dimostrandosi abile e attento osservatore della realtà e delle istanze di cambiamento in atto. Questa rinnovata urgenza espressiva ha spinto così Zimatore ad abbandonare la bidimensionalità della tela per forzare i limiti della rappresentazione, includendo nei quadri frammenti provenienti dalla realtà e approdando a un’inedita dimensione scultorea e installativa.
Dal caos in atto nel paese – inteso non solo in termini economici, ma come specchio di un disordine sociale, politico e morale col quale abbiamo ormai imparato a convivere – riparte quindi la ricerca alla base delle ultime opere, che riflettono su una civiltà dominata da un’economia fragile e vacillante. Lavori come Carta straccia, Fuga di capitali, Al verde e Fermi al palo (2012) si presentano dunque come metafore amare e pungenti di un contesto a tratti drammatico, nel quale spiccano fenomeni come la drastica perdita di valore dei titoli azionari e la fuga dei capitali verso mete ignote. All’estrema volatilità finanziaria generata dalla crisi e alla speculazione dissennata di alcuni rispondono invece opere come Profondo rosso, Euro lira, Eurodollaro, Una luce nel buio, L’euro nell’età dell’incertezza ed Euro euforia (2012), che si interrogano principalmente sul ruolo giocato in questa situazione dalla moneta unica.
Quali che siano le premesse scoraggianti da cui scaturiscono, le opere di Zimatore riescono nel tentativo di concretizzare una sintesi felice tra dato formale e valore concettuale: in esse i grafici economici che registrano la crisi vengono trascesi dalla purezza della forma astratta e libera, i titoli bancari accartocciati si fanno superficie fragile e contorta, interpretata nei suoi valori scultorei, e le banconote ripiegate diventano barchette ironiche e ludiche in fuga verso mari lontani.
Così come nella cosmogonia orientale il caos coniuga la fine di un ciclo con i presupposti di un nuovo inizio, anche nelle opere di Zimatore è possibile rintracciare un segno di speranza e fiducia nel futuro. Dopo molti anni, le ripercussioni dell’attuale crisi economica e sociale possono infatti essere trasformate in un volano per una possibile ripartenza, che nasca dalla volontà di affrontare lo stesso caos che oggi ci attanaglia e dalla fiducia condivisa in un futuro più equilibrato.
Federico Zimatore è nato nel 1969 a Roma, dove vive e lavora. Il suo percorso artistico prende avvio dalla metà dagli anni Novanta, e si sviluppa coerentemente nel corso degli anni alternando allo studio della storia dell’arte, all’esercizio della pratica pittorica e all’approfondimento delle tecniche artistiche, lunghi viaggi all’estero di fondamentale importanza per lo sviluppo della propria personale poetica. Numerose le mostre personali in spazi espositivi; tra le più recenti si segnalano quelle presso la Tedofra ArtGallery di Bologna (2011) e lo Spazio Icona di Roma (2010).
a cura di Carolina Pozzi
In un percorso che muove da L’Italia sfilacciata (2010) – opera simbolo di un paese logorato da una crisi asfissiante e da una classe politica inadeguata – l’artista volge lo sguardo dall’osservazione lirica ed emozionale della natura alla registrazione lucida e disincantata delle influenze economiche e finanziarie che incombono sulla quotidianità, dimostrandosi abile e attento osservatore della realtà e delle istanze di cambiamento in atto. Questa rinnovata urgenza espressiva ha spinto così Zimatore ad abbandonare la bidimensionalità della tela per forzare i limiti della rappresentazione, includendo nei quadri frammenti provenienti dalla realtà e approdando a un’inedita dimensione scultorea e installativa.
Dal caos in atto nel paese – inteso non solo in termini economici, ma come specchio di un disordine sociale, politico e morale col quale abbiamo ormai imparato a convivere – riparte quindi la ricerca alla base delle ultime opere, che riflettono su una civiltà dominata da un’economia fragile e vacillante. Lavori come Carta straccia, Fuga di capitali, Al verde e Fermi al palo (2012) si presentano dunque come metafore amare e pungenti di un contesto a tratti drammatico, nel quale spiccano fenomeni come la drastica perdita di valore dei titoli azionari e la fuga dei capitali verso mete ignote. All’estrema volatilità finanziaria generata dalla crisi e alla speculazione dissennata di alcuni rispondono invece opere come Profondo rosso, Euro lira, Eurodollaro, Una luce nel buio, L’euro nell’età dell’incertezza ed Euro euforia (2012), che si interrogano principalmente sul ruolo giocato in questa situazione dalla moneta unica.
Quali che siano le premesse scoraggianti da cui scaturiscono, le opere di Zimatore riescono nel tentativo di concretizzare una sintesi felice tra dato formale e valore concettuale: in esse i grafici economici che registrano la crisi vengono trascesi dalla purezza della forma astratta e libera, i titoli bancari accartocciati si fanno superficie fragile e contorta, interpretata nei suoi valori scultorei, e le banconote ripiegate diventano barchette ironiche e ludiche in fuga verso mari lontani.
Così come nella cosmogonia orientale il caos coniuga la fine di un ciclo con i presupposti di un nuovo inizio, anche nelle opere di Zimatore è possibile rintracciare un segno di speranza e fiducia nel futuro. Dopo molti anni, le ripercussioni dell’attuale crisi economica e sociale possono infatti essere trasformate in un volano per una possibile ripartenza, che nasca dalla volontà di affrontare lo stesso caos che oggi ci attanaglia e dalla fiducia condivisa in un futuro più equilibrato.
Federico Zimatore è nato nel 1969 a Roma, dove vive e lavora. Il suo percorso artistico prende avvio dalla metà dagli anni Novanta, e si sviluppa coerentemente nel corso degli anni alternando allo studio della storia dell’arte, all’esercizio della pratica pittorica e all’approfondimento delle tecniche artistiche, lunghi viaggi all’estero di fondamentale importanza per lo sviluppo della propria personale poetica. Numerose le mostre personali in spazi espositivi; tra le più recenti si segnalano quelle presso la Tedofra ArtGallery di Bologna (2011) e lo Spazio Icona di Roma (2010).
a cura di Carolina Pozzi
09
maggio 2013
Federico Zimatore – Caos
Dal 09 al 26 maggio 2013
arte contemporanea
Location
ON THE MOON
Roma, Via Dei Banchi Vecchi, 59, (Roma)
Roma, Via Dei Banchi Vecchi, 59, (Roma)
Orario di apertura
dal lunedi al venerdi 16.00-20.00
sabato dalle 11.00 alle 13.00 e dalle 16.00 alle 20.00
Vernissage
9 Maggio 2013, h 18.30
Autore
Curatore