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Felice Martelli – Memoria
Il 19 di giugno del 1986, 300 rivoluzionari prigionieri vengono massacrati dal governo di Alan Garcia nelle carceri di El Frontou, di Lorigancho e di El Callau in Perù. Da allora la data del19 giugno diventerà Giornata Internazionale del Rivoluzionario Prigioniero.
Comunicato stampa
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Giornata Internazionale del Rivoluzionario Prigioniero
Il 19 di giugno del 1986, 300 rivoluzionari prigionieri vengono massacrati dal governo di Alan Garcia nelle carceri di El Frontou, di Lorigancho e di El Callau in Perù. Da allora la data del19 giugno diventerà Giornata Internazionale del Rivoluzionario Prigioniero, cioè giornata di memoria e solidarietà verso tutti/e coloro che resistono e combattono nelle prigioni del Potere. Oggi più che mai mentre infuria una guerra d’occupazione e l’occidente svela la propria criminale ferocia, imprigionando, torturando e uccidendo cittadini inermi , è necessario ribadire ed esternizzare l’appoggio e la solidarietà a tutti/e i prigionieri che lottano contro la violenza istituzionalizzata: in Palestina
come in Spagna , nelle Filippine, in Colombia, in Turchia come in Iraq, negli Stati Uniti come in Germania , in Francia come in Cecenia , in Svizzera come in Italia. I rivoluzionari prigionieri con la loro resistenza e con il loro impegno tengono accesa la speranza in un mondo “altro”, squarciano il muro di silenzio che li (ci) circonda e gettano un pò di luce sulla buia prepotenza e sull’ingiustizia
cieca del potere. La loro lotta nella carceri di Guantanamo, la loro resistenza alle torture in Iraq, in Palestina e altrove nei mille lager del mondo costituiscono il più forte esempio della inevitabilità di un futuro dove finalmente l’uomo non imprigionerà mai più se stesso.
I RIVOLUZIONARI SONO SEMPRE PRIGIONIERI
Prigionieri di un sistema costruito per soffocare
le libertà dell’individuo
Prigionieri di un economia che stringe alla gola
gran parte dell’umanità
Prigionieri di una cultura manipolata e parziale
Prigionieri di una violenza che genera violenza
IL RIVOLUZIONARIO NON PUO’ ESSERE PRIGIONIERO
Il sovvertire le regole implica il non riconoscerne, oltre che la validità anche il contesto in cui operano: lo spazio di contenimento diventa perciò per il rivoluzionario prigioniero campo di elaborazione e di lotta.
Il rivoluzionario imprigionato osserva il muro e ne assorbe la durezza ,
rinchiude il dolore in un proiettile d’odio e lo scaglia contro i propri carcerieri,
muta la paura in rivolta , la debolezza in solidarietà, spacca l’isolamento
insinuandosi fra le crepe delle strutture che lo rinchiudono
Un Rivoluzionario Prigioniero
Inevitabilmente
Distruggerà il luogo dove è rinchiuso
Scolpire il tempo
Il 19 di giugno del 1986, 300 rivoluzionari prigionieri vengono massacrati dal governo di Alan Garcia nelle carceri di El Frontou, di Lorigancho e di El Callau in Perù. Da allora la data del19 giugno diventerà Giornata Internazionale del Rivoluzionario Prigioniero, cioè giornata di memoria e solidarietà verso tutti/e coloro che resistono e combattono nelle prigioni del Potere. Oggi più che mai mentre infuria una guerra d’occupazione e l’occidente svela la propria criminale ferocia, imprigionando, torturando e uccidendo cittadini inermi , è necessario ribadire ed esternizzare l’appoggio e la solidarietà a tutti/e i prigionieri che lottano contro la violenza istituzionalizzata: in Palestina
come in Spagna , nelle Filippine, in Colombia, in Turchia come in Iraq, negli Stati Uniti come in Germania , in Francia come in Cecenia , in Svizzera come in Italia. I rivoluzionari prigionieri con la loro resistenza e con il loro impegno tengono accesa la speranza in un mondo “altro”, squarciano il muro di silenzio che li (ci) circonda e gettano un pò di luce sulla buia prepotenza e sull’ingiustizia
cieca del potere. La loro lotta nella carceri di Guantanamo, la loro resistenza alle torture in Iraq, in Palestina e altrove nei mille lager del mondo costituiscono il più forte esempio della inevitabilità di un futuro dove finalmente l’uomo non imprigionerà mai più se stesso.
I RIVOLUZIONARI SONO SEMPRE PRIGIONIERI
Prigionieri di un sistema costruito per soffocare
le libertà dell’individuo
Prigionieri di un economia che stringe alla gola
gran parte dell’umanità
Prigionieri di una cultura manipolata e parziale
Prigionieri di una violenza che genera violenza
IL RIVOLUZIONARIO NON PUO’ ESSERE PRIGIONIERO
Il sovvertire le regole implica il non riconoscerne, oltre che la validità anche il contesto in cui operano: lo spazio di contenimento diventa perciò per il rivoluzionario prigioniero campo di elaborazione e di lotta.
Il rivoluzionario imprigionato osserva il muro e ne assorbe la durezza ,
rinchiude il dolore in un proiettile d’odio e lo scaglia contro i propri carcerieri,
muta la paura in rivolta , la debolezza in solidarietà, spacca l’isolamento
insinuandosi fra le crepe delle strutture che lo rinchiudono
Un Rivoluzionario Prigioniero
Inevitabilmente
Distruggerà il luogo dove è rinchiuso
Scolpire il tempo
19
giugno 2004
Felice Martelli – Memoria
Dal 19 giugno al 07 luglio 2004
arte contemporanea
Location
SATURA – PALAZZO STELLA
Genova, Piazza Stella, 5/1, (Genova)
Genova, Piazza Stella, 5/1, (Genova)
Orario di apertura
dal martedì al sabato ore 16.30 - 19.00
chiuso lunedì e festivo
Vernissage
19 Giugno 2004, ore 17.00
Curatore